Poi passi per piagnone, perché in definitiva questo è il muro di gomma che ti trovi davanti. Ecco, sempre a lamentarsi degli arbitri, quei romani, accomunandoci alla feccia di quelli là i quali, quando per una volta - come può sempre capitare - non vengono favoriti dalla decisione arbitrale, si esibiscono in un teatrino comico, spalleggiati dall'apparatchnik che si schiera compatto in loro difesa. A me poco interessa delle motivazioni dietro (ovvero, mi interessa molto, ma mi rendo conto che l'informazione non mi è accessibile). Interessano le reazioni.
Nella partita di ieri ci sono stati vari episodi legati alla discrezionalità dell'arbitro, altri al suggerimento del guardalinee o del diversamente guardalinee dietro la porta. Quelli legati all'arbitro, dall'espulsione di Mauricio al rigore-espulsione di Marchetti, ad un comportamento molto "all'inglese", come si dice, ad un altro più "ligio", sono andati in una direzione. Vabbé. Ma rientra nella coscienza e nell'interpretazione di un arbitro. Poi possiamo discutere ad libitum sull'interpretazione stessa, sempre dando per buono che Marchetti abbia toccato Palacio. Ma anche qui sarebbe "un errore di sbaglio". Vabbé. La prospettiva, questa brutta bestia che si accompagna alla sensazione dell'arbitro che un fatto sia accaduto o meno, anche se non ha visto. Vabbé.
Poi ci sono dei dati oggettivi. Che il primo gol dell'Inter fosse da annullare, l'ha detto pure papa Francesco nell'omelia di stamattina. Nessun impedimento, azione statica (una punizione). Vabbé. Che poi il guardalinee (era lo stesso? Credo di sì, i guardalinee non dovrebbero invertire la posizione) in un'azione alquanto dinamica fermi Candreva lanciato in campo aperto per un fuorigioco che - toh! - non c'era, vabbé...
Io ho visto dai distinti nord un Nagatomo crossare con una palla uscita dal fondo, e a Felipe Anderson fischiare un fallo contro invertito bellamente a pochi centimetri da guardalinee (l'altro) e dal diversamente guardalinee. Vabbé.
Quando tutti questi vabbé, che siano interpretazioni o fatti oggettivi, vanno in una direzione ed una sola, mi incazzo. Mi incazzo col cucuzzaro tutto vestito di giallo, mi incazzo col falso profeta e con le sue lacrime da coccodrillo, mi incazzo con la nostra comunicazione pavida e conigliesca, mi incazzo con i media che nascondono la polvere sotto il tappeto, e oggi che è lunedì sono ancora incazzato.
Gli unici con i quali non mi incazzo sono quegli undici, poi dieci, poi nove, che anche in una situazione disastrosa, hanno provato fino alla fine a vincere la partita, sempre giocando, sempre concentrati, mai preda di un'isteria che sarebbe stata pure giustificata, buttando il famoso cuore (e i polmoni) oltre il famoso ostacolo. Anche se l'ostacolo ieri era veramente insormontabile.
Incazzato ma tranquillo. Abbiamo una squadra di uomini. Alla feccia lascio le umane miserie.