Un bambino alla fine della seconda elementare, che convinse, non ricordo come, i genitori a lasciarlo solo a casa per vedere il secondo tempo della partita di calcio di serie A che trasmettevano alle 19 sul primo mentre loro andavano al cinema del paese, e che rimase sulla sedia a fissare lo schermo spento per tanto tempo dopo la fine della partita, in ossequio alle direttive materne, rigiocando mille volte quella partita nella sua testa.
Questo ero e questo feci quel giorno in cui si scrisse la storia.