Non so cosa sia successo. Stiamo vivendo, al netto di una gestione finanziaria non drogata, il più bel periodo della storia della Lazio. Abbiamo vinto una Supercoppa la scorsa estate, siamo ai quarti di Europa League e, nonostante tutto, ancora in piena corsa per la zona Champions.
Ci manca sempre qualcosa.
A qualcuno manca Cragnotti, perché Lotito "gli ha tolto la Lazialità".
Che mi vien da dire, bella questa Lazialità, se basta un Lotito qualsiasi - la seconda gestione più vincente e virtuosa della storia della Lazio, però antipatico - per toglierla.
A qualcuno manca un campionato regolare.
Che mi vien da dire, e che non lo sapevamo? Da quanti decenni il campionato è sotto il controllo di cupole, mafie e banche?
Abbiamo l'allenatore più Laziale che la Lazio abbia mai avuto dai tempi di uno che non posso neanche nominare perché il suo nome è troppo grande per la bocca mia.
Abbiamo undici leoni, di volta in volta, in campo, che lottano contro tutto e tutti. A volte sbagliano. A volte sono poco lucidi. A volte denunciano dei limiti del tutto umani di fronte allo schifo che oramai quasi ogni domenica vediamo sui campi di serie A. Ma sono undici leoni. "Non mollano mai". Sono Laziali. Anche se qualcuno a giugno se ne andrà, anche se non resteranno per sempre qui, sono Laziali.
Perché essere Laziali vuol dire non mollare mai. Giusto?
Al di là delle vittorie. Al di là dei torti subiti. Al di là di quello che pensano gli altri.
Perché essere Laziali non vuol dire essere anche un poco bastian contrari?
Ieri mi ha fatto male vedere lo stadio mezzo vuoto.
Mancavano tante persone. Quelli che vedono solo il bicchiere mezzo vuoto.
"Non mollare mai".
E invece hanno mollato.
Non lo so. A volte maledico l'era Cragnotti.
C'ha fatto diventa' tutti stupidi.