Ho visto che come molte volte, per sostenere o smontare questa o quella tesi si è ricominciati, come avviene da anni, a elencare trofei, postare statistiche, analizzare periodi e decenni diversi, confrontare squadre di diverse epoche.
Partendo dal presupposto che i Trofei sono ciò che rimane cmq nella storia c'è da dire che il calcio, o meglio la passioni dei tifosi per il calcio e ciò che la muove è lo stesso da più di un secolo, cambiano i modi, i tempi, le mode, ma la psiche del tifoso quella è, DA SEMPRE.
Ci sono tanti film che parlano del calcio, italiani e stranieri (Borgorosso FC, l'allenatore nel pallone, febbre a 90, ultimo minuto...) ed il ritratto della passione del tifoso è più o meno simile.
A me ricorda molto quando, per argomenti più seri, si parla di sicurezza, ed a fronte di polemiche per le proteste e le preoccupazioni dei cittadini il Ministero pubblica dati statistici ISTAT in cui comprova che in Italia i reati sono molti di meno che in altri Paesi, chiudendo ogni sorta di polemica, ma il cittadino, pur non potendo controbattere, rimane con lo stesso sentimento di timore....ebbene questo è quello che si chiama distinzione tra sicurezza effettiva e quella percepita.
Trasferendo questo ragionamento al calcio, e meglio ancora alla Lazio, analizzando i diversi periodi, il vero nodo della questione è che seppur la "gestione Lotito" sia, dati oggettivi e Trofei alla mano, una delle più vincenti nella storia della Lazio, seconda solo a quella del periodo d'oro di Cragnotti, ebbene il tifoso medio della Lazio, salvo proclami e prese di posizione di orgoglio, non percepisce la sua squadra come una "grande squadra" per come si intende nel calcio....e da qui la costante richiesta del famigerato "salto di qualità"....perché avviene ciò....è semplice:
La Lazio della gestione Lotito, pur avendo vinto Trofei, pur giocando spesso finali, pur gravitando spessissimo tra le prime 5 del campionato, non dà, al tifoso medio, la percezione di grandezza, a differenza di quello che avveniva nel primo quinquennio della gestione Cragnotti, dal 1992 al 1997, periodo in cui, come è stato già scritto, la Lazio non ha MAI vinto un trofeo, né è stato mai vicino a vincerlo, né ha mai disputato una finale, ebbene però, almeno per come l'ho vissuto io (sono del '73), i tifosi in quel periodo, pur bramando per una vittoria, pensavano e consideravano la Lazio una Big, magari non come la Juventus ed il Milan di quegli anni, ma era viva la percezione che il successo ed il "salto di qualità" erano lì ad un passo, ed erano certi che la società si muoveva per diventare come il Milan, cosa che invece non si pensa per la gestione attuale.
Ciò avviene perché è il modus operandi della società che non dà o offre questa percezione, quella Lazio del primo Cragnotti acquistava giovani italiani emergenti, ma allo stesso tempo ti comprava l'astro Gascoigne, oppure la certezza Cravero del Torino, il giovane portiere Marchegiani del Torino oppure l'appena capocannoniere Signori, magari strappandolo all'Inter o al Milan, il rampante Rambaudi del Foggia Zemaniano, il nazionale olandese Winter, o il fuoriclasse del Marsiglia Boksic, per non parlare del giovane cannoniere della Juventus Casiraghi....poi insieme a questi venivano ceduti anche giocatori importanti, ed acquistati di altri meno noti, ma il campione o il giovane in rampa di lancio, che già era esploso in serie A veniva conteso alle Big e molte volte acquistato, mentre oggi, magari acquisti il giocatore sconosciuto che pii esplode, ma non si prende l'astro nascente o il campione già al top ed in età di lancio; per fare un parallelismo ed un esempio con allora, per far percepire questo avvenuto salto di qualità, la Lazio di Lotito dovrebbe acquistare Cristante dell'Atalanta o Belotti lo scorso anno, magari cedendo pure qualcuno che quest'anno è esploso, ma non andando a prendere il Milinkovic sconosciuto che poi esplode, ma quello già esploso, magari strappandolo ad una classica BIG....poi magari questo rende poco, ma di fatto questa darebbe alla tifoseria la percezione di grandezza, perché quando la platea Laziale l'ha solo annusata, durante la gestione Lotito, questa percezione di grandezza o di tentato salto di qualità, l'Olimpico l'ha riempito....il problema è che poi, a torto o a ragione, lo stesso tifoso non vede alimentare questo suo sogno...un esempio su tutti questo mercato di gennaio appena passato, dove era palese che a centrocampo eravamo corti, come in attacco, ed invece non è stato fatto nulla...sembrano sciocchezze, ma il Tifoso è fatto così, accetta la non-vittoria, ma deve percepire la voglia di provarci, di smuovere le emozioni con il colpo ad effetto, che, effettivamente, questa società non ha mai dato...e ripeto ancora una volta, al netto dei successi avuti...quando il tifoso vede che non si rinnova il contratto a Keita o a de Vrij per un milione di euro allora perde la convinzione di poter diventare una big.
Sempre per fare un confronto fantasioso con la gestione Cragnotti, ebbene quella gestione mai e poi mai avrebbe lanciato titolare Strakosha, ma magari avrebbe acquistato Perin o Sirigu, cedendo Keita avrebbe tentato di acquistare Zaza o Chiesa della Fiorentina, o magari proprio Bernardeschi, e come difensore mai si sarebbe affidata ad un Luiz Felipe, ma avrebbe acquistato Skrinjar della Sampdoria o Izzo del Genoa, passando per Caldara....ecco come si da, da sempre, la percezione di grandezza, a prescindere se sia o no la strada più idonea per vincere, ma da sempre nel calcio è così, se si parla di aspettative.
La roma vince poco o nulla, ma Dzeko lo acquista, Mahrez a 45 milioni lo tratta, Schik appena esploso nella Samp a 42 lo prende....la Lazio no, e questo trasmette al tifoso la convinzione che magari un anno e pure quello dopo puoi fare la sorpresa, ma di certo non sente che la propria squadra tenta di diventare grande.
Ho cercato solo di spiegare, perché, sia ben chiaro, per me la Lazio attuale è una grande squadra e società.