Articolo su Maestrelli della Gazzetta

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Offline blu73

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Articolo su Maestrelli della Gazzetta
« il: 30 Mar 2015, 13:56 »
http://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Lazio/30-03-2015/30-marzo-1975-maestrelli-quella-pasqua-maledetta-110285951362.shtml

30 marzo 1975: Maestrelli e quella Pasqua maledetta

Quarant'anni fa: una domenica di festa, anche per via dei due punti conquistati in trasferta contro il Bologna, si trasforma in casa della Lazio campione d'Italia nel preludio alla disperazione. Il "Maestro", l'allenatore dello scudetto, il secondo padre di Chinaglia e di molti altri ragazzi della squadra, scopre di avere i giorni contati. Ecco come andò...
Il calcio è fatto anche di storie come queste. È la domenica di Pasqua, il 30 marzo di 40 anni fa. Nel 1975, neanche una festività come quella ferma il calcio professionistico. La Lazio campione d’Italia, allenata da Tommaso Maestrelli, è in trasferta a Bologna. Servono assolutamente due punti per rimanere a stretto contatto con la Juventus capolista. La vittoria in effetti arriva. Con un perentorio 1-2 il Comunale di Bologna (oggi "Renato Dall’Ara") viene espugnato dopo 20 anni. Nel pullman che riporta la squadra a Roma tra i biancocelesti c’è un clima disteso. La vittoria esterna sta dando morale a tutti e la riconferma del Titolo non sembra così impossibile.

UN MALORE IMPROVVISO — Lungo il percorso dell’A1, all’improvviso, Tommaso Maestrelli avverte un malore allo stomaco e impallidisce. È da qualche mese che l’allenatore sente ogni tanto fitte dolorose nello stesso punto, ma dopo un po’ i dolori passano e il pensiero rientra. Stavolta però il brivido freddo che lo assale è diverso dal solito. Il medico della squadra, il dott. Ziaco, gli consiglia di farsi visitare. Magari non è nulla, ma è sempre meglio farselo dire da chi è competente. Sia pure a malincuore Maestrelli accetta il consiglio e il giorno successivo si sottopone a una serie di esami medici. Nel frattempo la squadra viene affidata all’allenatore in seconda Bob Lovati. Una domenica di festa, un po’ per via della Pasqua e un po’ per i due punti conseguiti in trasferta, si trasforma in casa Lazio nel preludio alla disperazione, perché il verdetto di quegli esami clinici è devastante. Tumore al fegato con metastasi estese allo stomaco.
L'AMARA VERITÀ — La domenica successiva, il 6 aprile, la Lazio gioca in casa contro il Torino. Ufficialmente nessuno sa nulla, ma c’è tensione e il clima non può che risentirne. Forse qualche dirigente è già stato avvisato ma si cerca di rasserenare la squadra. Le condizioni di salute di Maestrelli non devono incidere sulla prestazione in campo. Eppure, incidono. Alla fine del primo tempo il Torino è in vantaggio per 0-2. La formazione di casa appare svagata e lenta, soprattutto in difesa. Mentre tutti rientrano negli spogliatoi, il pubblico, che ignora ciò che sta per abbattersi sul suo allenatore, fischia i propri beniamini. Durante l'intervallo qualcuno spiega alla squadra l'amara verità: per Maestrelli non c’è nessuna speranza. Re Cecconi scoppia in un pianto s dirotto seguito da Frustalupi, Chinaglia è pietrificato, qualcuno bestemmia ad alta voce. La squadra non vorrebbe neppure rientrare in campo, ma la gente ha pagato un biglietto e una cosa del genere non si può fare. Nella ripresa Chinaglia segna addirittura il gol che riduce il vantaggio granata e due minuti dopo potrebbe perfino pareggiare, ma è tutto inutile, perché mentre cercano di riordinare le idee, i giocatori della Lazio piangono in campo. Il finale è catastrofico. In un quarto d’ora Paolo Pulici segna altre 3 reti a un Felice Pulici con gli occhi rossi. Sugli spalti nessuno ha voglia di contestare quell'1-5, duro da digerire ma del tutto privo di significato davanti al male del "Maestro".
MALE INCURABILE — I medici provano a operare il paziente, ma non serve a nulla. Gli pronosticano due mesi di vita, tre a essere generosi. La notizia si sparge in fretta e la moglie Lina, come se il dramma familiare non bastasse, viene subissata da telefonate di sedicenti guaritori, il più delle volte squallide figure in cerca di notorietà. Solo un immunologo, Saverio Imperato, riesce a dimostrare la veridicità scientifica di una cura da lui stesso sperimentata e ha il benestare della signora Maestrelli. I risultati sono immediati e due mesi di vita diventano quattro, sei, otto. Il mister, fino a quel momento dimagrito di oltre 15 chili, comincia a reagire bene fino a tornare a mangiare e ad alzarsi dal letto. Dalla sua casa arrampicata in cima alla collina Fleming segue con il binocolo i suoi ragazzi che si allenano a Tor di Quinto, impianto distante non più di due chilometri in linea d’aria, e soffre per non poter essere lì con loro.
QUARTO POSTO — Intanto il campionato 1974/75 termina con un quarto posto, risultato buono ma deludente, considerati gli obiettivi di partenza. Maestrelli deve cedere il posto a Giulio Corsini e per un po' si defila dalla vita della Lazio. In realtà, mentre si adegua al protocollo di Imperato segue a distanza l'opera di "ringiovanimento" della squadra che il nuovo allenatore ha intrapreso smembrando la compagine che aveva vinto lo scudetto meno di un anno e mezzo prima. Comunque, i miglioramenti della sua salute sono tali che in poco tempo riacquista le forze fino a poter affrontare uno stile di vita normale. Passata l'estate e tornato in condizioni accettabili, Maestrelli vive il nuovo campionato della Lazio con apparente understatement. Corsini si dimostra allenatore non in grado di gestire uno spogliatoio molto particolare e poco alla volta diventa nemico giurato di Chinaglia. Man mano, la Lazio si trova a combattere per non retrocedere. La scelta di vendere alcuni giocatori, ritenuti ormai "anziani", si rivela un errore madornale.
IL RITORNO — Il 30 novembre 1975, dopo un'ennesima sconfitta, stavolta patita contro l’Ascoli, Corsini viene esonerato. Il Presidente Lenzini richiama in panchina Tommaso Maestrelli. Sembra un miracolo, uno di quelli che ogni tanto accadono. Un uomo dato dai medici per condannato, rientra sul terreno di gioco per allenare i suoi ragazzi e per ricominciare. Non è per nulla facile il compito di Maestrelli: la squadra è indubbiamente molto più debole rispetto a quelle degli anni precedenti, la classifica langue e chi riprende in mano la situazione non è privo di perplessità. Ci vuole tutta la pazienza del tecnico per risollevare le sorti dei biancocelesti. Dovendo fare di necessità virtù, Tommaso Maestrelli utilizza due ragazzi della Primavera nei quali ha sempre creduto molto: Bruno Giordano, attaccante dalle potenzialità infinite, e Lionello Manfredonia, stopper elegante e raffinato nel tocco di palla, capace di giocare in più ruoli. A poche giornate dalla fine, Maestrelli deve assistere, suo malgrado e senza poterlo impedire, all'addio del suo prediletto Chinaglia che ottiene di essere ceduto ai Cosmos New York, lasciando precipitosamente la Lazio a fine aprile dopo una gara interna contro il Torino.
SALVEZZA CHE VALE UNO SCUDETTO — Grazie a una clamorosa vittoria sul Milan per 4-0 nella penultima giornata di campionato, i biancazzurri si giocano tutto a Como. È una partita strana, perché dopo 17 minuti i lariani sono in vantaggio per 2-0. Giordano riesce ad accorciare le distanze poco dopo e Badiani pareggia nella ripresa. Alla fine la Lazio potrebbe anche vincere, ma un punto è sufficiente per salvarsi. Per molti tifosi, quella salvezza è il secondo scudetto vinto da quel grande uomo, paziente, umano, dignitoso, risoluto come pochi, che siede in panchina. Stremato dallo stress e dallo sforzo per l’ennesima impresa, a fine stagione Tommaso Maestrelli lascia definitivamente e lo fa in punta di piedi, senza clamori di alcun tipo. Per onor di firma, la sua ultima volta sulla panchina della Lazio è datata 26 giugno 1976. È sabato e quella sera i biancocelesti battono il Genoa per 1-0 in un confronto di Coppa Italia.
ARRIVA VINICIO — A Tommaso Maestrelli la società affida il ruolo di general manager, mentre il nuovo allenatore è il brasiliano Luis Vinicio. Ma la verità, quella che si cerca di tenere nascosta, è un’altra. La malattia, tenuta a bada per oltre un anno e mezzo, si è riaffacciata e questa volta non dà scampo. In ogni caso, passa l’estate e di Tommaso Maestrelli non si sente più parlare. Il 28 novembre 1976 è domenica, ma nella Capitale non è una domenica qualsiasi. Del resto, quando c’è il derby non lo è mai. Come talvolta succede, quella volta s’impone chi in realtà gioca peggio. Vince infatti la Lazio grazie a un gioiello di Bruno Giordano che elude l’intervento di mezza difesa avversaria e brucia il portiere Paolo Conti con un colpo di forza e potenza scagliato quasi dalla linea di fondo. Ai punti meriterebbe la Roma, che attacca in modo incessante e costringe l’avversaria a rintanarsi nella propria metà campo. E segnerebbe senz’altro, la Roma, se quel giorno la porta non fosse chiusa a chiave. Felice Pulici è infatti invalicabile, come se una forza misteriosa e sovrumana si sia impadronita di lui: «È stata la più grande prestazione della mia carriera», dirà un giorno l’allora numero 1 biancoceleste, «parai tutto quello che potevo parare. Probabilmente, anche se avessimo giocato per due giorni di fila, i romanisti non mi avrebbero fatto gol. Fu un derby molto particolare anche sotto il punto di vista emotivo». In effetti, senza di lui i giallorossi potrebbero segnare almeno 3-4 volte e invece vince la Lazio. Al termine della partita Pulici, al microfono radiofonico di Claudio Ferretti vorrebbe «dedicare la vittoria a…», ma non riesce a dire quel nome, perché esplode in un pianto a metà fra l’angosciato e il liberatorio.
L'ULTIMA GIOIA — È chiaro a tutti, a quel punto, chi sia il destinatario. Per Tommaso Maestrelli quel derby è l’ultima gioia in stato di coscienza prima di entrare in coma. Il 2 dicembre, dopo aver ricevuto l’abbraccio dei suoi ragazzi reduci dalla vittoria nel derby, il "Maestro" muore. Ha compiuto da pochi mesi 54 anni. Il giorno dopo, Roma si ferma per i suoi funerali. Piazza dei Giuochi Delfici, Vigna Stelluti e Ponte Milvio sono completamente bloccate dalla presenza di decine di migliaia di persone, una folla che arriva fino al Lungotevere. Il 5 dicembre, a San Siro, la Lazio affronta l’Inter. In segno di rispetto la squadra di casa fa osservare un minuto di raccoglimento. Per 60 secondi suona il "Silenzio". Nini Rosso lo ha sempre suonato da Dio, ma anche il trombettista milanese quel giorno è sopra i suoi standard abituali. Piangono i giocatori in campo, anche quelli che non hanno conosciuto Maestrelli. Piangono i tifosi della Lazio e l’applauso di tutto lo stadio sembra non finire mai. La partita finisce 1-1. Nel finale Bruno Giordano, con un gol dei suoi, evita una sconfitta che il "Maestro" non avrebbe affatto gradito.


Offline Duca

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Re:Articolo su Maestrelli della Gazzetta
« Risposta #1 il: 30 Mar 2015, 14:00 »
 :s

Eagle_70

Eagle_70

Re:Articolo su Maestrelli della Gazzetta
« Risposta #2 il: 30 Mar 2015, 15:04 »
articolo molto bello.

la storia la conosco perche' mio nonno me l'avra' raccontata cento volte.
ogni volta con un astio sempre maggiore nei confronti dei giocatori del torino, nonostante l'avanzare dell'eta' potesse portarlo a piu' miti consigli.
lui, classe 1908, quella partita non l'ha mai mandata giu'.
mi raccontava di una Lazio completamente assente nel primo tempo, fischiata e' vero al'intervallo.
ma la percezione dallo stadio era che nell'intervallo fosse successo qualcosa di grave perche' tutti i giocatori rientrarono con le mani sulla faccia.
e dalla tribuna tevere si vedeva chiaramente che qualcuno in campo piangeva.
in tutto questo ci fu l'atteggiamento del torino.
si guardavano e tra di loro si interrogavano, forse qualcuno aveva capito qualcosa, ma continuarono a spingere come forsennati contro 11 fantasmi.
da quel giorno li ha odiati, come forse non ha fatto nemmeno coi "cuginetti de monte cocci", come li chiamava.
sara' forse per quei racconti, ma a me il toro e' sempre stato sul caxxo.

Offline Palo

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13892
Re:Articolo su Maestrelli della Gazzetta
« Risposta #3 il: 30 Mar 2015, 21:29 »
Leggo ed immediatamente vengo preso dal magone ...

Ho vissuto quei momenti con estrema intensità. La morte del maestro si diluisce con l'entrata in coma di mia madre, che resistette fino al 6 dicembre. Lì, credo che non lo dovrei nemmeno spiegare, a Maestrelli ho smesso di pensare.

Maledetto 76!

Offline laziAle82

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11715
Re:Articolo su Maestrelli della Gazzetta
« Risposta #4 il: 31 Mar 2015, 00:16 »
Ciao Maestro. Da chi non ti ha conosciuto eppure ti ama; vengono i lucciconi ad ogni inno ed ogni volta che si parla di te.
Un Laziale dell'olimpo.
Re:Articolo su Maestrelli della Gazzetta
« Risposta #5 il: 31 Mar 2015, 14:09 »
Apro solo adesso questo topic e per poco non ci resto secco. Di colpo l'articolo della Gazzetta mi fa rivivere tutto quello che ho vissuto in "diretta" tanti anni fa. La sconfitta col Torino, Bob Lovati in panchina a tenere insieme alla meno peggio i cocci di una squadra in disarmo psicologico, l'arrivo di Corsini, l'esonero, il ritorno del Maestro, il finale drammatico sul filo della retrocessione, la sconfitta 4-3 a Firenze contro una Fiorentina assatanata di furore agonistico (c'ero), la vittoria 4-0 sul Milan di Trapattoni all'inizio della carriera di allenatore (c'ero), il pareggio in rimonta a Como dopo che già eravamo praticamente retrocessi (c'ero), il derby con quel gol allucinante di Giordano e le parate miracolose di Pulici (c'ero) che scappa via in lacrime mentre lo intervistano (l'ho sentito)... La Lazio di quegli anni, nelle gioie e nei dolori, mi è passata addosso come un rullo compressore. Da alcune ferite si guarisce. Da altre, forse, non si vuole.

Offline reds1984

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5012
Re:Articolo su Maestrelli della Gazzetta
« Risposta #6 il: 31 Mar 2015, 14:27 »
Ciao Maestro. Da chi non ti ha conosciuto eppure ti ama; vengono i lucciconi ad ogni inno ed ogni volta che si parla di te.
Un Laziale dell'olimpo.

maestrelli è l'emblema doloroso e meraviglioso dell'essere laziali

Offline anderz

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8271
Re:Articolo su Maestrelli della Gazzetta
« Risposta #7 il: 31 Mar 2015, 14:28 »
Un grande uomo. Un enorme Laziale.

Offline vaz

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54598
Re:Articolo su Maestrelli della Gazzetta
« Risposta #8 il: 31 Mar 2015, 14:32 »
Grande Uomo.


Per me, quella Squadra meriterebbe una puntata di Buffa racconta.
Re:Articolo su Maestrelli della Gazzetta
« Risposta #9 il: 31 Mar 2015, 14:34 »
Grande Uomo. Sarai sempre nei nostri cuori

porgascogne

porgascogne

Re:Articolo su Maestrelli della Gazzetta
« Risposta #10 il: 31 Mar 2015, 14:45 »
maestrelli è l'emblema doloroso e meraviglioso dell'essere laziali

ricordo quella domenica 6 aprile 1975
mio padre era andato allo stadio con i suoi cugini, come sempre
quella volta senza portare me che ero reduce da una violenta bronchite
io stavo a casa di mia nonna in convalescenza, appena sotto gli archi di porta furba e, incurante delle raccomandazioni, giocavo a pallone con altri bambini nel campo rimediato fra cocci di vetro e reti di recinzione sfondate
mio padre con i suoi cugini tornò dallo stadio con una faccia nera, non solo per la sconfitta, non solo per gli incidenti di fine partita
ma quello lo capimmo meglio pochi giorni dopo: lì per lì scottava molto - almeno alla mia conta dei risultati da bambino - quell'1-5 vs il torino dei gemelli del goal

se penso a come è strana la vita: due gg dopo sarebbe nata la donna della mia vita

Offline reds1984

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5012
Re:Articolo su Maestrelli della Gazzetta
« Risposta #11 il: 31 Mar 2015, 14:53 »
ricordo quella domenica 6 aprile 1975

sai cosa noto?
che è un po' come con le torri gemelle.
tutti ricordano dov'erano quel giorno.

(io non ero ancora nato, non si direbbe ma sono del 79  :) )

MagoMerlino

MagoMerlino

Re:Articolo su Maestrelli della Gazzetta
« Risposta #12 il: 31 Mar 2015, 14:56 »
Articolo molto bello che sa far riaffiorare dolci e amari ricordi mai sopiti.
Complimenti a Diego Mariottini che lo firma.
Peccato che aprendo il link ci si accorge, quantunque non ce ne fosse bisogno, che c'è sempre qualche merda romanista che non abdica mai dal suo ruolo.

Offline bak

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20168
Re:Articolo su Maestrelli della Gazzetta
« Risposta #13 il: 31 Mar 2015, 15:34 »
sai cosa noto?
che è un po' come con le torri gemelle.
tutti ricordano dov'erano quel giorno.

(io non ero ancora nato, non si direbbe ma sono del 79  :) )

verissimo. Noi eravamo nella casa di montagna e, all'epoca, su "tutto il calcio minuto per minuto" non davano tutti questi dettagli.
Rimasi impietrito di fronte a quella disfatta; poi il giorno dopo sul corriere lessi della malattia di Maestrelli.

Offline Palo

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13892
Re:Articolo su Maestrelli della Gazzetta
« Risposta #14 il: 31 Mar 2015, 16:34 »
Articolo molto bello che sa far riaffiorare dolci e amari ricordi mai sopiti.
Complimenti a Diego Mariottini che lo firma.
Peccato che aprendo il link ci si accorge, quantunque non ce ne fosse bisogno, che c'è sempre qualche merda romanista che non abdica mai dal suo ruolo.
Ma perché, mi chiedo, non riescono ... perche?

Offline balivox

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5252
Re:Articolo su Maestrelli della Gazzetta
« Risposta #15 il: 31 Mar 2015, 16:56 »
ricordo quella domenica 6 aprile 1975
mio padre era andato allo stadio con i suoi cugini, come sempre
quella volta senza portare me che ero reduce da una violenta bronchite
io stavo a casa di mia nonna in convalescenza, appena sotto gli archi di porta furba e, incurante delle raccomandazioni, giocavo a pallone con altri bambini nel campo rimediato fra cocci di vetro e reti di recinzione sfondate
mio padre con i suoi cugini tornò dallo stadio con una faccia nera, non solo per la sconfitta, non solo per gli incidenti di fine partita
ma quello lo capimmo meglio pochi giorni dopo: lì per lì scottava molto - almeno alla mia conta dei risultati da bambino - quell'1-5 vs il torino dei gemelli del goal

se penso a come è strana la vita: due gg dopo sarebbe nata la donna della mia vita
Marta la facevo più giovane...

Offline reds1984

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5012
Re:Articolo su Maestrelli della Gazzetta
« Risposta #16 il: 31 Mar 2015, 16:59 »
Marta la facevo più giovane...

lei.
lui pensavo che fosse già al terzo anno di architettura a quell'epoca.

Offline radar

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Re:Articolo su Maestrelli della Gazzetta
« Risposta #17 il: 31 Mar 2015, 19:23 »
Articolo molto bello, peccato che mi sembra non sia uscito a stampa, nè sul nazionale nè sulla edizione locale.

Io mi ricordo molto bene, avevo 11 anni, la partita col Torino ma non mi ricordo quello che c'era dietro quella sconfitta, forse mio padre non me lo volle dire.
Benissimo ricordo il derby con le parate miracolose di Felice Pulici e la sua intervista alla radio. Un paio di giorni dopo mio padre mi portò a Ponte Milvio ai funerali del Maestro. Era la chiesa di mio padre, nato e cresciuto alle case popolari di Via della Farnesina ma tutto quello che ricordo è che andammo con la 850 special blu e che c'era veramente tanta gente, sembrava che tutto lo stadio Olimpico si fosse radunato in quella piazza

Offline laziAle82

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Re:Articolo su Maestrelli della Gazzetta
« Risposta #18 il: 19 Lug 2016, 08:21 »
Anche oggi due splendidi articoli da passarci su la mattina a piangere.
Ciao Maestro.

:band5:
Re:Articolo su Maestrelli della Gazzetta
« Risposta #19 il: 19 Lug 2016, 09:09 »
Il piu' grande dolore della mia vita Laziale, lo shock, lo smarrimento, anche peggiori dello scherzo di Re Cecconi o della polizia in campo, non mi sembrava possibile, un destino amaro e beffardo, che mi univa a tanti Laziali in silenzio, sfiniti.
Ricordo perfettamente Il gol di Giordano al quel derby, segnato proprio sotto di me che stavo nello spicchio di curva accanto alla Monte Mario, ricordo le parate assurde di Pulici, la tensione e la paura di non farcela a portare a casa quella partita, in una giornata grigia e pesante, fino al fischio finale in cui scoppiai a piangere dalla rabbia
e ancora non sapevo niente....
Poi una chiesa e una piazza gremita, e i miei campioni, e la bara di Maestrelli
e ancora lacrime..

Ciao Maestro
 

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