Di ritorno dalla germania, alcune annotazioni riguardo la gestione dei tifosi.
Al ritrovo presso la stazione di colonia individuo un poliziotto italiano in boghese al quale chiedo un pò di delucidazioni riguardo il trasferimento verso la bayarena.
Prima mi dice che posso andare tranquillamente in macchina e poi, sentito il collega tedesco che gli dice della mancanza di parcheggio nei pressi dello stadio, mi invita ad andare in treno con tutti i tifosi.
Siamo un gruppetto di 50/60 ed occupiamo cantando uno scompartimento del treno e dopo circa 20 minuti arriviamo alla stazione di leverkusen, erano circa le 17.
A quel punto il poliziotto ci dice: lì davanti c'è un centro commerciale (l'unica attrazione di leverkusen), andate un pò là e poi andiamo allo stadio.
Il grosso dei Laziali si piazza in una birreria a circa 20 mt dal negozio ufficiale del bayer (un pò come se il punto di raccolta dei tifosi avversari fosse in via calderini) e quindi passano diversi tedeschi con la maglia della loro squadra ma non si va oltre qualche semplice sfottò.
Dopo diverse birre e cori, dei quali alcuni "impropri" ma sono veramente pochi, ci avviamo verso lo stadio.
Arrivati allo stadio, dopo circa un paio di km all'interno di un parco che da noi avremmo battezzato "il parco degli scontri", memore di quanto indicato sulle modalità di acquisto dei biglietti - dovrà essere esibito lo stesso documento che sarà poi portato in germania - mi attendo scrupolosi controlli, mentre invece il mio biglietto lo avrei potuto dare a genny a carogna o ivan bogdavov e sarebbero entrati tranquillamente al mio posto.
Nessun controllo di documenti.
Lo stadio è piccolo, bello ma non bellissimo, per poter mangiare o bere qualcosa devi acquistare una tessera ricaricabile che poi dovrà essere restituita a fine partita per riprendere il costo della cauzione (10 €) ed i soldi eventualmente non utilizzati.
Dopo la partita il viaggio verso la stazione è fatto totalmente insieme alla tifoseria avversaria, ogni tanto qualche poliziotto nel buio vialetto e niente più.
Passeggiavamo accanto ai sostenitori tedeschi e nessuno pensava neanche lontanamente di creare occasioni di scontro.
Lo stesso sul treno di ritorno.
Insomma un esperienza positiva, che sarebbe potuta essere bellissima senza quell'incredibile indecisione di De Vrij al 40°