Bilancio S.S. Lazio

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Re:Bilancio S.S. Lazio
« Risposta #1320 il: 28 Apr 2022, 02:13 »
Riassumendo quanto detto, per mezzo di un esempio.

"Player trading" (quello sano, non le plusvalenze farlocche utili a rattoppare bilanci martoriati dai costi): rappresenta il mezzo più immediato di cui un club dispone per provare a salire di livello per un tempo più lungo possibile, al di sopra delle proprie potenzialità strutturali - al netto delle barriere all'ingresso per la partecipazione alla CL (il bancomat del calcio europeo), sia in termini economici che di bontà dei progetti sportivi, che non sempre vanno di pari-passo.
Vendere (abbastanza regolarmente, meno quando si sale di livello: grosso volume del valore d'incasso - possibilmente superiore a quello degli acquisti ma non necessariamente se si dispone di costi non eccessivi o altre fonti di ricavo- in grado di rafforzare conto finanziario, economico e le risorse per monte-ingaggi e ammortamenti) al fine di migliorare la squadra costantemente: non è facile e bisogna saperlo fare "scientificamente" (scouting di alto livello e/o settore giovanile di qualità - in totale sintonia con l'allenatore, nel breve-medio-lungo periodo).

L'Europa fa la differenza, più di ogni successo domestico: accesso alla CL oppure cammini costanti e di alto livello nelle coppe minori.
Ce lo chiede l'Europa (semicit.)! Le coppe si giocano sempre alla morte, a prescindere da quali sono: necessità di una rosa funzionale ed equilibrata per l'allenatore, al di là della qualità assoluta. Queste manifestazioni portano prestigio, visibilità, risorse economiche aggiuntive, nuovi sponsor e aiutano a far salire il livello della squadra.

Maggiore è la prosperità finanziaria (ed economica) minore sarà l'incubo dell'indice di liquidità e affini @LS.
Ovviamente, in rapporto a un valore dei costi complessivamente sostenibile, gestibile senza drammatiche difficoltà nel caso gli acquisti non andassero a buon fine; oppure i cammini europei non fossero di alto livello; oppure si mancasse la qualificazione alle coppe.
Un esempio, scorrendo il testo: https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Napoli/27-04-2022/napoli-de-laurentiis-chiede-scusa-tifosi-ufficializza-kvaratskhelia-440234325480.shtml.
Il Napoli è forte di una situazione debitoria pressochè irrilevante: può attuare un ridimensionamento dei costi significativo ma non tale da compromettere la competitività e meno che mai la continuità aziendale - grazie anche a una qualificazione Champions di fatto conquistata, per mezzo di un organico ormai troppo costoso ma ancora di assoluto valore.

Forse non abbiamo ancora capito che in questo momento la società non ha liquidità per investire.

Milnkovic-Savic ceduto: 70M - ammettiamo di poterne reinvestire circa il 60%, quindi "solo" 40M (cifra mai spesa in una singola sessione di mercato dalla Lazio di Lotito, grazie a un ricavo da calciomercato mai realizzato prima). Le cose in realtà sono più complesse, dati i vincoli Uefa, Figc, la situazione del costo del lavoro allargato, etc: ma semplifichiamo.
Ora il famigerato indice di liquidità dovrebbe essere migliorato, rispetto al 2021.
La plusvalenza garantita da Sergej credo proprio sia maggiore di quella ottenuta con la cessione dell'argentino - per non parlare dei numerosi ingaggi risparmiati (il suo, Ramos, forse Patric, forse Strakosha, forse Sarri, etc) da rimpiazzare con profili funzionali ma magari meno costosi, perchè giovani non "affermati".

L'arte di vendere per rafforzarsi non è banale: bisogna saperla fare, in maniera scientifica.
Servono metodo (ricerca attiva e capillare dei giocatori), organizzazione (con una rete di scout qualitativa è probabilmente meno difficile sbagliare, in virtù del sacro principio della divisione del lavoro), propensione al rischio inversamente proporzionale a quella di Lotito (ogni acquisto e ogni cessione in fondo è una mano di poker: chissà come può finire).
Si possono costruire squadre migliori al di sopra delle proprie possibilità "strutturali", in questo modo.
Per poi diminuire la frequenza delle cessioni, una volta agganciata una soglia migliore di reddito (in genere: accesso più frequente alla CL).
Se fatto con criterio: Atalanta, Napoli, Lille, Borussia Dortmund, Siviglia, Villareal (che opera meno sul mercato, ma investe tanto nel settore giovanile, da cui ricava molti giocatori per la prima squadra) etc.
Se fatto in maniera sconsiderata: M*rda, Genoa, Schalke 04, Amburgo, Arsenal, etc.

Come si accennava prima: lo scouting non è una bacchetta magica per accontentare Sarri, ma aiuta sicuramente a ridurre il margine di errore. Specie quando il livello della competizione sportiva o della concorrenza interna sale. Ma questo vale per qualsiasi tipo di professione, in qualunque (o quasi) attività: si tratta del sacro principio della divisione del lavoro! Qui, un esempio di cosa s'intende: https://www.gazzetta.it/Calcio/Europa-League/30-09-2021/rangnick-senza-panchina-riparte-lokomotiv-mosca-4201536096614.shtml
Confrontate dunque le metodologie di Tare e Bianchessi - per fare un esempio - sulla base delle loro stesse dichiarazioni o di articoli che ne descrivono le caratteristiche. Non sono le stesse. Sono due modi differenti di svolgere la loro professione. Nel bene e nel male. Per varie ragioni: personali o meno.
Non è che Tare è incapace o Bianchessi è intelligente: il discorso va al di là del valore assoluto, su cui si può discutere. Lavorano, semplicemente, differentemente. Io a Igli voglio bene - mi sta persino simpatico  :=)) - e gli sono grato per tutto quello che ha fatto. Se resta, non gli sputo in faccia. Però si può lavorare in maniera differente: come in tutti i mestieri.
Bianchessi: https://www.cuoredilazio.it/nostra-esclusiva-bianchessi-a-lazio-nel-cuore-dimettermi-o-andar-via-io-tutte-stupidaggini-sto-bene-alla-lazio-e-rimango-alla-lazio//
 https://www.tuttomercatoweb.com/altre-notizie/lazio-bianchessi-in-linea-con-i-nostri-obiettivi-1202752
Tare: https://www.itasportpress.it/calcio/lazio-tare-ecco-il-mio-metodo-de-vrij-niente-juventus-sogno-il-c-t-dellalbania// https://www.calciomercato.com/news/mercato-lazio-i-segreti-di-tare-niente-osservatori-e-una-piattaf-24178
Non so come lavori Giuntoli, ad esempio, visto che si parlava del Napoli; oppure prima di lui, Bigon: hanno dei collaboratori, stipendiati dalla società? Si poggiano prevalentemente su degli intermediari o dei collaboratori di fiducia? Entrambe le cose?. Però di sicuro tutti non lavorano allo stesso modo: con i vantaggi e svantaggi del caso.

La Lazio (LotiTare) deve scegliere il progetto tecnico alla base del successo complessivo della società - dunque l'allenatore - più adatto alla visione di chi dirige l'area tecnica (d.t.) e sportiva (d.s.). Nel caso della Lazio, è la stessa persona da oltre 10 anni - in Germania nessuno si scandalizzerebbe, per dire: Rudi Voeller è al Bayer Leverkusen da 20 anni, galleggiando perennemente fra la bassa CL e la media EL... ma altri esempi simili non mancherebbero, sia nel Centro Europa che altrove, dove in genere è il d.s./d.t. che comanda, rende conto per ultimo e l'allenatore invece paga spesso per tutti.
Dite che la visione sportiva e il metodo di Tare, nonchè i suoi modi padronali e arroganti fanno schifo? Che l'umile e cooperativo Lotito faccia ammenda, lo riconosca e provveda!
Dentro subito un d.s./d.t. disposto a lavorare nell'ombra. Oppure Sarri-manager (programma solo lui e per questo è il più pagato della rosa: come Mourinho, Gasperini, Allegri): tutti felici.
Comunque - per il nostro livello e quello delle squadre a noi vicine - l'allenatore di "nome" conta relativamente: chi era Pioli prima del Milan? Chi era Sarri prima di Napoli (dove ha fatto meglio di Benitez e Ancelotti)? Chi era Inzaghi prima della Lazio dei grandi? etc, etc.

Concludo dicendo che: Lotito sarà pure str*nzo, ma non è assolutamente scemo.
Quindi aspetterei prima di fargli il funerale, nel bene e nel male.

Re:Bilancio S.S. Lazio
« Risposta #1321 il: 28 Apr 2022, 02:13 »
Qui invece trovate lo stato dell'arte geo-politico, geo-economico e geo-culturale della Serie A e in parte del calcio europeo, a oggi: https://www.rivistaundici.com/2021/02/22/serie-a-proprieta-straniere/?msclkid=50685bb2c55b11ecab9759078f5bb824.
a) In passato, il proprietario magnate spesso gestiva la propria società in perdita, rimettendoci in prima persona (Moratti).
b) Oggi, il proprietario-magnate immette capitali più o meno a fondo perduto e apre la società all'indebitamento esterno per fare fronte all'aumento dei costi per competere ad alto livello, col fine di accelerare l'eventuale crescita, ma non di rado la situazione sfugge di mano e si torna al punto a) oppure si cede la società (Pallotta e soci - i cinesi milanisti - quasi quasi quelli interisti).
c) L'obiettivo (Uefa-Ue) è quello di rendere le società calcistiche profittevoli e ridurre il ricorso sia all'indebitamento esterno che all'apporto di capitali del proprietario: si spende una percentuale sostanziosa di quello che si ricava (stadio, commerciale, player trading, etc).
E' vero che le società di calcio in genere non distribuiscono dividendi (almeno non "direttamente": vedi gli stipendi conferiti a dirigenti-familiari) a meno di non essere quotate con profitto in Borsa (il Manchester United).
Tuttavia - se l'investimento non è più a perdere per il punto c) - l'acquisto di una società di calcio non solo rafforza lo stato patrimoniale del gruppo che lo acquista (a prescindere dai dividendi distribuiti), ma in quanto "asset" di lusso permette alla proprietà di acquisire visibilità (dunque soldi, specie se il progetto è vincente) oltre che allargare il proprio traffico di influenze più o meno lecite (dalle collaborazioni con le istituzioni locali e nazionali sino all'ingresso in tanti salotti buoni - per non parlare di eventuali "mandati" geopolitici a investire in un determinato Paese...).
Una Serie A in mano agli stranieri (prossima e probabile maggioranza in Lega) aprirebbe una nuova epoca del calcio italiano: questo è sicuro.

Qui un articolo sulle potenziali riforme del sistema calcistico inglese (tutte da vedere - specie per quanto riguarda il potere dei tifosi sui club, in un contesto dominato da investitori stranieri e dall'altissima finanza applicata allo sport), postato altrove: https://www.gov.uk/government/news/government-takes-next-steps-towards-delivering-major-reform-of-football-in-england

Qui due articoli sulle luci e le ombre del sistema calcistico tedesco: che, di fatto, di quello inglese costituisce l'alterego.
Fuori dal calcio le differenze storiche fra "modello capitalistico anglo-americano: apertura alla finanziarizzazione mondializzata " e "modello capitalistico continentale: stretto legame col territorio nazionale e locale" permangono, sebbene in maniera più sfumata.
Luci: https://www.ultimouomo.com/cosa-pensare-della-regola-del-501/
Ombre: https://www.rivistaundici.com/2021/12/24/bundesliga-crisi/
I tifosi tedeschi - che io ne sappia - non ne vogliono assolutamente sapere di sacrificare il proprio modello calcistico in favore dell'apertura massiccia ai capitali esteri, per aumentare la competività sportiva delle loro squadre in Europa (con l'effetto indesiderato, possibile, di ridurre però quella nel proprio torneo nazionale, primo posto del Bayern Monaco a parte).
Quelli italiani, cosa penserebbero?

Nel mio mondo (quasi) ideale (l'"Unione delle Repubbliche Socialdemocratiche Europee": U.R.S.E), il "modello continentale" de sinistra dovrebbe essere il modello di tutto il calcio europeo.
Ciò presupporrebbe però la necessità di uno sviluppo capitalistico duraturo ed equilibrato, senza grandi differenziali nazionali e regionali in termini di reddito e patrimoni, in modo da permettere un più stretto legame fra le istituzioni sportive e il tessuto socio-culturale-economico nazionale e locale, come avviene non a caso soprattutto sulle terre dell'imperatore teutonico.
"Lotta dura senza paura per le riforme di struttura!" (semicit.) e progressiva, seria ridistribuzione del reddito prodotto nonchè della rendita.

Dal momento però che non viviamo nell'U.R.S.E, bensì negli "United States of Europe" (U.S.E - anche noti in Germania come "Sacro Renano Impero Germanico") il mio mondo (quasi) ideale è impossibile a vedersi, almeno per i prossimi decenni/secoli.
Dunque non resta che farsi colonizzare dai capitali e dai modelli socio-culturali altrui, con una mano porgendo il cappello, e con l'altra cercando di fottere quello del proprio vicino.
Chi l'ha dura (o duro) vince: e si salvi chi può!

Re:Bilancio S.S. Lazio
« Risposta #1322 il: 28 Apr 2022, 02:26 »
Dal momento che - ciclicamente - determinati temi riemergono nei più disparati topic, ho pensato potesse essere utile riannodare un po' i fili delle varie discussioni.

A me non è costato niente, se non un po' di tempo libero.

Spero possa servire a qualcuno o a qualcosa - pure stamparlo, per poi buttarlo con maggiore soddisfazione nel cestino! - al pari dell'altro mio intervento di carattere generale, inserito qualche pagina fa.

Sono dei polpettoni, lo so. Ma io mangio solo quelli: ed è anche per questo che alle 02:26 sono ancora sveglio  :)

Un caro saluto e Sempre Forza Lazio!
Re:Bilancio S.S. Lazio
« Risposta #1323 il: 29 Apr 2022, 01:56 »
IL CONTESTO ECONOMICO DEL CALCIO EUROPEO E LE STRATEGIE DI CRESCITA (LIMITATA DA VINCOLI INTERNI ED ESTERNI) DEI CLUB.

Dati economici 2019/2020[/b], la prima stagione afflitta dalla pandemia.
(...)

Parto da questa intervista di Bianchessi, per fare quattro considerazioni.
(...)

1) E' assolutamente vero che - per avere senso, nel suo complesso, e non alterare gli equilibri della competizione sportiva - qualsiasi cambiamento da parte delle singole società sportive dovrebbe avvenire all'interno di una complessiva riforma di sistema.
(...).
Cosa privilegiare, allora, per crescere? L'investimento a breve-medio termine nei calciatori, trainato dall'assoluto dominio degli incassi da diritti-tv quanto a percentuale dei ricavi, per mantenere competitiva il più possibile la squadra? Oppure quello in competenze manageriali, infrastrutture come lo stadio o centri d'allenamento per il vivaio, altre risorse destinate alle giovanili che - oltre a diversificare le fonti di ricavo, assieme magari a un più sostenuto "player trading" - possano moltiplicare i ricavi nel lungo periodo? L'ideale sarebbe entrambe le cose, ovviamente.
(...)

2) Ancora prima dei soldi (gli investimenti) servono le idee (la sostanza e il metodo del lavoro) nonchè la volontà di applicarle.
(...)

3) Se è vero che il margine di valorizzazione, ad esempio, del settore commerciale della Lazio sia comunque esiguo se paragonato a quello di club che godono di una reputazione sportiva ed economica ben superiore alla nostra, è altrettanto innegabile che una migliore organizzazione di questo settore permetterebbe un miglioramento dei risultati, apportando un contributo alla crescita complessiva delle società, da sommare agli altri possibili miglioramenti organizzativi e in termine di risorse da destinare ai vari rami aziendali, da quelli sportivi a quelli più strettamente economici.
Tuttavia - dal punto di vista dei ricavi commerciali e di quelli legati al marketing - la pietra angolare di qualsiasi strategia economico-sportiva di crescita non può che essere una sola: lo stadio.
(...)

4) Le società di calcio dispongono essenzialmente di tre possibilità per incrementare i ricavi - di cui una quarta determina tutte le altre, nel lungo periodo.
(...)

Il successo (assoluto e relativo) di queste tre variabili dipende sempre da quella legata al campo: ovvero la costruzione di un progetto sportivo vincente sulla base delle proprie realistiche possibilità, di lungo periodo, che a prescindere dalla continuità temporale del singolo gruppo squadra, dei vari allenatori o dei dirigenti sia caratterizzato da una chiara impronta di gioco.
(...)

Ovviamente, ogni società ha le proprie caratteristiche uniche: i suoi punti di forza e le proprie debolezze. Per aumentare significativamente i ricavi, dunque, ogni club potrà partire dall'area aziendale (economica e sportiva) che possa consentire di fare ciò con maggiore facilità e minore esborso di denaro possibile, potenziando i settori ritenuti maggiormente strategici e ragionare più o meno nel lungo periodo, a seconda della strategia adottata.

Da dove nasce, dunque, il successo relativo dell'Atalanta, che da molti viene presa come modello di gestione economica e sportiva?
(...)
LE POLITICHE UEFA - I VANTAGGI DI UNA PROPRIETÀ FACOLTOSA - STRATEGIE DI CRESCITA CICLICA MA SIGNIFICATIVA SENZA DEBITO, SENZA NOTEVOLI RICAVI COMMERCIALI, SENZA STADIO PRIVATO:  IL RISCHIO CALCOLATO DEL "PLAYER TRADING".

Mi limito ad aggiungere solamente che:

1) Per ragioni non specifiche del mondo dello sport (esplosione della rendita capitalistica, che incentiva la propensione all'indebitamento privato) e per ragioni specifiche dell'industria del pallone (la tendenza da parte dei grandi club a indebitarsi pesantemente per sostenere i costi crescenti e accelerare l'ascesa nella competizione di alto livello, a fronte di considerevoli rischi d'investimento legati alla volubilità della strategie e dei risultati sportivi) la Uefa ha riformato il FFP introducendo: un tetto di spesa in percentuale ai ricavi; restrizioni all'indebitamento (lungo periodo) nonchè alle esposizioni in termini di liquidità da parte dei club (breve periodo). Vengono favoriti investimenti meno rischiosi di quelli sul calciomercato, quali settore giovanile e soprattutto infrastrutture.
(...)

2) È vero che le società di calcio in sè sono l'unità di misura per valutare la solidità o meno delle stesse, al di là delle proprietà.
È vero che i famigerati "bacini di utenza locali, nazionali, globali" sono decisivi nel determinare le fortune di un club.
Tuttavia, le proprietà contano comunque tantissimo e fanno la differenza. Perchè:
(...)

3) Il "player trading" - quello sano, non le plusvalenze farlocche utili a rattoppare bilanci martoriati dai costi - rappresenta il mezzo più immediato di cui un club dispone per provare a salire di livello per un tempo più lungo possibile, al di sopra delle proprie potenzialità strutturali.
(...)
L'IDEOLOGIA AZIENDALE DI LOTITO: LA "FAMIGLIA LAZIO" PRIMA DELL'AUMENTO SISTEMATICO DEI RICAVI E DEL DENARO CHE DISGREGHEREBBE E CORROMPEREBBE LA COMUNITÀ DI FORMELLO - LA RIBALTA NAZIONALE PRIMA DI QUELLA EUROPEA.

Il metodo Lotito, i molti bassi (e i pochi alti) con i tifosi. Un banchiere lazialissimo: la sua analisi.
«La nostra, una partita impari».
Maiolini: «Il presidente è stato chiaro fin dall’inizio, il suo modello tanto discusso ha evitato l’iperindebitamento. E i risultati non sono mancati. La conferma di Sarri, una politica dei giovani, qualche cambiamento e si potrà guardare al futuro con più fiducia».
(...)
L'IDEOLOGIA AZIENDALE DI DE LAURENTIIS E DI PERCASSI: IL "PLAYER TRADING" COME "BUSINESS", SPETTACOLO E STRUMENTO DI CICLICA CRESCITA SPORTIVA ED ECONOMICA - LA RIBALTA EUROPEA PRIMA DI QUELLA NAZIONALE.

Tutto condivisibile, quanto sostenito da dirigente bancario intervistato da Corsport.

Una solo cosa si può aggiungere: il confronto con i modelli di gestione di Napoli e Atalanta - entrambi di fatto esenti da indebitamento e aumenti di capitale, nel lungo periodo.
(...)
RISCHI E VANTAGGI DA "PLAYER TRADING" - L'IMPORTANZA DECISIVA DEI RICAVI DIRETTI E INDIRETTI NONCHÈ DEL PRESTIGIO GENERATI DALLE COPPE EUROPEE - L'INDICE DI LIQUIDITÀ SI COMBATTE FACENDO CRESCERE I RICAVI (E OTTIMIZZANDO I COSTI) - QUALE METODO DI DIREZIONE SPORTIVA SCEGLIERE, IN RELAZIONE AGLI OBIETTIVI ECONOMICI E SPORTIVI DELLA PROPRIETÀ?

"Player trading" (quello sano, non le plusvalenze farlocche utili a rattoppare bilanci martoriati dai costi).
(...)

L'Europa fa la differenza, più di ogni successo domestico: accesso alla CL oppure cammini costanti e di alto livello nelle coppe minori.
(...)

Maggiore è la prosperità finanziaria (ed economica) minore sarà l'incubo dell'indice di liquidità e affini.
(...)

(citazione sui metodi di lavoro della direzione sportiva)
(...)

SERIE A E INVESTITORI STRANIERI - IL MODELLO PREMIER LEAGUE: È POSSIBILE DEMOCRATIZZARE IL POTERE FINANZIARIO? - IL MODELLO BUNDESLIGA: I TIFOSI CONTANO PIÙ DEI CAMPIONI - IL CALCIO DI OGGI TRA SOGNI, INCUBI E DARWINISMO SOCIALE.

Qui invece trovate lo stato dell'arte geo-politico, geo-economico e geo-culturale della Serie A e in parte del calcio europeo, a oggi.
(...)

Qui un articolo sulle potenziali riforme del sistema calcistico inglese (tutte da vedere - specie per quanto riguarda il potere dei tifosi sui club, in un contesto dominato da investitori stranieri e dall'altissima finanza applicata allo sport).
(...)

Qui due articoli sulle luci e le ombre del sistema calcistico tedesco: che, di fatto, di quello inglese costituisce l'alterego.
(...)

Nel mio mondo (quasi) ideale (l'"Unione delle Repubbliche Socialdemocratiche Europee": U.R.S.E), il "modello continentale" de sinistra dovrebbe essere il modello di tutto il calcio europeo.
(...)

Dal momento però che non viviamo nell'U.R.S.E, bensì negli "United States of Europe" (U.S.E - anche noti in Germania come "Sacro Renano Impero Germanico") il mio mondo (quasi) ideale è impossibile a vedersi, almeno per i prossimi decenni/secoli.
(...)

Per chi volesse farsi (ancora?) del male, ho raccolto le citazioni dei miei ultimi interventi. Così potete rintracciarli facilmente, se stranamente interessati; oppure se ci fossero delle cose da aggiungere o - ancora meglio! - da correggere.

Dal momento che si tratta di temi un po' tecnici - ma assolutamente accessibili per mezzo di una letteratura rigorosa ma divulgativa - ho pensato potesse essere utile aggiungere qualche indicazione bibliografica (fra i tanti titoli possibili, più o meno noti) per chi fosse appassionato e volesse approfondire tali aspetti; e farsi una propria idea personale.

Economia e finanza, organizzazione aziendale e direzione sportiva delle squadre sono ormai infatti argomenti entrati nel dibattito pubblico (permanente, più o meno consapevole) che coinvolge tifosi e addetti ai lavori di tutto il mondo; forse non a caso rotondo, come un pallone.
Ciò da almeno una trentina/ventina d'anni, al pari dei consueti temi tecnici e tattici - oggi sviscerati con una esasperante ma lodevole precisione scientifica dalle trasmissioni televisive in giù -  che sono più strettamente legati al gioco.

Quasi tutti i titoli sono reperibili sotto forma di ebook - nei migliori supermercati digitali! - il che permette di consultare anche l'indice e le prime pagine dei diversi volumi.

Per una visione d'insieme.

- Goal Economy. Come la finanza globale ha trasformato il calcio.
https://www.baldinicastoldi.it/libri/goal-economy/

- La finanza del goal. Come si crea valore nel calcio.
https://www.mheducation.it/la-finanza-del-goal-come-si-crea-valore-nel-calcio-9788838697227-italy

- Il calcio italiano 1898/1981. Economia e potere.
https://www.store.rubbettinoeditore.it/catalogo/il-calcio-italiano-1898-1981/

- Il calcio ha perso. Vincitori e vinti nel mondo del pallone.
https://www.mondadoristore.it/calcio-ha-perso-Vincitori-Franco-Vanni-Matteo-Spaziante/eai978880474807/

Per l'organizzazione aziendale applicata al calcio.

- Barca. The inside story of the world's greatest football club (solo in inglese).
https://shortbooks.co.uk/book/barca

- La pelota no entra por azar. Ideas de management desde el mundo del fùtbol (esclusivamente in spagnolo).
https://ebooks.granicaeditor.com/library/publication/pelota-no-entra-por-azar-la

- Non solo plusvalenze. Guida smart ai bilanci delle società di calcio.
https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2018/09/10/plusvalenze-bilanci-societa-calcio/?refresh_ce=1

Per la direzione sportiva (l'idea, al di là del protagonista in sè).

- El metodo Monchi. Las claves del sistema de trabajo del rey midas del fùbol mundial (anche in italiano come "Metodo Monchi", tradotto in occasione della sua benedetta avventura alla ASPallotta).
https://editorialsamarcanda.com/El-Metodo-Monchi.htm

Qui, il punto di vista di @Leastsquares su questi temi, per quanto riguarda la Lazio: https://mobile.twitter.com/LeastSquares71/status/1519742020755066881?cxt=HHwWgsC4lZzUmpcqAAAA.
Soprattutto: https://mobile.twitter.com/LeastSquares71/status/1519736401318887425?cxt=HHwWgoC-jZCNmJcqAAAA

Rinnovati saluti biancocelesti.
E buon digestivo per il polpettone, ai pochi coraggiosi!

FT
Re:Bilancio S.S. Lazio
« Risposta #1324 il: 29 Apr 2022, 07:48 »
I tuoi interventi sono veramente preziosi, grazie mille!
Re:Bilancio S.S. Lazio
« Risposta #1325 il: 30 Apr 2022, 02:54 »

Grazie a te per l'attenzione, tyche :-)

I piccoli-medi imprenditori alla Lotito - quelli attempati soprattutto - hanno generalmente i loro difetti (visione padronale dell'azienda, scarsa propensione alla cooperazione, debole predisposizione all'innovazione, beghe politico-giudiziarie da azzeccagarbugli, etc, etc) ma pure i loro pregi (in primis, quello d'intendere la propria attività in termini familiari, favorendo stabilità amministrativa ed economica; il non ridurre i propri impiegati a semplici numeri; la cura diretta dei rapporti umani in azienda, etc, etc).
La Lazio - a mio modo di vedere - incarna nel bene e nel male; a torto e a ragione; proprio questo tipo di ideologia imprenditoriale.
"DIO, LAZIO E FAMIGLIA: LA PEDAGOGIA AZIENDALE DI LOTITO"
Con tutti i pregi, paradossalmente, non valorizzati abbastanza dalla stessa società:
a) averci regalato ripetutamente dei Trofei Nazionali - favoriti anche da uno speciale spirito di gruppo e da uno spiccato senso di appartenenza al club da parte dei giocatori, molti dei quali di lunga militanza, perchè alla Lazio generalmente si lavora e si sta bene dentro come fuori dal campo, per merito anche di Lotito e Tare, che evidentemente in questi anni hanno saputo trasmettere "Lazialità" dentro la società , seppur sempre a modo loro.
b) così come l'attuale gestione ci ha consegnato delle vere e proprie Bandiere del genere di Ciro Immobile, Stefan Radu, Senad Lulic e altri ancora, altrove forse sacrificati già da tempo sull'altare della plusvalenza e della "crescita".
c) l'attenzione e la sensibilità dimostrate in questi anni per la Storia della Lazio - al di là del marketing della "memoria", contano le iniziative e i record infranti; al di là delle reciproche incomprensioni con una fetta significativa dei suoi stesso tifosi; al di là della idiosincrasia di LotiTare a tenere in società, con ruoli di rilevo, le Bandiere issate da questa stessa gestione, nonostante tutto. 
d) la riproposizione di Simboli Mitici quali l'aquila stilizzata e il volo di quella vera, in piume e ossa.
Poi ci sono anche  i difetti del caso, naturalmente: come l'incapacità di rischiare - dentro come fuori dal campo, in termini di spesa sul mercato come nei quadri dirigenziali - per provare a salire di livello, per un periodo più o meno lungo. Oppure il rapporto sempre conflittuale della società Lazio con il mondo esterno - siano questi tifosi o media, nell'epoca dell'informazione permanente e dell'(im)politicamente corretto - a immagine e somiglianza del suo presidente, alla pari del suo più fidato collaboratore.
Dunque non è stato, non è - e probabilmente non sarà, nonostante le impressioni del momento - tutto da buttare con Lotito
(lo penso pure di Tare, il padroncino vanitoso sulle orme del Padrone Egomane, nel caso il d.s. non fosse avvicendato a breve, se si volesse adottare una strategia societaria differente, dunque un diverso modo di lavorare).
"CHI COMANDA NEL CLUB: IL D.S. O L'ALLENATORE?"
Lotito e Tare hanno il loro "perchè" sia sul piano professionale che - sotto la scorza burbera di entrambi - umano. Checchè se ne dica.
Per ottenere di più, però, bisogna investire di più: che sia nella prima squadra o in strategie di lungo periodo, quali uno stadio o un sostanzioso potenziamento del settore giovanile, come serbatoio di calciatori o future plusvalenze.
"DIRITTI TV NAZIONALI ED EUROPEI: L'ORO DI MILANO (LEGA SERIE A) E QUELLO DI NYON (UEFA)"
SerieA:https://www.calcioefinanza.it/2018/03/24/distribuzione-premi-champions-league-2018-2021/
Uefa:https://www.calcioefinanza.it/2018/03/24/distribuzione-premi-champions-league-2018-2021/
Senza ricavi significativi oltre ai diritti tv  e senza indebitarsi - a meno di investimenti in infrastrutture, per cui ciò è inevitabile - non si può che partire dall'unica leva economica di cui si dispone nell'immediato: ovvero quella legata al "player trading" in barba (meglio se solo in parte! occorre trovare il giusto equilibrio) ai principi della Famiglia Lazio - compresa quella dirigenziale.. Per esplorare così nuove vie e nuovi metodi di lavoro, dato anche il variare del contesto competitivo della Serie A, sempre più professionalizzato a prescindere dalla semplice qualità tecnica dei calciatori così come dalla bontà degli specifici progetti sportivi -  il cui successo dipende spesso anche da una buona dose di fortuna senza la quale, ovviamente, non si va mai da nessuna parte.
Ad ogni modo: Lotito sarà pure str*nzo e sgradevole, ma sinora ha dimostrato di non essere scemo - almeno, non del tutto! (al contrario di Cragnotti, ad esempio).
"IL PIONIERE FURBETTO SERGIO CRAGNOTTI: UNA STORIA ITALIANA".
Aspetterei dunque un attimo a fargli il funerale, a Lotito: nel bene e nel male. Non è detto infatti che la "sua" Lazio non si rinnovi - un passo alla volta - più per le necessità imposte dalla ferrea legge della concorrenza, magari, che per intima convinzione.
Re:Bilancio S.S. Lazio
« Risposta #1326 il: 30 Apr 2022, 11:20 »
Spot on, FantaTare :beer:
Re:Bilancio S.S. Lazio
« Risposta #1327 il: 30 Apr 2022, 11:40 »
Spot on, FantaTare :beer:

Thanks to you, sir!  :beer:

Re:Bilancio S.S. Lazio
« Risposta #1328 il: 22 Mag 2022, 20:30 »
EDIT
Re:Bilancio S.S. Lazio
« Risposta #1329 il: 23 Mag 2022, 01:27 »
Amiche ed amici biancocelesti, bentornati nel topic del Bilancio! (semicit.)

Questo spazio, a mio avviso, è il "Topic dei Topic" di Lazio.net.

Lungi da me, il voler ridurre la magia del Serissimo Gioco del Calcio alla utopia distopica della triste scienza economica - un abbraccio, @Least! adoro l'Economia politica, meno l'Economics :beer: - ma il dono della sintesi dei #numerelli è tale da permettere di riassumere in un solo documento (il Bilancio appunto) l'operato di tutte le componenti che costituiscono un club.
Ovvero: il presidente (politica imprenditoriale complessiva); il direttore sportivo (la direzione tecnica dell'azienda, di cui gli acquisti sul mercato costituiscono solo una componente, per quanto importante, del suo lavoro); l'allenatore (colui che deve valorizzare quanto la società e il direttore gli mettono a disposizione, dal punto di vista sia sportivo che economico - possibilmente, seguendo le sue indicazioni).
A mio giudizio (fra tutte queste figure) la più importante e decisiva è l'allenatore: dal momento che - se presidenza e/o dirigenza non scelgono l'uomo giusto per il loro modo di lavorare, nonchè le caratteristiche della squadra - ogni percorso di crescita economico-sportivo sarà inevitabilmente precluso.
L'allenatore moltiplica il valore di un club, assieme ai calciatori, da lui diretti.
Guardate la parabola dell'Atalanta e dello stesso Sartori (dal 2014 a Bergamo), l'ottimo d.s. artefice già del miracolo Chievo: prima dell'arrivo di Gasperini (2016) l'Atalanta galleggiava comunque nei bassifondi della classifica (Colantuono, Reja); analogamente, a Verona, Sartori ottenne risultati probabilmente irripetibili per quella piazza con un solo allenatore (Gigi Delneri), per poi riottenere risultati più in linea con le potenzialità del club veneto.
Il contributo di un direttore sportivo (a prescindere dal suo operato, meritevole o meno) dunque non deve mai essere mitizzato: in quanto - con il presidente che fissa gli obiettivi economici e sportivi, la dirigenza amministrativa, il d.s. e naturalmente i calciatori - costui è solamente la parte di un tutto. Ovvero di un lavoro di squadra, che deve portare frutti nel breve termine (la singola stagione) ma soprattutto nel medio-lungo periodo (la durata di un ciclo sportivo: da valutare non tanto in base alle aspettative dei tifosi, quanto a quelle della proprietà, che in base a queste decide alla fine di un campionato chi confermare e chi no, sul campo come dietro la scrivania).

"Topic dei Topic", dunque: perchè questo contenitore fa da raccordo fra tutti quelli sparsi per Lazio.net - persino quelli dedicati a noi tifosi, dal momento che il sostenitore di una squadra, oggi più che mai, è anche, e in alcuni contesti soprattutto, un cliente, per il proprio club.
Analogamente a quanto proposto nei miei messaggi precedenti, allora, riporto qui alcuni miei interventi, per fare il punto su alcuni degli argomenti dibattuti altrove. Mi autocito non tanto per megalomania - quanto, semplicemente, per il fatto di essere più o meno sicuro di quanto penso, rispetto a quello che passa per la testa del prossimo  :=))

Parlare di "metodi" o "modelli" è una semplificazione, ovviamente: la realtà quasi mai può essere racchiusa semplicemente (completamente) in una categoria. Le sfumature possibili sono tante.
Ad esempio: un'azienda calcistica gestita in termini "padronali" (organigramma scarno, ruolo centrale del presidente-proprietario e dei suoi fidati collaboratori nella gestione del club) può anche essere propensa ad innovare le proprie idee, più di quanto si possa pensare - introducendo, per dire, un moderno sistema di scouting nella propria organizzazione, pur sempre familiare.

Naturalmente, si gioca - anche se fino ad un certo punto!
Non pretendo di essere preso (troppo) sul serio :-)

Detto ciò.
Riassumendo.


IL MODELLO DI GESTIONE SPORTIVO PADRONALE.
IL CALORE DI UNA FAMIGLIA ALLARGATA FRA CONSERVAZIONE, PICCOLI PASSI E REGIME DI ASSOLUTO AUTOFINANZIAMENTO - IL PARERE POSITIVO DI UNO STORICO ADDETTO AI LAVORI


IL MODELLO DI GESTIONE SPORTIVA ALLA MANIERA DI UNA GRANDE AZIENDA.
COMPETIZIONE, DIVISIONE DEL LAVORO, INNOVAZIONE E DINAMISMO TRA AUTOFINANZIAMENTO E IMMISSIONE DI CAPITALI - LA STRATEGIA DI UN MANAGER RINOMATO


UNA PROPOSTA DI METODO PER VALUTARE L'OPERATO DI UN DIRETTORE SPORTIVO
(O DI UN ALLENATORE-MANAGER, CENTRALE NELLE SCELTE DI MERCATO DI UNA SOCIETA')


Infine, alcuni collegamenti, che spero possano essere utili.

Transfermarkt è il portale migliore (fra quelli non professionali: qualche imprecisione c'è) per farsi un'idea a 360. sulla realtà di una squadra di calcio: dati legati al campo e all'amministrazione delle società, serie storiche, organigrammi societari, agenzie di rappresentanza, campagne acquisti, etc, etc - ce n'è per tutti i gusti: https://www.transfermarkt.it/serie-a/startseite/wettbewerb/IT1

Il blog di Luca Marotta è una miniera d'informazioni per chi ama le tematiche dell'economia applicate al calcio - in particolare, l'autore si dedica allo studio dei bilanci dei club italiani e non solo: https://luckmar.blogspot.com/

Naturalmente, ecco i Bilanci della Lazio:
https://luckmar.blogspot.com/search/label/Bilancio%20Lazio

Nel messaggio successivo - e al momento conclusivo, per quanto mi riguarda, circa l'analisi di questi temi - condividerò un articolo, dedicati allo scouting e all'utilizzo dei dati nella direzione tecnica (e non solo tecnica, ovviamente) di una squadra di calcio.
Re:Bilancio S.S. Lazio
« Risposta #1330 il: 23 Mag 2022, 01:32 »
I segreti del Tolosa di RedBird: così lavora nel calcio il fondo che vuole il Milan
Rilevato poco meno di due anni fa, il club francese ha appena centrato la promozione in Ligue 1: il modello, la gestione, il mercato e...


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La promozione è stata ricamata con i titoli di miglior giocatore e miglior allenatore, con il trofeo di capocannoniere, nonché con quello di miglior fornitore di assist, e con sei elementi nell’11 tipo della stagione, di Ligue 2. È la fotografia dell’annata del Tolosa, club salito nella massima divisione francese, di proprietà di RedBird, il fondo che si appresta a rilevare anche il Milan.
Insomma, un capolavoro in termini di forma e contenuti, sotto la guida del presidente Damien Comolli, ex dirigente in Premier League, che ha un debole per l’applicazione degli studi di dati, come al Liverpool. Il tutto raggiunto con un bilancio di meno di 30 milioni di euro, calibrato al centesimo, e un’attenzione particolare ai giovani del centro di formazione, tra i migliori in Francia.

LAVORO —   In questo biennio, comunque, il futuro fondo proprietario rossonero ha soprattutto scelto le persone giuste piazzandole al posto giusto. RedBird ha comprato il Tolosa nel luglio del 2020, quando il club era stato retrocesso in Ligue 2, dopo 17 stagioni nell’élite francese. Il tutto per una ventina di milioni. Come primo atto fu nominato alla presidenza Comolli, che aveva già avuto ruoli dirigenziali in vari grandi club inglesi, dal Liverpool al Tottenham, passando per l’Arsenal, oltre che Fenerbahce e Saint Etienne. Insomma, un professionista di spicco con un unico credo, ribadito domenica scorsa durante la cerimonia di Gala del calcio francese: “I risultati arrivano solo lavorando duramente”.

DATA —   In due anni, dunque, il lavoro ha ripagato con una promozione meritata, dopo quella fallita solo ai playoff la scorsa stagione. E sempre sfruttando in particolare l’analisi informatica dei dati: “Abbiamo definito dieci criteri di riferimento l’estate scorsa – ha spiegato Comolli al quotidiano locale La Depeche du Midi -, sapendo che rimanendo almeno ai due primi posti di ciascuno di essi saremmo saliti in Ligue 1. Tale modello è la nostra bussola che ci ha guidato anche nei momenti più difficili, indicandoci tra l’altro che il nostro avversario più temibile sarebbe stato Ajaccio, arrivato secondo”. Un modello apprezzato anche da Philippe Montanier, eletto miglior allenatore, e che nello staff dispone anche di una preparatrice mentale: “Abbiamo lo stesso modo di procedere del Liverpool. È chiaro che ha funzionato in Ligue 2, quindi funzionerà anche in Ligue 1”.

TRACCIATO —   Come Montanier, anche il centrocampista Van Den Boomen è stato premiato come miglior giocatore, dall’alto dei suoi 20 assist: era stato prelevato due anni fa dal De Graafschap, nella seconda divisione olandese. Del Tolosa anche il capocannoniere, l’inglese Rhys Healey, con 20 gol e pescato due anni fa al Milton Keynes, in Ligue One, la terza divisione d’oltremanica. E nella squadra tipo della stagione ci sono anche i due centrali Rouault e Nicolaisen, oltre che il terzino destro Desler e l’esterno Ngoumu. L’idea di Comolli è di continuare sullo stesso tracciato, con l’obiettivo di portare il Tolosa prima a una salvezza comoda, e poi puntare ad entrare nei primi sei posti. Sempre valorizzando i giovani formati in casa, come Rouault e Ndoumu, per esempio: “La scorsa stagione – ricorda Comolli – dei 24 giocatori più utilizzati, 12 erano formati da noi. Quest’anno la percentuale è leggermente minore, ma abbiamo in arrivo una generazione 2005/06 eccezionale. L’idea è di avere una rosa per metà formata in casa”.

OMBRA —   Piani approvati ovviamente da Gerry Cardinale, presidente e fondatore di RedBird, che in questo biennio è rimasto sempre nell’ombra, garantendo massimo sostegno al presidente del club. E presente per l’ultima di campionato con il socio Alec Scheiner. Dopo due stagioni, i conti sono in regola, e anche se Comolli rivendica piena indipendenza finanziaria, RedBird è pronto a investire per rinforzare un budget che dovrebbe assestarsi intorno ai 40 milioni. Siamo lontani dai montanti evocati per il Milan, ma per il Tolosa è già abbastanza. E il modello per ora porta frutti.

IL METODO DI LAVORO DELLA DIREZIONE SPORTIVA Comolli, ex d.s. di professione e oggi presidente del club, famoso per l'impiego dei dati nell'acquisto dei giocatori, tempo fa ha spiegato nel dettaglio il metodo Tolosa.
"Da aprile 2021 a fine agosto abbiamo osservato circa 140 giocatori, con un doppio report per ognuno di loro. Almeno due o tre scout vanno a vedere le partite, li osservano e poi stilano dei report molto dettagliati. Parliamo di più di 300 partite viste in un tot di tempo, circa 450 ore di video, centinaia di calciatori". Curiosa la scelta del terzino destro: "Ne avevamo visti 17, poi abbiamo preso Mikkel Desler". Danese, acquistato quasi a zero dall’Haugesund, quest’anno ha sfornato sei assist e un gol in 38 partite. Uno dei giocatori chiave della promozione.


IL PROPRIETARIO  — Gerry Cardinale, il principale azionista del Fondo RedBird:
"Spesso si dice che per vincere bisogna spendere un sacco di soldi, ma perché? Io dico che bisogna essere più intelligenti degli altri e non sacrificare il denaro. Credo nel metodo di Moneyball. Nel calcio, oggi, c’è una corsa continua al miglior giocatore, specie tra i grandi club, ma non so a cosa possa portare. La gente non deve pensare che gli azionisti abbiano una quantità infinita di soldi da spendere, o che lo faranno sempre. Fin qui st[iamo] avendo successo, anche grazie al presidente Damien Comolli e al vice d.g. Olivier Jaubert. Tolosa ha un cultura sportiva fenomenale, la gente ama la squadra e la sostiene. Investiamo fin dall’inizio sull’analisi dei dati. In collaborazione con Billy Beane e Luke Bornn, membro esecutivo di Ribird, abbiamo l’uso esclusivo di un sistema di analisi chiamato Zelus. Da quando controlliamo il club, abbiamo generato un surplus significativo sui trasferimenti. Tolosa è un ottimo investimento, una grande collaborazione. Sicuramente porteremo avanti questa squadra. Prima di effettuare un investimento sul calcio europeo facciamo mesi e mesi di ricerche. Studiamo tutto in modo approfondito e poi valutiamo se è il caso di buttarci".


(Fonte GdS).

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Moneyball, cos'è: https://it.wikipedia.org/wiki/L%27arte_di_vincere
Re:Bilancio S.S. Lazio
« Risposta #1331 il: 23 Mag 2022, 09:12 »




Moneyball, cos'è: https://it.wikipedia.org/wiki/L%27arte_di_vincere

L arte di vincere.
Film bellissimo metodo fantastico.
Re:Bilancio S.S. Lazio
« Risposta #1332 il: 23 Mag 2022, 12:54 »
Amiche ed amici biancocelesti, bentornati nel topic del Bilancio! (semicit.)

Questo spazio, a mio avviso, è il "Topic dei Topic" di Lazio.net.

Lungi da me, il voler ridurre la magia del Serissimo Gioco del Calcio alla utopia distopica della triste scienza economica - un abbraccio, @Least! adoro l'Economia politica, meno l'Economics :beer: - ma il dono della sintesi dei #numerelli è tale da permettere di riassumere in un solo documento (il Bilancio appunto) l'operato di tutte le componenti che costituiscono un club.
Ovvero: il presidente (politica imprenditoriale complessiva); il direttore sportivo (la direzione tecnica dell'azienda, di cui gli acquisti sul mercato costituiscono solo una componente, per quanto importante, del suo lavoro); l'allenatore (colui che deve valorizzare quanto la società e il direttore gli mettono a disposizione, dal punto di vista sia sportivo che economico - possibilmente, seguendo le sue indicazioni).
A mio giudizio (fra tutte queste figure) la più importante e decisiva è l'allenatore: dal momento che - se presidenza e/o dirigenza non scelgono l'uomo giusto per il loro modo di lavorare, nonchè le caratteristiche della squadra - ogni percorso di crescita economico-sportivo sarà inevitabilmente precluso.
L'allenatore moltiplica il valore di un club, assieme ai calciatori, da lui diretti.
Guardate la parabola dell'Atalanta e dello stesso Sartori (dal 2014 a Bergamo), l'ottimo d.s. artefice già del miracolo Chievo: prima dell'arrivo di Gasperini (2016) l'Atalanta galleggiava comunque nei bassifondi della classifica (Colantuono, Reja); analogamente, a Verona, Sartori ottenne risultati probabilmente irripetibili per quella piazza con un solo allenatore (Gigi Delneri), per poi riottenere risultati più in linea con le potenzialità del club veneto.
Il contributo di un direttore sportivo (a prescindere dal suo operato, meritevole o meno) dunque non deve mai essere mitizzato: in quanto - con il presidente che fissa gli obiettivi economici e sportivi, la dirigenza amministrativa, il d.s. e naturalmente i calciatori - costui è solamente la parte di un tutto. Ovvero di un lavoro di squadra, che deve portare frutti nel breve termine (la singola stagione) ma soprattutto nel medio-lungo periodo (la durata di un ciclo sportivo: da valutare non tanto in base alle aspettative dei tifosi, quanto a quelle della proprietà, che in base a queste decide alla fine di un campionato chi confermare e chi no, sul campo come dietro la scrivania).

"Topic dei Topic", dunque: perchè questo contenitore fa da raccordo fra tutti quelli sparsi per Lazio.net - persino quelli dedicati a noi tifosi, dal momento che il sostenitore di una squadra, oggi più che mai, è anche, e in alcuni contesti soprattutto, un cliente, per il proprio club.
Analogamente a quanto proposto nei miei messaggi precedenti, allora, riporto qui alcuni miei interventi, per fare il punto su alcuni degli argomenti dibattuti altrove. Mi autocito non tanto per megalomania - quanto, semplicemente, per il fatto di essere più o meno sicuro di quanto penso, rispetto a quello che passa per la testa del prossimo  :=))

Parlare di "metodi" o "modelli" è una semplificazione, ovviamente: la realtà quasi mai può essere racchiusa semplicemente (completamente) in una categoria. Le sfumature possibili sono tante.
Ad esempio: un'azienda calcistica gestita in termini "padronali" (organigramma scarno, ruolo centrale del presidente-proprietario e dei suoi fidati collaboratori nella gestione del club) può anche essere propensa ad innovare le proprie idee, più di quanto si possa pensare - introducendo, per dire, un moderno sistema di scouting nella propria organizzazione, pur sempre familiare.

Naturalmente, si gioca - anche se fino ad un certo punto!
Non pretendo di essere preso (troppo) sul serio :-)

Alcuni collegamenti, che spero possano essere utili.

Transfermarkt è il portale migliore (fra quelli non professionali: qualche imprecisione c'è) per farsi un'idea a 360. sulla realtà di una squadra di calcio: dati legati al campo e all'amministrazione delle società, serie storiche, organigrammi societari, agenzie di rappresentanza, campagne acquisti, etc, etc - ce n'è per tutti i gusti: https://www.transfermarkt.it/serie-a/startseite/wettbewerb/IT1

Il blog di Luca Marotta è una miniera d'informazioni per chi ama le tematiche dell'economia applicate al calcio - in particolare, l'autore si dedica allo studio dei bilanci dei club italiani e non solo: https://luckmar.blogspot.com/

Naturalmente, ecco i Bilanci della Lazio:
https://luckmar.blogspot.com/search/label/Bilancio%20Lazio

Per tutto il resto - anche senza Mastercard!, come per la disponibilità dei miei "riassunti" precedenti - naturalmente e soprattutto ci sono:

- @Leastsquares: https://twitter.com/LeastSquares71

- @Gulp: https://www.lazio.net/forum/lazio-talk/foglio-di-calcolo-per-il-mercato-2122-e-rosa-2122/60/
Re:Bilancio S.S. Lazio
« Risposta #1333 il: 24 Mag 2022, 20:15 »
Fantatare, mi piaci un sacco quando ti auto citi o auto(ec)citi…
Una domanda: ma se leggo solo le parti in rosso capisco lo stesso? :=))

Offline TheVoice

*****
6456
Re:Bilancio S.S. Lazio
« Risposta #1334 il: 24 Mag 2022, 21:49 »
Moneyball. 
Tare secondo me lo recita a memoria, pure al contrario.
Il punto ė che ė un (gran) film, ma di (oltre) 10 anni.
Serve uno scouting piu articolato.
 E poi il baseball non e il calcio: tanto per cominciare non ha le aradio...
Re:Bilancio S.S. Lazio
« Risposta #1335 il: 25 Mag 2022, 02:38 »
Fantatare, mi piaci un sacco quando ti auto citi o auto(ec)citi…
Una domanda: ma se leggo solo le parti in rosso capisco lo stesso? :=))

Ma certo, Adler! :=))

Il grassetto rosso rafforza i punti fondamentali.
Se li metti assieme, dovrebbe uscire fuori il succo del (lungo) discorso.

Il grassetto nero invece
- se non assolve la funzione abituale di suddividere i paragrafi - può servire anche a sottolineare qualche dettaglio.

Così, la lunghezza degli interventi in pratica si dimezza!

Anzi: di più!!!  :pp

 :beer:

Moneyball. 
Tare secondo me lo recita a memoria, pure al contrario.
Il punto ė che ė un (gran) film, ma di (oltre) 10 anni.
Serve uno scouting piu articolato
.
E poi il baseball non e il calcio: tanto per cominciare non ha le aradio...

Ciao, TheVoice :-)

L'esempio della storia di Moneyball non deve essere preso alla lettera, chiaramente!

Il punto è: ottimizzare le risorse a disposizione (non illimitate: anzi!) organizzandole "scientificamente" (es. sondare il mercato per mezzo di un sistema di scouting altamente qualificato) per ottenere il meglio possibile, al netto degli imprevisti e delle previsioni a posteriori sfortunate.
In questo senso, l'utilizzo di una grande mole di dati quantitativi (non gestibile nè compilabile da un singolo) può rivelarsi fondamentale.


Nell'articolo proposto sopra, infatti, puoi vedere come una società di medio/basso livello come il Tolosa - ma forte di una proprietà ricca di idee (ancor prima che di soldi) - sia all'avanguardia nell'applicazione degli strumenti quantitativi allo scouting, organizzato in maniera davvero scientifica: sia nel metodo che nella struttura organizzativa.
L'obiettivo - come ben spiegato da @ElRifle nei suoi messaggi - è quello di far aumentare, assieme alla quantità degli atleti attenzionati, soprattutto la qualità delle visionature.

Perchè la Lazio, pure, non fa qualcosa di simile?

Come cercavo di precisare nei messaggi precedenti, l'"Azienda-Lazio" (l'imprenditore conservatore Lotito: e solo non in termini politici) tende spesso ad agire d'inerzia; temporeggiando; proseguendo sulla strada tracciata da tempo: ciò nel bene (la indiscutibile stabilità: economica e sportiva) come nel male (la ritrosia a trovare nuove soluzioni, al variare del contesto - se non per necessità di sopravvivenza: la pandemia "morde", solo allora m'impegno davvero a ottenere sponsorizzazioni di alto livello: a parte MarathonBet, la Lazio non ha avuto per quasi un decennio uno sponsor da maglietta, figurarsi due o tre marchi, come da tempo in uso - spiccioli? dipende...).
Nella Lazio, dunque, l'efficienza (= minore spreco risorse = maggiori profitti) c'è - ma di tipo prevalentemente lineare (es. il taglio dei costi da organigramma e commissioni) piuttosto che frutto di innovazione, a parità di saldo oppure frutto d'investimenti più o meno cospicui: mancata innovazione allora sia di prodotto (una rosa mediamente di maggiore livello rispetto al passato = migliori risultati ottenuti nel tempo) che organizzativa (il modo in cui si lavora).

Ma non solo.
Lotito è poco incentivato a dotare la Lazio di una struttura di scouting (fondamentale per "vendere a tanto e comprare a poco") anche e forse soprattutto perchè il suo club ad oggi non si pone l'obiettivo - ne ha la necessità di, per competere per un posto in Europa: 7./6./5./4. posto - di far aumentare sistematicamente i ricavi per mezzo del cosiddetto "player trading".

Non parliamo dello Stadio, poi...
L'obiettivo infatti è essere competitivi (EL/CL) costruendo gruppi-squadra destinati a durare nel tempo, fortemente fidelizzati (Storia e Bandiere: Immobile, Radu, Lulic) e dal costo relativamente contenuto, specie quanto ad ammortamenti (= Famglia Lazio: occasioni, parametri zero, scommesse - ma spina dorsale 11 sicura e di livello).
Se l'11 è dunque in genere di buona qualità, le alternative invece non lo sono: anche perchè può non essere semplice curare i "dettagli" se non si dispone di un ampissimo mazzo (scouting autonomo e articolato) da cui pescare - le liste di Wyscout oppure Transfermarkt non valgono, ai fini del ragionamento!

Detto ciò, comunque, si possono fare delle ottime squadre anche osservando direttamente un ristretto numero di calciatori, viaggiando, e affidandosi a procure e intermediari di fiducia.
Però - nel calcio come nella vita - alla lunga sono sempre i dettagli a fare la differenza: se la divisione del lavoro è uno dei "segreti" dello sviluppo economico capitalistico (specie a fronte della crescita quantitativa e qualitativa della concorrenza: il Calcio è oggi un surrogato assoluto del Capitalismo) un motivo probabilmente ci sarà.
Re:Bilancio S.S. Lazio
« Risposta #1336 il: 25 Mag 2022, 07:56 »
Hai mai pensato a scrivere un libro o a fare una tesi (non so l’età e la professione) su tutte queste dinamiche? :=))

Online Aquila1979

*
6776
Re:Bilancio S.S. Lazio
« Risposta #1337 il: 25 Mag 2022, 10:40 »
...

ma su un altro forum sei Gasco?
Re:Bilancio S.S. Lazio
« Risposta #1338 il: 25 Mag 2022, 10:58 »
[...] Il tutto raggiunto con un bilancio di meno di 30 milioni di euro,

Non vorrei troncare l'emozione che l'intervista del presidente del Tolosa suscita ma il giornalista ha dimenticato di scrivere che un budget annuale di 30 milioni di euro mettono il Tolosa in cima alla lista delle squadre più ricche della Ligue 2 (Anche se, devo dire che tutte le informazioni che si trovano in rete indicano il budget del Tolosa a 22 milioni di euro). Un calo di ben 5 milioni di euro rispetto allo scorso anno dove, pur avendo un budget di 27 milioni di euro, la famosa ottimizzazione delle risorse non  aveva portato alla promozione.
L'Ajaccio, che è arrivata subito dietro, aveva un budget di soli 8,5 milioni di euro. Per dire.
QUindi si, l'ottimizzazione delle risorse va bene, ma se ste risorse sono 3 volte quelle dei tuoi competitori diciamo che poi il film col finale che finisce bene è più facile girarlo (E se ricordo bene, alla fine, Brad Pitt perde la finale del campionato).
Re:Bilancio S.S. Lazio
« Risposta #1339 il: 26 Mag 2022, 03:55 »
Hai mai pensato a scrivere un libro o a fare una tesi (non so l’età e la professione) su tutte queste dinamiche? :=))

OT

Ciao, Adler!

Ti ringrazio per la stima, ma probabilmente mi sopravvaluti :-)

Sono ancora relativamente giovane (ma assolutamente vecchio dentro : D)

Per il resto, diciamo che mi piace studiare, dai...
Nel mio campo (scienze sociali e umane) non è semplice farsi largo; ma con qualche rinuncia e sacrificio si può provare a combinare qualcosa. Per il momento, però, il porto è ancora ben lontano dall'orizzonte... e devo scegliere pure dove attraccare definitivamente!

Uno studioso ha ribattezzato il '900 come il "Secolo dello Sport" - fra le tante definizioni possibili, pure questa ha il suo perchè.
Un pò per analogia con le mie conoscenze; un po' facendo uno sforzo di fantasia; un po' sfruttando la letteratura più o meno "scientifica" sullo Sport, vivace specialmente all'estero: il Calcio è un punto d'osservazione privilegiato per osservare le società capitalistiche in cui viviamo - perchè dentro al Calcio c'è tutto.
Ancor di più, a partire dagli ultimi 40 anni, quando - per ragioni "strutturali" - lo sviluppo capitalistico "americanizzato" si è contraddistinto per la necessità/strategia di massicci investimenti (= riduzione margini di rischio = professionalizzazione estrema del settore) in quella che un tempo era chiamata "industria culturale", di cui lo Sport fa da sempre parte (il web - diritti audiovisivi inclusi - ha moltiplicato a dismisura le potenzialità nel campo dell'intrattenimento: oggi le Grandi Aziende sono lì - e investono a loro volta anche nel Calcio e nello Sport, ovviamente, e non solo per ragioni reputazionali).

Peccato che in Italia gli Studi Sportivi siano davvero poco considerati - ma ci sono ragioni storiche ben precise...
Naturalmente, ci sono questioni più importanti e decisive, cui dedicarsi.
Ma non è forse il Gioco una componente essenziale dell'essere umano?
Ma che dico: di tutto il regno animale?
Il Gioco è una cosa Seria.
Lo Sport - il gioco per eccellenza delle società capitalistiche - ancora di più.

FOT

ma su un altro forum sei Gasco?

No, Aquila.

Io sono solo FantaTare : D

Non vorrei troncare l'emozione che l'intervista del presidente del Tolosa suscita ma il giornalista ha dimenticato di scrivere che un budget annuale di 30 milioni di euro mettono il Tolosa in cima alla lista delle squadre più ricche della Ligue 2 (Anche se, devo dire che tutte le informazioni che si trovano in rete indicano il budget del Tolosa a 22 milioni di euro). Un calo di ben 5 milioni di euro rispetto allo scorso anno dove, pur avendo un budget di 27 milioni di euro, la famosa ottimizzazione delle risorse non  aveva portato alla promozione.
L'Ajaccio, che è arrivata subito dietro, aveva un budget di soli 8,5 milioni di euro. Per dire.
QUindi si, l'ottimizzazione delle risorse va bene, ma se ste risorse sono 3 volte quelle dei tuoi competitori diciamo che poi il film col finale che finisce bene è più facile girarlo (E se ricordo bene, alla fine, Brad Pitt perde la finale del campionato).

Ciao, italic! :-)

È da un po' che non ti si leggeva: ben ritrovato!

Prendo spunto dal tuo messaggio, per fare qualche considerazione sparsa:

1) Le proprietà dei club (le loro idee e i loro soldi: che li versino direttamente in cassa o "indirettamente" nel lungo termine, ad esempio agevolando la costruzione d'infrastrutture o investendo nelle giovanili, che si ripagano pure col mercato o la qualità della Prima Squadra, ad esempio - il caso del Tolosa) fanno chiaramente la differenza: a tutti i livelli.
Può non bastare: perchè prima delle idee e dei soldi, contano soprattutto gli uomini che decidono dentro e fuori dal campo (Parma, un anno fa il Monza, etc).

2) Nel caso del Tolosa, vorrei capire bene a cosa si riferisce la parola "budget".
Sono soldi garantiti dagli sponsor? Derivano dal "player trading"?
Entrambe - credo?
Quale monte-ingaggi ha il Tolosa? Rispetto alla concorrenza?
Prendo tutto da Transfermarkt: https://www.transfermarkt.it/ligue-2/startseite/wettbewerb/FR2
Il modello è chiaro e a suo modo unico, in quel contesto minore: seconda squadra più giovane del campionato; squadra con più stranieri; squadra con il maggior numeri di ricavi da "player trading" (qualitativo e destinato a club di livello superiore) - le entrate medie superano di gran lunga le spese.
In Ligue2 sono ad un livello superiore.

Bisognerà capire se raggiungeranno il loro obiettivo nel medio-termine: zona coppe europee.

3) Al di là del Tolosa comunque (e dello stesso Moneyball) mi premeva mettere in evidenza come la "Rivoluzione dei Dati" - che è scientifica nell'organizzazione e dunque economica nella ricerca della massima efficienza, per la massima profittabilità degli investimenti - stia rivoluzionando il modo d'operare sul mercato e nello scouting (cfr. es. https://soccerment.com/store/); finanche (lo scienziato Sarri vs l'artigiano Allegri) nella gestione di una squadra.
Va da sè che si può fare anche tutto da soli: si accende Wyscout e si possono gestire con un tocco una mole impressionante di dati.
Tuttavia - al pari che negli altri settori economici: solo con un po' di ritardo - nel Calcio la riorganizzazione aziendale si traduce in una sempre più elevata professionalizzazione e specializzazione delle competenze - dentro, come a bordo campo.

4) Il punto è solo uno: ridurre il più possibile il margine di errore, nelle scelte che i responsabili (amministrativi, sportivi, tecnici, etc) devono prendere. A ciò dovrebbero contribuire una analisi quantitativa altamente professionalizzata e una organizzazione sempre più specializzata.
Poi, chiaramente, l'Industria del Calcio fa storia a sè: perchè il rischio e l'imprevisto sono una parte fondamentale di questo Serissimo Gioco (lo Sport) - e anche per questa ragione (garantire stabilità al sistema) l'Uefa ha imposto regolamentazioni sempre più severe sull'indebitamento; graduali, ma sempre più stringenti.

5) Alla fine, comunque, sono sempre le persone a fare la differenza - le Persone e la Fortuna (CineLazio.net: "Match Point", Woody Allen).
Sebbene la tendenza sia chiara (professionalizzazione e specializzazione competenze + rivoluzione dei dati economico-organizzativa) non è detto che ci sia una sola strada per ottenere risultati importanti.
Nel caso dei direttori sportivi e delle società di calcio - che operano in un settore sì altamente concorrenziale, ma in cui i giusti contatti di fiducia possono aprire sì  meno porte, ma buone - ciò vale ancora di più.
Per una critica al "MAGNAgement" e agli "Scienziati nel Pallone", puoi dare un' occhiata qua:

IL CALCIO È SEMPRE UNA COSA SEMPLICE?
 

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