Le proprietà immettono sempre di meno, quasi nulla. Gli aumenti di capitale li fanno con indebitamenti progressivi (sulle spalle delle società). Gli interessi sono sempre più alti ma i debiti finanziari delle società come Roma e Inter aumentano spaventosamente ogni anno. L'ultimo prestito fatto da Suning per coprire i debiti dei debiti dei debiti dell'Inter é di 292 milioni di euro a un tasso del 12% (un tasso spaventoso, ai limiti dell'usura).
In garanzia del debito Suning ha messo l'Inter. Per dire.
Questo non lo so, ma che comincino a mostrare la corda é evidente. La questione della Superlega nasce da li. In questo sistema, cosi com'é oggi organizzato, prima o poi la bolla scoppia.
Chi pagherà é un altro discorso.
La garanzia di solvibilità non li fornisce la proprietà ma le società stesse. Io credo che ci sia una forma di obnubilazione con la figura di Lotito. E' diventato il parametro la misura di tutte le cose che riguardano la Lazio. E non é cosi. Le debolezze strutturali della Lazio non sono conseguenza di Lotito ma la realtà storica. Se siamo la sesta piazza d'Italia e non la prima non é perché Lotito c'ha la società di pulizie. L'eventuale solvibilità di Milan e Inter non la danno le proprietà, ma il Milan e Inter.
Ma davvero pensi che Suning metta, o abbia messo, a rischio il suo patrimonio per la faccia dei tifosi dell'Inter o per i titoli esaltati sulla gazzetta dello sport ? Thoir é uscito dall'Inter con più soldi di quanto ci era entrato lasciando all'Inter un debito moltiplicato per x. Milan, Inter e Lazio non sono differente perché da noi ci sta Lotito. Ma perché lo sono storicamente, per seguito e potenzialità.
Il Milan ha avuto un paio di grosse botte di culo due anni fa. Che é fallito il progetto Rangnick e si sono dovuti tenere Pioli (allenatore che arrivò in saldo perché non avevano più una lira) e che il fondo americano che li aveva comprati lo aveva fatto con soldi presi in prestito mettendo a garanzia lo stesso Milan. Non ci avevano messo mezza lira e quindi il Milan é passato al fondo Elliot, che del Milan se ne sbatte e ha dichiarato immediatamente che avrebbe rimesso in sesto i conti per rivenderlo appena ci sarebbe stata l'occasione. Ha imposto una rigida politica di riduzione dei costi. Quindi via i grossi contratti, rinnovi a cifre contenute e molti giovani. Via Donnarumma, rinnovi di contratto a Kessie e Romagnoli a prezzi inferiori alle cifre precedenti. Una politica che sta pagando anche sportivamente e anche finanziariamente. I debiti restano alti ma stanno proporzionalmente calando. -
Cragnotti era un truffatore (con condanne passate in giudicato), al marketing c'ha messo la figlia (B11 do you rememeber ?), e alla fine della fiera i libri della Lazio stavano in tribunale.
Io sono d'accordo, rivivrei gli anni di Cragnotti anche domani, ma oggi sappiamo che non era capacità manageriale o visione a lungo termine. Era bancarotta fraudolenta.
Le idee di Cragnotti erano illegali. Ci sono sentenze della cassazione che lo dimostrano.
Se per un momento tolgo gli occhiali del tifoso posso anche ritenere che sia corretto.
Spiego perchè.
Una società, sportiva o tradizionale, è sicura (non in salute, ma sicura) quando è solvibile, ovvero quando può far fronte alla spesa corrente; le società falliscono non quando creano debito, ma quando non sono in grado di onorare le scadenze dei pagamenti per mancanza di liquidità.
(...)
Chiaramente questo è un ragionamento per iperbole, ma nel nostro contesto è chiaro che noi, con la nostra proprietà, senza player trading quest'anno rischiamo di non coprire i costi, mentre altre squadre saranno anche in perdita, ma grazie alle spalle coperte da proprietà più forti garantiscono maggiormente i propri creditori.
Di fatto si rimette la valutazione della solidità di una Società al sistema creditizio.
La banca concede quel prestito perchè ha garanzie di solvibilità, mentre il povero cristo non può estinguere un mutuo con un mutuo più grande che gli permetta di comprarsi a buffo anche la macchina e il garage.
La nostra proprietà che garanzie di solvibilità ti fornisce, se la SS Lazio vale da sola più di tutte le altre società del presidentissimo?
Il nostro poi continuerà sempre a preferire una 500 tutta sua, piuttosto che una Mercedes in leasing.
ma infatti hai voglia a mettese le bistecche davanti l'occhi.
Ci fu una dichiarazione chiarissima, inequivocabile, alla cena di Natale.
Sono riuscito a leggere su queste pagine che quella fu solo una boutade retorica e ancora parliamo di abbate.
Se abbate scrive cazzate dire che quella fu una boutade è una cazzata grossa quanto una montagna.
La realtà è che ci siamo incartati per i limiti e le contraddizioni interne a questo modo osceno
di gestire la Lazio.
Ma come molti non vogliono riconoscere i meriti passati altrettanti hanno una difficoltà atavica a riconoscere questi limiti e queste contraddizioni.
Nominati sempre e solo genericamente "si, ci sono limiti, però...", mai circostanziati, pare che la Lazio sia essenzialmente vincolata ad essi e non possa uscirne.
Condannati al presente.
Lotito con Sarri aveva lanciato una sfida. Questa sfida ad oggi la sta perdendo di brutto.
Non è che Sarri era un segnale perché ci piace il toscano. Ma per quello che implicava.
NON come chissà quali nomi, ma come tipologia di squadra da costruire.
Chi dice che Sarri pretende nomi e noi non abbiamo disponibilità mistifica. è un mistificatore e come tale va denunciato. Si, ce l'ho anche con te gentlemen.
Sarri pretende caratteristiche, che si possono prendere anche con giocatori assolutamente alla nostra portata. Anzi, anche alla portata dell'Empoli. Altro che "ci vogliono troppi soldi".
Ma de che state a parlà? Ma basta!
Sta perdendo di brutto non per il mancato arrivo di gente come Loftus Cheek o Kostic.
Ma per la conferma del metodo Tare, senza alcuna prospettiva
confermando la costruzione della rosa non fatta in sinergia con l'allenatore, ma attraverso discutibilissimi criteri che hanno caratterizzato la sua gestione opaca (non in termini di corruzione, ma appunto di criteri utilizzati).
Sarri doveva essere una sfida in tal senso e non servivano tanti soldi per farla.
Chi dice questo sta cercando di spostare l'attenzione.
Non servivano soldi, servivano idee. Ma questa società non ha queste idee.
Ne ha altre, [/b]poche e confuse
.
E per questo contestarla è sacrosanto. Per questo, non perché ha poche risorse.
Tutto giusto e sacrosanto.
Mi limito ad aggiungere solamente che:
1) La Uefa sta cercando d'incentivare fortemente quanto scritto da @italicbold: tetto di spesa in percentuale ai ricavi e restrizioni all'indebitamento (lungo periodo) nonchè alle esposizioni in termini di liquidità da parte dei club (breve periodo). Per spendere di più bisogna ricavare di più, facendo diventare "profittevole" l'impresa calcistica (al di là dei dividendi: i club "distribuiscono" prestigio, pubblicità, rafforzamento patrimoniale del gruppo proprietario, chiavi di accesso a nuovi mercati sportivi e non, etc): stadio moltiplicatore di ricchezza e reddito, settore commerciale, settore giovanile come mezzo di "player trading" al pari della prima squadra, rafforzamento patrimoniale per mezzo di infrastrutture come la Grande Formello prima che degli stessi volatili calciatori, etc.
C'è solo un però: la ricerca del pareggio di bilancio sarà un ordine meno tassativo, laddove la società è in grado di coprire le spese con mezzi propri (diretti o carico della società sportiva).
Chi più ricava, più spende.
2) È vero che le società di calcio in sè sono l'unità di misura per valutare la solidità o meno delle stesse, al di là delle proprietà.
È vero che i famigerati "bacini di utenza locali, nazionali, globali" sono decisivi nel determinare le fortune di un club.
Tuttavia, le proprietà contano comunque tantissimo e fanno la differenza. Perchè:a) Possono influenzare i ricavi commerciali di un club in prima persona (Elkann, Commisso, Squinzi etc) pure con contratti di sponsor fuori-mercato (ambiguità Uefa) o facilitando accordi commerciali in grado di far salire di livello il valore del marchio dei club (l'esempio dei qatarioti, ma pure dei cinesi: che invitano i loro connazionali - lo "Stato" sono loro e il puro mercato c'entra meno - a investire nella propria attività sportiva).
b) Possono "rassicurare" gli investitori sulla qualità e solidità dell'eventuale progetto - favorendo maggiori investimenti iniziali, utili per accelerare il grande salto - sulla base del prestigio, delle referenze e della credibilità della proprietà.
a) e b) spiegano ad esempio - assieme al contesto sportivo che conta (Premier League) ma anche no (Psg: qui contano l'Eliseo e le opportunità gepolitiche, geo-economiche, geo-culturali) - la crescita esponenziale di società come Chelsea e Paris Saint-Germain: passate dall'essere marchi locali, a stento nazionali, a colossi globali - nell'arco di un tempo relativamente breve.
3) Le parole evidenziate in rosso ("player trading: quello sano, non le plusvalenze farlocche utili a rattoppare bilanci martoriati dai costi) rappresentano il mezzo più immediato di cui un club dispone per provare a salire di livello per un tempo più lungo possibile, al di sopra delle proprie potenzialità strutturali - al netto delle barriere all'ingresso per la partecipazione alla CL (il bancomat del calcio europeo), sia in termini economici che di bontà dei progetti sportivi, che non sempre vanno di pari-passo.
Vendere (più o meno regolarmente, meno quando si sale di livello: grosso volume d'incasso, superiore a quello delle cessioni, ma in grado di rafforzare conto finanziario, economico e risorse per il monte-ingaggi) per rafforzarsi costantemente: non è facile e bisogna saperlo fare "scientificamente" (scouting di alto livello e/o settore giovanile di qualità: in totale sintonia con l'allenatore, nel breve-medio-lungo periodo).
L'Europa fa la differenza, più di ogni successo domestico: accesso alla CL oppure cammini costanti e di alto livello nelle coppe minori.
Esempi positivi: Villareal, Siviglia, Atalanta, Napoli, etc.
Esempi negativi: ASPallotta, Fiorentina, Amburgo, Genoa, etc.
In serata, cercherò di approfondire quest'ultimo aspetto.
Concludo dicendo che: Lotito sarà pure str*nzo, ma non è assolutamente scemo.
Quindi aspetterei prima di fargli il funerale, nel bene e nel male.