Si vede che non stiamo parlando della stessa cosa.
I diritti TV, la loro quantità di partenza derivano dalla Lazio di Cragnotti.
Lotito ha gestito quel patrimonio, e lo ha “conservato”.
Ma prende in mano una società che ha degli introiti che non sono in alcun modo imputabili a lui
OT
Aquila :-)
L'ammontare (mercato globale dei media: esploso in questi venti anni), la distribuzione (politica governativa e sportiva) e la contrattazione (idem) dei
diritti tv - come fa notare giustamente purple - hanno subito dei cambiamenti significativi negli ultimi decenni (oggi, vale ancora la Legge Melandri, 2007):
https://www.studiocataldi.it/articoli/31457-la-cessione-dei-diritti-audiovisivi-in-ambito-sportivo.asp?msclkid=ffa19834c62311ecb8199d5591c5e4b9).
E' semplicistico (e solo al 5% vero) affermare che quanto incassa oggi la Lazio in termini di diritti-tv dipenda dall'epopea di Cragnotti. Proprio perchè nel frattempo è cambiato il mondo: sia quello laziale (un colosso dell'epoca come Siemens oggi non avrebbe ragione a investire nella Lazio: di quella eredità di fatto non è rimasto nulla - se non la ristrutturata Formello; forse una percentuale maggiore di tifosi che comunque disertano generalmente lo stadio o non pagano le pay-tv; l'effimera quotazione in Borsa) che nel mondo in generale (i soldi sono contrattati e distribuiti diversamente:
come valore dell'ammontare totale che non dipende dal singolo club, così come per le quote, oggi distribuite a livello collettivo e non più individualmente). Il marchio "Cragnotti-Lazio" non esiste più da circa venti anni. Ne è rimasto davvero poco: sia sul lato sportivo, che economico, che finanziario, che patrimoniale (Formello), che dal punto di vista del prestigio del club.
Su Cragnotti.E' stato un pioniere - nel bene e nel male - assieme ad alcuni altri capitani di ventura, nel contesto del calcio italiano: a) sport e calcio come spettacolo: mediatico, su scala europea (SuperLega), su scala globale - da attingere facendo crescere il valore del club (sponsorizzazioni internazionali di livello) soprattutto per mezzo del patrimonio costituito dai calciatori (costi ammortamenti e monte-ingaggi elevatissimi: bello ma rischioso).
b) tifosi-clienti.
c) organigramma societario strutturato e professionale, specie nella parte sportiva ma non solo (teneva comunque famiglia

)
d) pionieristica quotazione in Borsa per procacciare risorse (calcio e Piazza Affari però sono strade parallele, tranne nel caso di pochi club scelti, come il ManUtd che genera valore a prescindere dai risultati).
e) plusvalenze (pure quelle fasulle) e "player trading" per creare reddito e patrimonio oppure semplicemente rattoppare il bilancio gravato dai costi.
f) utilizzo di trucchi e trucchetti contabili: leciti come l'anticipazione dei crediti, ma purtroppo non solo leciti.
g) settore giovanile piuttosto qualitativo per rinforzare la prima squadra oppure ricavare risorse nell'ambito del "player trading".
h) rafforzamento patrimoniale della società: la Grande Formello e il progetto appena abbozzato dello stadio, per generare valore.
Etc, etc.
Poi - e durante l'impresa - purtroppo ha rovinato tutto: cercando di correggere le strutture del suo modello di crescita (fortemente sbilanciato sui costi per la valorizzazione della prima squadra) per mezzo di illeciti finanziari, legati alla Lazio ma non solo. Questo è innegabile: al di là del contesto politico, più o meno avverso a Cragnotti.
Peccato.