Uhmm, in primis velocità davanti, sia in transizione, che tolto Correa non abbiamo giocatori capaci di cambiare ritmo e siamo sempre piuttosto compassati, lenti, prevedibili, anche quando siamo in relativo controllo.
Per capirci, siamo lenti, sia di gamba che di pensiero, certe cose non riescono più, e mentre le opzioni offensive si restringono le lacune difensive non accennano a ridursi.
La Lazio di due anni fa, e pure dell'anno scorso, aveva si lacune, soprattutto dietro, ma era meglio assortita nel complesso.
Aveva più tecnica, più velocità e soprattutto più fame.
Prendete il derby del 2-0 in semifinale di coppa, o del 3-1 di Keita furono partite che tutti quanti riconoscemmo come praticamente perfette.
Pure l'anno scorso contro la Juve allo stadium (in supercoppa stavi per fare la caxxata, se non per quella fuga di Lukaku e Murgia in pieno recupero...) hai fatto una partita perfetta.
Volendo pure il 4-1 col derelitto milan di ridolini-montella, ma poi... anche a causa di arbitraggi da repubblica delle banane sappiamo com'è finita.
Diventare grandi significa aumentare la frequenza di queste partite memorabili e ridurre quella dei giri a vuoto dove la squadra praticamente non scende in campo o si spegne in modo assolutamente inspiegabile.
Poi ci sono le mancanze mentali e ambientali.
Quelle puoi farci relativamente poco, sono praticamente insormontabili, puoi limarle un minimo ma restano, non è che diventi la Juve in mezza giornata, servono decenni, poi si può parlare di mental coach, di mister affermato in ambito internazionale, di aggiungere 2/3 giocatori di esperienza e livello internazionale (godin si, marchisio ni, caceres no, per restare su ambiti di discussioni già affrontate) ma comunque qualitativamente forti.
Non discreti, non buoni, ma forti veri.
E la fame.
Senza fame, sentendosi arrivati, credendosi sto katzo solo perchè si è dato 5 gol al benevento, 6 al sassuolo e 4 al genoa si finisce a sbattere il muso quando la posta conta davvero.
Ma comunque non è che anche con tutto questo ci svegliamo una mattina e diventiamo il Real Madrid o lo United.
Per quello servono soldi, tanti, e anni, tanti anche de quelli.
Rimane che siamo un'ambiente tormentato, vuoi per millemila motivi, eh, ma siamo assediati all'esterno e di tanto in tanto ci viene questa irresistibile voglia di regolamento di conti e scontri fratricidi all'interno, così, perchè fa tanto romantico, immagino.
L'anno scorso ti hanno squartato in pubblica piazza e per me quello è rimasto nella testa di tanti giocatori e pure di Inzaghi, che forse non trovano più quegli stimoli a spingersi oltre i propri limiti, a spingere agonismo, voglia di vincere, concentrazione, cazzimma, insomma tutte ste belle cose lazialissime che però sembrano mancarci o non avere la stessa forza che ci compattava nelle ultime due stagioni (indubbiamente positive eh, tengo a ribadirlo).
Siamo, infine, storicamente, da anni, una squadra di signorine.
E' dai tempi di Papadopulo o del primo Reja che non vedo questa squadra capace di menare scientificamente, con furbizia, scaltrezza e faccia tosta.
Dice "a noi non lo permettono".
Vero, eh.
Ma prendersi un giallo o anche un rosso non è mica una condanna penale, si può fare, però devi essere furbo e sapere come farlo, quando farlo, e avere magari anche un'idea del vantaggio che può darti.
Noi o strippiamo completamente sul piano emozionale prendendo 6 gialli di cui la metà per proteste o sembriamo teneri fiorellini in balia degli eventi.
Tanti bei ricamini, piroette, tacchi, punte, suole, stop d'esterno per le telecamere, ma poi manca sempre il gran finale.
La bordata sotto la traversa, la spazzata in tribuna quando serve, insomma, ce semo capiti eh.