Quindi non siamo tutti Manfredini poiché abbiamo dei contratti di lavoro differenti.
Lo siamo tutti Manfredini, perché la parte debole in un rapporto di lavoro è di solito, principalmente, se non sempre il lavoratore. Ha un contratto in essere per 300 mila l'anno ed è all'ultimo anno di contratto; ha diritto alle sue spettanze. Sta facendo tutto quanto nel suo potere, nel suo interesse, nella sua volontà.
Io gli sono vicino.
Del resto, il principio per cui il rendimento di un giocatore di calcio sia l'unico elemento da valutare in un rapporto professionale non è condivisibile.
Anzitutto, perché il rendiemnto non è garantito da nulla se non dal suo impegno, poi perché se una società si impegna gli impegni vanno rispettati, fino all'ultimo centesimo, fino all'ultimo giorno di contratto.
Non è ammissibile che se dopo un anno un giocatore non mi serve più a quel punto decade il suo diritto ad essere retribuito. No, non funziona così.
Il rimedio c'è ed è semplicissimo: i contratti quinquennali non te li ordina il dottore.