L'ultimo saluto ad Arturo Diaconale, portavoce della Lazio e direttore de “L'Opinione”. Le immaginiLotito lascia la maglia della Lazio sul feretro di Arturo Diaconale, portavoce della squadra "Arturo sempre con noi" scritto su una delle tante corone di fiori riposte sul feretro, una maglietta della Lazio portata dal presidente Claudio Lotito con il numero 'uno' sulle spalle, un enorme scudetto del club biancoceleste e moltissime persone venute a dargli l'ultimo saluto. Si sono da poco conclusi i funerali di Arturo DIACONALE, giornalista e portavoce ufficiale della Lazio, che si è spento ieri, nella sua casa a Roma, dopo aver combattuto a lungo contro un male incurabile. La sua famiglia, con i figli Valentina, Claudia e Alessandro, Barbara, la sua seconda moglie e Stefania, la prima, gli sono rimasti accanto fino alla fine e oggi hanno il loro papà il loro marito. Nella chiesa di San Pio X in piazza della Balduina in molti hanno voluto ricordarlo.
C'era il patron della squadra capitolina Claudio Lotito, squadra di cui DIACONALE era anche un grande tifoso, il club manager Angelo Peruzzi, il team manager Maurizio Manzini, Antonio Buccioni, presidente della Polisportiva, Marco Canigiani e Laura Zaccheo responsabili del marketing. Ma c'erano anche i suoi amici di sempre, come Guido Paglia - anche ex direttore Comunicazione, Relazioni Esterne e Rapporti Istituzionali Rai- che, in lacrime, ha portato la bara e che ieri aveva dichiarato come Arturo fosse 'più di un fratello'. Ed ancora, personalità del mondo politico e giornalistico come il senatore Maurizio Gasparri, Simone Baldelli e Giorgio Simeoni di Forza Italia, il collega Paolo Liguori, il direttore del Tg5 Clemente Mimun, Gianmarco Chiocci, direttore Adnkronos, Cesare Previti, Antonio Tajani, Giampaolo Rossi del Cda Rai, Franco Bechis, direttore de Il Tempo, Giorgio Sandri, papà di Gabriele, il tifoso laziale ucciso l'11 novembre del 2007 e tanti altri.
Un affetto davvero incredibile quello dimostrato oggi ad Arturo DIACONALE che, come raccontato dal parroco, nell'ultimo periodo "si era anche avvicinato molto alla fede cristiana". Ha vissuto i suoi ultimi mesi di vita, dopo un delicato intervento chirurgico a maggio, con la speranza di poter riprendere il suo cammino. Ha perso la sua battaglia contro un nemico troppo più forte. "Si è riunito con Dio, Arturo era una persona buona, perbene, che faceva del bene e che nessuno potrà dimenticare", le parole pronunciate dal sacerdote.