Lo sconto è un caso
Positivi in campo due mesi a Lotito Procura Figc «sconcertata» (Gazzetta dello Sport)
Decisione Caf: il presidente della Lazio ha già scontato la sanzione e quindi torna consigliere federale. Per i medici 5 mesi
di Valerio Piccioni
ROMA
M axi sconto. Schierare un calciatore positivo al Covid in campo e un altro in panchina «costa» al presidente della Lazio Claudio Lotito, e ai medici sociali biancocelesti Ivo Pulcini e Fabio Rodia, una inibizione rispettivamente di due e cinque mesi (con una multa di 50milaeuroperilclub).Èlanuova sentenza dellaCorted’Appello Federale che ha così tradotto ieri l’invito del Collegio di Garanzia delloSporta«rivalutare»la sanzione sul caso Lazio-tamponi, che nel precedente giudizio aveva inibito per 12mesi ilmassimo dirigente laziale e i sanitari del club. Dodici mesi che per Lotito avrebberosignificato ladecadenza da consigliere federale (è il rappresentante della Lega di A con Beppe Marotta). Non solo non ci sarà la decadenza, ma per il presidentedella Lazioèunsuccessone visto come s’eramessa e inbaseallagraveportatadelleaccuse: daieri tornaatutti glieffetti nel governo del calcio italiano.
Lo scontro
Nonèuna sorpresa dunque l’esultanza dell’avvocato Gian Michele Gentile, che difendeva i medici: «C’è soddisfazione, per gli interessati ma anche perchéabbiamoavutodueesempi di giustiziavera, dalCollegiodi garanzia e da questa Corte d’Appello, composta damagistrati diversi da quelli che hanno fatto la sentenza annullata». Ilprofessor Romano Vaccarella, legale di Lotito, parlaaddirittura di«assurde richieste della Procura». E di fronte allo «sconcerto» dichiarato dalla stessa Procura lancia un’altra frecciata: «Sconcerto? Forse perché avevano indotto il presidente a rilasciare dichiarazioni che avrebbe dovuto risparmiarsi ». Il numero uno federale Gabriele Gravina, tirato in ballo, rispondetempestivamente:«Noi accettiamoinmaniera pacifica le decisioni, forse alcuni legali di Lotito dovrebbero esser un po’ più educati».
SconcertoProcura
La partita è dunque finita? Bisognerà aspettare le motivazioni che saranno rese note probabilmente fra 2-3 settimane. In quel momento la procura federale dovrà prendere una decisione. La sentenza ha davvero spiazzato tutti per sanzioni, che sono sempre nelle parole degli ambienti dell’organismo istruttorio della Federcalcio, «incongrue e prive di afflittività a fronte di violazioni gravi dei protocolli anti Covid consumateinunodeiperiodi più difficili di pandemia del nostro Paese». Il periodo fra la fine di ottobre e l’inizio di novembre 2020, quando i vaccini erano ancora un miraggio e la curva epidemiologica si stava tragicamente impennando. Il Collegiodi garanzia dello Sport aveva di fatto già sparecchiato la tavola dalla gran partedelle incolpazioni,ma nonaveva cancellatolapiù grave: aver schierato in campo Ciro Immobile in Torino-Lazio del primonovembre e inpanchinaDjavan Anderson per Lazio-Juve della settimana successiva.
Un insulto o poco più
Durante il dibattimento, la procura federale aveva chiesto 10 mesi di inibizioneperLotitoe11peridue medici. Il suo capo Giuseppe Chiné avevaspiegato che i 13mesi e 10 giorni (la sua iniziale richiesta nel dibattimento di primo grado) riassumevano tutte le violazioni fuori da una sorta di matematica sanzionatoria. Cioè: se ci fosse statoun solo addebito, ma così grave come quello dei positivi in campo e in panchina, la richiesta sarebbe stata di 10 mesi.LaCorte d’Appelloha invece fatto un altro calcolo: sui sei capi di accusadel deferimentose ne sono salvati solo due,equindi i sette mesi del primo grado e i dodici del secondosonodiventati i due dell’Appello bis. Il rischio è che possano saltare i parametri sanzionatori. L’aver schierato due positivi al Covid vale poco più di una «frase irriguardosa» che il Codice punisce con una sanzione minimadi unmese per i dirigenti, quando non ci sono aggravanti.
Discrezionalità
Ma Lotito o non Lotito c’è un problema di fondo che riguarda la giustizia sportiva e in particolare quella calcistica: l’enorme discrezionalità data ai giudici. Ci sonodei reati sportivi che a seconda della gravità, lacui stimaèinmanoovviamente ai collegi giudicanti, prevedonounarcosanzionatorio che va dall’ammenda alla retrocessione, dal buffetto al finire in fondoal burrone. Ledue riforme della giustizia sportiva del 2013 e del 2018 hanno spinto soprattutto sullanecessità di una vera terzietà di chi giudica. Ma i problemi sono anchealtri, dal ruolodel terzo grado esterno alle federazioni (può intervenire solo per questioni di legittimità o anche sul merito come ha fatto a volte nell’erachestaperconcludersidi Franco Frattini al Collegio di garanzia?) alle disparità sanzionatorie a una tempistica a volte davvero sfuggente in cui si passa da vicende in cui siverificanoaccelerazioni sorprendenti e altre incuisiprocedeal rallentatore. Si può continuare così?
mai cognome fu più appropriato
mettiamolo in gabbia sto scemo qua.