Secondo me sono vautazioni che hanno un fondamento se, alternativamente:
1. Riesci a trattenerli e a puntare a lungo sullo stesso allenatore. Allora "sei a posto per 10 anni", come si suole dire.
2. Riesci a rivenderli facendo più soldi di quello che valgono perché di questi tempi l'età bassa è un valore di per sè, anzi nei discorsi di molti è, secondo me a torto, il primo parametro di valutazione che esce quando si parla di un giocatore.
Senza andare al milan degli anni 80, penso anche a quello di Ancelotti, che ha mantenuto un'ossatura costante per molti anni (centrocampo con Gattuso/Ambrosini/Seedorf/Pirlo/Kaka (Rui Costa), ma anche i vari Inzaghi, Maldini etc). E' per me il modello preferibile, ma devi tener conto delle alzate di cresta dei giocatori e del fatto che se ne porti molti a fine carriera ti trovi in crisi, almeno questo mi è parso sia successo a quel milan.
Ricordo anche che qui Reja aveva invece una delle squadre più anziane del campionato, e non andava bene perché si vedevano meno prospettive di lungo termine ma ci permetteva di perculare il fallito tentativo di 'rivoluzione culturale' dei cani.
Quello che mi sembra emerga dalla gestione attuale è una via di mezzo, per cui abbiamo portato o ci porteremo i vari Mauri, Peruzzi, Brocchi, Lulic, Marchetti, Parolo a fine carriera o quasi (Rocchi, Ledesma, Biglia?), ma non sempre abbiamo abbastanza forza o blasone per frenare i mal di pancia di alcuni tra i giocatori più forti, una volta cresciuti o affermati (Licht, Kolarov, Hernanes, Candreva, Keita).