Festeggiamenti

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Offline Achab77

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Re:Festeggiamenti
« Risposta #540 il: 12 Mag 2023, 13:27 »
Non so se è già stato detto qualcosa in merito, però due parole sulla questione volevo dirle anche io, per contribuire in maniera costruttiva al dibattito, che reputo molto interessante.
Io non credo che sia necessaria l'aggiunta di "Roma" al nome della squadra o sullo stemma. E' vero che all'estero le squadre sono conosciute con nomi diversi (mi vengono in mente lo Sporting Clube de Portugal, conosciuto però da tutti noi come Sporting Lisbona - e che i tifosi chiamano semplicemente "Sporting"), ma questa mania di dover a tutti i costi essere rappresentativi di una presunta romanità a me non interessa.
A Londra ci sono 20 squadre, nessuna che si chiama London Football Club (che io sappia), e non credo che un dibattito del genere sia mai stato portato avanti. Probabilmente le divisioni dei club sono su base di classe d'appartenenza, estrazione sociale, quartieri di provenienza... La Lazio è la LAZIO, punto. E' la prima squadra di Roma, e si chiama Lazio.
Tuttavia, non nascondo il grande fastidio quando mi chiedono "sei di Roma e tifi Lazio, come fai?", perché è una domanda che trovo veramente stupida. Sono di Roma, ci sono due squadre, tifo una delle due. Qual è il problema? Ecco, su questo bisognerebbe lavorare. Non penso che nelle città europee dove ci sono più di una squadra si fa la domanda "Ah sei di Londra e tifi Leyton Orient, come fai?"
In sostanza, mi sembra una dinamica veramente tutta romana questa qui, che trovo a tratti stucchevole.

Tutto giusto.
Ma ogni città ha le proprie criticità: a Milano e a Torino, per dire, non credo che ci sia dibattito su chi sia la squadra che rappresenta la città a parte il nome. Ognuna cerca di primeggiare sull'altra, e lo fa basandosi sì sulla territorialità (le diverse provenienze, l'estrazione sociale, il legame con il quartiere, etc) ma soprattutto sui risultati della squadra e sulle competizioni in cui gareggiano.
Da noi c'è un problema di campanilismo eccessivo un po' forse per il fatto che Roma è la capitale d'Italia e quindi il romano ambisce a sentirsene rappresentante e rappresentato (e credo fosse il motivo che spinse il duce a pensare alla mega fusione) e soprattutto derivato da un problema numerico. I riommici sono di più e attirano maggiori attenzioni da comunicazione e sponsor che possono giocare con un bacino d'utenza più ampio.
Noi siamo in minoranza e per questo i romatristi si attaccano a qualsiasi cosa pur di ribadire una qualsiasi supremazia (dato che a livello sportivo hanno poco da mostrare, almeno finora), compresa la follia del concetto che la nostra sia una tifoseria "regionale" quando Roma ha una provincia molto vasta che è anche compresa nel comune e, soprattutto, che molti dei loro tifosi vivono fuori Roma e nel Lazio. Il paradosso del tifoso romanista di Velletri che dà del "burino" al tifoso Laziale di Roma, un esempio che può essere applicato alle mille altre storture che la maggioranza becera e appetita dai mangiasoldi dello show business millanta per sentirsi "migliore" o "più importante" anche se (continua ++++++++ con il loro inno).

A me torna sempre in mente una tizia che lavorava nell'orchestra in cui suonavo, che una volta in disparte mi disse "certo, io sono romanista, però ti dico che sarebbe veramente fico tifare per la Lazio".
Perché siamo fuori dagli schemi, orgogliosi delle nostre tradizioni e della nostra storia, impossibile avere anche solo un dubbio se non sei una persona che ha bisogno della massa per sentirsi parte di qualcosa. Almeno per me questa caratteristica è sempre stata dirimente, anche quando ero piccolo e il calcio non aveva tutte le sfumature di oggi.

Noi, felici pochi.
Noi, manipolo di fratelli.

Online GiPoda

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Re:Festeggiamenti
« Risposta #541 il: 12 Mag 2023, 13:50 »
Noi, e loro. Soprattutto.

Non mi piace che ci sia remora nell'usare questa parola. Non lo interpreto come conseguenza di una sorta di rispetto dei padri fondatori (???) ma come una sorta di imposizione che inconsapevolmente abbiamo introitato.
E non mi sta bene, non mi piace.

Mia impressione eh.


Pure mia.
Qui si rischia che per non far vedere di avere “l invidia del pene” poi eccediamo fino all omissione completa.
Per me sticaxxi di quello che dicono anche perché so che quando scappocciano su una cosa che facciamo l istinto mi dice che stiamo facendo la cosa giusta.

Online JSV23

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Re:Festeggiamenti
« Risposta #542 il: 12 Mag 2023, 14:04 »
Noi, e loro. Soprattutto.

Non mi piace che ci sia remora nell'usare questa parola. Non lo interpreto come conseguenza di una sorta di rispetto dei padri fondatori (???) ma come una sorta di imposizione che inconsapevolmente abbiamo introitato.
E non mi sta bene, non mi piace.

Mia impressione eh.
DLM, ma secondo te cosa bisognerebbe fare?
Perché, sarà un limite mio, non ci arrivo.
Come dovremmo usare la parola Roma secondo te?
Re:Festeggiamenti
« Risposta #543 il: 12 Mag 2023, 14:21 »
Perché non credo che nelle altre città europee ci sia una campagna mediatica volta a favorire e far apparire sempre e solo una squadra come la migliore, la più bella, dai tifosi più simpatici, denigrando l'altra o le altre squadre della stessa città. Poi fosse solo limitato a Roma, in televisione puntualmente, anche in trasmisioni che non c'entrano niente con il calcio, arriva la battuta perculatoria contro la Lazio, ormai sdoganata e accettata da tutti. Addirittura nel concertone del primo maggio ce l'hanno dovuta mettere. Certo che poi l'italiano medio ti chiede"ma come fai a tifare Lazio?" Io non credo che in Inghilterra in un talk politico, piuttosto che in un programma di musica o che ne so io, arriva la battutina su Arsenal, Chelsea ecc...

Guarda, su questo concordo. A costo di passare per complottista, però la normalizzazione della perculazione al tifoso laziale dovrebbe essere qualcosa su cui la società dovrebbe impegnarsi, perché è veramente molto fastidioso

Online DajeLazioMia

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Re:Festeggiamenti
« Risposta #544 il: 12 Mag 2023, 14:54 »
DLM, ma secondo te cosa bisognerebbe fare?
Perché, sarà un limite mio, non ci arrivo.
Come dovremmo usare la parola Roma secondo te?
Usarla. Intanto.
Proprio a livello linguistico. Non solo evocarla, utilizzando spesso dei sinonimi o delle perifrasi.

Evitando ad esempio quella sciocchezza che facemmo nel 2019 di non nominare il nome della città ma scrivendo caput mundi. Ma che roba è?

È solo un esempio. Piccoli tasselli di una questione più ampia. IMHO.

Poi, mi dispiace ripetermi, non sono io che posso stabilire i modi, le tempistiche, le dinamiche.
Non sono in grado, ma non lo dico per retorica. È una questione troppo complessa (che però non va neanche liquidata a co jonella. Non dico a te).

Intanto se lo scriviamo sulla maglia per la prima volta, dopo il 1914-X, già è qualcosa.




Online JSV23

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Re:Festeggiamenti
« Risposta #545 il: 12 Mag 2023, 15:04 »
Usarla. Intanto.
Proprio a livello linguistico. Non solo evocarla, utilizzando spesso dei sinonimi o delle perifrasi.

Evitando ad esempio quella sciocchezza che facemmo nel 2019 di non nominare il nome della città ma scrivendo caput mundi. Ma che roba è?

È solo un esempio. Piccoli tasselli di una questione più ampia. IMHO.

Poi, mi dispiace ripetermi, non sono io che posso stabilire i modi, le tempistiche, le dinamiche.
Non sono in grado, ma non lo dico per retorica. È una questione troppo complessa (che però non va neanche liquidata a co jonella. Non dico a te).

Intanto se lo scriviamo sulla maglia per la prima volta, dopo il 1914-X, già è qualcosa.
Ok, ho capito.
Personalmente non ne vedo e sento il bisogno, ma capisco.
Comunque sui social la parola "Roma" viene tranquillamente utilizzata dalla Lazio ad esempio.
Dopo i derby vinti ad esempio("Roma è biancoceleste" ad esempio o "Padroni di Roma").

Io credo che non abusarne sia una scelta, che mi sento di condividere sinceramente.
Siamo la Lazio, chiunque segua il calcio sa da dove proveniamo.
Re:Festeggiamenti
« Risposta #546 il: 12 Mag 2023, 16:29 »
In questa discussione un po' kafkiana ci tengo a dire qualcosa che ho acquisito in tanti anni di (serie) ricerche:
La Lazio non ha mai voluto sottolineare il suo essere un'entità romana. Lo si dava per scontato. Possediamo la carta da lettere, con relativi stemmi, di tutta la storia della Lazio. Dal 1901 a oggi. L'unica e sola volta in cui compare il nome Roma è nello stemma citato da DLM che, però, fu adottato a partire dal 1914 e durò fino al 1915. Gli anni della guerra non vedono stemmi ma solo la scritta S.P. Lazio. Nel 1919 lo stemma è costituito da un articolato ghirigoro che forma SPL. Ma soprattutto la rivista ufficiale, nata nel 1913, non mostra alcuno stemma e si chiama LAZIO e questo titolo essenziale lo terrà fino al termine delle pubblicazioni del 1942. Roma non compare mai. Ripeto, era scontato che la Lazio fosse un'espressione sportivoculturale dell'Urbe.

La questione della fusione del 1927 che ha dato origine al mostro (a proposito, la storiografia ignora che ci fu un altrettanto virulento tentativo di inglobarci già nel 1926, respinto in punta di fioretto giuridico cambiando la denominazione sociale da SPL a SS Lazio) è di una linearità sconcertante. Tutti erano d'accordo con il duce, ce mancherebbe altro, di creare una sola e potente squadra cittadina per contrastare lo strapotere calcistico del nord, ma si instaurò una sottile vicenda di rivalità politica-diplomatica tra Milizia (Foschi) ed Esercito (Vaccaro) che consigliò a Benito di soprassedere. L'essere Ente Morale fu soltanto una pezza d'appoggio ufficiale per dare dignità giuridica al rifiuto della Lazio. In realtà, a parte l'ambizione del violento miliziano Foschi di apparire l'artefice della fusione contrastata astutamente da Vaccaro facendo leva sulla sua effettiva superiorità gerarchica rispetto a quella del picchiatore, noi ne restammo fuori soprattutto perché nella Lazio ancora erano vivi dei forti retaggi liberalsavoiardi insiti nella sua genesi e anche in molti suoi dirigenti (tra cui lo stesso piemontesissimo Vaccaro).  Inoltre l'oggettivo depauperamento sociale costituito dal campo della Rondinella che sarebbe diventato di proprietà della deforme ed empia creatura, determinò una fortissima opposizione in seno al Consiglio biancoceleste.

In definitiva, smettiamola di rincorrere quelli sulla "romanità". Noi siamo romani di nostro. Sarebbe come dover sempre specificare che il Colosseo è a Roma. E' un dato di fatto. Dovremmo andare fieri di questa nostra specificità che ci fa chiamare Lazio (ecco cosa intendevo, Fat, per "elitario". Non isolamento aristocratico connotato da ottusa albagia). Certo, nulla vieta alla società di effettuare iniziative che rimarchino la nostra essenza capitolina, ma senza l'opprimente necessità di dimostrarla giorno per giorno. L'immedesimazione Lazio-Città di Roma sarebbe ben più potente con i successi sportivi e con iniziative di largo respiro di livello internazionale. La Polisportiva l'ha pienamente capito ma le mancano i fondi, il Calcio ha i fondi ma è ottuso, ignorante e miope.

Per chi aveva chiesto il Pantone dei colori della Lazio: N. 297  :)
Ciao!
Leggerti è un piacere, davvero. Posso chiederti se puoi e se sei informato (se non lo sei te, depongo ogni speranza), di spiegare la storia del nome ROMA all'interno dello stemma del 1915?

Offline Quintino

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Re:Festeggiamenti
« Risposta #547 il: 12 Mag 2023, 18:35 »
Se vai qualche pagina indietro ne ab biamo parlato a lungo. In sostanza la Ginnastica Roma, fondata nel 1890 e chiamata comunemente
 "Roma", espressione delle alte sfere del Comune,  fece pressioni affinché  non si creassero  equivoci. La Lazio aderì  alla richiesta. Se qualcuno mostra quello stemma sulla carta da lettere del 1927 trattasi di fondi di magazzino. Infatti nel 1927 la Lazio si chiamava Società Sportiva Lazio mentre sullo stemma in questione figura ancora la vecchia denominazione di Società Podistica  Lazio. Lo stemma ebbe un anno e mezzo di vita, 1914 e parte del 1915.
 

Offline zorba

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Re:Festeggiamenti
« Risposta #548 il: 13 Mag 2023, 20:51 »
Sappiatelo: Alcaraz ha detto Forza Roma. Sarà difficile per me addormentarmi. ;)

https://www.ilmessaggero.it/sport/tennis/internazionali_tennis_alcaraz_scrive_forza_roma_sulla_telecamera-7399846.html?refresh_ce

Ma il campione iberico avrà voluto riferirsi alla città o a quell'altra squadra demmerda?!?

 :=)) :=)) :=))

Offline zorba

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9434
Re:Festeggiamenti
« Risposta #549 il: 15 Mag 2023, 18:30 »

Offline Quintino

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Re:Festeggiamenti
« Risposta #550 il: 15 Mag 2023, 19:38 »
je sta bene. :D

Offline paolo71

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Re:Festeggiamenti
« Risposta #551 il: 15 Mag 2023, 21:06 »
Perché non credo che nelle altre città europee ci sia una campagna mediatica volta a favorire e far apparire sempre e solo una squadra come la migliore, la più bella, dai tifosi più simpatici, denigrando l'altra o le altre squadre della stessa città. Poi fosse solo limitato a Roma, in televisione puntualmente, anche in trasmisioni che non c'entrano niente con il calcio, arriva la battuta perculatoria contro la Lazio, ormai sdoganata e accettata da tutti. Addirittura nel concertone del primo maggio ce l'hanno dovuta mettere. Certo che poi l'italiano medio ti chiede"ma come fai a tifare Lazio?" Io non credo che in Inghilterra in un talk politico, piuttosto che in un programma di musica o che ne so io, arriva la battutina su Arsenal, Chelsea ecc...

Questo è il punto.
Ci hanno provato nel 1927, non riuscendoci.
Col nome Roma e accorpando quelle che aderirono alla fusione si sono moltiplicati poi successivamente.
Hanno occupato sedi politiche, giornali, tv, scranni parlamentari, sedie da regista, il loro incubo è rimasto quello, la Lazio, la prima della città.
Ci provano quindi in tutti i modi a metterci in cattiva luce, nei film, sui media, nei talk show, ai concerti, ma niente, si inventano che i complessati siamo noi, quando è esattamente l'opposto.
Io quando incontro un romanista, non un amico intimo, non accenno mai a parlare di calcio, e che je dovrei dì, no loro la prima cosa che fanno quando aprono bocca è la Lazio, e finisce puntualmente che je chiudo la bocca in 3 secondi.
Come scrivevo pagine addietro, siamo l'unico esempio di città dove la pluralità di 2 squadre di club è vista come un dispregio, a causa della loro perenne frustrazione che hanno della Lazio, che li incattivisce e li rende spregevoli.
Re:Festeggiamenti
« Risposta #552 il: 16 Mag 2023, 08:26 »
Evidentemente si riferiva a quella squadra demmerda...

 :=))

https://www.gazzetta.it/Tennis/ATP/15-05-2023/alcaraz-perde-contro-maroszan-n-135-del-mondo-clamoroso-a-roma.shtml

 8) 8) 8)

 :asrm

sono i Re Mida della merda.
tutto cio' che toccano diventa merda

Offline bluesky

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Re:Festeggiamenti
« Risposta #553 il: 16 Mag 2023, 19:58 »
Fat ti racconto quello che mi dicono i miei bambini, ovvero che la domanda ricorrente da parte dei compagnucci romanisti è: "perchè non ve siete chiamati Roma se abitate a Roma?".
Io ovviamente gli ho tenuto delle lezioni sulla storia della Lazio e della roma e gli ho fatto capire che quell'operazione è stata un abuso e una forzatura, perchè Roma è una cosa talmente grande che poteva e doveva contenere tante realtà sportive, come ad esempio Londra.
E che l'appropriarsi dei colori e dello stemma cittadino è stato null'altro che un abuso.
Ma non scherziamo dai. Non sta in piedi questa cosa. Se quelle realtà sportive che hanno contribuito alla nascita delle merde fossero rimaste e non si fossero unite per volontà del regime fascista la situazione sarebbe più o meno quella odierna. Ci sarebbero comunque 2 squadre massimo che giocano regolarmente nella massima divisone.

Il paragone con Londra non sta assolutamente in piedi.

Per un milione e uno di ragioni. Tanto per cominciare Londra è più grande, ha 8,9 milioni di abitanti contro i 2,8 di Roma, è sede della borsa, capitale economica del paese, centro finanziario del Regno Unito, ex capitale finanziaria dell'UE stessa e uno dei centri di potere ed economici più importanti al Mondo.

Per farla breve Londra concorre al PIL del Regno Unito infinitamente più di Roma, e nel calcio per stare in alto contano i soldi e là ne girano molti più che qua.

Non avremmo mai avuto Alba Roman, Fortitudo, il Roman e la Lazio contemporaneamente in A. Ma quando mai? Roma non è assolutamente Londra, è una meta turistica importante ed è la sede del governo nonché la capitale d'Italia ma loro sono infinitamente più importanti. Dentro e fuori del paese che rappresentano.

Online genesis

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Re:Festeggiamenti
« Risposta #554 il: 26 Mag 2023, 13:51 »
Dopo le diatribe su SMS, mi affaccio su questo interessante topic. Ho letto tante tesi ben formulate ma vorrei aggiungere delle mie considerazioni maturate in 16 anni di lavoro su LazioWiki. Il lavoro che facciamo si basa soltanto sui documenti ufficiali, fonti primarie e tutto ciò che è verificabile. Naturalmente la documentazione è in nostro possesso ed è costata anni di ricerche in archivi, biblioteche, emeroteche, case private ecc.
In base a ciò che abbiamo appurato, abbiamo dedotto che una certa confusione che si è creata sulla genesi della Lazio si deve alla comunque magnifica e lirica opera di Mario Pennacchia “Storia della Lazio”, pubblicata nel 1969. Non si tratta di disistimare il grande maestro, che mi ha onorato della sua prefazione per due miei libri, fu la non oggettività dei fatti narrati dal suo testimone a trarlo in inganno, unita all’estrema fretta con cui, causa il giornaliero stillicidio dell’editore, fu costretto a procedere. Egli basò il racconto delle origini soltanto su ciò che gli venne narrato da un pioniere, notoriamente narcisello, che o per erigersi a unica voce ufficiale o per deficit di memoria su fatti accaditi quasi 70 anni prima, immaginò cose mai avvenute e, pertanto, mai provate. Ed è un peccato, perché quando Mario scrisse il libro non sapeva che erano vispi e arzilli ben due fondatori e un grande numero di pionieri tra cui, in primis, il grande Tito Masini, memoria storica della Lazio del 1900 e lucidissima persona, tanto che fu scelto a interpretare il magnifico e ieratico “cardinale” nel felliniano “8 e mezzo”.
La “fabula” pennacchiesca ha fatto credere ad ogni laziale che la mattina del freddo 9 gennaio 1900, i fondatori posizionati davanti al barcone spogliatoio fluviale del Pippanera, decisero che la società che avrebbero fondato nel pomeriggio si sarebbe chiamata Lazio, avrebbe avuto i colori biancocelesti in onore di quelli della bandiera della Grecia patria delle olimpiadi, avrebbe avuto per simbolo l’aquila e avrebbe adottato il motto sallustiano. Solo la prima asserzione è vera.
-   La Lazio nacque priva di colori. In ogni fotografia la maglia sociale è bianca (v. la celebre foto di Bigiarelli del 1901 mentre gareggia in Belgio). In alcun documento ufficiale e in alcun reperto emerotecario si nominano una sola volta i colori biancocelesti.
-   Le olimpiadi, con la nascita della Lazio, non hanno alcun rapporto. Anche in questo caso ci soccorrono la mancanza di testimonianze scritte e soprattutto il fatto che le olimpiadi del 1900 erano completamente ignorate da chiunque. Il Messaggero, durante lo svolgimento dei giochi parigini, dedica un solo articolo sull’argomento e in esso si parla di giocolieri acrobati, funamboli, donne cannone, zucchero filato e dell’abbondanza di leccornie in vendita. Non c’è un solo risultato sportivo, né, tantomeno i nomi degli atleti partecipanti. Era una kermesse circense-culinaria. Ulteriore prova è costituita dal primo punto: le maglie della Lazio non avevano alcun colore.
-   Fino al 1905 nella carta da lettere sociale non c’è alcuna aquila e nel diploma sociale, in possesso di LazioWiki, consegnato ad un podista vittorioso in una gara del 1902 non appare il fiero volatile. Tanto meno ci sono reperti fotografici con il simbolo aquilino.
-   Il motto sallustiano resta un mistero (ma stiamo indagando). Non si ha notizia di un motto sicuramente fino al 1910-1911. Presumiamo che esso apparve nel primo dopoguerra. Per altro il motto non è affatto un’idea laziale: è il motto di numerose associazioni nordeuropee e dell’università di Cambridge, ad esempio.
Direte, ma quarda ‘sto scemo che ci distrugge il mito! No, calma.
Se è vero che aquila, colori, motto, olimpiadi sono elementi gratificanti e romantici per ogni Laziale, è certamente più appagante qualcosa sotteso alla fondazione.
Fat dice, ragionevolmente, che la Lazio nasce in Prati. Quindi fuori del centro antico di Roma, proiettata quindi verso un quartiere che il Viviani, seguendo la volontà politica dell’allora governo, avrebbe dovuto realizzare come la proiezione verso la modernità di un’espansione già patrimonio di Parigi, Londra, Berlino ecc. Non è così. La Lazio nasce sul Tevere, asse della città storica, flusso psicologico e memento antichissimo. Già negli ultimi due decenni del XIX secolo, il Tevere diviene un elemento di libertà, liberazione, creatività, gioia di vivere. Chi frequenta le sue acque e le sue sponde? Aristocratici non neri, ricchi borghesi insoddisfatti, omosessuali raffinati, artisti visionari, bizzarri scrittori emarginati, studenti squattrinati, strilloni di giornali, edili, macellai, modesti artigiani. Essi, quotidianamente, entrano vestiti nei canneti con i loro abiti diseguali per qualità, ma quando rimangono in mutande sono tutti uguali. Le classi si parificano, non ci sono differenze sociali. Nascono amicizie tra lo strillone e lo scrittore, si organizzano giochi, si canta, si recita, si mangia insieme con il tovagliolo appoggiato sull’acqua. Si scandalizzano i benpensanti affacciati sui ponti (abbiamo tante foto di nostri fondatori con le virtù in bella vista), non ci sono vincoli morali né leggi opprimenti. Si cerca l’elan vital bergsoniano, il ritorno matissiano ad un mondo primordiale incorrotto. Si creano i Rari Nantes, i [...] (quasi tutti protolaziali), la Romana Nuoto, i Bagni Talacchi (erano macellai). E che c’è di più bello del fatto che i nostri fondatori e pionieri siano partecipi di questo mondo impregnato di libertà? Altro che l’aquila e il biancoceleste! Nel 1901 i nostri giovani fiumaroli, ricordiamolo, siamo una società fiumarola, partecipano ai “Ludi al secolo nascente” una manifestazione positivista antioscurantista. Pazzi scatenati che eleggono il primo presidente sociale, Pedercini, perché fu l’unico a saltare con un balzo su un carro pieno di fieno. Tra l’altro Pedercini scoprì da solo l’emissario del lago di Nemi che gli archeologi cercavano da secoli.
Non vi basta sapere che erano dei libertari anticonformisti? Va bene. Nel secondo statuto sociale c’è scritto che la Lazio persegue la cura del corpo tramite attività atletiche varie. Anche gli altri statuti coevi di altre società affermavano la stessa cosa. Ma la Lazio aggiunge qualcosa di eccezionale: la cura del corpo non disgiunta dalla cultura, dalla conoscenza. Chi più moderni i loro? E’ la sintesi della visione dell’uomo greco e poi, in parte, di quello romano. Se volessimo tornare alle olimpiadi antiche si potrebbe dire che sì che è vera la questione dello spirito olimpico delle nostre origini, ma è una posizione quasi spontanea nei comportamenti e non connessa con la stupidaggine dei colori della bandiera ellenica. Quando nel 1903 la Lazio passava una gravissima crisi finanziaria, I Bigiarelli se ne erano andati in Belgio, altri se ne andarono fondando la Virtus, il povero Tito Masini, Dio lo benedica sempre, si mise alla ricerca disperata di un presidente affidabile e prestigioso, si rivolse a Fortunato Ballerini, uomo di sport e segretario della Federazione di Ginnastica. Questi ci pensò un po’ e poi rifiutò. Voleva approfondire. Nel frattempo de Coubertin gli scrisse per proporgli di organizzare le olimpiadi a Roma nel 1908. Ballerini si alleprò e leggendo lo statuto laziale pensò che la Nostra potesse essere un laboratorio di sport e cultura come nel più puro spirito olimpico. Accettò nel 1904 la presidenza e fu lui che scelse il biancoceleste e l’aquila, non ad ali spiegate, come colori e simbolo. Da buon massone, la tomba è stata scoperta da LW un paio d’anni fa ed è decorata con la simbologia massonica, vide nella bellezza del corpo e nella pratica della conoscenza, i pioli essenziali di quella scala che conduce alla purificazione. Con lui la lazio ebbe 16 anni di splendore: i soci arrivarono a diverse migliaia, la sede di via Veneto si popolò di premi Nobel, musicisti, cantanti lirici, pedagoghi, benefattori, archeologi di fama, letterati, poeti, scienziati. Divenne il centro culturale più importante di Roma. Nel frattempo i soci si esibivano nel football, nella scherma, nel nuoto, nel podismo. Si vinceva tanto e si apprezzavano le voci migliori della cultura contemporanea. Ballerini creò la Lazio che conosciamo. Senza di lui non staremmo su questo forum e venerdì non giocheremmo con il Lecce. E guardate che questo spiritaccio non è scomparso. Il portato balleriniano è arrivato fino ad oggi. Cosa persegue la Lazio Generale, perché si è creata la Fondazione Lazio? E il Terzo Pilastro? E la Multisport di cui la Lazio è il vertice in Europa? Retaggi di quei tempi. Ovviamente convitata di pietra la Sezione calcio che non ha capito tante cose.
Alla luce di quanto detto mi posso sentire un po’ più in alto dei cugini? Dei loro ridicoli SPQR. Dei colori del’Imbero. Delle cialtronate eterodirette? Di Ferdinando e dei Texani? Loro non hanno questo pregresso. I loro dirigenti attuali ce lo hanno confessato apertamente che ci invidiano.
Sì, se loro sono un popolo, io proclamo il mio essere elitario.

Varie: Vaccaro non fu un fascista tuttodiunpezzo. Fu un fascista moderato. Quando nel 1945 fi recluso a Coltano, vi rimase poco perché non autore di nefandezze e violenze. Era soprattutto un uomo di sport. Quando nel 1936 si dovevano scegliere gli atleti italiani per le olimpiadi di Berlino, si impose e pretese la partecipazione del ginnasta Egidio Armelloni, comunista dichiarato e che in quanto tale aveva scontato due anni di carcere duro.
Nel 1927 Vaccaro era molto d’accordo nel fare la fusione. Lo riteneva utile. Quello che non accettò fu il nome e i colori proposti (per fortuna).
Il nome <<Lazio>>. Ma come non si sa perché lo abbiamo adottato? Lo dice Ballerini nel discorso di Commiato dopo 16 anni di presidenza, riportato nel giornale ufficiale “Lazio” del 20 febbraio 1922 che recita: ”(Il nome Lazio) come auspicio a conoscere il territorio in tutta la sua ampiezza geografica, panoramica e storica come le glorie del passato richiedono”.
Anche questo documento ce l’ha solo LazioWiki.
Consigli per gli acquisti. Ricordate che indico due testi di LW non per guadagnare. LW con i proventi delle vendite ci paga il server (non abbiamo introiti esterni e ci autofinanziamo con quanto esce dalle nostre tasche) e ciò che avanza va in beneficenza certificata. Li indico perché illuminanti e scientificamente inattaccabili. I vertici della Generale credono a ciò che scriviamo e intendono modificare qualcosa dello statuto. Che i fondatori fossero 15 e non 9 è già passato, ad esempio!
“Società Podistica <<Lazio>>. Ideali sportivi, olimpici, unitari, romani e biancocelesti”. Autore Marco Impiglia, è Laziale statene certi. 520 pagine di documenti inediti e di scritti che spiegano nel dettaglio i primi 26 anni di Lazio. Purtroppo è stato tirato in sole 100 copie firmate e numerate ed è introvabile. Però chissà.
“Lì dove la Lazio nacque. Dal barcone di Luigi Del Bigio alla panchina di piazza della Libertà”. E’ uno dei testi della collana “I libri di LazioWiki” (anche quello di Impiglia lo è). In questo volume, anch’esso denso di materiale inedito, si tratta dei luoghi della Lazio dei Fondatori e dei Pionieri. Il traghetto del leggendario Toto er Bigio e la sua foto inedita, il Pippanera con l’individuazione del gestore, piazza della Libertà, la casina superstite della vecchia stazione ferroviaria, la foto (inedita) della magica panchina e altro.
Scusate la lunghezza ed eventuali errori ortografici. Non ho riletto.

Integro questo bellissimo post per aggiungere altre informazioni.
Quintino non fa il nome della persona che influenzò Pennacchia, quindi non lo farò io, basti dire che cambiò versioni nel corso degli anni, nel dopoguerra scriveva che Bigiarelli era stato spinto alla fondazione della società per dimenticare una delusione amorosa.
La storia della Grecia e delle Olimpiadi compare per la prima volta nel libro di Pennacchia, prima non se ne era mai parlato.
Come testimoniato da Quintino, i colori societari biancocelesti sono assolutamente casuali: se Ancherani (lui e/o altri) avesse scelto stoffe di altri colori probabilmente noi oggi avremmo quei colori sociali.

Per finire cito un'interessante ricerca di LW sulla Massioneria e la nascita della Lazio.

https://www.laziowiki.org/wiki/La_Massoneria_e_la_nascita_della_Lazio
Re:Festeggiamenti
« Risposta #555 il: 26 Mag 2023, 14:00 »
Per fortuna scelsero i colori più belli del mondo.
Una osservazione/curiosità: una delle prime maglie è a quarti.
Immagino che al tempo fossero le madri o le mogli a confezionarle: non erano tropo complicate?
Anche se in realtà le prime squadre inglesi ed il genoa avevano maglie a quarti.
Sarebbe bello per qualche anniversario averne una così.
Ultima: oggi è il 26 maggio: spero che il 28 le vostre foto confluiscano su questo topic per chi non può essere fisicamente presente
Grazie
 

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