C'ho 48 anni.
Mi ritengo piuttosto pacato. Quando non parlo o vivo da tifoso.
Ma se Ousmane Dabo, oggi a pranzo, si siede al tavolo accanto al mio, la voce s'impasta, gli occhi si inumidiscono.
E mi riviene in mente quel 9 maggio del 2009. Quel rigore.
E tiro fuori il biglietto della partita. Che conservo accanto alla foto di mia figlia.
E c'é William Gallas che mi guarda come un extraterrestre, mentre Ouz ride, mentre firma il biglietto, e gli spiega chi sono, e cosa sono i laziali.
E cos'é stato segnare un rigore e vincere una coppa per un popolo intero.
Il mio popolo.
Noi.
Forza Lazio.