Ragazzi non mischiamo il nome di Gabriele su discorsi che riguardano il rispetto per i NOSTRI morti.
Gabbo, per la dinamica e, soprattutto, per la mano che lo ha ucciso è un morto "super partes".
Si può considerare un "eroe" per tutto il mondo ultras o comunque per il mondo che gravita dentro e intorno alle curve.
Se fosse stato ucciso da uno degli juventini incontrati all'autogrill la partecipazione globale non sarebbe stata la stessa.
Per questo motivo i riconoscimenti difettosi valgono come quelli dei monzesi o degli atalantini.
Antonio De Falchi è stato ucciso mentre entrava in uno stadio da un inf.me armato e viene sempre ricordato con rispetto dalla nostra curva che tutto glie poi dì ma non che manca di rispetto ai morti.
Vincenzo è stato ucciso la prima volta dentro lo stadio, tra le braccia della moglie, da un co...one coperto e giustificato da tutto il fantastico popolo.
Avrebbero avuto l'occasione per pentirsi veramente di aver accolto l'artefice di quello scempio ma invece hanno scelto di fare peggio ammazzandolo ogni giorno per 45 anni per dare la dovuta dignità ai loro colori di merda!
Quello fatto, ancora oggi, con Vincenzo non ha eguali nella società civile, quindi vanno escluse le guerre.
Dovrebbero cominciare ora, ogni 28 ottobre, a fare striscioni di scuse, non di saluto, per i prossimi 45 anni e poi se ne potrebbe riparlare. Forse.
Altro che "Vincenzo vive", "Ciao Vincenzo" ma semplicemente "SCUSA" a lui e soprattutto alla sua famiglia.
Troppo facile rispettare Gabbo perchè lo ha ammazzato uno sbirro, non perchè era laziale.