Segnalo questo pezzo (di merda).
Articolo degno di un pulitzer .
Con i miei più vividi complimenti perché finalmente si può leggere una disanima serena e obiettiva....
Lmrtccs....
Serie A/IL PERSONAGGIO
L’ultima di Lotito
ALLUSIONE SU JUVE-INTER: «L'AVETE VISTA TUTTI...». RISCHIA IL DEFERIMENTO
Iniziò con il discusso spalmadebiti della Lazio. Da Calciopoli in poi una sfilza di casi, polemiche, processi e scandali
di Sebastiano Vernazza-MILANO
Un mese fa, in un’intervista a La Repubblica, Claudio Lotito ha detto: «Oggi io sono a un punto dalla Juventus, e solo per Juve- Inter che vabbè, l’avete vista tutti...». Un’allusione che ha allertato la Procura federale. Siamo in una fase preliminare, di analisi. La magistratura calcistica ha acceso un faro. Se il procuratore federale procedesse, Lotito potrebbe rischiare il deferimento per giudizi o rilievi lesivi della reputazione di persone, società e organismi operanti in ambito Coni, Figc, Uefa e Fifa, come da articolo 23 del nuovo codice di giustizia sportiva. A meno che il dirigente non rivelasse qualcosa di specifico su Juve-Inter (2-0) dell’8 marzo: a quel punto verrebbe aperto un fascicolo sulla partita. Certo che è dura immaginare una combine tra Juventus e Inter, due società “nemiche”, protagoniste della rivalità più aspra del calcio italiano. Quante ne ha combinate il romanzesco Lotito.
La rateizzazione
Lotito acquistò la Lazio nel luglio del 2004. La società, reduce dai fasti e dagli eccessi finanziari dell’era di Sergio Cragnotti, era tecnicamente fallita. Il nuovo proprietario la tenne in vita grazie a un accordo con l’Agenzia delle Entrate. Il debito di 140 milioni di euro, interessi inclusi, venne rateizzato su 23 anni grazie a una legge del 2002. Polemiche a non finire su una dilazione temporale così ampia, per quanto non ci fossero paletti normativi in tal senso: anche negli uffici del Fisco qualcuno non era d’accordo. Negli anni, Francesco Storace, presidente della Regione Lazio tra il 2000 e il 2005, eletto nelle fila dell’allora Alleanza Nazionale, rivelò un dettaglio:«Ricordo come Lotito diventò presidente. Quando la Lazio stava fallendo con Cragnotti, venne in Regione per farsi attestare dei crediti che aveva con noi (il Lotito imprenditore, titolare di aziende specializzate nella pulizia di uffici, ndr). Non potevamo negargli nulla e con quel pezzo di carta lui comprò la Lazio. Da allora i rapporti s’interruppero». Storace, tra l’altro, lo aveva pizzicato sulla sincerità del tifo: «Io Claudio me lo ricordo da giovane in tribuna all’Olimpico: esultava ai gol della Roma». Lotito ebbe poi dei guai seri per “aggiotaggio manipolativo e informativo” sulle azioni della Lazio, reato per cui venne condannato in primo grado nel 2009. Nel gennaio 2014, la salvifica prescrizione.
Calciopoli
Quanto a pene e sanzioni, Lotito e la Lazio uscirono con un buffetto sulla guancia da Calciopoli, il grande scandalo del 2006. In sede sportiva, alla fine dei processi e dei ricorsi, quattro mesi di inibizione per il presidente e tre punti di penalizzazione per la squadra, scontati nel campionato 2006- 07. In sede penale, condannato a un anno e tre mesi in primo grado e a un anno e mezzo in appello, Lotito se la cavò per intervenuta prescrizione. Nelle motivazioni, la Corte di Cassazione spiegò però in maniera inequivocabile come il proprietario della Lazio avesse esercitato pressioni sui vertici della Federcalcio per acquisire favori arbitrali. Ecco uno stralcio della sentenza della Corte Suprema del marzo 2015: «..secondo la Corte di merito è stata acquisita in termini di certezza la prova che il Lotito, sia personalmente attraverso i contatti diretti con il Carraro (Franco Carraro, all’epoca presidente della Figc, ndr), sia in viamediata, attraverso contatti con il Mazzini (Innocenzo Mazzini, al tempo vicepresidente della Figc, ndr) ha cercato insistentemente di garantire le sorti della propria squadra facendo intervenire le persone da lui interessate sui designatori arbitrali: tanto è stato ritenuto sufficiente dalla Corte per ribadire la sussistenza della condotta fraudolenta con riferimento al Lotito, indipendentemente dall’effettiva alterazione delle due gare (Chievo Lazio 0-1 e Lazio-Parma 2-0 del febbraio 2005, ndr) da parte degli arbitri designati. E tale affermazione è in linea con il presupposto giuridico dal quale è partita la Corte, costituito dalla idoneità sia oggettiva che soggettiva di tali condotte sollecitatorie ad alterare le due gare in modo fraudolento».
L’“estorsione”
Lotito è un collezionista di deferimenti alla giustizia sportiva. Ne ha ricevuti così tanti che è difficile ricostruirli tutti. Qualche esempio. Nel giugno del 2011 finì davanti al procuratore Palazzi per aver accusato il Coni di “estorsione” in relazione a due milioni di affitto pregresso che la Lazio doveva all’ente per l’uso dello stadio Olimpico: in primo grado si prese due mesi di inibizione, poi pagò quello che doveva. Nell’ottobre dello stesso anno, altra chiamata di Palazzi per le frasi di Lotito dopo Lazio-Juve (0-1) del maggio precedente: «Al tempo di Tangentopoli - aveva dichiarato a caldo - , qualcuno diceva: “Sento un tintinnio di manette”. Qui non si tratta più di verificare se ci sono errori, non errori, qui si tratta di capire come avvengono certi fatti». Alla fine Lotito se la cavò con 15mila euro di multa e il precedente è interessante perché simile a quello di oggi: affermazioni allusive. Nel 2012 la Disciplinare condannò il presidente della Lazio ad altri 15mila euro di ammenda per aver aggredito verbalmente un giornalista a Formello: «Frasi offensive e ingiuriose». In appello la sanzione venne ridotta all’ammonizione con diffida e a mille euro per il club.
Multopoli
Ritorniamo sul penale, notizia recente, di quest’anno: Lotito rischia di finire a processo, assieme ad altre persone, per il cosiddetto caso “Multopoli”. Secondo l’accusa, avrebbe ottenuto la cancellazione di 26mila euro di multe grazie ai favori di tre dirigenti del Comune di Roma. Le auto coinvolte sono intestate a due società di Lotito e la difesa sostiene che le sanzioni siano state annullate per “necessità”, visto che il presidente della Lazio si muove sotto scorta per le minacce degli ultras. Qui siamo nei dintorni del “Vigile”, il film con Alberto Sordi, un classico del cinema italiano: manca soltanto che tra le carte dell’inchiesta spunti una degna erede di Sylva Koscina.
DI CHE COSA PARLIAMO
La «Lotiteide» si arricchisce di un altro capitolo. Il proprietario della Lazio sarà forse chiamato a chiarire il senso di una sua frase su Juve-Inter (2-0) dell’8 marzo. Non sarebbe la prima volta, in quasi 16 anni di calcio Lotito non si è fatto mancare nulla tra scandali, controversie giudiziarie, deferimenti sportivi. In questa pagina riassumiamo le avventure di un dirigente che, non dimentichiamolo, è anche consigliere federale
IL CASO IODICE
Quando ce l’aveva col Carpi in Serie A
di s.v.
«Ho detto ad Abodi: Andrea, dobbiamo cambiare. Se me porti su il Carpi... Una può salì ... Se mi porti squadre che non valgono un c..., noi fra due o tre anni non ci abbiamo più una lira. Perché io quando vado a vendere i diritti televisivi, che abbiamo portato a 1,2 miliardi grazie alla mia bravura, sono riuscito a mettere d’accordo Sky e Mediaset, in dieci anni mai nessuno. Fra tre anni se ci abbiamo Latina, Frosinone.. chi c... li compra i diritti? Non sanno manco che esiste, Frosinone, il Carpi... E questi non se lo pongono il problema!». Il 28 gennaio 2015 Pino Iodice, d.g. dell’Ischia in Serie C, registra una telefonata tra lui e Lotito, poi la gira a Repubblica . L’Abodi citato da Lotito è l’allora presidente della Lega di B. Sia la giustizia sportiva sia quella ordinaria hanno archiviato il caso.
LA CADUTA DI STILE
Quella volta che offese Marotta
di s.v.
Fine di settembre del 2014, assemblea di Lega a Milano. Lotito è su di giri. Prima, davanti ai colleghi, attacca Beppe Marotta, allora a.d. della Juve. Un conto sono i presidenti dei club, gli dice, e un altro i dipendenti. Poi, in sala stampa, va sul personale, con un’offesa di infimo livello: «Il problema con Marotta è che con un occhio gioca a biliardo e con l’altro mette i punti». Una colossale caduta di stile, una frase inqualificabile. La Figc sanzionerà Lotito con una multa da 10mila euro per «comportamento offensivo» e comminerà 10mila euro anche alla Lazio per responsabilità diretta. La federazione però non concederà a Marotta la possibilità di querelare Lotito. Il presidente della Lazio negli anni si è distinto per comportamenti discutibili nelle riunioni in Lega.