I problemi difensivi persistono e il dato dei gol subiti peggiora. I centrocampisti sono esasperati, costretti a correre dietro alle ombre degli avversari. Marcos Antonio si lamenta, sostiene che quella di regista non sia la sua posizione e che vorrebbe più libertà di avanzare. Sarri lo mette fuori squadra e fa giocare solo Cataldi; tra l’ex Shakhtar e Lotito si apre un nuovo caso Pandev. La Lazio si mantiene in lotta per l’Europa League ma mai davvero per la Champions. Proprio in Europa League, a marzo, un sorteggio crudele mette di fronte Roma e Lazio per gli ottavi di finale. Nei centottanta minuti non succede niente, proprio come desiderava Mourinho. Passano i giallorossi nel secondo tempo supplementare della gara di ritorno, con un gol di Gianluca Mancini di testa viziato da una gomitata. La Lazio chiude sesta il campionato. All’ultima giornata di Serie A, ad Empoli, Sarri si dimette, dice di volersi allontanare dai campi per un po’ e di voler seguire con calma il Tour de France:
E niente.... il trauma del 26 maggio è talmente profondo nel loro subconscio che si fanno le seghe a 4 mani a pensare che quanto sopra accada e lo credono veramente.....
Un pò come quando a tredici anni mi consumavo le mani con Bo Derek.