avevo scritto il mio solito post del post. Lo post.
Miracolo a Milano
Ah io mica lo credevo possibile.
E invece...
Abbiamo perso a Milano in tutte le salse. Meritatamente o meno. Le ultime 5 senza segnare. Il Milan si giocava tutto. Invece abbiamo fatto il miracolo.
Intanto, perché abbiamo fatto il possibile per buttare tutto a mare. Tipico della Lazio. Poi, perché dopo il pareggio di Chukwueze prendeva corpo la millesima beffa all’ultimo respiro a Milano. Ne ricordo diverse, forse esagero perché la memoria inganna e si tende sempre a ingigantire la traccia di un ricordo. Da quella che vincemmo senza tirare in porta, con autogol di Maldini, paghiamo pegno al Meazza pure se respiriamo. Invece il rigore a tempo scaduto con tanto di revisione al Var. Commovente. Come una telefonata improvvisa della donna dei tuoi sogni che ti aspetta a casa sua. Come un fiore che nasce in una discarica. Come un raggio di sole che squarcia la tenebra di un nuvolone di quelli da allerta rossa. Vabbè, Isaksen se l’è inventato, Pedro l’ha realizzato col sorriso sulle labbra. Una partita folle, ci siamo mangiati trenta gol, li abbiamo fatti rientrare in partita in dieci. A proposito, espulso Pavlovic. Incredibile, gli arbitri che riprendono a funzionare, come la corrente che torna dopo un black out. Partita monumentale di alcuni dei nostri: Guendouzi, Tavares, Zaccagni, Isaksen, Gila, Rovella, in ordine sparso. Bravi tutti, comunque. Menzione per Provedel che riprende posto tra i pali.
Dalla partita viene fuori che col cavolo che la Lazio è finita. Sempre sul pezzo, cinica come cappuccetto rosso, ma si sapeva. Per vincere certe volte si deve stravincere, ma che godimento. Adesso l’Europa.
Corri, Lazio, corri.