Hai ragione. Ci sono più scrittori che lettori in giro e non sempre siamo consapevoli fino in fondo della limitatezza delle nostre qualità. Possiamo facilmente trovare uno sbocco editoriale, gratis o a pagamento, per mettere in circolo libri che servono, molte volte, soltanto a lustrare la nostra vanità.
In più, da quando (vent'anni) armeggiamo con internet, c'è una sopravvalutazione di quello che si può trarre, in termini di guadagno, dalla produzione di contenuti, che alla fine produce un sovraffollamento insensato. Ci sono più siti, forum, libri, blog e pagine sulla Lazio che laziali.
Ma parliamo sempre delle stesse cose: i fetentoni anni '70, i -9, Lotito sì e Lotito no, e ci dimentichiamo di ricordare gente che anche in piccolo ha fatto la nostra storia, di squadra di medio-alto valore con le sue pagine anche di piccola gloria per aficionados. Chi racconta, poi, i Tommaso Rocchi, gli Stefano Mauri, i Biava, i Dabo, i Delio Rossi, i Ledesma?