cerchiamo di dare una dimensione realistica e fuor di retorica all'annosa questione degli anni 80:
juve, milan, inter, roma, napoli, fiorentina, sampdoria, genoa, torino, bologna, parma e noi.
queste diciamo sono le squadre più titolate in Italia, non credo di scordarmene alcuna, ma in caso correggete pure.
nessuna di queste ha mai passato nella sua vita calcistica un decennio orribile come quello della Lazio.
nessuna. ditemene una. ditemene una che s'è fatta 6 anni di B su 8, che ha rischiato due volte di retrocedere in C, che è scesa dalla A una volta per calcioscommesse e un'altra arrivando ultima in classifica.
nemmeno quelle fallite hanno dovuto tribolare così tanto. è vero che la terza serie l'hanno vista. ma il loro alla fine è stato un cammino costantemente in ascesa e mai durato più di 4 anni (forse il Parma, ma stiamo parlando di 5 max, mo' non me ricordo, toccherebbe rifa' i conti ma non ce la posso fa').
ci sono state retrocessioni, o mancate promozioni, e sicuramente molte, moltissime stagioni deludenti per tutte... ma alla fine arieccoce qui, tutte in serie A.
il Laziale anni '80 non deve certo avere, per quello che mi riguarda, la pretesa di essere migliore solo perché ha vissuto quegli anni. il Laziale anni '80 non può nemmeno lontanamente pensare che se stava mejo quanno che se stava peggio, perché poi alla fin fine quello che conta, per tutti, è la gratificazione in termini sportivi, e la vittoria e la Lazio in quel decennio erano su due binari apparentemente paralleli.
però il Laziale che è uscito da quegli anni sa bene che nessuno o quasi, almeno in Italia, potrebbe riuscire a stare ancora in piedi, a testa alta e schiena dritta (concedete un piccolo afflato retorico pure a me) dopo un decennio del genere.
quello che è stato non è merito o colpa di alcuno di noi, in quanto Laziali: come tifosi in definitiva quello che succede in campo lo subiamo, se ci pensate. senza alcuna possibilità di incidere se non stando vicini alla squadra, supportandola e sperando che questo aiuti psicologicamente i nostri giocatori, e tutto questo è semplicemente il massimo che possiamo fare (nonostante quanto si dica, non ho ancora mai visto alcuna curva scagliare la palla sotto al sette della porta avversaria).
questo, devo dire, che c'è sempre stato, in quegli anni di merda. lo stadio raramente era vuoto, da come mi ricordo io, ed anche le partite ridicole nelle stagioni più tristi, vuote, prive di pathos e deludenti (per quanto mi riguarda 81/82, 84/85, 85/86... ricordi di partite oscene e di stagioni che si sapeva come sarebbero andate a finire già da dicembre), erano partite a cui il Laziale partecipava con istintivo quanto irragionevole ottimismo e con passione, almeno a inizio gara (poi i risultati ci facevano bestemmiare, ma questo avveniva dopo).
io quella sensazione me la porto ancora dentro, vivida e in qualche modo attuale: sono in grado di contestualizzare e ripeto, gli ultimi venti anni sono stati molto gratificanti, per cui non tornerei mai indietro.
la retorica ammuffita non mi appartiene, però non posso neanche negare che nessun altro tifoso in Italia ha passato quello che ha passato continuamente il Laziale per così lungo tempo. da questo non deve nascere altro che consapevolezza e amore per ciò che si è stati, guardando sempre con fiducia al futuro. questo probabilmente non avviene proprio per quello che in molti qui dentro stigmatizzano, e cioè l'indugio nella retorica del decennio, come se questo abbia fatto di noi dei tifosi diversi da tutti gli altri, anche di quelli che poracci manco erano nati.
guardiamo avanti, sia chi c'è stato che chi no. consapevoli che chi c'è stato non è meglio né peggio di tutti gli altri ma semplicemente ha radici che pochi altri in Italia hanno: quelle dell'irragionevole ottimismo. solo e semplicemente questo. che per me, basta e avanza a darmi una ragione di vita (da Laziale).