Dell'eccellente lavoro di Ranx (ammiro la tua costanza) ho estrapolato questi passaggi.
C'è chi trova assurdo il paragone con la Florentia quando i nostri obiettivi dovrebbero essere altri. E perché?
Visto che nel calcio, così come nella vita, contano soltanto gli sghei e solo quelli ti danno la possibilità di essere grandi o rimanere piccoli, con questi bisogna fare i conti e stilare le pagelle. Quando qualche post fa scrissi che le potenzialità della Lazio erano da 6°/7° posto non lo scrissi a caso, ma proprio perché gli introiti nostri sono inferiori a quelli di 5 squadre ed alla pari con un'altra, che è proprio la Florentia.
E' vero che prendiamo qualche soldo in più ma noi, a differenza loro, paghiamo ogni anno la famigerata rata da 6 milioni al fisco (cosa che misteriosamente si dimentica sempre) e quindi quello che rimane è, euro più euro meno, quanto incassa la Florentia e quello deve essere il nostro punto di riferimento, ci piaccia o meno.
Quindi se si esalta la Fiorentina perché momentaneamente sta 9 punti avanti molto correttamente si risponde che negli ultimi 5 anni gli abbiamo fatto regolarmente scopa, e quindi se Della Valle e Pradè sono bravi i nostri bistrattati dirigenti sono dei fenomeni.
Poi come tifosi possiamo sognare di avere come riferimenti il Barcellona o il Bayern Monaco od, in Italia, la Juve ma, a meno che qualche sceicco o magnate russo non bussi alla porta di Formello*, il nostro riferimento sul quale dare voti a Tare e attraverso lui Lotito è una squadra da 6°/7° posto: se si arriva più su sono promossi, se si va sotto questa posizione sono bocciati.
* Delle tante boutade che in questi 11 anni sono state propinate, da ellenici a fax malfunzionanti, ad oggi l'unica offerta concreta per acquisire la Lazio fatta pervenire alla proprietà biancoceleste è stata quella proposta attraverso minacce ed estorsioni da 4 bravi ragazzi, manovrati dal clan dei casalesi.
Scusa ma proprio no.
Prendo il tuo post come esempio ma rispondo a tutta quella linea sotterranea che su Lazionet sta ormai difendendo l'indifendibile.
Prima di tutto a me della Fiorentina non me ne frega un'emerita ceppa. E fa anche ridere il paragone con la Fiorentina dopo che qui sopra per giudicare positivamente il lavoro di Lotito si è passati anche a fare paragoni, a livello tecnico, con le strisciate e con le merde (che fortunatamente per ora si sono sempre attaccate al cazz.o). La Fiorentina è proprio un altro mondo, non esiste che io devo fare il paragone con la fiorentina. Non fosse altro che a Firenze c'è una squadra sola.
Troppo comodo.
Tra un po' faremo il paragone con il Chievo, cioè scegliamo il modello più conveniente.
Ma il concetto profondamente sbagliato, secondo me, che tu, Ranxerox e gli altri portate avanti è questo continuo riferimento agli introiti da 6/7 posto e potenzialità da 6/7 (che poi magari arrivarci quest'anno visto il capolavoro in atto, ma vabbè).
La domanda è facile facile. Per quale motivo noi dovremmo essere blindati dentro questo orizzonte di potenzialità? Un presidente non dovrebbe lavorare per accrescere questo potenziale? Forse il grande Lotito del bilancio a cui molti laziali si appellano perché sono un po' cagasotto non è poi così grande se in pratica si limita ad amministrare dei soldi che incassa per il semplice motivo di chiamarsi Lazio?
Cosa ha fatto Lotito per uscire fuori da questi vincoli maledetti in 11 anni? Cosa? Ha creato sinergie? ha movimentato, venduto, comprato? Di quanto siamo cresciuti? Di 1000 euro l'anno?
No, ormai la Lazio è blindata insieme alle sue potenzialità da 6/7 posto e uno dovrebbe anche essere contento. Ah sì, poi c'è il discorso che siccome in 115 anni di storia noi siamo stati in difficoltà, siamo stati una squadra da bigiotteria, allora adesso quello che abbiamo dovremmo considerarlo oro sebbene sempre di bigiotteria si tratti?
Eh, ma il laziale è nato per soffrire. Ma sti cazzi, permettimi eh.
Gli altri vanno alla festa con la collana d'oro, noi con la catenina di cuoio e il furgone della Wolkswagen da hippie.
Non lo trovo un modo di ragionare vincente. Anzi è proprio da mediocri e perdenti. Ad alcuni laziali Lotito è entrato nella testa talmente tanto che ormai accettano questo status quo e pretendono pure che il popolo laziale avvolga la squadra in un caloroso abbraccio di 80.000 persone.
E chi non va allo stadio si prende pure le colpe per le sconfitte di una squadra costruita senza capo né coda.
Si pretende, in pratica, che si accetti questa blindatura. E invece no. C'è che non lo accetta, la stragrande maggioranza non lo accetta.
Come se non bastasse, all'interno di questo recinto di filo spinato collegato a una batteria da 2000 volt, Lotito ha anche contribuito ad annientare l'ambiente. Paradossalmente, pur facendosi bastare la potenzialità da 6/7 posto, non ci sarebbe un ambiente unito per difendersi da una posizione subalterna ormai certificata. Si vorrebbe in teoria che il laziale continuasse a mandar giù rospi e allo stesso tempo continuasse ciecamente a seguire la squadra con un entusiasmo da convulsioni fregandosene di Lotito, in nome di una lazialità che lo stesso Lotito ha contribuito a svilire.
Poi ci sono i laziali che si lamentano che i giornalisti non parlano mai di noi. E perché dovrebbero? Trovatemi un aggancio per parlare di Lazio. Uno. Immaginate di dover fare un giornale o una trasmissione sportiva e convincetemi a dedicare alla Lazio un servizio o un articolo. Raccontate una storia. Una squadra fissa sul 6/7 posto che diamine di storia volete che susciti?
Della Lazio si parla solo per gli scandali, per le intercettazioni di Lotito, per qualche cessione eccellente ogni tanto. Punto. Mercato zero. I giocatori forti che abbiamo non parlano. La comunicazione è affidata a un trio che fa ridere le redazioni di tutta Italia: un presidente grottesco che si esprime in latino in pubblico e in privato sembra un lavapiatti della Magliana; un Ds antipatico come il peccato che parla italiano a stento; un addetto alle comunicazioni dal pedigree confinato al racconto della vita da pub negli anni '90 che si parla addosso dentro la radio ufficiale che non se la incula di pezza nessuno. Quante volte quello che dicono sti tre alla radio viene riportato dai giornali?
Siamo blindati, ghettizzati e subalterni. Però dobbiamo essere contenti perché abbiamo le potenzialità da 6/7 posto, però se arriviamo ottavi siamo in linea, se invece arriviamo quinti ammazza che bravi Lotito e Tare.
Abbiamo passato l'estate a contare i passaggi di piatto rasoterra di Morrison contro i boscaioli. A cercare col lanternino una scintilla di logica nell'arrivo di Patric.
Però tutti quelli che non vanno allo stadio, che insultano, che sono 11 anni che masticano amaro sono tutti scemi.
La linea da seguire è quella del laziale morto vivente, che mentre il mondo corre a velocità supersonica, lui fa gruppo. Un'orda di zombie affacciati alle vetrine del supermercato.
Poi basta con questo esempio dei casalesi. E' successo dieci anni fa. Svegliamose che la guerra è finita.
Dal funerale al coma irreversibile, dal coma reversibile ai piedi di Bikila, i tre parametri e i discorsi da duce 'mbriaco a Piazza San Silvestro.
Quando andavamo in 80.000 allo stadio in serie B è perché in cuor nostro sapevamo che la situazione che stavamo vivendo era provvisoria. Forse eravamo incoscienti ed erano comunque altri tempi. Io ne sono consapevole, Lotito e i lotitesi no.
Ora invece abbiamo capito che questa situazione non è provvisoria, che se una divinità a caso non si mette una mano sulla coscienza, noi staremo così per altri dieci anni, e tra un po' faremo la fine dei pellerossa del sud Dakota, a vendere i braccialetti e i flauti sulle bancarelle dei mercati natalizi.