Condivido anche le virgole del post di Nanni.
Premetto che sono della LAZIO dall’anno prima dello scudetto del 74, avevo cinque anni. Sempre orgoglioso dei colori, della maglia dello stile, la LAZIO ce l’avevo e ce l’ho dentro, nel cuore e nell’anima, e nei momenti di sofferenza (e ce n’erano tanti) mi esaltavo ed ero fiero della mia fede calcistica. Però do alle cose della vita il giusto valore, e capisco anche che pur sempre di uno sport si tratta, quindi di una dimensione importante tra le cose più futili.
Ebbene anche io sono stato un lettore di repubblica per oltre venticinque anni. A volte non condividevo alcune tesi giacobine ma ne apprezzavo le penne e le battaglie, leggevo con piacere i reportage dell’America di Zucconi, gli approfondimenti della politica, sia italiana che estera e tanto altro.
La maturità mi ha portato a vedere il mondo con maggiori sfumature e ad apprezzare anche i colori tenui e non solo quelli più accesi, così accadde che le pseudo battaglie del giornale di De Benedetti perdevano ai miei occhi la maggior parte del loro valore culturale.
Il vero spartiacque della considerazione nei confronti di questo giornale è stato però lo scudetto degli innominabili nel 2001, con apertura a titoli cubitali e pagine su pagine che manco una vittoria del mondiale avrebbe giustificato 8con lo scudetto della LAZIO l’anno prima che aveva visto una normale e giusta considerazione). Per la prima volta scrivo al giornale lamentando la cosa anche a fronte di notizie importante che in quei giorni non mancavano ma che erano passate in secondo piano di fronte allo sculetto; naturalmente non ricevetti risposta. Nel prosieguo un sempre maggiore distacco dall’acquisto sino alla definitiva rinuncia l’anno successivo. Il caso Mauri e tutto il resto hanno confermato la bontà della mia scelta.
Per l’informazione e gli approfondimenti ora utilizzo internet e mi faccio la mia idea consultando varie fonti. Fino a ieri anche republica.it. che da oggi ho cancellato dai preferiti (nei quali ho inserito quasi tutte le testate italiane) e che personalmente non consulterò mai più perché a tutto c’è un limite. Le aggressioni premeditate non mi sono mai piaciute, e quella nei confronti Lotito lo è. Stando così le cose registriamo tutte le telefonate e poi pubblichiamo tutto, tanto che ci frega. Ma questo non può accadere in uno stato di diritto; già ma l’Italia non lo è mai stato e mai lo sarà (il nostro è il paese in cui un personaggio come Malagò è diventato presidente del Coni …).
Mi scuso per essermi dilungato.