Jaiteh, una bella storia

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Jaiteh, una bella storia
« il: 02 Apr 2015, 19:30 »
from LLSN

Un paio di giacchetti al posto dei pali. Un pallone. E una valigia piena di sogni. Il calcio è uno dei pochi linguaggi universali capace di abbattere le barriere razziali e culturali. D'altronde tutti noi siamo cresciuti rincorrendo la magica sfera in un prato verde. Toglieteci tutto, ma non il soccer. Uno sport che regala emozioni, ma anche storie, romanzi pieni d'incanto. Non è una prerogativa del cinema, degli scarpini magici di Jimmy Grimble o del rigore decisivo parato da Sylvester "Cap. Hatch" Stallone in 'Fuga per la vittoria'.  Un paio di giacchetti e un pallone è il kit di base, finché il destino non bussa alla tua porta. Bakary Jaiteh giocava spensieratamente con i suoi amici, in uno dei tanti spazi verdi della nostra città. In una partitella come tante, il destino - nelle vesti di uno scout della Lazio - resta affascinato dal suo talento e decide di concedergli una chance: "Un osservatore mi ha visto in una partitella con alcuni amici, in un parco" - racconta emozionato Bakary Jaiteh in esclusiva ai microfoni di Lalaziosiamonoi.it. La Lazio l'ha convocato per un provino, il ragazzo si sta allenando con gli Allievi Nazionali al Gentili. E' un classe '99 del Gambia, un mediano molto dotato dal punto di vista fisico e atletico, struttura longilinea da potenziare, in possesso di una buona tecnica di base: "Alcuni dicono che assomiglio a Yaya Tourè, altri a Paul Pogba (ride, ndr). Sono i due giocatori ai quali mi ispiro, sono un centrocampista che ama proporsi in fase offensiva e fare gol". Il ragazzo è in attesa della carta d'identità (propedeutica alla richiesta del passaporto), poi sarà pronto a firmare un contratto con la Lazio. Nonostante l'età giovanissima, le qualità tecniche e le doti atletiche potrebbero condurlo presto alla Primavera di Simone Inzaghi.



UN BARCONE PIENO DI SOGNI - La storia di Bakary, sino a quel provino inatteso al parco, è comune a tantissimi ragazzi africani. E' sbarcato nel giugno del 2013 in Italia, dopo una lunga traversata via mare su un barcone che di umano non ha proprio nulla. E' un rifugiato politico del Gambia, la sua famiglia ha avuto delle discordie con il governo di Yahya Jammeh, che ha assunto il potere nel 1994 con un golpe, salvo esser stato eletto nel 1996 a seguito di una contestata elezione a suffragio universale. Il Paese, che si era reso indipendente dal governo britannico solo nel 1965 (ma che ha abbandonato il Commonwealth un anno e mezzo fa, ndr), è diviso tra i sostenitori del governo e il gruppo che si oppone alla presenza ingombrante di Jammeh e alle sue politiche restrittive caratterizzate da forti ingerenze governative in ogni aspetto della vita del Paese. Queste manifestazioni di opposizione spesso vengono represse con violenze ed arresti e spesso i dissidenti sono costretti a fuggire. Bakary è stato accolto in una casa famiglia a Roma: "Sono arrivato su un barcone perché nel mio Paese abbiamo avuto dei problemi, con il governo. Sono entrato in Italia a piedi nudi, senza neanche le scarpe. Poi sono andato in una casa famiglia - aggiunge il ragazzo - sono arrivato qui, non è semplice vivere in queste condizioni". Impossibile ignorare il parallelo con la storia di Joseph Minala, abbandonato alla stazione Termini da colui che gli aveva promesso un provino ed accolto anche lui in una casa famiglia. La storia del camerunense è oramai nota, chissà che Bakary  non possa seguire le sue orme.

SALVATI DAL MARE - Il ragazzo viene notato dalla Lazio, come detto, quasi per caso. Ed è cosi che il connazionale Lamin Bittaye lo segnala al suo agente Riccardo Badia, che definisce l'accordo con il club della Capitale dopo aver tentato un provino con l'Avezzano, in Eccellenza. Ma chi è Lamin Bittaye? Il suo nome è uscito alla ribalta lo scorso anno, quando questo ragazzo che aveva stregato l'Avezzano a suon di gol, raccontò la sua incredibile storia. Sopravvissuto per miracolo ad una lunga traversata su un barcone con 143 uomini, non adatto a portare tutti. Morirono in 3, Lamin fu salvato dall'annegamento grazie all'intervento tempestivo della Marina. E di lì a poco ritrovò il sorriso su un campo di calcio. Ironia della sorte, Lamin e Bakary giocavano insieme in Gambia ed è stato proprio lui a segnalare il talentuoso connazionale, nonchè grande amico, al suo agente. "Giocava nel mio stesso club - racconta Lamin - Bakary è un bravo ragazzo, è forte con e senza la palla, secondo me è uno che può fare carriera perché ha una gran potenziale". Sì perchè Bakary Jaiteh, in Gambia, era una sorta di stella. Prima dello sbarco in Italia fu convocato anche dalla rappresentativa Under 21, ma l'avventura poi non ha avuto seguito poichè non ha una squadra e non può essere più chiamato dalla sua Nazionale.

UN DESTINO BIANCOCELESTE - Ora c'è la Lazio, la fine di un incubo, l'inizio di una nuova vita: "Sono contento per questa avventura, è un sogno che si avvera. Seguivo la Lazio già nel mio Paese, da noi è considerata una delle squadre più forti d'Europa. Ha tanti campioni, quest'anno sta facendo molto bene". Il futuro di Bakary ora è nelle sue mani, non c'è governo che tenga. Il ragazzo oggi si sta inserendo in questa nuova realtà, dalle dimensioni quasi oniriche, ma le idee sono già ben chiare: "Mi piacerebbe diventare uno dei giocatori migliori al mondo e vincere tanti trofei con la Lazio". L'entusiasmo è alle stelle, ma il tragitto da percorrere è lunghissimo. Non c'è fretta, Bakary è sopravvissuto a viaggi ben più tortuosi. D'altronde, come si suol dire, sogni e pensieri non hanno limiti. Se non quei due giacchetti, che formano pali e speranze.


Offline ian

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Offline ian

Re:Jaiteh, una bella storia
« Risposta #1 il: 02 Apr 2015, 19:33 »
 :ssl

Offline Air

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Re:Jaiteh, una bella storia
« Risposta #2 il: 02 Apr 2015, 20:39 »
Devo dire che questa Lazio porta con se valori forti, veri e lo ha già dimostrato in vari modi e occasioni.

Ottimo lavoro. Un'altra bellissima storia nella nostra Storia.

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Re:Jaiteh, una bella storia
« Risposta #3 il: 02 Apr 2015, 20:47 »
from LLSN

Un paio di giacchetti al posto dei pali. Un pallone. E una valigia piena di sogni. Il calcio è uno dei pochi linguaggi universali capace di abbattere le barriere razziali e culturali. D'altronde tutti noi siamo cresciuti rincorrendo la magica sfera in un prato verde. Toglieteci tutto, ma non il soccer. Uno sport che regala emozioni, ma anche storie, romanzi pieni d'incanto. Non è una prerogativa del cinema, degli scarpini magici di Jimmy Grimble o del rigore decisivo parato da Sylvester "Cap. Hatch" Stallone in 'Fuga per la vittoria'.  Un paio di giacchetti e un pallone è il kit di base, finché il destino non bussa alla tua porta. Bakary Jaiteh giocava spensieratamente con i suoi amici, in uno dei tanti spazi verdi della nostra città. In una partitella come tante, il destino - nelle vesti di uno scout della Lazio - resta affascinato dal suo talento e decide di concedergli una chance: "Un osservatore mi ha visto in una partitella con alcuni amici, in un parco" - racconta emozionato Bakary Jaiteh in esclusiva ai microfoni di Lalaziosiamonoi.it. La Lazio l'ha convocato per un provino, il ragazzo si sta allenando con gli Allievi Nazionali al Gentili. E' un classe '99 del Gambia, un mediano molto dotato dal punto di vista fisico e atletico, struttura longilinea da potenziare, in possesso di una buona tecnica di base: "Alcuni dicono che assomiglio a Yaya Tourè, altri a Paul Pogba (ride, ndr). Sono i due giocatori ai quali mi ispiro, sono un centrocampista che ama proporsi in fase offensiva e fare gol". Il ragazzo è in attesa della carta d'identità (propedeutica alla richiesta del passaporto), poi sarà pronto a firmare un contratto con la Lazio. Nonostante l'età giovanissima, le qualità tecniche e le doti atletiche potrebbero condurlo presto alla Primavera di Simone Inzaghi.



UN BARCONE PIENO DI SOGNI - La storia di Bakary, sino a quel provino inatteso al parco, è comune a tantissimi ragazzi africani. E' sbarcato nel giugno del 2013 in Italia, dopo una lunga traversata via mare su un barcone che di umano non ha proprio nulla. E' un rifugiato politico del Gambia, la sua famiglia ha avuto delle discordie con il governo di Yahya Jammeh, che ha assunto il potere nel 1994 con un golpe, salvo esser stato eletto nel 1996 a seguito di una contestata elezione a suffragio universale. Il Paese, che si era reso indipendente dal governo britannico solo nel 1965 (ma che ha abbandonato il Commonwealth un anno e mezzo fa, ndr), è diviso tra i sostenitori del governo e il gruppo che si oppone alla presenza ingombrante di Jammeh e alle sue politiche restrittive caratterizzate da forti ingerenze governative in ogni aspetto della vita del Paese. Queste manifestazioni di opposizione spesso vengono represse con violenze ed arresti e spesso i dissidenti sono costretti a fuggire. Bakary è stato accolto in una casa famiglia a Roma: "Sono arrivato su un barcone perché nel mio Paese abbiamo avuto dei problemi, con il governo. Sono entrato in Italia a piedi nudi, senza neanche le scarpe. Poi sono andato in una casa famiglia - aggiunge il ragazzo - sono arrivato qui, non è semplice vivere in queste condizioni". Impossibile ignorare il parallelo con la storia di Joseph Minala, abbandonato alla stazione Termini da colui che gli aveva promesso un provino ed accolto anche lui in una casa famiglia. La storia del camerunense è oramai nota, chissà che Bakary  non possa seguire le sue orme.

SALVATI DAL MARE - Il ragazzo viene notato dalla Lazio, come detto, quasi per caso. Ed è cosi che il connazionale Lamin Bittaye lo segnala al suo agente Riccardo Badia, che definisce l'accordo con il club della Capitale dopo aver tentato un provino con l'Avezzano, in Eccellenza. Ma chi è Lamin Bittaye? Il suo nome è uscito alla ribalta lo scorso anno, quando questo ragazzo che aveva stregato l'Avezzano a suon di gol, raccontò la sua incredibile storia. Sopravvissuto per miracolo ad una lunga traversata su un barcone con 143 uomini, non adatto a portare tutti. Morirono in 3, Lamin fu salvato dall'annegamento grazie all'intervento tempestivo della Marina. E di lì a poco ritrovò il sorriso su un campo di calcio. Ironia della sorte, Lamin e Bakary giocavano insieme in Gambia ed è stato proprio lui a segnalare il talentuoso connazionale, nonchè grande amico, al suo agente. "Giocava nel mio stesso club - racconta Lamin - Bakary è un bravo ragazzo, è forte con e senza la palla, secondo me è uno che può fare carriera perché ha una gran potenziale". Sì perchè Bakary Jaiteh, in Gambia, era una sorta di stella. Prima dello sbarco in Italia fu convocato anche dalla rappresentativa Under 21, ma l'avventura poi non ha avuto seguito poichè non ha una squadra e non può essere più chiamato dalla sua Nazionale.

UN DESTINO BIANCOCELESTE - Ora c'è la Lazio, la fine di un incubo, l'inizio di una nuova vita: "Sono contento per questa avventura, è un sogno che si avvera. Seguivo la Lazio già nel mio Paese, da noi è considerata una delle squadre più forti d'Europa. Ha tanti campioni, quest'anno sta facendo molto bene". Il futuro di Bakary ora è nelle sue mani, non c'è governo che tenga. Il ragazzo oggi si sta inserendo in questa nuova realtà, dalle dimensioni quasi oniriche, ma le idee sono già ben chiare: "Mi piacerebbe diventare uno dei giocatori migliori al mondo e vincere tanti trofei con la Lazio". L'entusiasmo è alle stelle, ma il tragitto da percorrere è lunghissimo. Non c'è fretta, Bakary è sopravvissuto a viaggi ben più tortuosi. D'altronde, come si suol dire, sogni e pensieri non hanno limiti. Se non quei due giacchetti, che formano pali e speranze.


Quindi andrà a far parte della Primavera il prossimo anno?? Ma è un '97 o un '99????Possibile che in Africa la carta d'identità è solo un optional?????

 :) :) :) :)

Offline Daniela

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26050
Re:Jaiteh, una bella storia
« Risposta #4 il: 02 Apr 2015, 22:43 »
DAJE  :ssl :since
Re:Jaiteh, una bella storia
« Risposta #5 il: 02 Apr 2015, 23:04 »
Mi sono uscite due lacrime d'amore.   
Re:Jaiteh, una bella storia
« Risposta #6 il: 02 Apr 2015, 23:54 »
Che bella storia

Offline vagabond

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9396
Re:Jaiteh, una bella storia
« Risposta #7 il: 03 Apr 2015, 10:32 »
ecco le iene facessero un servizio su questi ragazzi, non su altri.

Brava Lazio e daje Jaiteh!

Offline Berserkr

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1736
Re:Jaiteh, una bella storia
« Risposta #8 il: 03 Apr 2015, 11:16 »
Che bella storia, mai che vengono in copertina, meglio parlare delle minchiate.....

Offline cry

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3929
Re:Jaiteh, una bella storia
« Risposta #9 il: 03 Apr 2015, 13:10 »
Che bella storia, mai che vengono in copertina, meglio parlare delle minchiate.....
 

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