L'inizio dell'età dell'oro

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Offline bak

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20168
L'inizio dell'età dell'oro
« il: 29 Mag 2020, 12:53 »
Un mio scritto sulla Lazio 71-72 pubblicato sul sito Solo la Lazio di Giulio Cardone.

I bidoni di Terni. Il ricordo di una stagione che pose le basi per il primo scudetto della Lazio

Dal racconto di un nostro amico, il ricordo di un episodio in una stagione che pose le basi per il primo scudetto della Lazio.

di Giovanni Calviello
Con grande piacere torno a scrivere di Lazio, a prescindere dalle decisioni che verranno prese dagli organi competenti sulla ripresa o meno e in che termini di questa stagione. Parlo dalla stagione 71-72, quella che creò i prodromi di una squadra che poi arrivò a conquistare lo scudetto e, prima, a sfiorarne un altro.
Il primo capolavoro del tandem Lenzini – Sbardella risale alla fine della disgraziata stagione 70-71, che ci regalò l’ennesimo anno di purgatorio. A costo di schierarsi contro tutta la tifoseria, all’epoca dalla parte di El Toto Lorenzo, i due chiamarono a Roma dal Foggia Tommaso Maestrelli. Una figura bonaria, che sarebbe rimasta nell’immaginario collettivo del tifo laziale fino ad oggi.

Per inciso, J.C.Lorenzo non fece solo danni alla Lazio. Pescò dall’Inter Napoli la spina dorsale di quella che sarà la Lazio scudetto: Wilson e Chinaglia. In campo internazionale vinse due Libertadores e una Intercontinentale con il Boca Juniors. Il legame con Long John lo riportò a Roma nel 1984/85. Ma qui è meglio stendere un velo pietosissimo.

Maesterlli fece riconquistare la massima serie alla Lazio dopo un anno di purgatorio, giungendo di un punto dietro la Ternana di Viciani. Era un rivoluzionario zonista ante litteram, con il suo gioco corto. Riportò anche un buon numero di spettatori allo stadio (tremila solo a Bari nella domenica della promozione). Tuttavia gli inizi non furono solo rose e fiori, con una doppia sconfitta esterna a Terni e Cesena.

I bidoni di Terni
Il momento buono per scatenare la prima contestazione capita venerdì 1 ottobre 1971. Proprio quando la squadra preannuncia uno sciopero per la trasferta di Terni, rifiutandosi di scendere in campo se non fossero pagate le spettanze e i premi partita.

Il direttore generale Antonio Sbardella preannunciò denunce alla Lega e sanzioni severe, assumendo un atteggiamento intransigente. A lui però si contrappose un più accondiscendente Umberto Lenzini, che la domenica mattina arrivò a Sangemini per saldare le spettanze dovute, creando un dissidio con il dirigente. Nello spogliatoio nel frattempo, il neo capitano Giuseppe “Pino” Wilson arrivò addirittura a riconsegnare la fascia a Tommaso Maestrelli dichiarandosi “non idoneo”. Ma l’allenatore reagì con fermezza bloccando il gesto sul nascere.

Intanto sabato 2 ottobre vengono esposti 14 bidoni della spazzatura, numerati da uno a tredici, più uno con la scritta “mister”, fuori dal campo di allenamento dove sarebbe dovuta scendere la Lazio, che invece rimase chiusa in albergo a causa dell’ammutinamento dei giocatori. Dapprima si pensa ad un gesto ironico dei tifosi locali. Poi si scopre che i bidoni venivano da Roma. Il fatto comunque finì su tutti i giornali, scatenando l’ironia dei tifosi.

Rileggere adesso a posteriori il tutto fa semplicemente sorridere. Credo che all’epoca il Sor Umberto e Sbardella abbiano sudato freddo. Fortunatamente il timone restò nelle mani di papà Tommaso, ma questo è un capitolo arciconosciuto.

Nella sessione estiva di mercato del 1972 fu fatta una operazione di mercato dolorosa ma necessaria, la cessione di quel fenomeno che rispondeva al nome di Peppiniello Massa all’Inter per 300 milioni, più Frustalupi. Con quei soldi si portarono a Tor di Quinto Felice Pulici da Novara, Re Cecconi, il mio beniamino d’infanzia e tuttora nell’Olimpo dei miei biancocelesti preferiti pescato a Foggia, e Renzo Garlaschelli, proveniente dal Como.

Molti si chiederanno perché parto da una stagione di B per parlare di Lazio. Perché presi piena consapevolezza che quella era la mia congiunta per sempre. Ed io gli ho donato il cuore, perché di Lazio ci si ammala, inguaribilmente.


Re:L'inizio dell'età dell'oro
« Risposta #1 il: 29 Mag 2020, 13:56 »
Un mio scritto sulla Lazio 71-72 pubblicato sul sito Solo la Lazio di Giulio Cardone.

I bidoni di Terni. Il ricordo di una stagione che pose le basi per il primo scudetto della Lazio

Dal racconto di un nostro amico, il ricordo di un episodio in una stagione che pose le basi per il primo scudetto della Lazio.

di Giovanni Calviello
Con grande piacere torno a scrivere di Lazio, a prescindere dalle decisioni che verranno prese dagli organi competenti sulla ripresa o meno e in che termini di questa stagione. Parlo dalla stagione 71-72, quella che creò i prodromi di una squadra che poi arrivò a conquistare lo scudetto e, prima, a sfiorarne un altro.
Il primo capolavoro del tandem Lenzini – Sbardella risale alla fine della disgraziata stagione 70-71, che ci regalò l’ennesimo anno di purgatorio. A costo di schierarsi contro tutta la tifoseria, all’epoca dalla parte di El Toto Lorenzo, i due chiamarono a Roma dal Foggia Tommaso Maestrelli. Una figura bonaria, che sarebbe rimasta nell’immaginario collettivo del tifo laziale fino ad oggi.

Per inciso, J.C.Lorenzo non fece solo danni alla Lazio. Pescò dall’Inter Napoli la spina dorsale di quella che sarà la Lazio scudetto: Wilson e Chinaglia. In campo internazionale vinse due Libertadores e una Intercontinentale con il Boca Juniors. Il legame con Long John lo riportò a Roma nel 1984/85. Ma qui è meglio stendere un velo pietosissimo.

Maesterlli fece riconquistare la massima serie alla Lazio dopo un anno di purgatorio, giungendo di un punto dietro la Ternana di Viciani. Era un rivoluzionario zonista ante litteram, con il suo gioco corto. Riportò anche un buon numero di spettatori allo stadio (tremila solo a Bari nella domenica della promozione). Tuttavia gli inizi non furono solo rose e fiori, con una doppia sconfitta esterna a Terni e Cesena.

I bidoni di Terni
Il momento buono per scatenare la prima contestazione capita venerdì 1 ottobre 1971. Proprio quando la squadra preannuncia uno sciopero per la trasferta di Terni, rifiutandosi di scendere in campo se non fossero pagate le spettanze e i premi partita.

Il direttore generale Antonio Sbardella preannunciò denunce alla Lega e sanzioni severe, assumendo un atteggiamento intransigente. A lui però si contrappose un più accondiscendente Umberto Lenzini, che la domenica mattina arrivò a Sangemini per saldare le spettanze dovute, creando un dissidio con il dirigente. Nello spogliatoio nel frattempo, il neo capitano Giuseppe “Pino” Wilson arrivò addirittura a riconsegnare la fascia a Tommaso Maestrelli dichiarandosi “non idoneo”. Ma l’allenatore reagì con fermezza bloccando il gesto sul nascere.

Intanto sabato 2 ottobre vengono esposti 14 bidoni della spazzatura, numerati da uno a tredici, più uno con la scritta “mister”, fuori dal campo di allenamento dove sarebbe dovuta scendere la Lazio, che invece rimase chiusa in albergo a causa dell’ammutinamento dei giocatori. Dapprima si pensa ad un gesto ironico dei tifosi locali. Poi si scopre che i bidoni venivano da Roma. Il fatto comunque finì su tutti i giornali, scatenando l’ironia dei tifosi.

Rileggere adesso a posteriori il tutto fa semplicemente sorridere. Credo che all’epoca il Sor Umberto e Sbardella abbiano sudato freddo. Fortunatamente il timone restò nelle mani di papà Tommaso, ma questo è un capitolo arciconosciuto.

Nella sessione estiva di mercato del 1972 fu fatta una operazione di mercato dolorosa ma necessaria, la cessione di quel fenomeno che rispondeva al nome di Peppiniello Massa all’Inter per 300 milioni, più Frustalupi. Con quei soldi si portarono a Tor di Quinto Felice Pulici da Novara, Re Cecconi, il mio beniamino d’infanzia e tuttora nell’Olimpo dei miei biancocelesti preferiti pescato a Foggia, e Renzo Garlaschelli, proveniente dal Como.

Molti si chiederanno perché parto da una stagione di B per parlare di Lazio. Perché presi piena consapevolezza che quella era la mia congiunta per sempre. Ed io gli ho donato il cuore, perché di Lazio ci si ammala, inguaribilmente.

Co.pli.enti Bak. Bel pezzo. :(
Re:L'inizio dell'età dell'oro
« Risposta #2 il: 29 Mag 2020, 14:00 »
Un mio scritto sulla Lazio 71-72 pubblicato sul sito Solo la Lazio di Giulio Cardone.

I bidoni di Terni. Il ricordo di una stagione che pose le basi per il primo scudetto della Lazio

Dal racconto di un nostro amico, il ricordo di un episodio in una stagione che pose le basi per il primo scudetto della Lazio.

di Giovanni Calviello
Con grande piacere torno a scrivere di Lazio, a prescindere dalle decisioni che verranno prese dagli organi competenti sulla ripresa o meno e in che termini di questa stagione. Parlo dalla stagione 71-72, quella che creò i prodromi di una squadra che poi arrivò a conquistare lo scudetto e, prima, a sfiorarne un altro.
Il primo capolavoro del tandem Lenzini – Sbardella risale alla fine della disgraziata stagione 70-71, che ci regalò l’ennesimo anno di purgatorio. A costo di schierarsi contro tutta la tifoseria, all’epoca dalla parte di El Toto Lorenzo, i due chiamarono a Roma dal Foggia Tommaso Maestrelli. Una figura bonaria, che sarebbe rimasta nell’immaginario collettivo del tifo laziale fino ad oggi.

Per inciso, J.C.Lorenzo non fece solo danni alla Lazio. Pescò dall’Inter Napoli la spina dorsale di quella che sarà la Lazio scudetto: Wilson e Chinaglia. In campo internazionale vinse due Libertadores e una Intercontinentale con il Boca Juniors. Il legame con Long John lo riportò a Roma nel 1984/85. Ma qui è meglio stendere un velo pietosissimo.

Maesterlli fece riconquistare la massima serie alla Lazio dopo un anno di purgatorio, giungendo di un punto dietro la Ternana di Viciani. Era un rivoluzionario zonista ante litteram, con il suo gioco corto. Riportò anche un buon numero di spettatori allo stadio (tremila solo a Bari nella domenica della promozione). Tuttavia gli inizi non furono solo rose e fiori, con una doppia sconfitta esterna a Terni e Cesena.

I bidoni di Terni
Il momento buono per scatenare la prima contestazione capita venerdì 1 ottobre 1971. Proprio quando la squadra preannuncia uno sciopero per la trasferta di Terni, rifiutandosi di scendere in campo se non fossero pagate le spettanze e i premi partita.

Il direttore generale Antonio Sbardella preannunciò denunce alla Lega e sanzioni severe, assumendo un atteggiamento intransigente. A lui però si contrappose un più accondiscendente Umberto Lenzini, che la domenica mattina arrivò a Sangemini per saldare le spettanze dovute, creando un dissidio con il dirigente. Nello spogliatoio nel frattempo, il neo capitano Giuseppe “Pino” Wilson arrivò addirittura a riconsegnare la fascia a Tommaso Maestrelli dichiarandosi “non idoneo”. Ma l’allenatore reagì con fermezza bloccando il gesto sul nascere.

Intanto sabato 2 ottobre vengono esposti 14 bidoni della spazzatura, numerati da uno a tredici, più uno con la scritta “mister”, fuori dal campo di allenamento dove sarebbe dovuta scendere la Lazio, che invece rimase chiusa in albergo a causa dell’ammutinamento dei giocatori. Dapprima si pensa ad un gesto ironico dei tifosi locali. Poi si scopre che i bidoni venivano da Roma. Il fatto comunque finì su tutti i giornali, scatenando l’ironia dei tifosi.

Rileggere adesso a posteriori il tutto fa semplicemente sorridere. Credo che all’epoca il Sor Umberto e Sbardella abbiano sudato freddo. Fortunatamente il timone restò nelle mani di papà Tommaso, ma questo è un capitolo arciconosciuto.

Nella sessione estiva di mercato del 1972 fu fatta una operazione di mercato dolorosa ma necessaria, la cessione di quel fenomeno che rispondeva al nome di Peppiniello Massa all’Inter per 300 milioni, più Frustalupi. Con quei soldi si portarono a Tor di Quinto Felice Pulici da Novara, Re Cecconi, il mio beniamino d’infanzia e tuttora nell’Olimpo dei miei biancocelesti preferiti pescato a Foggia, e Renzo Garlaschelli, proveniente dal Como.

Molti si chiederanno perché parto da una stagione di B per parlare di Lazio. Perché presi piena consapevolezza che quella era la mia congiunta per sempre. Ed io gli ho donato il cuore, perché di Lazio ci si ammala, inguaribilmente.



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Re:L'inizio dell'età dell'oro
« Risposta #3 il: 29 Mag 2020, 14:55 »
 :hail:

Offline adiutrix

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3059
Re:L'inizio dell'età dell'oro
« Risposta #4 il: 29 Mag 2020, 15:02 »
 :since
Re:L'inizio dell'età dell'oro
« Risposta #5 il: 29 Mag 2020, 15:16 »
Nella sessione estiva di mercato del 1972 fu fatta una operazione di mercato dolorosa ma necessaria, la cessione di quel fenomeno che rispondeva al nome di Peppiniello Massa all’Inter per 300 milioni, più Frustalupi. Con quei soldi si portarono a Tor di Quinto Felice Pulici da Novara, Re Cecconi, il mio beniamino d’infanzia e tuttora nell’Olimpo dei miei biancocelesti preferiti pescato a Foggia, e Renzo Garlaschelli, proveniente dal Como.(cit.)

23 anni dopo alcuni "tifosi" bloccarono una operazione simile .

Io nel 72 piansi per l'operazione andata in porto , nel 95 ero incazzato perche' non era andata in porto .

 8)



Offline mapalla

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2111
Re:L'inizio dell'età dell'oro
« Risposta #6 il: 29 Mag 2020, 17:29 »
Nella sessione estiva di mercato del 1972 fu fatta una operazione di mercato dolorosa ma necessaria, la cessione di quel fenomeno che rispondeva al nome di Peppiniello Massa all’Inter per 300 milioni, più Frustalupi. Con quei soldi si portarono a Tor di Quinto Felice Pulici da Novara, Re Cecconi, il mio beniamino d’infanzia e tuttora nell’Olimpo dei miei biancocelesti preferiti pescato a Foggia, e Renzo Garlaschelli, proveniente dal Como.(cit.)

23 anni dopo alcuni "tifosi" bloccarono una operazione simile .

Io nel 72 piansi per l'operazione andata in porto , nel 95 ero incazzato perche' non era andata in porto .

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Non ho pianto, ma quasi; avevo la maglietta della Lazio (naturalmente non esistevano le "replica" di adesso, ma era semplicemente un'imitazione in cotone liscio della maglia celeste, con il colletto girocollo bianco) con il suo numero 7 e fu una grande delusione in quel momento. Mai avrei pensato che sarebbe diventato l'inizio di una nuova era (anche se in quel decennio è durata poco).
Re:L'inizio dell'età dell'oro
« Risposta #7 il: 29 Mag 2020, 20:51 »
Bravo Giovanni!  :since

Offline seagull

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10956
Re:L'inizio dell'età dell'oro
« Risposta #8 il: 29 Mag 2020, 21:13 »
Nella sessione estiva di mercato del 1972 fu fatta una operazione di mercato dolorosa ma necessaria, la cessione di quel fenomeno che rispondeva al nome di Peppiniello Massa all’Inter per 300 milioni, più Frustalupi. Con quei soldi si portarono a Tor di Quinto Felice Pulici da Novara, Re Cecconi, il mio beniamino d’infanzia e tuttora nell’Olimpo dei miei biancocelesti preferiti pescato a Foggia, e Renzo Garlaschelli, proveniente dal Como.(cit.)

23 anni dopo alcuni "tifosi" bloccarono una operazione simile .

Io nel 72 piansi per l'operazione andata in porto , nel 95 ero incazzato perche' non era andata in porto .

 8)

L’addio di Massa provocò anche a me una tristezza e rabbia infinite, soprattutto perché lui è sempre stato l’eroe di una storica rimonta in casa contro il Foggia (solo per VDM).

Il tutto scomparse grazie a quanto raggiunto dalla Lazio di Lenzini e Maestrelli di li a poco.

PS: bei ricordi, BAK  :since
Re:L'inizio dell'età dell'oro
« Risposta #9 il: 30 Mag 2020, 01:06 »
Un mio scritto sulla Lazio 71-72 pubblicato sul sito Solo la Lazio di Giulio Cardone.

I bidoni di Terni. Il ricordo di una stagione che pose le basi per il primo scudetto della Lazio

Dal racconto di un nostro amico, il ricordo di un episodio in una stagione che pose le basi per il primo scudetto della Lazio.

di Giovanni Calviello
Con grande piacere torno a scrivere di Lazio, a prescindere dalle decisioni che verranno prese dagli organi competenti sulla ripresa o meno e in che termini di questa stagione. Parlo dalla stagione 71-72, quella che creò i prodromi di una squadra che poi arrivò a conquistare lo scudetto e, prima, a sfiorarne un altro.
Il primo capolavoro del tandem Lenzini – Sbardella risale alla fine della disgraziata stagione 70-71, che ci regalò l’ennesimo anno di purgatorio. A costo di schierarsi contro tutta la tifoseria, all’epoca dalla parte di El Toto Lorenzo, i due chiamarono a Roma dal Foggia Tommaso Maestrelli. Una figura bonaria, che sarebbe rimasta nell’immaginario collettivo del tifo laziale fino ad oggi.

Per inciso, J.C.Lorenzo non fece solo danni alla Lazio. Pescò dall’Inter Napoli la spina dorsale di quella che sarà la Lazio scudetto: Wilson e Chinaglia. In campo internazionale vinse due Libertadores e una Intercontinentale con il Boca Juniors. Il legame con Long John lo riportò a Roma nel 1984/85. Ma qui è meglio stendere un velo pietosissimo.

Maesterlli fece riconquistare la massima serie alla Lazio dopo un anno di purgatorio, giungendo di un punto dietro la Ternana di Viciani. Era un rivoluzionario zonista ante litteram, con il suo gioco corto. Riportò anche un buon numero di spettatori allo stadio (tremila solo a Bari nella domenica della promozione). Tuttavia gli inizi non furono solo rose e fiori, con una doppia sconfitta esterna a Terni e Cesena.

I bidoni di Terni
Il momento buono per scatenare la prima contestazione capita venerdì 1 ottobre 1971. Proprio quando la squadra preannuncia uno sciopero per la trasferta di Terni, rifiutandosi di scendere in campo se non fossero pagate le spettanze e i premi partita.

Il direttore generale Antonio Sbardella preannunciò denunce alla Lega e sanzioni severe, assumendo un atteggiamento intransigente. A lui però si contrappose un più accondiscendente Umberto Lenzini, che la domenica mattina arrivò a Sangemini per saldare le spettanze dovute, creando un dissidio con il dirigente. Nello spogliatoio nel frattempo, il neo capitano Giuseppe “Pino” Wilson arrivò addirittura a riconsegnare la fascia a Tommaso Maestrelli dichiarandosi “non idoneo”. Ma l’allenatore reagì con fermezza bloccando il gesto sul nascere.

Intanto sabato 2 ottobre vengono esposti 14 bidoni della spazzatura, numerati da uno a tredici, più uno con la scritta “mister”, fuori dal campo di allenamento dove sarebbe dovuta scendere la Lazio, che invece rimase chiusa in albergo a causa dell’ammutinamento dei giocatori. Dapprima si pensa ad un gesto ironico dei tifosi locali. Poi si scopre che i bidoni venivano da Roma. Il fatto comunque finì su tutti i giornali, scatenando l’ironia dei tifosi.

Rileggere adesso a posteriori il tutto fa semplicemente sorridere. Credo che all’epoca il Sor Umberto e Sbardella abbiano sudato freddo. Fortunatamente il timone restò nelle mani di papà Tommaso, ma questo è un capitolo arciconosciuto.

Nella sessione estiva di mercato del 1972 fu fatta una operazione di mercato dolorosa ma necessaria, la cessione di quel fenomeno che rispondeva al nome di Peppiniello Massa all’Inter per 300 milioni, più Frustalupi. Con quei soldi si portarono a Tor di Quinto Felice Pulici da Novara, Re Cecconi, il mio beniamino d’infanzia e tuttora nell’Olimpo dei miei biancocelesti preferiti pescato a Foggia, e Renzo Garlaschelli, proveniente dal Como.

Molti si chiederanno perché parto da una stagione di B per parlare di Lazio. Perché presi piena consapevolezza che quella era la mia congiunta per sempre. Ed io gli ho donato il cuore, perché di Lazio ci si ammala, inguaribilmente.

Bellissimo, bak.
Ecco, questo è un articolo di giornalismo degno di essere definito tale. Quante cose potresti insegnare all'infinita schiera di pennivendoli che partorisce pezzi vomitevoli (nel migliore dei casi)...

Offline Palo

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13896
Re:L'inizio dell'età dell'oro
« Risposta #10 il: 30 Mag 2020, 06:50 »
Ricordo molto bene quegli anni. Ricordo l’amore dei tifosi per Lorenzo (le 3 “L” della Lazio erano Lenzini, Lorenzo e Luciano, capo tifoso anteliteram, più che altro un simpatico ubriacone che lanciava i cori Lazio-Lazio e “La Lazio alla Roma je rompe ‘r culo” O i battimani sul ritmo del “Ce n’è st q’un début ... “ del 68 parigino, 2-3-4-2).

Offline bak

*
20168
Re:L'inizio dell'età dell'oro
« Risposta #11 il: 30 Mag 2020, 10:58 »
Bellissimo, bak.
Ecco, questo è un articolo di giornalismo degno di essere definito tale. Quante cose potresti insegnare all'infinita schiera di pennivendoli che partorisce pezzi vomitevoli (nel migliore dei casi)...

L'amore per la Lazio non è una cosa che si può comprare al mercato; tolti i De Grandis, i Bezzi padre e figlio, i Cardone e qualcun'altro del presente e del passato, agli altri della Lazio gliene frega quanto a me della fisica quantistica, solo che a loro gli dà da mangiare.
Le redazioni sportive sono piene di tifosi romanisti, da qualche parte dovranno pur metterli e loro pur di restare a Roma (s)parlano di Lazio.
Io nutro solo e semplicemente amore per la Lazio e questo è lo spunto per studiare, frugare, indagare e scrivere.
Amore, solo amore, amor per Lei.
Re:L'inizio dell'età dell'oro
« Risposta #12 il: 30 Mag 2020, 16:30 »
L'amore per la Lazio non è una cosa che si può comprare al mercato; tolti i De Grandis, i Bezzi padre e figlio, i Cardone e qualcun'altro del presente e del passato, agli altri della Lazio gliene frega quanto a me della fisica quantistica, solo che a loro gli dà da mangiare.
Le redazioni sportive sono piene di tifosi romanisti, da qualche parte dovranno pur metterli e loro pur di restare a Roma (s)parlano di Lazio.
Io nutro solo e semplicemente amore per la Lazio e questo è lo spunto per studiare, frugare, indagare e scrivere.
Amore, solo amore, amor per Lei.
Non posso non ribadire: grandissimo, bak

Offline seagull

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10956
Re:L'inizio dell'età dell'oro
« Risposta #13 il: 30 Mag 2020, 20:34 »
L'amore per la Lazio non è una cosa che si può comprare al mercato; tolti i De Grandis, i Bezzi padre e figlio, i Cardone e qualcun'altro del presente e del passato, agli altri della Lazio gliene frega quanto a me della fisica quantistica, solo che a loro gli dà da mangiare.
Le redazioni sportive sono piene di tifosi romanisti, da qualche parte dovranno pur metterli e loro pur di restare a Roma (s)parlano di Lazio.
Io nutro solo e semplicemente amore per la Lazio e questo è lo spunto per studiare, frugare, indagare e scrivere.
Amore, solo amore, amor per Lei.

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