le dichiarazioni di messina, rilasciate ieri a commento della prestazione di domenica sera dell'arbitro massa e dei suoi cinque collaboratori - soprattutto l'internazionale matteo passeri da gubbio, l'uomo che vede i fuorigioco al negativo [ed ha un curioso precedente con lazio e inter avendo, nella gara di andata, fermato parolo che si era involato da solo davanti ad handanovic al dodicesimo del primo tempo, sul punteggio di uno a zero per noi, per un fuorigioco che, chevelodicoaffa', vabe'] - hanno il forte odore del sapone di marsiglia su uno specchio da arrampicata a mani nude e lasciano un paio di inquietanti aloni di mistero. su tutte, la spiegazione del mancato annullamento del pareggio interista per un palese fuorigioco di medel: i controllori sono in tre, uno guarda fisso la linea di porta, un altro guarda fisso la barriera, il terzo guarda fisso la linea difensiva - e nel nostro caso vede due giocatori in fuorigioco su tre, mancando [ma e' un malocchio questo! cit.] proprio l'unico in fuorigioco attivo. tre catatonici. se ciani avesse preso a pisellate - ritengo presumibilmente corpose - palacio procurandogli ferite lacero-contuse guaribili in due settimane, nessuno dei tre se ne sarebbe accorto. "arbitro, esto me pisello' el grugno!" "non ho visto, scusa, stavo a guarda' la barriera, cristo ma t'ha devastato!".
sembra evidente che si tratti delle dichiarazioni di un uomo, il messina, in palese difficolta', che tenta di razionalizzare quello che non puo' essere spiegato razionalmente perche' probabilmente non puo'. intendiamoci, io neanche prendo in considerazione la teoria del complotto [ps: ciao, collione!] pluto-demo-neodem-catto-fascio-lupmann-inter-romamerdoide, ma e' innegabile che i danni collaterali di un eventuale errore a danno della lazio sono nettamente meno estesi e piu' facilmente gestibili di quelli di un eventuale danno a suo vantaggio, e questo lo sa anche - a maggior ragione - un arbitro o un guardalinee. c'e' chi la defini' "sudditanza psicologica", un mito come gigi riva parlo' di "timore reverenziale". in realta' a mio modestissimo avviso e' semplice cacarella.
se dal punto di vista sportivo e' inqualificabile che un arbitro si lasci influenzare da fattori esterni al campo, dal punto di vista umano mi sembra comprensibile, e -vi diro'- il restare umani mi sembra un condivisibile approccio alla vita. quello che non mi pare umano e' la gestione del dopo, il voler negare a tutti i costi l'evidenza. se avessi letto "scusate eh, ma uno gia' ci ha l'ansia di diventare famoso a vita come colui che con un errore diede il via al fallimento di due squadre di calcio che pochi anni dopo aver armato calciopoli gia' stanno nuovamente nella merda, ha visto un contatto tra due calciatori e mezza squadra addosso a protestare, ha fischiato, vabbe' ha sbagliato, ma e' un essere umano, dai...", m'avrebbe fatto quasi [quasi] tenerezza. ma dover accettare di farsi pure prendere per il culo da quella sensazione di sabbia nelle mutande che proprio no, non va giu'. un po come il caso [sticazzi] hernanes: ma chi ci ha mai creduto che fosse laziale nell'anima? e' brasiliano, e' andato via per soldi, e' una mignotta esattamente come tutti noi, e il mio pensiero lo dico chiaro: per me e' giusto che abbia esultato. e' tutto il resto che mi ha dato profondissimamente al cazzo: le scuse puerili, "l'ho fatto perche' mi sentivo a casa mia", "l'ho fatto perche' lotito e' un pezzo di merda", "l'ho fatto perche' sono orgoglioso", il video. ma sticazzi, ma fa come te pare ma concedimi almeno il gusto un po retro' di un sanissimo chittesencula.
comunque, se dovessi scegliere una sola cosa tra le mille che adoro in questa squadra di fattoni incredibili, sceglierei la lucida follia. perche' attacca nove contro undici contro qualsiasi legge del calcio e costringe a giocare sporco, a venir fuori, ad esporsi, a sporcarsi di merda ed a doversi giustificare davanti al plotone di sepolcri imbiancati balbettando delle banalita' puerili e facilmente sputtanabili. costringe a giocarsi il jolly. io non penso che il mazzo sia truccato, altrimenti non avrei pulsazioni a tre cifre per tutto il centinaio di minuti che vedo quelle fottute aquile sul petto. e quindi questa fattoneria ci da un vantaggio: in un mazzo di carte i jolly sono contati, non sono infiniti.
qualche anno fa un'altra squadra di matti razionali non smise mai di attaccare, neanche quando tutti dicevano che fosse meglio lasciar perdere, che era tutto deciso oramai, che il calcio fosse morto, e costrinse qualcuno a giocare lurido. anche allora quello che fece rabbia non fu tanto la decisione in se' ma la presa per il culo a posteriori, quando de santis massimo di tivoli disse di aver fischiato prima del colpo di testa di cannavaro, venendo sbugiardato da mille televisioni. anche allora un jolly, l'ultimo, fini' sul tavolo.
e allora, chissa', i jolly forse sono finiti, per cui prendiamoci questo vantaggio. non molliamo adesso, non smettiamo di attaccare. senza paura, cor ghigno.
forza lazio, toda joia toda beleza.