Comunque...Faccio un esempio di quello che voglio dire, nel nostro piccolo.
JSV23 é il perfetto caso di quello che intendo con comunicazione contemporanea. Come simbolo, non lui di persona.
Un buon community manager, uno cazzuto con le palle, uno che sta 24h su 24 sui forum e i social network avrebbe già capito da tempo, leggendo questo forum, che JSV23 é un netter"chiave" di questo forum.
Nel corso degli anni JSV23 ha nutrito e sviluppato una profonda e giustificata fama di netter competente nel giudicare i giocatori. E questo, all'evidenza gli é riconosciuto da quasi tutti. Soprattutto da una grande maggioranza di antisocietari storici. Se io scrivo che Wallace é buono, io che passo per filosocietario non mi si incula nessuno, se lo dice JSV23 il discorso cambia. Da pipparsugo un giocatore diventa almeno buono. E' cosi.
Qui sopra succede cosi.
Basterebbe rileggersi il topic su Wallace, dove per circa 12 ore hanno imperversato i criticoni a cui é bastato un video di 30 secondi su Youtube per bollarlo comme "ennesima" pipparsugo. Poi é intervenuto JSV23 che ha scritto che é buono e tutto il tono del topic é cambiato, la veemenza con cui si criticava Wallace si é placata rapidamente e alla fine, l'humus generale é diventato di benevole ottimismo per l'arrivo del brasiliano.
E tutto questo dal momento in cui é intervenuto JSV23. Qui sopra.
Quindi un ottimo community manager, magari, cerca di diventare un interlocutore privilegiato del netter JSV23 in maniera da utilizzare la sua influenza generale.
Questo nell'ambito di Lazionet, ma il mondo Lazio é pieno di altre Lazionet, in cui, per forza, ci sono altri JSV23 la cui influenza é importante. Il saperli riconoscere, il saper interagire con essi per modificare il terreno su cui la comunicazione della Lazio si sviluppa é fondamentale, molto più del mangiare un tramezzino con il caporedattore del messaggero.
Il tuo esempio è perfetto e sarebbe la "normalità", ma in un contesto come quello romano dare la priorità alla scelta di un profilo altamente professionale rappresenterebbe una rivoluzione. Forse davvero troppo per un lotito che in pochi giorni ha fatto tre acquisti e assunto un direttore tecnico.
C'è cmq un però tutto italiano, anzi, tutto romano. Ho lavorato in un quotidiano politico a diffusione nazionale che a un certo punto è finito a vendere al max 300 copie al giorno*. Il dato era (ed è) pubblico quindi tutti sapevano. Compresi i parlamentari che chiamavano in redazione per lamentarsi di essere stati trattati male nell'editoriale del giorno prima. Ma io dico, non lo legge nessuno, di cosa hai paura? E invece.
Questo per dire che IMHO al momento, a Roma, il pallino (e il tramezzino) è ancora in mano al caporedattore del Messaggero.
*all'editore/direttore non fregava una ceppa, tanto lui s'imbertava i mln del finanziamento pubblico e tranne l'avvocato e sé stesso non pagava nessuno: giornalisti, poligrafici, stampa, distribuzione, pubblicità...