Non credo sia del tutto vero che tutte le curve degli stadi italiani siano uguali.
Porto l'esempio di quella del genoa, la nord di Marassi, dove da qualche anno s'è sciolto il gruppo storico, la Fossa dei Grifoni, è s'è inevitabilmente creato un po' di caos organizzativo.
Da dopo lo scioglimento sono venuti fuori 5, 6 gruppi che la mano forte di quello portante per anni aveva tenuto a bada. Fra questi gruppi nuovi ce n'è uno, la Brigata Speloncia, che ha una marcata coloritura fascista. Sta in curva, in mezzo agli altri gruppi, col proprio striscione, con stendardi e bandiere "firmate". Il fondatore della Brigata, credo oggi morto, è stato nel "direttivo" della Fossa finché è esistita e garantito per questo suo gruppo nel corso degli anni. Era un genoano che tutti conoscevano in curva e rispettavano, addirittura, se non ricordo male, con un enorme tatuaggio di mussolini su una delle due braccia, insomma un fascista vero. Quando è morto, al funerale c'era mezza Genova.
Ditemi voi se ricordate di aver visto mai sventolare un drappo nero nella gradinata nord del genoa da secoli, una bandiera fascista, se ricordate un coro razzista partire da quella curva, provocare una multa, una squalifica del campo, una partita a porte chiuse per colpa di cori politicamente scorretti.
Mai. Mai successo. Eppure la Brigata Speloncia c'è sempre, non manca mai, la sua presenza si nota in tutte le partite del genoa, in casa e in trasferta, è il gruppo ormai più organizzato della nord di Marassi e quello più numeroso da dopo lo scioglimento della Fossa che racchiudeva un po' tutti.
La Brigata sta là, tutte le partite, colorata di rossoblù e non di nero, ha accettato la presenza di altri gruppi (ce ne sono anche un paio di idee politiche oppooste alle sue) in un settore piccolo e angusto grande la metà della curva dell'Olimpico. I suoi aderenti vanno allo stadio e tifano, per il genoa, fino alla fine, tutte le domeniche. ma sono di idee fasciste che non hanno mai portato dentro allo stadio. Lì dentro viene il genoa prima di tutto e i suoi colori non quelli della propria idea politica. Quelli della Brigata sono prima di tutto genoani, poi fascisti. Sono responsabili e rispettosi degli altri 30mila genoani con cui dividono lo stadio ogni domenica.
Questo non succede, ad esempio, nella curva della Lazio, dove in tantissime partite non vedi sventolare una bandiera biancoceleste e la gente appare da lontano come un'enorme macchia nera. Per tanti della curva nord la Lazio viene dopo l'idea politica, in certi casi anzi è una scusa per andare lì dentro e dare sfogo alle proprie idee malate. La curva della Lazio viene strumentalizzata da più di 40 anni. Nessuno s'è ribellato. Oggi si raccolgono i frutti.
La foto della SUD della Lazio postata poco più sopra (perché a quel tempo gli ultras della Lazio erano ancora in curva sud) risale agli inizi del 1976, Lazio-Perugia 1-0, e allo stadio c'ero anch'io, anche se in Tevere non numerata. La scritta su quello striscione appena spiegato, recitava: "Sollier boia". Inutile spiegare cosa significasse quello striscione e cosa fosse successo all'andata a Perugia, dove ultras laziali e perugini s'erano trovati nello stesso settore poiché il Curi, appena costruito, presentava ancora una sola curva, la nord.
Gli ultras della Lazio nascono fascisti, fin dai tempi appena precedenti gli Eagles. E da sempre sono prima fascisti e poi laziali (e nemmeno sempre). La curva della Lazio è stata strumentalizzata da subito dai gruppoi fascisti e nessuno sì è mai ribellato.
Quindi, tutte le curve non sono uguali.