la domanda che ci dovremmo fare e': stiamo veramente parlando di un gioco? se la risposta e' si, allora vanno bene tutte le analisi che abbiamo fatto e che faremo.
se stiamo parlando davvero di un gioco, il problema principale e' che giochiamo male. in questi casi o sono sbagliati gli interpreti, o e' sbagliato il modulo. in ogni caso c'e' un errore, o di pianificazione o di realizzazione: sulla prima non si puo' tornare indietro adesso, sulla seconda si. servirebbe una mano, in questi casi. ma problema chiama problema, la gente si disaffeziona, la sfica non si distrae mai e continuiamo a giocare tutte le partite da zero a uno senza manco far fare la fatica agli avversari di fare un tiro in porta che ci pensiamo da soli, e non parliamo della questione arbitrale per carita'. ma anche in questo caso, se e' vero che degli arbitri non si deve neanche parlare, se e' vero che contro la sfica tutto cio' che possiamo fare e' usare la scaramanzia, quello su cui si dovrebbe lavorare e' la disaffezione. il problema, un altro, e' che preferiamo entrare allo stadio camminando solo su un piede, sedersi sempre costantemente allo stesso seggiolino, vedere tutta la partita con le dita incrociate sulla palle e non fare un fiato per novantacinque minuti ma se qualcuno intona lotitopezzodimerda, oh, il problema manco me lo pongo. cosi' mentre la samp affonda, la sua gente canta e sventola le bandiere fino al novantesimo, quando partono i giusti fischioni; mentre il verona e' ultimissimo la sua gente canta e tifa e sventola le bandiere, dice che non serve a un cazzo ma, ohibo', mi sembra qualcosa di vicino al tifo. tutti quanti noi a parole cantiamo e beviamo per la lazio, poi andiamo allo stadio e non abbiamo che una sola reazione al silenzio, rivolta verso la tribuna d'onore.
ma lo giuro, io non volevo aprire l'ennesimo topic sugli errori della societa', di pioli, dei calciatori, di lotito e dei laziali, e su quanto invece sono fichi gli altri. e' tutto vero e tutto giusto: gli errori individuali di mauricio sono evidenti come quelli della societa' in sede di calciomercato, o quelli del parrucchiere di felipe anderson nella ricerca del taglio alla michael jackson quando aveva sette anni e cantava coi fratelli nei jackson five, o ancora quelli del pioli di questa stagione, del quale non abbiamo che una foto, preso di spalle, testa bassa e braccia larghe, fatta durante qualsiasi evento, sportivo e non, alla quale ha partecipato anche a livello personale. insomma, lotito va avanti per la sua strada, pioli pure, noi anche, i calciatori idem, e ognuno di noi sbatte contro un altro. sembra un quadro di snake con quattro serpenti che camminano e si ingrandiscono: il gioco dura poco, qualcuno si piglia subito di sicuro.
io non ho medicine ne' cure. dovremmo dare tutti qualcosa in piu', non so cosa: qualcosa. ma darlo noi, senza chiedere che lo facciano gli altri. e invece pioli lo chiede alla squadra, la squadra al pubblico, il pubblico alla societa', la societa' a pioli e finisce il giro. fermiamo 'sto cazzo di giro della morte. c'e' livore, di tutti nei riguardi di tutti, mentre dovremmo essere quantomeno solidali. ci gonfiamo il petto quando parliamo dell'appartenenza ma non ci apparteniamo, stiamo perdendo la gioia, il sorriso, l'orgoglio di essere quelli che siamo per diventare quelli che vorremmo essere. la verita', forse, e' una sola: l'assunto iniziale e' sbagliato, non stiamo parlando di un gioco. non solo, almeno.
io sinceramente faccio volentieri a meno di tutta la retorica delle maglie bagnate di sangue [!] e di sudore, dell'onore e la gloria, del ritorno dalle battaglie con la testa del nemico o senza la propria. ma mi sono visto al termine del primo tempo di lazio-juventus: rassegnato, triste, svuotato. no, cazzo. il giorno dopo, tutti tristi, rassegnati, svuotati. incazzati, chi con lotito, chi con pioli, chi con mauricio. no, cazzo, no. ho piegato il braccio destro, mano chiusa a pugno, pollice e indice aperti. "ma che stai a fa, james bond?" m'ha detto uno spiritoso. non ha capito: ho messo la elle sul cuore.