(Pagine 47 e 48, libro dal titolo "Un altro calcio è possibile" di Riccardo Cucchi, editore People S.r.l.)
"...Mentre scrivo, un episodio di razzismo si manifesta su Twitter. L'autore si
nasconde dietro un "Nick" ma si identifica con la Curva Nord della Lazio, troppo spesso
protagonista di episodi di razzismo. L'obiettivo è Marcos Antônio, centrocampista brasiliano della squadra biancoceleste. Il messaggio è
squallido e
carico d'odio: <Con gli ultimi acquisti e la ormai prossima cessione di Marcos Antônio, torneremo ad avere una rosa senza giocatori di colore>. Seguono un
cuore nero e una mano a simboleggiare il
saluto fascista. Un
rigurgito d'odio contro un proprio calciatore che sembra provenire dal passato.
Reagisce prontamente lo stesso Marcos Antônio, replicando con
fermezza e
dignità: <E'
incredibile e
inaccettabile che al giorno d'oggi dobbiamo ancora leggere questo tipo di situazione. Quindi sappi che
non mi scuoterai affatto. La mia testa sarà sempre
alta e
desiderosa di
lottare contro queste assurdità>.
La novità è proprio in questa ferma
reazione. Del giocatore e della società che, sempre a mezzo Twitter, scrive: <Marcos, la tua battaglia
contro il
razzismo è la
nostra. Tutta la SS Lazio è con te. Per quel commento frutto di
inciviltà c'è solo una parola:
vergogna>. E contro l'esponente degli ultrà laziali
reagiscono migliaia di tifosi. Per ore Twitter accoglie i loro sfoghi, gli abbracci al calciatore e una
presa di distanza forte dai razzisti che, scrivono, rappresentano solo se stessi e non la tifoseria laziale. E' un importante indizio di come il tentativo di una curva e dei suoi esponenti di legittimarsi come depositari di un'identità sia
fallito. <Ci vuole il Daspo in questi casi> protestano in molti.
Privare della legittimazione a rappresentare un'intera tifoseria gli ultrà razzisti è
possibile. Questo episodio lo dimostra. E' una
battaglia culturale che deve essere accompagnata da interventi fermi. Un compito che spetta ai
dirigenti, all'
arbitro e ai
giocatori.
Nessuna componente ha meno responsabilità dell'altra..."
(nota: l'evidenziazione in grassetto è del sottoscritto non di Riccardo Cucchi).
