fat, ma io parlavo di quel parallelismo inerente non al livello della gravità dei criminali mafiosi paragonato alla nostra situazione allo stadio, ma alla percezione che noi laziali offriamo all'opinione pubblica. è simile. conniventi venivano presi i cittadini palermitani, conniventi se non addirittura tutti fascisti veniamo presi noi. palermitani/mafiosi tutti perché non si ribellano. laziali/fascisti tutti perché non si ribellano.
e certo che totò riina è più pericoloso de uno che mi sta accanto allo stadio e fa il verso della scimmia ma la matrice per cui non si reagisce in maniera decisa è la stessa. perché, pur se non pericolosi come degli assassini, comunque fanno gruppo, ti alzano le mani, sono aggressivi, dettano regole, non mi sembra poco. infatti la maggior parte delle volte allo stadio borbottiamo timidamente, a me è capitato di dire "basta" se sento la canzoncina, guardare male il ragazzino che fa il verso della scimmia ma certo non mi immolo sbraitando come una pazza col pericolo che poi magari nessuno mi segua nella mia crociata. timida reazione per paura e tanto nervosismo nelle viscere. e loro fanno gioco su questo, tanto è vero che su twitter quando "parli" con loro al secondo post partono le velate minacce di "metterci la faccia".
ecco pure perché secondo me il dire che loro sono tantissimi e la gente sana no non è corretto. loro ci fagocitano perché intimidiscono. così è. esattamente come era la situazione a Palermo, da qui l'analogia.
ma infatti pure sulla mafia c'è chi parla di antimafia sociale e non pensa che la soluzione sia la repressione di stato.
ma non perché si vuole essere anti-istituzionali di principio. Semplicemente, come qualcuno ha notato, la repressione colpisce chi rappresenta il fenomeno, ma non il fenomeno.
Arresti un palo e di pali ce ne stanno a decine. Arresti il capo-rione e un altro verrà promosso a quel compito. Anche se arresti il boss altri prenderanno la sua zona.
Una volta fermato uno ne viene un altro perché tu stai colpendo non le ragioni di quella roba, ma solo la sua superficie.
Se non fermi ciò che rende la criminalità organizzata augurabile stai svuotando il mare con un cucchiaino. Anche se hai le forze di polizia.
Ed è esattamente questo il motivo, non semplicisticamente la connivenza, che porta le ffoo a non fare una piazza pulita che non sarebbe tale. A sto punto meglio "gestire" chi c'è, che rischiare che quello dopo sia peggio. Se poi sgarra troppo si passa a quello dopo.
Questo è. Farà rabbia, ma questo è. Semplicemente la gestione più "efficiente", seppur non eticamente apprezzabile, del fenomeno. Almeno dalla parte delle forze repressive.
A me dispiace ma finché invece non si "rischia la pizza" non c'è soluzione.
L'unica differenza è che concordo sul non essere utile rischiarla individualmente, mentre è molto utile farlo collettivamente. Anzi, non è utile, è decisivo.
Domanda saggia: ma come faccio a capire quando non sto facendo il/la martire ma è la seconda ipotesi? Eh, questa è LA domanda.
Infatti occorre trovare le forme attraverso cui in molti si prenda coraggio e ci si esprima.
Sta tutto qui. Trovare forme riproducibili in modo che non ci siano pochi martiri (inutili) ma tanti che dicono "si, non ci sto manco io a sta merda".
Perché se scatta questo riconoscimento tra chi non ne può più, il meccanismo di cui parli salta.
Se si subisce l'intimidazione non c'è salvezza, si è già perso. E non c'è forza di polizia che possa risolvertela.