A proposito, cosa stai leggendo sui nuovi razzismi e sull’analisi sociologica del razzismo? Mi pare, da quanto scrivi negli ultimi mesi, che stai mettendo a fuoco una diversa visuale del problema.
In questo momento sto approfondendo la formazione combinata di razza, classe e genere.
Ossia come queste tre categorie siano per certi versi indissolubili: le razze si formano sulla base di divisioni di classe (divisione etnico-razziale del lavoro), così come non esiste classe non razzializzata nella storia, in particolare dall'età moderna in avanti.
Stesso dicasi sul genere.
Domani dovrebbero arrivarmi questo dagli USA:
https://www.amazon.com/Racecraft-Soul-Inequality-American-Life-dp-183976564X/dp/183976564X/ref=dp_ob_title_bke questo dall'Italia:
https://www.amazon.it/dp/8860086663?psc=1&ref=ppx_yo2ov_dt_b_product_detailsultimamente ho letto bell hooks, Paul Gilroy, DuBois, CR James.
Un rischio da evitare, che questi autori spiegano a mio avviso molto bene, è essenzializzare la razza inferiorizzata, farne per rimando un carattere innato/naturale.
La negritudine è stata resa tale da diversi autori del pensiero critico nero.
é utile invece mostrare come i caratteri razziali - così come i caratteri di genere - siano genuinamente storici. Non sono caratteristiche naturali, dei neri come delle donne (come del lavoro), ma pienamente storiche. Tanto che hai gruppi sociali che da non-bianchi diventano bianchi (ebrei, italiani, irlandesi) pur restando evidentemente gli stessi sul piano del colore, così come gruppi che da bianchi diventano non bianchi (le popolazioni est-europee e il concetto estensivo di "Zingaro" in Italia, per fare un esempio).
Il carattere storico di certe categorie sociali aiuta a comprendere le ragioni dell'inferiorizzazione (ad esempio pagare la manovalanza edile dell'est europa o nordafricana meno di lavoratori autoctoni), soprattutto in che modo questa si diffonde socialmente, ossia attraverso i luoghi comuni.
Per inferiorizzare le razze oggi non si scrivono trattati sociologici o medici come ad inizi '900, quando l'utilizzo della "scienza" dava carattere di oggettività ad ogni discorso e il positivismo era molto più forte.
Oggi la cosa avviene attraverso i
cori da stadio, le notizie di cronaca di quotidiani come il Messaggero o il Tempo (non a caso il primo azienda di un palazzinaro), le battute al bar.
queste sono le cose che danno forza alla vulgata razzista, non certo i libelli sulla superiorità della razza. Motivo per cui derubricarle a goliardia manca proprio di vedere che invece oggi sono quelle le espressioni pericolose, perché quelli sono i mezzi di trasmissione, non certo il Mein Kampf 2.0