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Lazio e basta / Only Lazio => Lazio Talk => Topic aperto da: Tarallo - 26 Gen 2020, 09:26

Titolo: La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Tarallo - 26 Gen 2020, 09:26
Non si parla d'altro, e grazie a dio fra qualche ora sarà il pallone a mettere da parte le discussioni pseudo-bipartisan sul veleno del calcio a Roma.
Ma siccome una opinione non si nega a nessuno, e a leggere gli articoli in rassegna non si vede proprio l'ombra di una analisi men che superficiale, non mi nego la mia e la condivido qui.

Non conosco la storia di Boca e River, non mi interesso molto dei derby della Ruhr, non so che accade nei Balcani. Ma in Italia quello che accade a Roma è unico, è questo è fuor di dubbio.
Che i romani siano di gran lunga cittadini peggiori di milanesi e genovesi lo escludiamo subito, perché l'idiozia non ha frontiere, quindi i motivi sono altri e per me ce n'è uno e uno soltanto, il più semplice: quando invece di riconoscere un avversario, accettare un nemico, tu sei nato, ti hanno creato con la sua eliminazione totale come parte centrale del disegno della tua stessa nascita, il fallimento di questa operazione stabilisce una dinamica di "o noi o loro" che non esiste altrove in Italia.
L'aver sopravvissuto all'orrido progetto di unificazione fascista  del 1927 malgrado pressioni indicibili ha creato le basi per una relazione malsana. Da una parte la rabbia di dover accettare la nostra semplice esistenza, l'aver rigettato con successo il tentato stupro, l'essere stati capaci di un atto di ribellione al potere. Dall'altra la difesa costante della propria esistenza, il dormire sempre con un occhio aperto e la pistola sotto il cuscino, l'estrema sensibilità agli attacchi, il sentirsi sempre sotto minaccia e le sue conseguenti reazioni nervose, rabbiose, scomposte.
Crescendo si sentiva "aoo anvedi er lazialotto!", mai il contrario. Era inconcepibile. Avevano creato una realtà in cui noi, squadra di Roma, nati per amore dello sport e fieri dello spirito che ci animava, dovevamo sentirci ospiti in casa propria e nasconderci nelle nostre catacombe. Questo malgrado i colpi di coda che ci siamo permessi in particolare grazie a Chinaglia e Cragnotti.

Certo che c'è odio a Roma come da nessuna altra parte, e la ragione è semplice. È l'unica città dove un club ha nel DNA la sparizione fisica dell'altro, e usa i grandissimi mezzi a sua disposizione (stampa, TV, cinema) per scrivere questa trama che non si è verificata per un incidente chiamato Vaccaro. E l'altro reagisce in modo scomposto e violento.

Chi non capisce questo passa il tempo a scrivere articoli come quelli che si leggono oggi, cercando inutilmente di equilibrare Zaniolo con Marione, Rocca con Gascoigne, Paparelli con non si sa cosa.

Se non capite che l'odio nasce dal fatto che questo sogno infranto di unicità cittadina non è stato mai abbandonato completamente, anche solo inconsciamente, che si esprime in un bisogno - come risultato minimo se la cancellazione proprio non è possibile - di sopprimere violentemente l'avversario, umiliarlo inventando trofei, supremazie, statistiche, fascismi, purificando le loro storie di Rolex, Vautrot, passaporti e omicidi, creando storie che non esistono, se non si capisce tutto questo non si spiega l'odio e non si capisce perché il laziale vive in un bunker dal quale uscirebbe volentieri.

Il laziale è colpevole di reazioni violente ai tentativi quasi secolari di annientamento. Se questa dinamica non cambia, l'ambiente romano non cambierà mai. E c'è solo una parte che può cambiare, quella meno equipaggiata intellettualmente, storicamente e psicologicamente per fare un passo indietro.

romammerda e magari morono gonfi.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: ES - 26 Gen 2020, 09:37
Lucido e onesto.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: StylishKid - 26 Gen 2020, 09:41
Grazie Tara’, andrebbe pubblicato ovunque.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: forzalazio22 - 26 Gen 2020, 09:43
lucido, onesto e condivisibile.
Per non sbagliare :asrm :asrm :asrm :asrm :asrm :asrm
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: branco_azul - 26 Gen 2020, 09:55
È un privilegio leggere post così aderenti alla realtà storica di questa città.
Complimenti sinceri e
 :asrm :asrm
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: bertux - 26 Gen 2020, 10:02
Mi ci ritrovo.
 :asrm
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: GiPoda - 26 Gen 2020, 10:02
Sintesi perfetta di quello che, qui dentro, ci diciamo da anni.
Se avessimo un giornalismo meno superficiale meriterebbe la pubblicazione.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: FedericoPrati - 26 Gen 2020, 10:04
Bello, stupendo. Complimenti.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: FeverDog - 26 Gen 2020, 10:05
Perfetto, grande Tarallo
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: MTL - 26 Gen 2020, 10:06
Sottoscrivo in pieno, segnalando che, fra le aberranti mostruosità compiute da e a favore loro da te ricordate avrei citato anche le fideiussioni false
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: above us only sky - 26 Gen 2020, 10:07
Grandissimo Tarallo,  hai scritto il Manifesto del Calcio a Roma.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: RubinCarter - 26 Gen 2020, 10:09
Sacrosantarallo  :beer:

oppure

Severo ma Tarallo

 :since






 :asrm
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Daniela - 26 Gen 2020, 10:28
complimenti Tarallo, applausi! :clap: :clap: :clap: :clap: :love: :love:



PS "e usa i grandissimi mezzi a sua disposizione (stampa, TV, cinema)" ti sei scordato la musica,
per dire ieri un servizio al tg su di un tal Gazzelle (un tipo originalissimo che scimmiotta gli Oasis, scusate ma non lo conosco e non lo conoscerò) subito uno spezzone del suo concerto in cui canta "non sai se restare a casa a vedere la (as) Roma....." manco ho continuato a vederlo il servizio    ....
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: UnDodicesimo - 26 Gen 2020, 10:31
se l'aesse avesse davvero vinto come il Barcellona, e noi perso come l'Espanol, credo ci sarebbero meno problemi da parte loro nel voler imporre questa dominanza unica cittadina.

ricordiamocelo la prossima volta che loro fanno tali paragoni. ;)

per il resto stiamo sempre parlando di uno striscione, non facciamone una questione piu' grande di quella che e'
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: valpa62 - 26 Gen 2020, 10:36
 Grande Tarallo hai detto tutto,non c'è altro da aggiungere per me.
 :since :asrm
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: seagull - 26 Gen 2020, 10:52
Ottima analisi, battiamo le mani  :since
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: richard - 26 Gen 2020, 10:56
Comunque anch'io sono a favore dell'avere un'unica squadra a Roma: si trasferissero in Abruzzo...
Noi lo Stadio delle Aquile, loro lo stadio de L'Aquila :=))
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: BalkanLaziale - 26 Gen 2020, 11:03
Devono perdere sempre. Sempre.  :asrm

 :since :ssl
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Duca - 26 Gen 2020, 11:04
Non si parla d'altro, e grazie a dio fra qualche ora sarà il pallone a mettere da parte le discussioni pseudo-bipartisan sul veleno del calcio a Roma.
Ma siccome una opinione non si nega a nessuno, e a leggere gli articoli in rassegna non si vede proprio l'ombra di una analisi men che superficiale, non mi nego la mia e la condivido qui.

Non conosco la storia di Boca e River, non mi interesso molto dei derby della Ruhr, non so che accade nei Balcani. Ma in Italia quello che accade a Roma è unico, è questo è fuor di dubbio.
Che i romani siano di gran lunga cittadini peggiori di milanesi e genovesi lo escludiamo subito, perché l'idiozia non ha frontiere, quindi i motivi sono altri e per me ce n'è uno e uno soltanto, il più semplice: quando invece di riconoscere un avversario, accettare un nemico, tu sei nato, ti hanno creato con la sua eliminazione totale come parte centrale del disegno della tua stessa nascita, il fallimento di questa operazione stabilisce una dinamica di "o noi o loro" che non esiste altrove in Italia.
L'aver sopravvissuto all'orrido progetto di unificazione fascista  del 1927 malgrado pressioni indicibili ha creato le basi per una relazione malsana. Da una parte la rabbia di dover accettare la nostra semplice esistenza, l'aver rigettato con successo il tentato stupro, l'essere stati capaci di un atto di ribellione al potere. Dall'altra la difesa costante della propria esistenza, il dormire sempre con un occhio aperto e la pistola sotto il cuscino, l'estrema sensibilità agli attacchi, il sentirsi sempre sotto minaccia e le sue conseguenti reazioni nervose, rabbiose, scomposte.
Crescendo si sentiva "aoo anvedi er lazialotto!", mai il contrario. Era inconcepibile. Avevano creato una realtà in cui noi, squadra di Roma, nati per amore dello sport e fieri dello spirito che ci animava, dovevamo sentirci ospiti in casa propria e nasconderci nelle nostre catacombe. Questo malgrado i colpi di coda che ci siamo permessi in particolare grazie a Chinaglia e Cragnotti.

Certo che c'è odio a Roma come da nessuna altra parte, e la ragione è semplice. È l'unica città dove un club ha nel DNA la sparizione fisica dell'altro, e usa i grandissimi mezzi a sua disposizione (stampa, TV, cinema) per scrivere questa trama che non si è verificata per un incidente chiamato Vaccaro. E l'altro reagisce in modo scomposto e violento.

Chi non capisce questo passa il tempo a scrivere articoli come quelli che si leggono oggi, cercando inutilmente di equilibrare Zaniolo con Marione, Rocca con Gascoigne, Paparelli con non si sa cosa.

Se non capite che l'odio nasce dal fatto che questo sogno infranto di unicità cittadina non è stato mai abbandonato completamente, anche solo inconsciamente, che si esprime in un bisogno - come risultato minimo se la cancellazione proprio non è possibile - di sopprimere violentemente l'avversario, umiliarlo inventando trofei, supremazie, statistiche, fascismi, purificando le loro storie di Rolex, Vautrot, passaporti e omicidi, creando storie che non esistono, se non si capisce tutto questo non si spiega l'odio e non si capisce perché il laziale vive in un bunker dal quale uscirebbe volentieri.

Il laziale è colpevole di reazioni violente ai tentativi quasi secolari di annientamento. Se questa dinamica non cambia, l'ambiente romano non cambierà mai. E c'è solo una parte che può cambiare, quella meno equipaggiata intellettualmente, storicamente e psicologicamente per fare un passo indietro.

romammerda e magari morono gonfi.

In questo commento, che ha giustamente ricordato un po' a tutti le radici di un modo di vivere il calcio del tutto specifico alla città di Roma, manca però a mio avviso un aspetto relativamente recente, che riguarda un fenomeno assai raro nel calcio, per il quale una squadra, la nostra S.S. lazio, con meno seguito e una storia societaria e agonistica burrascosa,  si ritrovi poi a cavalcare un lento ma costante trend di successi sportivi fino al raggiungimento e addirittura il superamento dei rivali. Questo a mio avviso ha causato uno shock autentico nei rivali concittadini. Gli ha spiazzati e basiti, provocando in loro una rabbia cieca e partigiana.  Da facile bersaglio di sproloqui anni ottanta la S.S. Lazio è diventata un nemico autentico. Un impaccio insopportabile e foriero si continuo imbarazzo. Insomma, qualcosa da eliminare con ogni mezzo.  E questo malessere del tifoso romanista si è pian piano propagato dal popolino al professionista, abbattendo steccati culturali e professionali.

 
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Ranxerox - 26 Gen 2020, 11:17
Non si parla d'altro, e grazie a dio fra qualche ora sarà il pallone a mettere da parte le discussioni pseudo-bipartisan sul veleno del calcio a Roma.
Ma siccome una opinione non si nega a nessuno, e a leggere gli articoli in rassegna non si vede proprio l'ombra di una analisi men che superficiale, non mi nego la mia e la condivido qui.

Non conosco la storia di Boca e River, non mi interesso molto dei derby della Ruhr, non so che accade nei Balcani. Ma in Italia quello che accade a Roma è unico, è questo è fuor di dubbio.
Che i romani siano di gran lunga cittadini peggiori di milanesi e genovesi lo escludiamo subito, perché l'idiozia non ha frontiere, quindi i motivi sono altri e per me ce n'è uno e uno soltanto, il più semplice: quando invece di riconoscere un avversario, accettare un nemico, tu sei nato, ti hanno creato con la sua eliminazione totale come parte centrale del disegno della tua stessa nascita, il fallimento di questa operazione stabilisce una dinamica di "o noi o loro" che non esiste altrove in Italia.
L'aver sopravvissuto all'orrido progetto di unificazione fascista  del 1927 malgrado pressioni indicibili ha creato le basi per una relazione malsana. Da una parte la rabbia di dover accettare la nostra semplice esistenza, l'aver rigettato con successo il tentato stupro, l'essere stati capaci di un atto di ribellione al potere. Dall'altra la difesa costante della propria esistenza, il dormire sempre con un occhio aperto e la pistola sotto il cuscino, l'estrema sensibilità agli attacchi, il sentirsi sempre sotto minaccia e le sue conseguenti reazioni nervose, rabbiose, scomposte.
Crescendo si sentiva "aoo anvedi er lazialotto!", mai il contrario. Era inconcepibile. Avevano creato una realtà in cui noi, squadra di Roma, nati per amore dello sport e fieri dello spirito che ci animava, dovevamo sentirci ospiti in casa propria e nasconderci nelle nostre catacombe. Questo malgrado i colpi di coda che ci siamo permessi in particolare grazie a Chinaglia e Cragnotti.

Certo che c'è odio a Roma come da nessuna altra parte, e la ragione è semplice. È l'unica città dove un club ha nel DNA la sparizione fisica dell'altro, e usa i grandissimi mezzi a sua disposizione (stampa, TV, cinema) per scrivere questa trama che non si è verificata per un incidente chiamato Vaccaro. E l'altro reagisce in modo scomposto e violento.

Chi non capisce questo passa il tempo a scrivere articoli come quelli che si leggono oggi, cercando inutilmente di equilibrare Zaniolo con Marione, Rocca con Gascoigne, Paparelli con non si sa cosa.

Se non capite che l'odio nasce dal fatto che questo sogno infranto di unicità cittadina non è stato mai abbandonato completamente, anche solo inconsciamente, che si esprime in un bisogno - come risultato minimo se la cancellazione proprio non è possibile - di sopprimere violentemente l'avversario, umiliarlo inventando trofei, supremazie, statistiche, fascismi, purificando le loro storie di Rolex, Vautrot, passaporti e omicidi, creando storie che non esistono, se non si capisce tutto questo non si spiega l'odio e non si capisce perché il laziale vive in un bunker dal quale uscirebbe volentieri.

Il laziale è colpevole di reazioni violente ai tentativi quasi secolari di annientamento. Se questa dinamica non cambia, l'ambiente romano non cambierà mai. E c'è solo una parte che può cambiare, quella meno equipaggiata intellettualmente, storicamente e psicologicamente per fare un passo indietro.

romammerda e magari morono gonfi.

Gran post, a cui mi permetto di aggiungere una sola considerazione.
Tutte le volte che il loro progetto era ad un centimetro dall'essere realtà, noi abbiamo sempre reagito con tenacia, determinazione e cuore.
E ogni santissima volta, nel momento in cui tutto sembrava finito ed eravamo a un passo dalla disperazione, ci siamo rimessi in piedi e con calma e pazienza glie lo abbiamo messo nel culo.
Ogni santissima volta.
Morite gonfi a merde...
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: paolo71 - 26 Gen 2020, 11:26
Bravo Tarallo.
Ora vanno cancellati dal campo.
Abbiamo questo dovere, la superiorità tecnica deve prevalere.
La squadra e Inzaghi hanno questo compito.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: alasinistra - 26 Gen 2020, 12:11
Sintesi perfetta di quello che, qui dentro, ci diciamo da anni.
Se avessimo un giornalismo meno superficiale meriterebbe la pubblicazione.
Anch'io ho pensato la stessa cosa.
E' già tanto che in TV siano costretti a parlare di noi per i risultati sportivi, sarebbe troppo chiedere un'analisi imparziale della nostra secolare storia.
Comunque romammerda e sempre Forza Lazio! :since
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: pan - 26 Gen 2020, 12:58
bravo Tarallo, meritevole di pubblicazione.

Come dico più volte, a volte la realtà viene cancellata o anche annacquata e per colpa del tempo che passa  si può arrivare alla verità solo osservando i comportamenti altrui. i comportamenti dei romanisti non sono mai stati comportamenti di chi è fiero, vincente, saggio, consapevole e orgoglioso della propria storia. è livoroso, strafottente, umilia con le parole, sghignazza inebetito, ribaltatore di verità: se un laziale conosce un romanista non parte la presa per il culo. se un romanista se che il suo interlocutore sconosciuto è laziale parte la presa per il culo. il laziale, rimane interdetto da questo eccesso sia di confidenza che di reazione. e questa cosa l'ho notata subito appena arrivata a Roma e da lì partono le domande che possono portare le risposte giuste, se si vuole. è la chiave di tutto, credetemi. quello del romanista non è il comportamento di chi è il primo, è il comportamento di chi è abituato a ridacchiare da decenni senza sapere nemmeno perchè lo fa. non è il comportamento di chi è sicuro della propria condizione. ma di chi è in difetto e quindi attacca.
 ripeto, i comportamenti, anche sedimentati negli anni, contengono la risposta.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: paolo71 - 26 Gen 2020, 13:13
È così Pan.
Anche fuori da Roma sta situazione la si vive.
È la conferma che hanno davvero un complesso verso la Lazio e cosa sono riusciti a fare nei decenni?
Ribaltare questa verità con striscioni con aneddoti con articoli.
Con le chiacchiere.
Ecco la loro narrazione è una chiacchiera, la nostra è Storia.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Adler Nest - 26 Gen 2020, 13:24
Da pubblicare in prima pagina.
Oggi su il Giornale articolo che ha come titolo la vergogna su zagnolo ma poi leggendolo pare più onesto di altri mettendoci dentro tutto e tutti.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: fiDelio - 26 Gen 2020, 13:29
Complimenti Tarallo, analisi che andrebbe divulgata il più possibile.
Certo è la nostra visione, ma sembra cosi attinente alla realtà.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Tarallo - 26 Gen 2020, 13:47
fiDelio, sottolinei un aspetto importante, e cioè che è la nostra visione e non un dato oggettivo.
Rimangono opinioni perché per provare quello che dico dovrei fare un lavoro che non ho i mezzi per fare. Però chi ha vissuto almeno gli ultimi 50 anni qualcosa deve aver visto. La forma che questa ossessione di eliminazione ha preso in lustri recenti è la campagna costante condotta da tutti i media per dipingere noi come i cattivi da estirpare e loro come i buoni che alla fine vinceranno (aiutati in questo dai deficienti che guidano la nord).
La disparità di trattamento degli eventi che hanno riempito le cronache delle due tifoserie (ma anche società) a me sembra palese. Basta guardare oggi, quando un quotidiano nazionale afferma neanche velatamente che le scritte 10 100 1000 Paparelli (che come sappiamo persistono tutt'oggi e hanno rovinato la vita di una donna e del figlio quanto l'omicidio stesso) furono fatte in risposta allo striscione contro Rocca nel famoso derby.
La stampa ricevuta da avvenimenti vergognosi nostri (da Arkan ad Anne Frank, fino a Zaniolo) è inspiegabile se paragonata ai loro tre omicidi, sui quali si glissa distrattamente, e ai comportamenti che seguirono in particolare l'assassinio di Paparelli, ma anche, solo per citare un caso, gli striscioni di sostegno all'assassino di Esposito. L'ultimo esempio è il povero Sean Cox. I colpevoli non erano tifosi della roma, ovviamente, ma teppisti senza colori e er poro Cox è sparito immediatamente dalle cronache. Uno striscione su un legamento fatto da 3 deficienti scatena analisi sociologiche sulla violenza laziale. Ma c'è di più': noi facciamo beneficenza o visitiamo gli ospedali, deve essere citato anche Totti. Noi andiamo ad Auschwitz, esce Lotito con la telefonata segreta. Elogiare la Lazio, da sola, come entità indipendente, è impossibile perché allontana dall'obiettivo iniziale. In qualche modo la roma deve sempre prevalere.

Tutto questo pippone per dire che esiste, per chi vuole vederla, una versione del nuovo millennio di quella eliminazione tentata nel 1927. Ma è una versione di nervi, istintiva, irrazionale, che ha una radice in quell'obbrobrio di Foschi ma che non ha più un vero obiettivo, o almeno non più quello dei primi decenni. La Lazio non è mai stata così solida a livello societario e adesso è anche vincente, più di loro. Però lo fanno lo stesso, perché fa parte del loro DNA. Io ne sono convinto: mentre noi vogliamo batterli, loro vorrebbero che noi sparissimo, e questa è la Madre delle dinamiche attuali. Ed è anche il motivo per cui perdono, ogni santo giorno, quando si svegliano e si accorgono che siamo ancora qua.

Quindi capisco che è la nostra visione, ma i fatti citati sono davanti agli occhi di chi li vuole vedere.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Adler Nest - 26 Gen 2020, 13:55
PERFETTO.
Uno scatto di orgoglio che dovremmo avere tutti invece di continuare a fare l’analisi grammaticale di ogni sputo che viene partorito da qualsiasi deficiente.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: PARISsn - 26 Gen 2020, 14:07
tutto giusto, ma questa narrazione finta e creata ad arte contro il tifoso laziale, su cosa si baserebbe se non ci fossero stati gli striscioni pro Arkan, le figurine di Anna Frank, gli striscioni per Zaniolo ??? puoi tacere sugli omicidi, puoi raccontare che  inneggiare alla  morte di Paparelli è una vendetta, ma non avresti mai gli spunti serviti su un piatto d'argento per tacciare il tifoso laziale di fascismo, razzismo e quant'altro...purtroppo c'e una frangia di tifoseria e che badate bene va ben oltre i 500 del cuore della curva, che di essere sempre sotto attacco se ne vanta e  ne fa orgoglio, basta leggere puntualmente i comunicati della curva ogni volta succede qualcosa, mai che facciano autocritica, mai che cerchino minimamente di prendere le distanze...anzi, rivendicano il loro credere di essere speciali, non omologati, portatori addirittura di valori !! cosi' è facile attaccarci tutti, cosi' è facile creare una narrazione  in cui noi siamo i cattivi e gli altri buoni..... 8)
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Tarallo - 26 Gen 2020, 14:15
Si ma sei OT, di topic in cui critichiamo le azioni dei nostri ce ne sono decine.

Il punto qui era un altro e cioè la radice dell'asprezza del dialogo calcistico a Roma. Una radice che per me va al 1927.
Questi fatti recenti ne sono solo una appendice, e per risponderti ti dico che il fatto che loro ne abbiano fatte altrettante (per me peggio la lasciano perdere) è ignorato dalle masse. Solo oggi in una chat sono usciti 4 o 5 striscioni solo su Gascoigne dell'epoca. Cox e Paparelli sono due vite distrutte.

La discussione non è se siamo buoni o no, o se dovremmo assolutamente cercare di esserlo.
La discussione vede questa disparità di trattamento e memoria come parte di quel progetto, e anche come causa di alcune nostre reazioni violente e volgari, e che senza quel peccato originale per me anche qui potremmo essere tutti più civili. Pure loro, pensa.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: arturo - 26 Gen 2020, 14:20
Tarallo perfetto.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: calimero - 26 Gen 2020, 14:33
Tarallo inappuntabile, aggiungo solo che questa narrazione per essere efficace ha bisogno di un eroe positivo, un totem identitario, da contrapporre alla massa ignorante dei laziali fascisti e razzisti. Spodestato il capitone, questa figura è stata individuata in Zagagnolo e l’episodio dello striscione è funzionale al narrato. Da tempo sostengo che l’atteggiamento migliore sarebbe quello di fottersene di questo individuo e dei suoi parenti.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: AquiladiMare - 26 Gen 2020, 14:45
Tarallo inappuntabile, aggiungo solo che questa narrazione per essere efficace ha bisogno di un eroe positivo, un totem identitario, da contrapporre alla massa ignorante dei laziali fascisti e razzisti. Spodestato il capitone, questa figura è stata individuata in Zagagnolo e l’episodio dello striscione è funzionale al narrato. Da tempo sostengo che l’atteggiamento migliore sarebbe quello di fottersene di questo individuo e dei suoi parenti.

Infatti... Ma credo che atteggiamento faccia parte del copione...
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: PARISsn - 26 Gen 2020, 14:55
Si ma sei OT, di topic in cui critichiamo le azioni dei nostri ce ne sono decine.

Il punto qui era un altro e cioè la radice dell'asprezza del dialogo calcistico a Roma. Una radice che per me va al 1927.
Questi fatti recenti ne sono solo una appendice, e per risponderti ti dico che il fatto che loro ne abbiano fatte altrettante (per me peggio la lasciano perdere) è ignorato dalle masse. Solo oggi in una chat sono usciti 4 o 5 striscioni solo su Gascoigne dell'epoca. Cox e Paparelli sono due vite distrutte.

La discussione non è se siamo buoni o no, o se dovremmo assolutamente cercare di esserlo.
La discussione vede questa disparità di trattamento e memoria come parte di quel progetto, e anche come causa di alcune nostre reazioni violente e volgari, e che senza quel peccato originale per me anche qui potremmo essere tutti più civili. Pure loro, pensa.

non credo di essere Ot e mi spiego, tu fai risalire questa asprezza nei nostri confronti al 1927, a non aver accettato la fusione, puo' darsi che la cosa all'epoca abbia generato livore nei nostri confronti ma alla fine sto' livore era evaporato, sopito  e ridotto al mero sfotto' alla Orazio Pennacchioni di cui pure noi laziali si rideva, il laziale burino, che  porta le caciotte e altre amenita' del genere....è a cavallo degli anni 80/90 che la  politicizzazione delle curve e la nostra  in particolare, ha dato spunto e sostegno a quel livore sopito che ha trovato all'improvviso e servito su un piatto d'argento tutto il necessario per riportare quel livore allo scopo iniziale e che si era perso nel tempo...e cioe' l'annichilimento della Lazio e dei laziali...le croci celtiche, le bandiere con Mussolini, i cori razzisti, Arkan ect ect...senza tutto cio' sarebbe rimasto lo sfotto'...a volte anche acido e cattivo ma sfotto'...e relegato alle tifoserie e stop....invece abbiamo ( hanno ) offerto il fianco alla narrazione artefatta e becera ma che sta li sotto gli occhi di tutti....insomma Tarallo..se  io voglio darti una coltellata ma non ho il coltello..ci devo rinunciare..ma se tu stesso me ne passi uno, oltre a prenderti la coltellata sei pure  un po [...] no ??
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: meanwhile - 26 Gen 2020, 14:58
Tutto giusto e condivisibile Tarallo, è dal 27 che avevano deciso di farci sparire ed è un progetto mai messo da parte, se fosse stato facile come credevano.

Ma mentre noi quattro gatti ragioniamo, gli striscioni contro coso raddoppiano, cosa ce ne dovrebbe fregare poi di un pischello che vale qualcosa solo nelle loro teste.
La squadra non dovrà abboccare alle provocazioni, ma sti quattro scemi invece ci sguazzano, avoja a coreografie.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: StylishKid - 26 Gen 2020, 15:01
Tutto giusto, il problema è quando provi a spiegarlo, a farlo notare, anche a chi non tifa la cloaca.
Io c’ho provato giuro ed ogni volta mi sono sentito rispondere che sono ossessionato da loro.
È difficile.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Cesio - 26 Gen 2020, 15:12
Tutto giusto, il problema è quando provi a spiegarlo, a farlo notare, anche a chi non tifa la cloaca.
Io c’ho provato giuro ed ogni volta mi sono sentito rispondere che sono ossessionato da loro.
È difficile.

Chi non tifa cloaca non ha interesse a capire come vanno le cose, per loro va bene la narrazione della realtà propinata dai media e tanto basta
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: RG-Lazio - 26 Gen 2020, 15:20
gran bel post...per me non "romano" é anche sociologicamente e storicamente interessante.

Personalmente la realtá narrata da Tarallo ho iniziato a percepirla quando ho conosciuto i romani...rosicamento pazzesco e odio vero...soprattutto rommico...non sopportano la nostra esistenza.

Devo dire che "fuori" é diverso...ci si sfotte, ma restá uno sfottersi "sportivo". A Roma ho sempre avuto la percezione che fosse qualcosa di piú, che spesso sfocia nella discriminazione.

In ogni caso una storia politico-sociale dello sport romano negli ultimi 120 anni, sarebbe davvero interessante.
Tarallo ad esempio accenna ( e ci mancherebbe) solo il movente politico della fondazione da parte del fascismo, ma non bisogna scordare che  :asrm é la storia del populismo politico a Roma.
Dalla DC ai 5star la creazione del consenso in una cittá complessa si é sempre poggiata sul "sostenere" quelli lá.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: GiPoda - 26 Gen 2020, 15:22
non credo di essere Ot e mi spiego, tu fai risalire questa asprezza nei nostri confronti al 1927, a non aver accettato la fusione, puo' darsi che la cosa all'epoca abbia generato livore nei nostri confronti ma alla fine sto' livore era evaporato, sopito  e ridotto al mero sfotto' alla Orazio Pennacchioni di cui pure noi laziali si rideva, il laziale burino, che  porta le caciotte e altre amenita' del genere....è a cavallo degli anni 80/90 che la  politicizzazione delle curve e la nostra  in particolare, ha dato spunto e sostegno a quel livore sopito che ha trovato all'improvviso e servito su un piatto d'argento tutto il necessario per riportare quel livore allo scopo iniziale e che si era perso nel tempo...e cioe' l'annichilimento della Lazio e dei laziali...le croci celtiche, le bandiere con Mussolini, i cori razzisti, Arkan ect ect...senza tutto cio' sarebbe rimasto lo sfotto'...a volte anche acido e cattivo ma sfotto'...e relegato alle tifoserie e stop....invece abbiamo ( hanno ) offerto il fianco alla narrazione artefatta e becera ma che sta li sotto gli occhi di tutti....insomma Tarallo..se  io voglio darti una coltellata ma non ho il coltello..ci devo rinunciare..ma se tu stesso me ne passi uno, oltre a prenderti la coltellata sei pure  un po [...] no ??
Te lo dico sinceramente, a me Pennacchioni nn ha mai fatto ridere come nn mi ha mai fatto ridere vedere Sordi insultare ("a zozzi a profughi") i tifosi della Lazio nel film "Il Marito" (1958).
Pensa quindi da quanto tempo, ben prima della "tigre Arkan", questi amano insultare in modo becero.
Ah ma so' goliardici certo.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Hicks - 26 Gen 2020, 15:26
Grandissimo post, un faro nella nebbia.. è come avesse portato alla luce in modo esplicito qualcosa che inconsciamente ho sempre avvertito dal primo momento in cui mi sono identificato come tifoso della Lazio. L'unico "difetto" che gli trovo è che purtroppo da qua non arriva alle masse. Sarebbe bello lo leggessero non solo tanti altri laziali, ma anche tante altre persone che questa rivalità non la capiscono (e la commentano ugualmente).
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Tarallo - 26 Gen 2020, 15:30
GiPoda, citi una cosa che volevo dire ma per non dilungarmi ancora di più non ho detto.
Dopo la fusione, con i giocatori più forti di tutte le squadre tranne la Lazio, se ricordo bene i fusi abruzzesi vinsero 10 derby su 11. Credo che il calcio romano stesse cercando di rendersi conto di cosa volesse dire questo cambiamento radicale, mentre immagino che noi continuassimo ad occuparci delle nostre attività calcistiche e sportive. Presto arrivarono le leggi razziali e poi la guerra (con lo scudetto di cui sappiamo) e poi il dopoguerra che doveva riportare stabilità dopo un paio di decenni molto turbolenti. Fu solo dopo, negli anni 60 e 70, che la realtà del fatto che non eravamo spariti lì colpì davvero e iniziò la serie di riferimenti cinematografici di cui parli. Fu il primo, molto forte esempio di uso di mezzi di comunicazione (Sordi era un fenomeno, il suo successo enorme) per schiacciarci giù. Giocando, all'inizio. Ma lo scopo si vedeva, così come la matrice. Da occupare spazi cinematografici ad allargarsi ad altri media il passo fu breve, e le dinamiche le conosciamo fino ad arrivare ad oggi, dove con una RAI sotto occupazione romanista, sky e gazzetta con contratti di collaborazione con la roma, per sentire parlare in modo onesto della Lazio bisogna ascoltare marione. 
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: JoeStrummer - 26 Gen 2020, 15:31
non credo di essere Ot e mi spiego, tu fai risalire questa asprezza nei nostri confronti al 1927, a non aver accettato la fusione, puo' darsi che la cosa all'epoca abbia generato livore nei nostri confronti ma alla fine sto' livore era evaporato, sopito  e ridotto al mero sfotto' alla Orazio Pennacchioni di cui pure noi laziali si rideva, il laziale burino, che  porta le caciotte e altre amenita' del genere....è a cavallo degli anni 80/90 che la  politicizzazione delle curve e la nostra  in particolare, ha dato spunto e sostegno a quel livore sopito che ha trovato all'improvviso e servito su un piatto d'argento tutto il necessario per riportare quel livore allo scopo iniziale e che si era perso nel tempo...e cioe' l'annichilimento della Lazio e dei laziali...le croci celtiche, le bandiere con Mussolini, i cori razzisti, Arkan ect ect...senza tutto cio' sarebbe rimasto lo sfotto'...a volte anche acido e cattivo ma sfotto'...e relegato alle tifoserie e stop....invece abbiamo ( hanno ) offerto il fianco alla narrazione artefatta e becera ma che sta li sotto gli occhi di tutti....insomma Tarallo..se  io voglio darti una coltellata ma non ho il coltello..ci devo rinunciare..ma se tu stesso me ne passi uno, oltre a prenderti la coltellata sei pure  un po [...] no ??

È invece ha ragione Tarallo, la tua considerazione èO/T perché porta necessariamente ad una risposta altrettanto O/T. Con tutti i loro imperdonabili eccessi, gli Irriducibili, a memoria d’uomo, dal 1927 sono l’unico gruppo di laziali che ha dominato in lungo in largo a Roma. Dominato, eh, non per modo di dire, ma nel vero senso della parola. E qui chiudo l’OT per lasciare questo splendido topic al suo giusto fluire.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: ronefor - 26 Gen 2020, 15:38
È invece ha ragione Tarallo, la tua considerazione èO/T perché porta necessariamente ad una risposta altrettanto O/T. Con tutti i loro imperdonabili eccessi, gli Irriducibili, a memoria d’uomo, dal 1927 sono l’unico gruppo di laziali che ha dominato in lungo in largo a Roma. Dominato, eh, non per modo di dire, ma nel vero senso della parola. E qui chiudo l’OT per lasciare questo splendido topic al suo giusto fluire.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: cartesio - 26 Gen 2020, 15:39
Personalmente la realtá narrata da Tarallo ho iniziato a percepirla quando ho conosciuto i romani...rosicamento pazzesco e odio vero...soprattutto rommico...non sopportano la nostra esistenza.


E questo appare anche in un'espressione che ho sentito spesso negli anni, "i laziali devono sempre fa' i diversi". Ovvero quelli che non si fanno omologare, come se farsi omologare fosse una virtù.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: ronefor - 26 Gen 2020, 15:50
Ho vissuto (e vivo) una vita a Roma  in mezzo a loro per motivi sociali e di lavoro
Corrisponde perfettamente a quello che dice Tarallo
Mai invece mi è apparso il discorso politico, mai nessun riommico ne ha accennato
Per quanto riguarda gli Irriducibili confermo che li hanno sofferti alquanto ma anche invidiati
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: purple zack - 26 Gen 2020, 15:55
l'unica squadra con il nome di città che porta l'articolo femminile

iniziare a cambiare questa pratica e a spiegare questa cosa.

la grammatica ci chiede di dire "il roma"
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: PARISsn - 26 Gen 2020, 16:03
Te lo dico sinceramente, a me Pennacchioni nn ha mai fatto ridere come nn mi ha mai fatto ridere vedere Sordi insultare ("a zozzi a profughi") i tifosi della Lazio nel film "Il Marito" (1958).
Pensa quindi da quanto tempo, ben prima della "tigre Arkan", questi amano insultare in modo becero.
Ah ma so' goliardici certo.

che  Pennacchioni non ti faceva ridere ok, ci sta, il riferimento che fai al film di Alberto Sordi no, per  un semplice  motivo e cioe' che all'epoca quel tipo di sfotto, becero e acido, pur biasimabile e gratuito non era cmq preso come  un offesa seria...e ti faccio un altro esempio reale...la  mia prima partita della Lazio allo stadio fu un Lazio- Vicenza...perdemmo 1 a 0 in casa..era il 1968 credo..e per tutta la partita Cinesinho, che ci fece il gol ed era di colore, fu accompagnato dai buhhhh ogni volta toccava palla...ma erano altri tempi e temi che oggi sono sulla bocca di tutti, il razzismo per esempio, all'epoca non erano sentiti...Cinesinho non ando' in conferenza stampa a dire di essere offeso...l'arbitro non fece sospendere la partita...poi i tempi sono cambiati e non aver capito che fare oggi i buhhh non passa inosservato ma presta proprio il fianco a chi è passato da sfotto' beceri a una caccia al laziale vera e propria, è grave !  abbiamo fornito noi ( loro ) in primis i mezzi a certa stampa, media ect di rimpolpare gli attacchi e riprendere la narrazione artefatta nei confronti del laziale...su questo non ci piove...secondo me.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: BalkanLaziale - 26 Gen 2020, 16:10
A Milano, Genoa e Torino non c'erano fusioni artificiali.

Questo è differenza.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Tarallo - 26 Gen 2020, 16:19
Non è vero, come forse sai.
L’Unione Calcio Sampdoria è nata a Genova il 12 agosto 1946 dalla fusione tra Sampierdarenese e l’Andrea Doria.
Volevano contrastare la forza del Genoa, non rappresentare la potenza di Genova e del suo impero al mondo. Quindi non andarono proprio a proporre al Genoa di fondersi, il Genoa gli avrebbe riso in faccia. Una delle due squadre era in difficoltà finanziaria e si fuse con l'altra.
Premesse completamente diverse in cui il concetto di dominio, potenza, spezzare le reni alla Grecia non c'entravano proprio.

Tornando agli anni 60-70, chiedetevi perché quello che si vedeva nei cinema era solo in una direzione. Davvero i laziali non erano comici o talentuosi? Davvero Montesano, che dominava in RAI, non aveva una audience a cui far arrivare un messaggio di denigrazione della roma e dei romanisti? O c'era proprio una dinamica diversa, stavamo du due livelli diversi? E c'entra con quello che successe dopo fino ai nostri giorni?
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Duca - 26 Gen 2020, 16:26
Qualche perplessità semmai suscita il fatto che tutto questo livore venga dal 1927 e dalla presa di posizione del Gen. Vaccaro. Dubito che tanti tifosi di entrambe le sponde ne siano esattamente al corrente ancora oggi...
Un altro dato storico che mi ha poi lasciato sempre interdetto - e che a mio avviso ha a che vedere in qualche modo con la mancata fusione - riguarda la preponderanza di tifosi coppainfacciati in città. In altre parole, mi domando come una società come la S.S. Lazio, nata più un quarto di secolo prima e presto giunta alla ribalta dello sport nazionale, abbia poi però perso consensi al punto da ritrovarsi con un grosso gap già a partire dagli anni Cinquanta.
Quando la Lazio vinse lo scudetto del 1974 il gap era già molto evidente benché i palmares delle due squadre non avessero un dislivello degno di nota (1 scudetto e 2 Coppe Italia la Riomma, 1 scudetto e 1 Coppa Italia la Lazio...).
Insomma, per me che non sono di Roma, è sempre stato poco comprensibile questa diaspora di simpatizzanti verso le sponde giallozzozze.
E allora mi domamdo:
forse la Lazio, già allora, prima della nascita dei corropolitani, non aveva il monopolio delle simpatie in città e anzi se le contendeva con il pulviscolo di altre società capitoline?
O forse lo aveva questo monopolio ma è poi finito sotto i colpi del lavoro propagandistico fatto da Regime per spingere i cittadini dell'Urbe a tifare la sua creazione...: la neonata A.S. Roma?  Squadra che a quel punto doveva essere vista e ritenuta la vera squadra della capitale , magari al grido di "i veri romani (fascisti) tifano Roma!"?
E d'altra parte non sarei sorpreso che il Regime ci abbia fatto pagare lo scotto per l'atto di ribellione supremo  del Gen. Vaccaro...


Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: ledesma87 - 26 Gen 2020, 16:29
Mah..

Storicizzare la questione mi sembra un tentativo assurdo.

Si potrebbero tante analisi sociali e psicologiche legate a questi fenomeni. Io non ne sono in grado.

Chi scrive e fa certe cose in una condizione di lucidità psico-fisica (ovvero non da ubriaco, drogato o in preda alla rabbia) è semplicemente un concentrato di nichilismo, ignoranza (prossima all'analfabetismo) e protervia. Unite ad un esibizionismo che negli ultimi anni è alimentato da social e porcate varie. Tutti sintomi di una società in putrefazione. Ed invece si, Roma è peggio di altre città in questo. Sicuramente peggio di Genova e Milano e basta farsi una passeggiata per le vie della città per notarlo.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: PARISsn - 26 Gen 2020, 16:35
È invece ha ragione Tarallo, la tua considerazione èO/T perché porta necessariamente ad una risposta altrettanto O/T. Con tutti i loro imperdonabili eccessi, gli Irriducibili, a memoria d’uomo, dal 1927 sono l’unico gruppo di laziali che ha dominato in lungo in largo a Roma. Dominato, eh, non per modo di dire, ma nel vero senso della parola. E qui chiudo l’OT per lasciare questo splendido topic al suo giusto fluire.

boh mi sembrate tutti schierati col prosciutto sugli occhi ..gli Irriducibili potevano dominare con le scenografie mostrate dalle tv di tutto il mondo e che quelli della'  manco si sognano, potevano dominare con la  loro presenza fissa e  numerosa in ogni trasferta e via discorrendo....purtroppo oltre tutto cio' hanno dominato con gli INNUMEREVOLI ECCESSI fatti proprio quando ti stanno con gli occhi addosso...ripeto, se ti vogliono da' una coltellata ma non hanno il coltello se la prendono in quel posto....se il coltello addirittura glie lo dai tu te becchi la cortellata e sei pure  un cogliione !! questa visione che avete che  il laziale è sopraffatto, deriso e annichilito dal 27  a oggi non è una narrazione vera secondo me...ci sono stati decenni e decenni di Laziotte e romette e il tutto si definiva negli sfotto' , sui giornali sportivi e non avevi gli stessi spazi...è stato citato il film di Alberto Sordi ebbene ne ricordo uno dello stesso periodo ( forse un giorno in pretura o il pretore ) in cui Peppino De Filippo aveva  il figlio calciatore della Lazio osannato sui giornali....non c'era nessun attacco a tutti i costi...non veniva strumentalizzato nulla...da quando purtroppo con gli INNUMEREVOLI ECCESSI hai prestato il fianco...ecco che chi di dovere ha trovato il modo per riportare  in auge il livore teso alla nostra sparizione o ridimensionamento piu' possibile...cazzo vuoi spiegare agli altri tifosi neutri come stanno le cose se sei stato in prima pagina su tutti i giornali d'eruopa e prima notizia in tutti i tg d'europa per le figurine di Anna Frank ?? le hanno fatte anche della'?? bene solo quelle dovevano restare...nascoste, insabbiate, nessun tg ne avrebbe parlato mai ma  SOLO LE LORO dovevano rimanere negli annali !!
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: BalkanLaziale - 26 Gen 2020, 16:35
@Tarallo

Si, ma la Lazio era stato pianificato nella fusione romana. Il Genoa era nemico del fusione doriana, la Lazio pianificato per far parte della AS Merda. Percezione un po diversa, ma ci sta tua spiegazione, che accetto.

Io vivo in mezzo rivalità tra la Stella Rossa ed il Partizan. E una rivalità fortissima, ma più o meno sana, perchè entrambe società sono nate dal quadri differenti ma, alla fine, molto simili, sempre con Partito Comunista di Jugoslavia dietro entrambe. Una guerra interna.

La Lazio contro stemerde è una guerra antropologica. Non etnica, ma proprio antropologica.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: mr_steed - 26 Gen 2020, 16:36
Quoto il post di Tarallo al 1000 x 1000... ma spiegare le nostre ragioni sta diventando impossibile perché nessuno si limita ad approfondire l'argomento e ad ascoltarti, limitandosi solo a puntare il dito dopo aver letto i titoloni sparati dai giornali...

Chi non tifa cloaca non ha interesse a capire come vanno le cose, per loro va bene la narrazione della realtà propinata dai media e tanto basta

Quoto al 1000 x 1000 anche il tuo post: sto "litigando" proprio su questa storia dello striscione con vari amici non romani e non romanisti e naturalmente, appena citi la mancata indignazione per i "10, 100, 1000 Paparelli" e il dito di Lulic, scatta immediatamente l'accusa di "benaltrismo"... per darvi un'idea, il tenore dei loro argomenti è questo:

"In ogni caso a me piace molto la modalità vigliacca di chi fa questa roba e non ci mette la faccia, espone lo striscione di notte, di nascosto come i ladri, e poi scappa via come i topi di fogna.
È anche questo che rende la cosa più accattivante e mostra bene lo spessore di chi lo fa.

Almeno quel branco di disagiati laziali che lo scorso 25 aprile erano andati in Piazza Venezia a sventolare uno striscione inneggiante a Mussolini firmato "Irriducibili" mentre facevano il saluto romano si erano fatti riconoscere (e infatti, grazie alla loro furbizia, erano finiti sotto inchiesta - chissà com'è finita, tra l'altro - ). Almeno nella loro miseria mentale ci avevano messo la faccia."


Che poi, aiutatemi voi a ricordare meglio, credo parli dello striscione a piazzale Loreto esibito in combutta con gli ultrà interisti, quindi sbaglia non solo la piazza e ma pure la città... ma se poi gli fai notare l'errore e gli dici che sono superficiali e disinformati si incazzano pure...
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: tommasino - 26 Gen 2020, 16:58
Non si parla d'altro, e grazie a dio fra qualche ora sarà il pallone a mettere da parte le discussioni pseudo-bipartisan sul veleno del calcio a Roma.
Ma siccome una opinione non si nega a nessuno, e a leggere gli articoli in rassegna non si vede proprio l'ombra di una analisi men che superficiale, non mi nego la mia e la condivido qui.

Non conosco la storia di Boca e River, non mi interesso molto dei derby della Ruhr, non so che accade nei Balcani. Ma in Italia quello che accade a Roma è unico, è questo è fuor di dubbio.
Che i romani siano di gran lunga cittadini peggiori di milanesi e genovesi lo escludiamo subito, perché l'idiozia non ha frontiere, quindi i motivi sono altri e per me ce n'è uno e uno soltanto, il più semplice: quando invece di riconoscere un avversario, accettare un nemico, tu sei nato, ti hanno creato con la sua eliminazione totale come parte centrale del disegno della tua stessa nascita, il fallimento di questa operazione stabilisce una dinamica di "o noi o loro" che non esiste altrove in Italia.
L'aver sopravvissuto all'orrido progetto di unificazione fascista  del 1927 malgrado pressioni indicibili ha creato le basi per una relazione malsana. Da una parte la rabbia di dover accettare la nostra semplice esistenza, l'aver rigettato con successo il tentato stupro, l'essere stati capaci di un atto di ribellione al potere. Dall'altra la difesa costante della propria esistenza, il dormire sempre con un occhio aperto e la pistola sotto il cuscino, l'estrema sensibilità agli attacchi, il sentirsi sempre sotto minaccia e le sue conseguenti reazioni nervose, rabbiose, scomposte.
Crescendo si sentiva "aoo anvedi er lazialotto!", mai il contrario. Era inconcepibile. Avevano creato una realtà in cui noi, squadra di Roma, nati per amore dello sport e fieri dello spirito che ci animava, dovevamo sentirci ospiti in casa propria e nasconderci nelle nostre catacombe. Questo malgrado i colpi di coda che ci siamo permessi in particolare grazie a Chinaglia e Cragnotti.

Certo che c'è odio a Roma come da nessuna altra parte, e la ragione è semplice. È l'unica città dove un club ha nel DNA la sparizione fisica dell'altro, e usa i grandissimi mezzi a sua disposizione (stampa, TV, cinema) per scrivere questa trama che non si è verificata per un incidente chiamato Vaccaro. E l'altro reagisce in modo scomposto e violento.

Chi non capisce questo passa il tempo a scrivere articoli come quelli che si leggono oggi, cercando inutilmente di equilibrare Zaniolo con Marione, Rocca con Gascoigne, Paparelli con non si sa cosa.

Se non capite che l'odio nasce dal fatto che questo sogno infranto di unicità cittadina non è stato mai abbandonato completamente, anche solo inconsciamente, che si esprime in un bisogno - come risultato minimo se la cancellazione proprio non è possibile - di sopprimere violentemente l'avversario, umiliarlo inventando trofei, supremazie, statistiche, fascismi, purificando le loro storie di Rolex, Vautrot, passaporti e omicidi, creando storie che non esistono, se non si capisce tutto questo non si spiega l'odio e non si capisce perché il laziale vive in un bunker dal quale uscirebbe volentieri.

Il laziale è colpevole di reazioni violente ai tentativi quasi secolari di annientamento. Se questa dinamica non cambia, l'ambiente romano non cambierà mai. E c'è solo una parte che può cambiare, quella meno equipaggiata intellettualmente, storicamente e psicologicamente per fare un passo indietro.

romammerda e magari morono gonfi.
Lo vedo adesso, appena entrato in nord.
Intanto ti metto un mi piace; poi, quando sarò in grado, me lo leggo.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: UnDodicesimo - 26 Gen 2020, 17:03
@Tarallo

Si, ma la Lazio era stato pianificato nella fusione romana.... la Lazio pianificato per far parte della AS Merda....

In programma era un assorbimento della fortitudo nella Lazio, tanto che sarebbe rimasto solo il nostro nome.

Non era in programma nessuna aesse.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Pergianluca - 26 Gen 2020, 18:58
Non si parla d'altro, e grazie a dio fra qualche ora sarà il pallone a mettere da parte le discussioni pseudo-bipartisan sul veleno del calcio a Roma.
Ma siccome una opinione non si nega a nessuno, e a leggere gli articoli in rassegna non si vede proprio l'ombra di una analisi men che superficiale, non mi nego la mia e la condivido qui.

Non conosco la storia di Boca e River, non mi interesso molto dei derby della Ruhr, non so che accade nei Balcani. Ma in Italia quello che accade a Roma è unico, è questo è fuor di dubbio.
Che i romani siano di gran lunga cittadini peggiori di milanesi e genovesi lo escludiamo subito, perché l'idiozia non ha frontiere, quindi i motivi sono altri e per me ce n'è uno e uno soltanto, il più semplice: quando invece di riconoscere un avversario, accettare un nemico, tu sei nato, ti hanno creato con la sua eliminazione totale come parte centrale del disegno della tua stessa nascita, il fallimento di questa operazione stabilisce una dinamica di "o noi o loro" che non esiste altrove in Italia.
L'aver sopravvissuto all'orrido progetto di unificazione fascista  del 1927 malgrado pressioni indicibili ha creato le basi per una relazione malsana. Da una parte la rabbia di dover accettare la nostra semplice esistenza, l'aver rigettato con successo il tentato stupro, l'essere stati capaci di un atto di ribellione al potere. Dall'altra la difesa costante della propria esistenza, il dormire sempre con un occhio aperto e la pistola sotto il cuscino, l'estrema sensibilità agli attacchi, il sentirsi sempre sotto minaccia e le sue conseguenti reazioni nervose, rabbiose, scomposte.
Crescendo si sentiva "aoo anvedi er lazialotto!", mai il contrario. Era inconcepibile. Avevano creato una realtà in cui noi, squadra di Roma, nati per amore dello sport e fieri dello spirito che ci animava, dovevamo sentirci ospiti in casa propria e nasconderci nelle nostre catacombe. Questo malgrado i colpi di coda che ci siamo permessi in particolare grazie a Chinaglia e Cragnotti.

Certo che c'è odio a Roma come da nessuna altra parte, e la ragione è semplice. È l'unica città dove un club ha nel DNA la sparizione fisica dell'altro, e usa i grandissimi mezzi a sua disposizione (stampa, TV, cinema) per scrivere questa trama che non si è verificata per un incidente chiamato Vaccaro. E l'altro reagisce in modo scomposto e violento.

Chi non capisce questo passa il tempo a scrivere articoli come quelli che si leggono oggi, cercando inutilmente di equilibrare Zaniolo con Marione, Rocca con Gascoigne, Paparelli con non si sa cosa.

Se non capite che l'odio nasce dal fatto che questo sogno infranto di unicità cittadina non è stato mai abbandonato completamente, anche solo inconsciamente, che si esprime in un bisogno - come risultato minimo se la cancellazione proprio non è possibile - di sopprimere violentemente l'avversario, umiliarlo inventando trofei, supremazie, statistiche, fascismi, purificando le loro storie di Rolex, Vautrot, passaporti e omicidi, creando storie che non esistono, se non si capisce tutto questo non si spiega l'odio e non si capisce perché il laziale vive in un bunker dal quale uscirebbe volentieri.

Il laziale è colpevole di reazioni violente ai tentativi quasi secolari di annientamento. Se questa dinamica non cambia, l'ambiente romano non cambierà mai. E c'è solo una parte che può cambiare, quella meno equipaggiata intellettualmente, storicamente e psicologicamente per fare un passo indietro.

romammerda e magari morono gonfi.
Me mandi l’abstract?
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: gerdmuller - 26 Gen 2020, 20:07
Me mandi l’abstract?
Lo trovi su PubMed.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Tarallo - 26 Gen 2020, 20:26
Per, una volta per me il tempo lo trovavi. :(
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: tatoccolo - 27 Gen 2020, 12:23
leggo questo topic con colpevole ritardo
Prima cosa complimenti a Tarallo, analisi lucida, consapevole, centrata. Probabilmente - ma necessariamente - un po' di parte.

Arrivo quando molto di condivisibile è stato già detto

Mi sembra che mai come ieri la scenografia della Nord risponda in qualche modo alla "rabbia diversa del calcio romano"

"La Lazio è altro. La Lazio non proviene da: la Lazio è.
Prima è nata la Lazio: i tifosi sono venuti dopo. Per gli altri c'erano i tifosi e gli è stata data una squadra da tifare"


(http://2.citynews-romatoday.stgy.ovh/~media/horizontal-mid/55118510726013/coreografialazio-2.jpg)

meraviglioso, complimenti a chi l'ha pensato prima e realizzato così bene poi
 :since

Potrebbe interessarti: http://www.romatoday.it/sport/coreografie-derby-roma-lazio-26-gennaio-2020.html
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Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: bak - 27 Gen 2020, 12:46
ma alla fine sto' livore era evaporato, sopito  e ridotto al mero sfotto' alla Orazio Pennacchioni di cui pure noi laziali si rideva, il laziale burino, che  porta le caciotte e altre amenita' del genere....

Contestualizziamo: Orazio Pennacchioni andava in onda su un canale radio RAI (cioè di tutti) e prendeva, per quel periodo,  pesantemente per il culo i laziali. Erano gli anni in cui noi si vinceva lo scudetto e loro navigavano nella melma con Muiesan, Cappellini e Scaratti.

Io lo ricordo bene e tante risate non me le sono fatte; poi certo arrivarono gli anni ottanta e i famigerati undici anni de B; il livello della presa per i fondelli si alzava ancora di più, c'è stato Vincenzo etc.

Sul post di Tarallo, applausi a mazzi.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Tarallo - 27 Gen 2020, 13:09
Mi sa che l'ho già fatta, ma forse un piccolo aiuto per capire si può trovare nella risposta alla domanda: ma voi ce lo vedere un pennacchioni laziale fare la stessa cosa? O Alberto Sordi laziale fare lo stesso nei film? E se no, perché? Solo perché noi siamo timidi e loro sfacciati e arroganti? Oppure quando Sordi dice a lazia' e vedi dannattene vuole dire proprio vedi dannattene, ora siamo arrivati noi e non c'è posto per tutti qui a Roma? Roma deve essere nostra, come retaggio di quel messaggio originale?
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: bak - 27 Gen 2020, 13:13
Mi sa che l'ho già fatta, ma forse un piccolo aiuto per capire si può trovare nella risposta alla domanda: ma voi ce lo vedere un pennacchioni laziale fare la stessa cosa? O Alberto Sordi laziale fare lo stesso nei film? E se no, perché? Solo perché noi siamo timidi e loro sfacciati e arroganti? Oppure quando Sordi dice a lazia' e vedi dannattene vuole dire proprio vedi dannattene, ora siamo arrivati noi e non c'è posto per tutti qui a Roma? Roma deve essere nostra, come retaggio di quel messaggio originale?
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Drake - 27 Gen 2020, 13:17
Credo entri nel tema, anche se non direttamente, però volevo segnalarvi che hanno scritto un libro dal titolo Un calcio al razzismo. 20 lezioni contro l’odio, in cui prendono a esempio positivo la fondazione delle merde. Perché confluì anche la squadra che faceva riferimento alla comunità ebraica e il primo presidente era ebreo. Certo poi nel '35 con l'introduzione delle leggi razziali dovette dimettersi, ma quest è un dettaglio. Quindi sappiatelo le merde sono state fondate come atto antirazzista, d'altronde si sa italo foschi era una pasta d'uomo. Io boh, come direbbe Tarallo.
https://www.rivistaundici.com/2020/01/27/calcio-antirazzista/
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: bak - 27 Gen 2020, 13:22
Mi sa che l'ho già fatta, ma forse un piccolo aiuto per capire si può trovare nella risposta alla domanda: ma voi ce lo vedere un pennacchioni laziale fare la stessa cosa? O Alberto Sordi laziale fare lo stesso nei film? E se no, perché? Solo perché noi siamo timidi e loro sfacciati e arroganti? Oppure quando Sordi dice a lazia' e vedi dannattene vuole dire proprio vedi dannattene, ora siamo arrivati noi e non c'è posto per tutti qui a Roma? Roma deve essere nostra, come retaggio di quel messaggio originale?

Certo che no, un pennacchioni laziale non ce lo vedo proprio e sai benissimo quanto erano lividi in quel periodo loro

Sordi laziale neanche, l'unica volta che lo fece rappresentava il buro che andava a gozzovigliare con la moglie e "se metteva 'a cravatta daa Lazio"

Non è questione di timidezza e arroganza, è che su cento persone sessanta (se ti dice bene) tifano aesse Roma, venticinque Lazio e quindici varie ed eventuali. E loro agiscono con la logica del branco, proprio come fanno su twitter (su FB entro più niente che poco). Provocano, uno di noi risponde, si scatenano gli amici della parrocchietta.
Da cinquant'anni funziona così.

Sul d'annattene dovrebbero dirlo pure ai tantissimi tifosi delle tre del Nord più Napoli, Cagliari ed altre che vivono a Roma, per cui col cazzo che la Città è loro.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: biancocelestedentro - 27 Gen 2020, 13:30
I commentatori di cose calcistiche, romane e non, dovrebbero studiarsi attentamente il post iniziale di questo topic, ma ho paura che lo farebbero invano, dato il loro livello infimo.
Nel solco del "lazia' vedi d'annattene" secondo me si colloca una cosa che nei primi anni 80 mi sono sentito dire da tifosi delle cacche infette che incrociavo quando, pischelli con la sciarpa al collo, andavo verso lo stadio con i mezzi pubblici a vedere la Lazio di Chinaglia presidente. Tutti, invariabilmente, come programmati dalla stessa mano, dicevano "ma nun ci anna' a vede' la Lazio" con un tono non cattivo ma quasi di esortazione, come a volerci far desistere dal fare una cosa inutile, o a volerci far redimere da un qualche peccato originale.
Merde sono e merde resteranno.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Adler Nest - 27 Gen 2020, 13:36
Un peccato aver depauperato in 3 generazioni il patrimonio di questa società.
Io ho 55 anni, quando c’era mio nonno, non esistevano.
Di chi è la responsabilità?
Laziali che non hanno allevato Laziali?
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: esgeggio - 27 Gen 2020, 13:42
A me quello che ha sempre, fin da piccolo, mandato ai matti, é il coinvolgimento in questo livore di persone che magari non hanno mai visto una partita di pallone o sanno a malapena i nomi di 4/5 calciatori della roma. Il sentirsi in dovere, in quanto simpatizzanti della roma, di perculeggiare il laziale gratuitamente.
Fenomeno che credo esista solo in questa citta'.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: COLDILANA61 - 27 Gen 2020, 13:51
Io non vado tanto indietro nel tempo .

Fino al 1980 stabilmente a Roma .

Nei miei "paraggi" eravamo piu' Noi che Loro ed inoltre la mia generazione era molto interista .

Il cambiamento dei TONI lo percepii nella stagione 79/80 .

Prima Paparelli poi il calcio scommesse , Con Noi brutti sporche e cattivi  e loro salvati da una furbata epica .

Quelli furono gli anni decisivi per il nostro ridimensionamento e la loro ascesa .

Le prime trasmissioni sportive di Biscardi capitarono nel momento di nostro oblio e loro splendore , in quelle trasmissioni c'erano i giornalisti loro (De Cesari & C) e basta a lottare con tutti gli altri .

Roma venne identificata con loro e li inizio' la vera opera di cui parla Tarallo .

La propaganda e' nata in televisione e li si alimenta verso i "neutri" .

Lo vedo dai commenti , QUI , al nord .

La televisione ha allargato quella platea di discussione che prima si fermava agli sfotto' e scommesse a presa per il culo .

La "cattiveria" di cui abbiamo parlato l'hanno creata quei giornalisti ed amplificata dai loro figliocci che hanno capito dove e come mangiare .

Mia moglie non si occupa assolutamente di calcio e simpatizza milan , ma per Lei la Lazio e' quella SEMPRE implicata nelle scommesse (testuale) e mia moglie in questo campo e' quello che gli fanno credere attraverso la televisione (gli frega catsi di andare a fare ricerche storico/culturali sulla LAZIO) .

Sono 40 anni che hanno militarizzato i media . E' questa la loro forza . Incredibile a dirsi ma sono piu' forti delle strisciate insieme . Come se fossero l'unica alternativa al loro strapotere , senza mai esserlo veramente .

Bisogna combattere i media . Bisogna combattere nei media .



Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: JoeStrummer - 27 Gen 2020, 13:56


Prima Paparelli poi il calcio scommesse , Con Noi brutti sporche e cattivi  e loro salvati da una furbata epica .



Il giochino gli è talmente piaciuto che quando hanno capito che Lotito stava riportando equilibrio dopo gli sconquassi finanziari di Cragnotti, e non era quella macchietta sprovveduta che avevano creduto che fosse, ci hanno riprovato con farsopoli prima e scommessopoli poi. Stesso cortocircuito giudiziario/mediatico.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: tatoccolo - 27 Gen 2020, 13:59
Bisogna combattere i media . Bisogna combattere nei media .

oggi ancor più di ieri
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Cesio - 27 Gen 2020, 14:13
A me quello che ha sempre, fin da piccolo, mandato ai matti, é il coinvolgimento in questo livore di persone che magari non hanno mai visto una partita di pallone o sanno a malapena i nomi di 4/5 calciatori della roma. Il sentirsi in dovere, in quanto simpatizzanti della roma, di perculeggiare il laziale gratuitamente.

Quelli che non seguono il calcio devono integrarsi, far partr della massa, quindi scelgono ciò che va di moda, ovvero le m.erde che sono tante e fanno branco. Imitano i loro comportamenti così trovano un'identità nel loro branco


Mia moglie non si occupa assolutamente di calcio e simpatizza milan , ma per Lei la Lazio e' quella SEMPRE implicata nelle scommesse (testuale) e mia moglie in questo campo e' quello che gli fanno credere attraverso la televisione (gli frega catsi di andare a fare ricerche storico/culturali sulla LAZIO) .

Sono 40 anni che hanno militarizzato i media . E' questa la loro forza . Incredibile a dirsi ma sono piu' forti delle strisciate insieme . Come se fossero l'unica alternativa al loro strapotere , senza mai esserlo veramente .

Bisogna combattere i media . Bisogna combattere nei media .


È quello che dicevo qualche post fa, alla persona esterna al mondo Lazio non interessa informarsi per proprio conto, fa prima leggendo ciò che i media gli propinano e sta bene così. Ma non è solo con la Lazio, è con tutto. Se si pensa che, nell'era dei social, molta gente si forma la propria idea solo leggendo i titoli delle notizie, nemmeno le aprono! È per questo che molti giornali pubblicano titoli ad hoc per ricevere click.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: spook - 27 Gen 2020, 15:16
Più che combattere i media bisogna vincere sul campo. E direi che lo stiamo facendo piuttosto bene.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: tatoccolo - 27 Gen 2020, 15:18
non basta, bisogna fare entrambe le cose: vincere e far sì che le vittorie vengano raccontate...
(ed evitare/combattere gli attuali racconti falsi e di parte)
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: biancocelestedentro - 27 Gen 2020, 15:19
Più che combattere i media bisogna vincere sul campo. E direi che lo stiamo facendo piuttosto bene.

Sì però senza dei media obiettivi nel senso comune di radica la convinzione che stai lì senza merito, per fortuna, favori arbitrali e magheggi di Lotito, un riconoscimento onesto del nostro valore, quale esso sia, non ci è dato.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Tarallo - 27 Gen 2020, 15:23
Sul campo abbiamo già vinto e non mi pare abbia aiutato.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: StylishKid - 27 Gen 2020, 18:40
Ci vorra’ ancora qualche anno, nel frattempo mi consolo pensando che hanno scambiato la creazione di Adamo con il dito di ET.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: FedericoPrati - 27 Gen 2020, 18:54
Secondo me, in questa città, é inutile fare la guerra contro tutto e tutti. Alle volte bisogna fermarsi e riflettere un attimino su cosa é meglio per la Lazio.
Scendere a patti con qualche giornale non vuole dire assolutamente appecorarsi, ma anzi.
Sono un po intristito dalla notizia che un mesetto fa, circa, é nato il Lazio club Montecitorio, ma esiste un grande ma...in una città come questa serve.
Senza scadere in aberranti interrogazioni parlamentari per presunti calci di rigore, ovviamente.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: grazielazio! - 27 Gen 2020, 19:27
non basta, bisogna fare entrambe le cose: vincere e far sì che le vittorie vengano raccontate...
(ed evitare/combattere gli attuali racconti falsi e di parte)

Secondo me hai ragione al 100%.
Siamo terzi in Serie A, potenzialmente secondi a 2 punti dalla Juve capolista. In uno dei campionati più avvincenti dell'ultima decade. E forse l'unico (sempre di questa decade) in cui a potersi giocare lo scudetto sono tre squadre e non due.

Eppure per i media nazionali, da un punto di vista sportivo, è come se non esistessimo.
Veniamo alla ribalta solo per cose negative che non c'entrano nulla con il calcio giocato.

E' proprio questo il punto. La percezione che si ha di noi e della Lazio.

Bisogna cominciarci a ragionare su seriamente. E' un trend che deve essere invertito. O quanto meno equilibrato.

P.S. vivo a Benevento, una città 65.000 quindi piccola. Ma sapeste quanti romanardi ci sono. In continua crescita.
E nonostante non viva a Roma riscontro (in percentuale, ovvio) le stesse situazioni descritte minuziosamente dall'autore de post.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: dario - 27 Gen 2020, 19:59
Più che combattere i media bisogna vincere sul campo. E direi che lo stiamo facendo piuttosto bene.
Ai tempi di Cragnotti vincevamo sul campo ma nulla è cambiato.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: dario - 27 Gen 2020, 20:01
Io non vado tanto indietro nel tempo .

Fino al 1980 stabilmente a Roma .

Nei miei "paraggi" eravamo piu' Noi che Loro ed inoltre la mia generazione era molto interista .

Il cambiamento dei TONI lo percepii nella stagione 79/80 .

Prima Paparelli poi il calcio scommesse , Con Noi brutti sporche e cattivi  e loro salvati da una furbata epica .

Quelli furono gli anni decisivi per il nostro ridimensionamento e la loro ascesa .

Le prime trasmissioni sportive di Biscardi capitarono nel momento di nostro oblio e loro splendore , in quelle trasmissioni c'erano i giornalisti loro (De Cesari & C) e basta a lottare con tutti gli altri .

Roma venne identificata con loro e li inizio' la vera opera di cui parla Tarallo .

La propaganda e' nata in televisione e li si alimenta verso i "neutri" .

Lo vedo dai commenti , QUI , al nord .

La televisione ha allargato quella platea di discussione che prima si fermava agli sfotto' e scommesse a presa per il culo .

La "cattiveria" di cui abbiamo parlato l'hanno creata quei giornalisti ed amplificata dai loro figliocci che hanno capito dove e come mangiare .

Mia moglie non si occupa assolutamente di calcio e simpatizza milan , ma per Lei la Lazio e' quella SEMPRE implicata nelle scommesse (testuale) e mia moglie in questo campo e' quello che gli fanno credere attraverso la televisione (gli frega catsi di andare a fare ricerche storico/culturali sulla LAZIO) .

Sono 40 anni che hanno militarizzato i media . E' questa la loro forza . Incredibile a dirsi ma sono piu' forti delle strisciate insieme . Come se fossero l'unica alternativa al loro strapotere , senza mai esserlo veramente .

Bisogna combattere i media . Bisogna combattere nei media .
Mi convince il tuo pensiero ma mi chiedo: serve combattere nei media se i media decidono che sei brutto, sporco e cattivo?
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: bak - 27 Gen 2020, 20:34
Andreotti ----- Costanzo ----- rai/Mediaset ----- giornali.

Dai primi due è partito tutto, ma i primi due sono la loggia P2.
What else?
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: BalkanLaziale - 27 Gen 2020, 22:05
L'aesse va distrutta. Distrutta.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Omar65 - 27 Gen 2020, 22:22
Non so, l'analisi di Tarallo mi convince fino a un certo punto.

Secondo me la questione è un'altra.

Per una serie di ragioni la roma è  una squadra più 'popolare', sia nell'accezione quantitativa che qualitativa, ovvero di estrazione sociale.

Perché porta il nome, i colori e il simbolo della città. Perché nasce dopo, pompata da un regime che vuole rinnovare i fasti dell'impero, in un periodo in cui lo sport da fenomeno elitario sta diventando piano piano un fenomeno di massa.

Ora, il romano medio, quello che una volta si chiamava 'popolino', si caratterizza per una robusta dose di grevità e rozzezza, protervia ed arroganza che gli derivano dall'inguaribile convinzione di sentirsi stocazzo e superiore agli altri per il fatto di essere nato a Roma (mi dispiace, ma come ha detto qualcun altro più  sopra, a Milano, a Genova e Torino non è la stessa cosa).

Un bullo insomma (la maschera romana è  Meo Patacca, il romano de Roma è Gigi er bullo). E il bullo che fa? Deve rompere il cazzo, ridicolizzare e annichilire chi non è come lui. E comincia da quelli che ha più vicino, da chi tifa l'altra squadra, non capacitandosi, e in questo è  sincero, di come questo sia possibile (ma come, sei de Roma e tifi Lazio?, è il primo approccio che il giovine aquilotto ha con quei minus habens con cui dovrà  convivere per tutta la vita).

E come corollario ci sono sia le considerazioni di Coldilana (occupazione scientifica dei media, a partire dalla Rai romanocentrica per poi espandersi a tutto il resto) sia quelle di Paris: il tifoso neutro, alla fine, se proprio deve scegliere, nella maggior parte dei casi sceglie il bullo piuttosto che la mano a paletta.

Per me.





Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Tarallo - 27 Gen 2020, 22:25
Alla spiegazione basata sulla casta credo poco, semplicemente perché, a parte la relativa fallaci della ricostruzione, perché quando la roma si fuse la Lazio era rappresentata anche nelle fasce più popolari, inclusi i miei nonni che abitavano a via dei salumi, neanche il più coatto dei laziali avrebbe un atteggiamento simile a quello che stiamo descrivendo.
Per me.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Pergianluca - 27 Gen 2020, 22:27
Per, una volta per me il tempo lo trovavi. :(
Pure ora, amor mio.
E' che nell'ansia pre-derby non riuscivo a leggere più di due righe di fila
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: paolo1971 - 27 Gen 2020, 22:52
Condivido il tono, l'analisi e la conclusione del tuo pezzo.
E' complesso spiegare a chi non abita in città tutto questo, a volte mi sono trovato a farlo e ho visto quasi incredulità sul volto del mio interlocutore.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: GiPoda - 27 Gen 2020, 23:02
Oggi ripensavo a questo splendido topic e mi sono ricordato di alcuni episodi che testimoniano quella "diversità" a mio avviso più insopportabile di uno squallido striscione.
Primo episodio.
Un lunedì di Giugno di qualche anno fa, entra in ascensore un collega romanista che avverte l esigenza, con tono divertito,  di raccontarmi che il giorno prima, ad una manifestazione sportiva per  bambini, alcuni di essi si erano presentati all' appuntamento con la maglietta della Lazio e che per tale motivo altri bambini li avevano perculati.
Sto dicendo che un uomo di 50 anni stava raccontando ad un altro uomo di 50 anni un vero e proprio episodio di bullismo.
E lo raccontava ridendo.
Oppure quando un altro collega romanista, fortunatamente più intelligente del mentecatto di cui sopra, poche settimane fa raccontava che il figlio 12enne gli aveva chiesto se poteva essere amico di un altro coetaneo "anche se della Lazio".
Il padre, bontà sua, diceva giustamente che si poteva.
Ma pure in questa storia è impossibile nn domandarsi perché un ragazzino di 12 anni debba solo pensarla una frase del genere.
Evidentemente o a casa o fuori, o in tutti e due gli ambienti, qualcosa nn ha funzionato.
Terzo episodio.
8 anni fa, scuola elementare e media di Piazza Bologna, una mia amica chiede alla Direzione scolastica se si poteva fare domanda per fare venire la Lazio con Olimpia.
Risposta: "non possiamo perché, per par condicio, poi nn sarebbe  possibile fare la stessa cosa con l asroma..".
Tutto questo per dire che molti di noi, nn dico spesso ma neanche troppo di rado, abbiamo ascoltato o vissuto in prima persona episodi simili (ce lo sgrullano, lo so, ma da fastidio).
Una discriminazione silenziosa, vigliacca, di cui però nessun De Caro ne parla e che nn è replicata, ne sono sicuro, in nessuna altra città italiana con due squadre.
Ma finché saremo a dircelo solo qui dentro nn cambierà nulla.
Solo la Società, magari in diretta TV, potrebbe cominciare a ricordare a questi soloni che fanno editoriali per uno striscione odioso a Trigoria, che tale zelo risulta nn pervenuto quando la città di Roma è stata imbrattata per anni di scritte contro Paparelli costringendo un povero figlio a cancellarle di persona e "a migliaia".
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: bak - 28 Gen 2020, 09:22
Sicuri sicuri che a Genova non sia la stessa cosa, con i genoani nella parte dei romanardi e i doriani nella nostra?

Torino non fa testo. A Torino i torinesi tifano Toro; gli juventini esistono in quanto immigrati, figli di immigrati o stanziali in altre regioni.

Milano effettivamente è così.

Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: italicbold - 28 Gen 2020, 09:33
Quello che descrive Tarallo é storicamente accertato.
La Roma é nata come ammortizzatore sociale. Come lei, nel giro di pochi mesi, con ordinanza delle autorità, nascono Napoli, Palermo, Bari e Fiorentina, con l'obiettivo di provare a competere con le squadre del nord nel nascituro campionato nazionale a girone unico.
E soprattutto a distogliere l'attenzione del popolino da una dittatura che ha completato l'occupazione di tutto lo scenario politico nazionale.
Tutto é funzionato perfettamente a Firenze, a Napoli, a Bari e a Palermo.
A Roma no.
Ancora oggi la loro funzione resta la stessa. Come é sempre stata. I loro scudetti sono storicamente arrivati quando era necessario che arrivassero. Nel 1942 quando la guerra appena iniziata già aveva cominciato a prendere la forma di una vergognosa disfatta, nel 1983 con la necessità di far uscire le masse dalla cappa di 15 anni di violenza, tensioni sociali e anni di piombo, nel 2001, con il collasso della bolla speculativa che avrebbe portato con se nella tomba storiche aziende, é lo stesso presidente Sensi a invocare l'ordine pubblico come ragione del loro scudetto.
Non é un caso che durante gli anni del boom economico le merde vissero gli anni più tristi della loro storia, dall'esperienza della B alla colletta del Sistina.
Non servivano.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Achab77 - 28 Gen 2020, 09:45
Sicuri sicuri che a Genova non sia la stessa cosa, con i genoani nella parte dei romanardi e i doriani nella nostra?

Torino non fa testo. A Torino i torinesi tifano Toro; gli juventini esistono in quanto immigrati, figli di immigrati o stanziali in altre regioni.

Milano effettivamente è così.

A Genova la questione semantica è risolta dai numeri: i tifosi doriani sono dello stesso numero (se non maggiore) dei genoani, ergo il fatto che si chiamino con un nome ibrido non incide nella loro percezione in città. A Torino, diversamente, la squadra meno tifata dai locali (e anche lì come numeri secondo me siamo più vicini rispetto a noi) è la più vincente d'Italia, ergo si difende a prescindere. A Milano ci sono due squadre super titolate che non si fanno guerre particolari (quanti giocatori si sono scambiati negli ultimi anni? Vi immaginate tytty, di Canio, immobile e voeller cambiare casacca en passant a distanza di pochi anni nella stessa città?), in una città piccola, ricca e borghese che guarda più alle rivalità con la Juventus che non a quella stracittadina.

Da noi la situazione è che le due squadre hanno uno score tutto sommato equilibrato (anche se la Lazio è più titolata e più vincente, ovvio) ma un grande divario numerico di supporters e soprattutto attitudinale in una città che è dispersiva, violenta e provinciale.
L'emanazione del bullismo sportivo deriva da qua: sentirsi gruppo, sentirsi branco è tipico delle culture più popolari e culturalmente meno avanzate, e quando questi branchi individuano gli avversari tendono ad attaccare per primi e con più veemenza per testarne la resistenza.
Noi in questo non solo siamo super resilienti, ma fungiamo anche da muro di gomma perché tanto forte è il loro attacco, tanto violento sarà il contraccolpo che riceveranno. E questo aumenta la rabbia, la frustrazione, il bullismo. La Lazio è una spina nel fianco, e il fatto che siamo anche numericamente meno distribuiti sul territorio fa sì che l'attenzione su di noi sia sempre elevatissima. Se ci pensate, anche i Laziali che hanno un qualche ruolo importante a livello stampa o media spesso si sentono a disagio quando devono attaccare i romanisti o difendere platealmente la squadra. Cosa che dall'altra parte non accade, perché ad ogni inutile starnazzata pro riomma (o ancora meglio anti Lazio) fa seguito un codazzo di sodali che minimizza o giustifica il tutto. Poi noi non siamo certo aiutati da un presidente che agisce bene ma a volte se ne esce malissimo e da una curva che assume l'atteggiamento del bullo scemo e violento contro chi sa fare la stessa cosa in maniera più aggressiva e funzionale e con la copertura necessaria. Non voglio generalizzare, ma diciamo che a volte siamo noi stessi a crearci i problemi in casa, dato che di fatto siamo costantemente circondati.

Dicono che ci sentiamo frustrati per il nome, per il fatto che siamo in minoranza, perché quando succede qualcosa di eclatante la maggioranza opposta fa di tutto per silenziarla o sminuirla.
La verità è che, come disse saggiamente un mio amico anni fa, molti dei romanisti non analfabeti e parzialmente pensanti (una percentuale piccola, lo so, ma pur sempre rilevante) vorrebbe in realtà essere della Lazio. E non può farlo.

Una volta una tizia che lavorava nell'orchestra in cui suonavo ascoltò in silenzio una discussione tra me e un mio ex collega su roma e Lazio, e se ne uscì dicendo che era riommanista, che la rioma era forte, e undici anni debbì, etc.; poi mi prese in disparte e mi disse che lei avrebbe preferito tifare Lazio, perché l'idea di far parte di una élite e di condividere una storia così sofferta e romantica le sarebbe piaciuto moltissimo.
Le dissi che diventare della Lazio così e da ex romanista sarebbe stata una delle esperienze più belle della sua vita.

Non l'ho più rivista, ma chissà: nella mia testa me la immagino oggi finalmente libera di volare insieme alla parte giusta della città.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: BalkanLaziale - 28 Gen 2020, 09:48
Va anche detto che, con tutti i favori ottenuti durante ultimi 40+ anni hanno avuto settore sportivo abbastanza incompetente. In relativo con favori ottenuti a destra e sinistra (e anche sia da destra sia da sinistra).
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: pan - 28 Gen 2020, 13:22
(tutto condivisibile,  ma ad onor del vero il Palermo calcio esisteva dal 1900 grazie ai Whitaker però, poi sono confluite altre formazioni negli anni 20, ma sempre quello era)
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: adiutrix - 28 Gen 2020, 22:09
spero che non sia Off topic altrimenti Tarallo chi lo sente 

Ieri sera, nella serata della memoria, mi sono visto su Sky un documentario dal titolo "1938 lo sport italiano contro gli ebrei".
Documentario sul dramma degli ebrei italiani alla promulgazione delle leggi razziali del 38 e in particolar modo le conseguenze di queste nel mondo dello sport italico.
Inizia con mussolini che a trieste fa il discorso sulla razza e che i vertici dello sport italiano ben volentieri si adeguano alle volontà del duce. I vertici dello sport italico erano, il fascista Starace e il presidente della figc il fascista Giorgio Vaccaro.
Hanno elencato una serie di sportivi ebrei che hanno subito dei veri autentici drammi, dall’allenatore del Bologna Weisz, più volte campione d’Italia, che dovette rinunciare alla conduzione della squadra per poi fuggire all’ estero, dove poi fu catturato dai nazisti e morì in lager con tutta la sua famiglia.
Un bel documentario con un narratore che spiegava le storie drammatiche e ogni tanto c’era una intervista a qualche storico o giornalista o scrittore.
Si è poi trattato delle storie di alcuni presidenti di origine ebrea, la storia del presidente del Casale Raffaele Jaffe che venne catturato dai fascisti nel 44, mandato in Germania e anche lui morì in un lager nazista, poi del presidente del napoli  Ascarelli, morto nel 1930 e che venne rimosso il nome dello stadio a lui dedicato, e poi Renato Sacerdoti  e qui fanno l’intervista a uno scrittore, Adam Smulevich che descrive di come fu trattato Sacerdoti e secondo lui, ci fu “un elemento personale di inimicizia forte che lui aveva generata a Roma, ci furono figure nel mondo del calcio, che si approfittarono delle disgrazie di Sacerdoti nel 38 e dopo, per accanirsi ed alimentare la macchina del fango, in particolare la figura che ebbe contro fu Vaccaro, che non fu morbido e che un po ci marciò.”
Poi il narratore continua con altre vicende e poi si parla che tutte le società sportive, sollecitate dal coni e da Vaccaro, ripudiano i propri tesserati non ariani mentre sullo schermo fanno vedere i ritagli dei giornali dove ci sono gli annunci di varie società ( ho letto un ritaglio dove la Canottieri Roma ripudia tra i suoi iscritti gli ebrei) e qui il narratore fa il nome di una sola Società : “Il 20 dicembre i lettori del Tevere furono informati che la S.S. Lazio sta provvedendo alla radiazione dei soci non di razza ariana”.
Mi sono chiesto “perché viene citata solo la Lazio eppure le società che ripudiarono i propri iscritti, atleti, allenatori , soci penso che furono centinaia” mah

Oggi dato che non conoscevo la vicenda di Sacerdoti e Vaccaro mi sono messo alla ricerca di qualche notizia sul web:
Intanto Sacerdoti non era più il presidente della roma dal 1935, dato che aveva lasciato la presidenza per il malcontento dei tifosi e quindi perché, secondo la tesi di smulevich, Vaccaro aveva interesse a distruggere un ex presidente?
Poi Sacerdoti, fatto passare per un personaggio positivo, era un fascistone della prima ora , amico di mussolini, che probabilmente aveva fatto degli impicci con esportazione della valuta.
comunque, a parer mio l’equazione Vaccaro-Lazio che vuole opprimere  Sacerdoti-roma è fatta passare più che chiaramente.
Questo è una parte dell’articolo dell’Osservatore Romano che spiega abbastanza la vicenda Sacerdoti :

"
Anche Renato Sacerdoti si era convertito. Ma la sua vicenda è diversa, soprattutto nel finale. Classe 1891, noto uomo d’affari, fascista della prima ora, Sacerdoti «fu coinvolto in una trama losca che praticamente oggi nessuno ricorda più. Un pezzo di storia d’Italia. Con i suoi veleni, le sue bassezze, le sue contraddizioni», scrive Smulevich. Chi conosce la storia calcistica della capitale sa che il suo nome è legato alla nascita dell’Associazione Sportiva Roma. Fu infatti anche grazie alla sua mediazione che il 7 giugno 1927 la nuova entità sorse dalla fusione di tre società: Alba, Fortitudo e Roman. Divenutone presidente il 27 marzo dell’anno successivo, Sacerdoti realizzò il glorioso stadio di Testaccio e acquistò i primi calciatori importanti di una compagine in costante crescita, capace il 15 marzo 1931 di polverizzare la Juventus con un 5 a 0 entrato nella leggenda.
Tuttavia in quegli anni la Roma, sempre in lizza per obiettivi importanti, non riusciva a centrare l’obiettivo primario: vincere lo scudetto. La tifoseria era scontenta. Il 3 giugno 1935 il presidente fu costretto a farsi da parte. Ma il peggio doveva ancora arrivare. Il 6 ottobre 1938 Il Popolo d’Italia riferì di un tentativo di esportazione di valuta all’estero nel quale sarebbe stato coinvolto un “giudeo”. Poche ore dopo il Gran Consiglio avrebbe dato parere favorevole alle leggi razziali. Per Sacerdoti — è lui il “giudeo”, nonostante si fosse convertito il 24 dicembre 1937 (nel gennaio 1933 si era sposato in chiesa, con dispensa, con Leopoldine Madlo, con la quale si era unito con rito civile già nel 1928) — è l’inizio di un incubo. Condannato a cinque anni di confino, l’uomo d’affari provò a difendersi, asserendo di essere vittima di un errore. Scrisse più volte al Duce, sperando nella sua comprensione. Nelle accorate lettere ricordava di essere stato soldato al fronte nella Grande Guerra, fascista tesserato dal 1920, squadrista, partecipante in armi alla marcia su Roma e chiedeva di poter dimostrare ancora fedeltà al regime e alla patria indossando di nuovo la divisa in vista di un conflitto che appare sempre più imminente. Come il figlio Bruno, che nonostante tutto scelse di combattere per Mussolini.
Sacerdoti non riceverà mai risposta dal Duce. L’unica concessione, il trasferimento da Ventotene alla terraferma. Tornerà libero solo il 27 luglio 1943, con la destituzione di Mussolini decretata dal Gran Consiglio.
Dopo l’8 settembre la situazione però precipitò di nuovo. Costretto a cercare rifugio, Sacerdoti si rivolse ad alte sfere vaticane. Per lui si aprirono le porte del convento romano di San Pietro in Montorio. Qui si travestì da frate francescano, con tanto di tonsura. Un camuffamento così riuscito che un giorno un fedele gli chiese di confessarsi: un rischio a cui si sottrasse fingendo un malore. Ma quel frate era talmente credibile che, a Liberazione avvenuta, persino la figlia Mariella nel primo incontro non lo riconobbe subito.
Il nuovo corso democratico vedrà ancora Sacerdoti protagonista, di nuovo presidente della Roma. Ma quella è un’altra storia."

qui il link http://www.osservatoreromano.va/it/news/quei-pionieri-vittime-delle-leggi-razziali
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: GiPoda - 28 Gen 2020, 23:03
spero che non sia Off topic altrimenti Tarallo chi lo sente 

Ieri sera, nella serata della memoria, mi sono visto su Sky un documentario dal titolo "1938 lo sport italiano contro gli ebrei".
Documentario sul dramma degli ebrei italiani alla promulgazione delle leggi razziali del 38 e in particolar modo le conseguenze di queste nel mondo dello sport italico.
Inizia con mussolini che a trieste fa il discorso sulla razza e che i vertici dello sport italiano ben volentieri si adeguano alle volontà del duce. I vertici dello sport italico erano, il fascista Starace e il presidente della figc il fascista Giorgio Vaccaro.
Hanno elencato una serie di sportivi ebrei che hanno subito dei veri autentici drammi, dall’allenatore del Bologna Weisz, più volte campione d’Italia, che dovette rinunciare alla conduzione della squadra per poi fuggire all’ estero, dove poi fu catturato dai nazisti e morì in lager con tutta la sua famiglia.
Un bel documentario con un narratore che spiegava le storie drammatiche e ogni tanto c’era una intervista a qualche storico o giornalista o scrittore.
Si è poi trattato delle storie di alcuni presidenti di origine ebrea, la storia del presidente del Casale Raffaele Jaffe che venne catturato dai fascisti nel 44, mandato in Germania e anche lui morì in un lager nazista, poi del presidente del napoli  Ascarelli, morto nel 1930 e che venne rimosso il nome dello stadio a lui dedicato, e poi Renato Sacerdoti  e qui fanno l’intervista a uno scrittore, Adam Smulevich che descrive di come fu trattato Sacerdoti e secondo lui, ci fu “un elemento personale di inimicizia forte che lui aveva generata a Roma, ci furono figure nel mondo del calcio, che si approfittarono delle disgrazie di Sacerdoti nel 38 e dopo, per accanirsi ed alimentare la macchina del fango, in particolare la figura che ebbe contro fu Vaccaro, che non fu morbido e che un po ci marciò.”
Poi il narratore continua con altre vicende e poi si parla che tutte le società sportive, sollecitate dal coni e da Vaccaro, ripudiano i propri tesserati non ariani mentre sullo schermo fanno vedere i ritagli dei giornali dove ci sono gli annunci di varie società ( ho letto un ritaglio dove la Canottieri Roma ripudia tra i suoi iscritti gli ebrei) e qui il narratore fa il nome di una sola Società : “Il 20 dicembre i lettori del Tevere furono informati che la S.S. Lazio sta provvedendo alla radiazione dei soci non di razza ariana”.
Mi sono chiesto “perché viene citata solo la Lazio eppure le società che ripudiarono i propri iscritti, atleti, allenatori , soci penso che furono centinaia” mah


Eh?? :o
Questi son stati capaci tra centinaia di società sportive di ordine e grado di menzionare solo  noi?
Altro che OT, questa è un altra "perla" che si aggiunge ad una lunga e collaudata serie di porcate ai nostri danni.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: adiutrix - 28 Gen 2020, 23:54
Eh?? :o
Questi son stati capaci tra centinaia di società sportive di ordine e grado di menzionare solo  noi?
Altro che OT, questa è un altra "perla" che si aggiunge ad una lunga e collaudata serie di porcate ai nostri danni.


La sola citazione della Società Sportiva Lazio è stata molto fastidiosa ma a parere mio la cosa che mi ha fatto più stranire è la posizione di Vaccaro (che tutti sanno che viene identificato come Laziale)vs Sacerdoti-roma. Poi basato sul nulla. Sacerdoti non era più il presidente della roma. Però quello scrittore, Smulevich, questo vuol far passare.
Tra le ricerche che ho fatto, poi mi è capitato un'articolo dell'Avvenire, scritto da un certo Massimiliano Castellani , guarda caso amico su Facebook di Smulevich.
Questo un passaggio di quell'articolo su Sacerdoti:
"Una trama drammatica invece, attendeva patron Sacerdoti, convertito anche lui al cattolicesimo ma per il regime del “filo laziale” Benito Mussolini un nemico da condannare a cinque anni di confino. "

Quindi la roma nata dal volere del regime fascista, i suoi fondatori,  Sacerdoti fascistone della marcia su Roma, Ulisse Igliori fascistone picchiatore, indagato per la morte di Matteotti e Foschi altro fascistone picchiatore, è stata perseguitata dallo stesso fascismo nella persona di Vaccaro. 
Però lo scudetto del 42 ,con l'Italia bombardata,  l'hanno vinto loro.
Aoh
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: Il nostro Giorgione - 29 Gen 2020, 01:02
Ho sentito spesso raccontare della delazione ascritta a Vaccaro in danno di Sacerdoti e al suo presunto antisemitismo.
Ma a Roma si racconta anche che ebrei e partigiani trovarono riparo nelle cantine del  circolo canottieri Lazio.
Al sottoscritto, il nipote del Generale Vaccaro ha raccontato che, durante i rastrellamenti, nascosero due famiglie ebree a casa loro (nel palazzo con la facciata fosso pompeiano di fronte ai giardini del mausoleo di Adriano).
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: BalkanLaziale - 29 Gen 2020, 01:16
Che Mussolini era anche "socio d'onore" di Juventus, romettari sicuramente non vogliono dire. Non è utile per loro causa.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: calimero - 29 Gen 2020, 01:28
Vaccaro tra l’altro (insieme ad Ottorino Barassi) ha anche il merito di aver salvato la coppa Rimet impedendo che venisse trafugata dalla Gestapo.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: pan - 29 Gen 2020, 01:34
il contenuto riportato da adiutrix non a caso fa parte di un documentario di oggi.
che continua a riportare inesattezze o comunque omissioni e esaltazioni, a secondo se si parla dell'una o dell'altra squadra, come siamo abituati purtroppo.
scusate se mi ripeto, ma qua ci sta, a confronto di quanto postato da adiutrix. anni fa, sul canale tematico della Rai di Storia, vidi un documentario sulla roma palesemente fine anni 70, forse 1980. interviste a calciatori degli anni 30/40, immagini d'archivio  anni 30 e commenti di giornalisti del momento del documentario, tra i quali stinchelli.
il taglio, ragazzi. il taglio del documentario. la differenza, nettissima, di proposta contenutistica.
nessuna remora nell'intervistare i suddetti calciatori omai anziani che parlavano sorridendo dei loro incontri con mussolini a Palazzo Venezia, inquadrature inedite di partite a campo testaccio con una marea di pubblico a fare il saluto romano felice. la risposta, quasi imbarazzata, piccola, non incisiva, di stinchelli che cercava di giustificare a chi gli faceva la domanda (non ricordo di chi fosse il reportage) sul pubblico romanista nettamente fascista all'epoca, che aveva fatto la sua scelta di campo: cincischiava, "ma no.. i tempi", "l'anima sotto sotto era popolare...", "c'erano tanti trasteverini, figurati se erano fascisti sul serio".
questo documentario ha cementato la mia teoria, come detto qualche tempo fa qui. a fine anni 70/ primi anni 80  si poteva regalare allo spettatore una trama reale, nessuno tentava ancora di spacciare noi come portatori storici di fascismo e la roma la società senza macchie e senza scheletri nell'armadio. l'imbarazzo ma anche la sincerità dello stinchelli di turno, che tentava di giustificare ma comunque parlava apertamente della vicenda, adesso sarebbe improponibile.
hanno ribaltato la situazione a loro favore, approfittando dell'avvento dei fascisti nella nostra curva per ripulirsi di qualcosa del loro passato di cui si vergognavano, per me. avranno avuto i loro interessi per fare tutto ciò, che presumibilmente a sto punto col calcio hanno ben poco a che vedere.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: pan - 29 Gen 2020, 01:40
Accanto a Sacerdoti intervennero alla cerimonia Augusto Turati, segretario del Partito Nazionale Fascista e commissario del CONI, che tagliò il nastro tricolore all'ingresso del campo; Leandro Arpinati, sottosegretario agli Interni e presidente della FIGC; Lando Ferretti, capo dell'Ufficio Stampa del duce; il primo presidente della Roma, ora prefetto di La Spezia, Italo Foschi; monsignor Bartolomasi, vescovo castrense, che impartì la benedizione. Il giorno dopo La Gazzetta dello Sport scrisse che l'inaugurazione si era svolta «con rito austero e con sobrietà di pompa, come insegna lo stile fascista.

https://www.iltempo.it/sport/2009/10/11/news/e-ancora-vivo-il-mito-br-di-campo-testaccio-710411/

Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: GiPoda - 29 Gen 2020, 10:16

La sola citazione della Società Sportiva Lazio è stata molto fastidiosa ma a parere mio la cosa che mi ha fatto più stranire è la posizione di Vaccaro (che tutti sanno che viene identificato come Laziale)vs Sacerdoti-roma. Poi basato sul nulla. Sacerdoti non era più il presidente della roma. Però quello scrittore, Smulevich, questo vuol far passare.
Tra le ricerche che ho fatto, poi mi è capitato un'articolo dell'Avvenire, scritto da un certo Massimiliano Castellani , guarda caso amico su Facebook di Smulevich.
Questo un passaggio di quell'articolo su Sacerdoti:
"Una trama drammatica invece, attendeva patron Sacerdoti, convertito anche lui al cattolicesimo ma per il regime del “filo laziale” Benito Mussolini un nemico da condannare a cinque anni di confino. "

Quindi la roma nata dal volere del regime fascista, i suoi fondatori,  Sacerdoti fascistone della marcia su Roma, Ulisse Igliori fascistone picchiatore, indagato per la morte di Matteotti e Foschi altro fascistone picchiatore, è stata perseguitata dallo stesso fascismo nella persona di Vaccaro. 
Però lo scudetto del 42 ,con l'Italia bombardata,  l'hanno vinto loro.
Aoh
Aggiungi pure la figura di Eraldo Monzeglio, calciatore prima e dt dopo delle merde, che divenne amico personale della famiglia Mussolini tanto da seguirlo pure a Salò.
Ma a Roma di Fascista c era solo Vaccaro, che nun ce lo sai?

il contenuto riportato da adiutrix non a caso fa parte di un documentario di oggi.
che continua a riportare inesattezze o comunque omissioni e esaltazioni, a secondo se si parla dell'una o dell'altra squadra, come siamo abituati purtroppo.
scusate se mi ripeto, ma qua ci sta, a confronto di quanto postato da adiutrix. anni fa, sul canale tematico della Rai di Storia, vidi un documentario sulla roma palesemente fine anni 70, forse 1980. interviste a calciatori degli anni 30/40, immagini d'archivio  anni 30 e commenti di giornalisti del momento del documentario, tra i quali stinchelli.
il taglio, ragazzi. il taglio del documentario. la differenza, nettissima, di proposta contenutistica.
nessuna remora nell'intervistare i suddetti calciatori omai anziani che parlavano sorridendo dei loro incontri con mussolini a Palazzo Venezia, inquadrature inedite di partite a campo testaccio con una marea di pubblico a fare il saluto romano felice. la risposta, quasi imbarazzata, piccola, non incisiva, di stinchelli che cercava di giustificare a chi gli faceva la domanda (non ricordo di chi fosse il reportage) sul pubblico romanista nettamente fascista all'epoca, che aveva fatto la sua scelta di campo: cincischiava, "ma no.. i tempi", "l'anima sotto sotto era popolare...", "c'erano tanti trasteverini, figurati se erano fascisti sul serio".
questo documentario ha cementato la mia teoria, come detto qualche tempo fa qui. a fine anni 70/ primi anni 80  si poteva regalare allo spettatore una trama reale, nessuno tentava ancora di spacciare noi come portatori storici di fascismo e la roma la società senza macchie e senza scheletri nell'armadio. l'imbarazzo ma anche la sincerità dello stinchelli di turno, che tentava di giustificare ma comunque parlava apertamente della vicenda, adesso sarebbe improponibile.
hanno ribaltato la situazione a loro favore, approfittando dell'avvento dei fascisti nella nostra curva per ripulirsi di qualcosa del loro passato di cui si vergognavano, per me. avranno avuto i loro interessi per fare tutto ciò, che presumibilmente a sto punto col calcio hanno ben poco a che vedere.


Grazie Pan.
Altra testimonianza oggettiva di come sia cambiata, in peggio, la narrazione di noi e migliorata la loro.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: ssl1900 - 29 Gen 2020, 10:59
spero che non sia Off topic altrimenti Tarallo chi lo sente 

Ieri sera, nella serata della memoria, mi sono visto su Sky un documentario dal titolo "1938 lo sport italiano contro gli ebrei".
Documentario sul dramma degli ebrei italiani alla promulgazione delle leggi razziali del 38 e in particolar modo le conseguenze di queste nel mondo dello sport italico.
Inizia con mussolini che a trieste fa il discorso sulla razza e che i vertici dello sport italiano ben volentieri si adeguano alle volontà del duce. I vertici dello sport italico erano, il fascista Starace e il presidente della figc il fascista Giorgio Vaccaro.
Hanno elencato una serie di sportivi ebrei che hanno subito dei veri autentici drammi, dall’allenatore del Bologna Weisz, più volte campione d’Italia, che dovette rinunciare alla conduzione della squadra per poi fuggire all’ estero, dove poi fu catturato dai nazisti e morì in lager con tutta la sua famiglia.
Un bel documentario con un narratore che spiegava le storie drammatiche e ogni tanto c’era una intervista a qualche storico o giornalista o scrittore.
Si è poi trattato delle storie di alcuni presidenti di origine ebrea, la storia del presidente del Casale Raffaele Jaffe che venne catturato dai fascisti nel 44, mandato in Germania e anche lui morì in un lager nazista, poi del presidente del napoli  Ascarelli, morto nel 1930 e che venne rimosso il nome dello stadio a lui dedicato, e poi Renato Sacerdoti  e qui fanno l’intervista a uno scrittore, Adam Smulevich che descrive di come fu trattato Sacerdoti e secondo lui, ci fu “un elemento personale di inimicizia forte che lui aveva generata a Roma, ci furono figure nel mondo del calcio, che si approfittarono delle disgrazie di Sacerdoti nel 38 e dopo, per accanirsi ed alimentare la macchina del fango, in particolare la figura che ebbe contro fu Vaccaro, che non fu morbido e che un po ci marciò.”
Poi il narratore continua con altre vicende e poi si parla che tutte le società sportive, sollecitate dal coni e da Vaccaro, ripudiano i propri tesserati non ariani mentre sullo schermo fanno vedere i ritagli dei giornali dove ci sono gli annunci di varie società ( ho letto un ritaglio dove la Canottieri Roma ripudia tra i suoi iscritti gli ebrei) e qui il narratore fa il nome di una sola Società : “Il 20 dicembre i lettori del Tevere furono informati che la S.S. Lazio sta provvedendo alla radiazione dei soci non di razza ariana”.
Mi sono chiesto “perché viene citata solo la Lazio eppure le società che ripudiarono i propri iscritti, atleti, allenatori , soci penso che furono centinaia” mah



La “Dichiarazione sulla razza” approvata dal Gran Consiglio del fascismo nel 1938, era composta da circa 180 descreti razziali. Eccone uno:

"Gli ebrei non possono più essere cittadini uguali agli altri.
Non possono essere iscritti al Partito nazionale fascista. Non possono far parte di associazioni culturali e sportive.
Non possono insegnare nelle scuole statali né in quelle parastatali. Non possono studiare nelle scuole pubbliche. Non possono insegnare né studiare in accademie e istituti di cultura. Non possono lavorare come insegnante privato. Non possono entrare nelle biblioteche. Non possono avere una radio.
Non possono sposarsi con italiani “ariani”. Non possono, da cittadini stranieri, rimanere in Italia, né ottenere la cittadinanza italiana né mantenerla se concessa dopo il 1919.
Non possono lavorare come notaio, giornalista, avvocato, architetto, medico, farmacista, veterinario, ingegnere, ostetrica, procuratore, patrocinatore legale, ragioniere, ottico, chimico, saltimbanco girovago, agronomo, geometra, perito agrario, perito industriale. Non possono avere la licenza per il taxi. Non possono fare i piloti di aereo.
Non possono lavorare in nessun ufficio della Pubblica Amministrazione. Non possono lavorare nelle società private di carattere pubblico, come le banche e le assicurazioni.
Non possono prestare servizio militare. Non possono essere proprietari o gestori di aziende. Non possono essere proprietari di terreni o di fabbricati. Non possono farsi pubblicità.
Non possono essere tutori di minori. Non possono, in alcuni casi, neanche mantenere la patria potestà sui propri figli.
Non possono lavorare come portieri di stabili abitati da ariani.
Le strade, le scuole e gli istituti non possono avere nomi ebraici e per questo vengono cancellati. Non possono comparire sugli elenchi telefonici e per questo sono cancellati. Non possono pubblicare necrologi.
Nei programmi radiofonici e nelle stagioni dei teatri non ci possono essere opere scritte da autori ebrei. Gli ebrei non possono fare gli attori, i registi, gli scenografi, i musicisti, i direttori d’orchestra e per questo vengono licenziati. Nelle mostre non possono essere esposte opere di pittori e scultori ebrei. Gli ebrei non possono fare i fotografi. Non possono fare i tipografi. Non possono vendere oggetti d’arte. Non possono vendere oggetti sacri, soprattutto se cristiani.
Non possono avere una rivendita di tabacchi, non possono lavorare come commerciante ambulante, non possono gestire agenzie d’affari, non possono gestire agenzie di brevetti. Non possono vendere gioielli. Non possono essere mediatori, piazzisti, commissionari. Non possono vendere oggetti usati.
Non possono vendere apparecchi radio. Non possono vendere libri. Non possono vendere penne, matite, quaderni. Non possono vendere articoli per bambini. Non possono vendere carte da gioco.
Non possono fare gli affittacamere. Non possono gestire scuole da ballo e scuole di taglio. Non possono gestire agenzie di viaggio. Non possono lavorare come guida turistica, non possono lavorare come interprete. Non possono gareggiare nelle manifestazioni sportive.
Non possono frequentare luoghi di villeggiatura.
Non possono vendere alcolici, non possono esportare frutta e verdura, non possono esportare la canapa.
Non possono gestire la raccolta di rifiuti. Non possono raccogliere rottami di metallo. Non possono raccogliere lana da materassi, non possono tenere depositi né possono vendere carburo di calcio. Non possono raccogliere né vendere indumenti militari fuori uso.
Non possono avere il porto d’armi. Non possono avere concessioni per le riserve di caccia. Non possono avere permessi per fare ricerche minerarie. Non possono esplicare attività doganali. Non possono tenere cavalli. Non possono allevare piccioni.
"


Mi sembra evidente che le associazioni sportive non potevano scegliere autonomamente se tesserare oppure no un ebreo. Leggevo che fu lo stesso CONI ad espellere gli sportivi ebrei da tutte le federazioni.
Titolo: Re:La rabbia diversa del calcio romano
Inserito da: adiutrix - 29 Gen 2020, 11:29
La “Dichiarazione sulla razza” approvata dal Gran Consiglio del fascismo nel 1938, era composta da circa 180 descreti razziali. Eccone uno:



Mi sembra evidente che le associazioni sportive non potevano scegliere autonomamente se tesserare oppure no un ebreo. Leggevo che fu lo stesso CONI ad espellere gli sportivi ebrei da tutte le federazioni.

Certo che fu il Coni a trasmettere le direttive a tutte le associazioni sportive, il mio fastidio nasce dal fatto che l'unica società sportiva che viene nominata, nella narrazione del documentario, è la Società Sportiva Lazio.
Tra le centinaia di società l'unica che viene nominata è stata la nostra.