Il problema principale oggi del laziale è la percezione di impotenza.
Vorrebbe fare un salto di qualità, ma non può, perché toccherebbe cambiare strategia societaria.
Allora vorrebbe cambiare strategia societaria e non può, perché la decide il Presidente.
Beh, ma allora cambiamo Presidente, dice, peccato che questa semplificazione per cui i Presidenti cambiano per volere dei tifosi è parecchio distante dalla realtà. Tanto distante da essere più un fantasma che una possibilità concreta.
Un fantasma non solo per la sua improbabilità, ma anche perché l'alternativa a Lotito oggi non è un qualcosa che ha contorni concreti. Non c'è il bujaccaro alle porte. L'alternativa a Lotito oggi è quindi un astratto Non-Lotito. Ossia una semplice idea che rappresenta tutto quel che Lotito non è.
Un po' poco per costruirci sopra un'alternativa al presente...
I tifosi possono fare pressione, ma se la cessione non è già nei piani della proprietà pensare di arrivarci con contestazioni o boicottaggi porta solo alla frustrazione dell'impotenza. Ti rendi conto che non je la fai e rosichi. Rosichi a morte.
E a questo punto oggi è il Laziale.
Incazzato, deluso, frustrato semplicemente per il fatto che sa di non poter realizzare quel che vorrebbe da diversi anni.
Ma forse a questo punto potrebbe chiedersi se ha senso continuare ad inseguire un fantasma.
Soprattutto perché tolta l'impotenza e tolti i fantasmi, la Lazio resta lì. Continua a giocare, continua a vincere o perdere, in teoria continua a essere il teorico oggetto del nostro amore, che sia ai limiti della Serie C o sulle vette d'Europa.
Presidenti mediocri ne esistono a palate e questo non è certo il primo che la Lazio ha avuto.
Non può essere quindi la mediocrità di un Presidente, o il fantasma di un'alternativa che non c'è, a condizionare integralmente il nostro amore oggi.
Questo significa rassegnarsi alla mediocrità?
No, significa fare i conti con il fatto che la mediocrità economico-sportiva non la decidiamo noi e che probabilmente abbiamo modo di influenzarla solo marginalmente, vista che riguarda anche i limiti strutturali della Presidenza in questione.
E che non vale la pena inseguire un fantasma privo di contorni reali se questo ci fa perdere di vista l'unica cosa reale e concreta che resta: la Lazio.
La soluzione quindi è coprire lo stomaco col pelo di cui il nostro passato ci ha ben fornito e rivolgerci unicamente alla Lazio. Ignoriamolo, ve prego.
Nessuno ama la mediocrità, nemmeno io. Ma anche la mediocrità può essere amata se veste i colori del cielo.
Se non avessi creduto questo, avrei tifato chi poteva garantirmi sempre e comunque un'eccelsa performatività.
Ma a me non interessava quella, a me interessavano i colori del cielo.
E quelli mi interessano ancora oggi.