Girano molte voci sul fatto che la Lazio avesse documentato una decina di episodi uguali al nostro tra A e B.
[...] Riunitosi in camera di Consiglio, il tribunale, con ordinanza a verbale contestualmente comunicata alle parti presenti, dichiarava inammissibile l’intervento della società terza, riservando le motivazioni alla decisione sul merito. Riaperta la discussione, il Procuratore federale:
richiamava i precedenti patteggiamenti di sanzioni da parte dei deferiti per la violazione del CU n. 78/A in assenza di contestazioni in ordine alla sua efficacia (CU n. 241/AA del 22.01.2021), patteggiamenti cui prestava il consenso anche la Procura Generale del CONI senza osservazioni in ordine all’asserita inefficacia,
nonché i patteggiamenti richiesti da parte di ben 70 società professionistiche per violazioni del medesimo CU.[...] Anche il Procuratore Federale richiama il fatto che c'erano già state 70 violazioni del disciplinare da parte di società professioniste risoltisi con patteggiamenti, Lazio compresa. Ma lo richiama per dire che nessuno aveva contestato la legittimità del protocollo in quanto non recepito dal CONI.
Sia la Procura Federale che il Tribunale, successivamente, in assenza di riferimenti e casistiche sulle pene edittali oppure minime o massime previste e da comminare per le violazioni contestate, considerato che fino a quel momento si era andati a patteggiamento con le altre 70 società, hanno ritenuto congrua la pena delle inibizione a Lotito, Rodia e Pulcini e della multa alla società e non i punti di penalizzazione.
Questo però non toglie che se anche le rispettive responsabilità vengano riconosciute a titolo di colpa e non di dolo, soprattutto i due medici della Lazio ne escano, almeno nella valutazione della Procura e del Tribunale di primo grado, con le ossa rotte. Infatti è stato rifiutato il patteggiamento, le inibizioni sono molto pesanti e lo è anche la multa.
Quindi si, è evidente che soprattutto nelle prime fasi applicative molte società hanno sbagliato l'applicazione dei protocolli sanitari (ma è successo anche in molte attività produttive diverse dal calcio). Ma la Lazio, almeno a quanto appare fa quadra prima sentenza, diciamo che sembra se la sia cercata con il lanternino.
E, per quanto mi sembra di capire leggendo tutto il dispositivo nella sua interezza, non perché l'Avv. Gentile non sia bravo a preparare le difese.
Poi, se rimangono ancora convinti che nessun obbligo di comunicazione alla ASL era a carico dei medici sociali e della società ed hanno prove inoppugnabili per dimostrarlo, oppure ritengono che l'entità delle pene non sia congrua rispetto alle violazioni contestate, sarà il caso di procedere a ricorso passando ai successivi gradi di giudizio.