Proviamo a dire questo.
1. Secondo esplicita sentenza della Cassazione, il comportamento di quei cinque sciagurati va derubricato: né razzismo, né apologia di fascismo, né antisemitismo. Il tutto va visto alla luce della storica rivalità tra le due compagini capitoline. Del resto, sono strasicuro che se qualcuno chiedesse a uno di quei cinque: "che vuol dire "ebreo"? e perché ce l'hai con loro?" ne sentiremmo delle belle.
2. Supponiamo che, nonostante tutto, la Lazio venga condannata dalla "giustizia sportiva". Quella in cui l'ex dottor Malagò ha tanto poca stima. (Mi viene un dubbio: c'è stata la prescrizione del reato, ma la laurea è stata revocata. "Ex dottore" si potrà dire?). La Lazio (per tornare a cose importanti), ne subirebbe un danno economico (ovviamente, non solo economico). Poiché i responsabili sono noti (i cinque sciagurati) la Lazio avrebbe il diritto di chiedere loro i danni.
3. Se la Lazio non lo facesse, potrebbe farlo (intendo: chiedere i danni a quei cinque sciagurati) qualunque azionista.
4. Anche se nessun azionista lo facesse, potrebbe farlo (in misura molto minore: se mi chiudono lo stadio per uno o due turni) qualunque abbonato.
5. I cinque sciagurati si difenderebbero, immagino, dicendo: "ma de che? La Cassazione ha detto che è la storica rivalità!"
6. A questo punto avremmo, come si diceva tre vite fa, fatte esplodere le contraddizioni del sistema.
7. O no?