Non resisto, sto troppo carico.
Scrivete qualcosa, aneddoti sui derby passati, devo esorcizzare.
Comincio io:
sconfitta bruciante nel derby d'andata, a ridosso dell'eliminazione dalla coppa UEFA e dalla coppa Italia, reduci dalla sconfitta fuori casa contro il Padova di sandreani e Vlahovic, ecco il derby di ritorno.
Boksic e Winter infortunati, il giovane Nesta schierato terzino sinistro, a partita in corso entreranno anche Grandoni e Di Vaio. La Lazio dopo pochi minuti guadagna un calcio d'angolo: batte forte e teso Fuser, Cervone interviene maluccio, la palla schizza a Cristiano Bergodi: rovesciata, arriva Casiraghi, altra rovesciata, gol. Rambaudi si lancia a terra e bacia la maglia, Casiraghi va ad abbracciare uno stranamente emozionato Zeman, Bergodi si toglie la maglia e la rotea selvaggiamente sotto la Nord. Nei minuti successivi avviene l'impensabile: ammutinamento condiviso, i giocatori si schierano con un 4-5-1 arroccato e appuntito, volano calcioni e spallate agli spaventati riommers, che fino a quel momento mai avevano perso in casa. Chamot a tratti fa il libero e interviene anche prima dei guantoni di Marchegiani, sembra che tutti vogliano timbrare la vendetta ad ogni costo. Poi l'ennesimo pressing forsennato fa sbagliare aldair, Signori recupera palla e salta l'avversario, fornendo a Casiraghi un assist al bacio. Gigi Tyson viene abbattuto da cervone (che fa rima con?), calcio di rigore.
Sulle prime sembra che Casiraghi voglia batterlo, ma Beppe gol, sofferente ad una gamba e sceso in campo con le infiltrazioni, non ne vuole sapere. Prende la palla, mezzo passo di rincorsa, il resto è uno sprint micidiale sotto la curva, maglietta in mano, e con le forze residue si arrampica sul vetro divisorio, vuole abbracciarci tutti, è come se lo avesse fatto. Sotto di lui Sandro Nesta sbatte i pugni urlando contro il vetro, è una gioia inspiegabile, che va oltre tutto: oltre la stagione parzialmente buttata, oltre le delusioni di coppa, oltre i 3 gol subiti all'andata quando pensavamo di essere il real Madrid.
Altri calcioni e poi torello, sotto gli occhi depressi del principe di Frattocchie, cristiano Bergodi fa il gesto dell'ombrello alla tribuna e i moralisti riommanisti proveranno a fare di quell'occasione l'ennesimo pianto rosicone.
Appendice gustosa: Bergodi dà appuntamento a giannini dandogli del coniglio, mentre cervone mastica amaro parlando di lealtà sportiva e nel Derby dell'anno successivo prenderà a calci un raccattapalle, reo di aver restituito troppo tardi il pallone. La solita morale a doppia misura, ma soprattutto la solita manifesta inferiorità sportiva, sociale, intellettiva.
È il 1995, la partita fu mandata in diretta sulla Rai, le magliette erano larghe e Gascoigne entrò in campo nel secondo tempo con la maglietta n.14.
Anche in quell'occasione, contro tutto e tytty, la Lazio era sempre Patria Nostra.