La vita ricomincia, e dunque...

MUSLERA 7-Battuto solo, e a stento, dal penalty di Borriello. Mette una pezza, anche se parziale, su un retropassaggio assassino di Kolarov.
DIAS 6-Due gambe in più, utili per sbrogliare mischie e rimpalli a rischio quando saltano gli schemi. I veri disastri li combina nell'altra area, gettando al vento un paio di match point: lavorare sulla mira, l'occhio per gli inserimenti sembra esserci.
STENDARDO 7-Ultimo vessillifero di un calcio tutto marcature a uomo e palla in tribuna, si è adattato bene a contesti tattici più articolati. Borriello gli sbatte contro senza speranza.
RADU 7-Perfettamente complementare a Stendardo: anche nella fase di impostazione, espressione di cui sembra l'unico fra i difensori a conoscere realmente il significato. Per qualcuno era un mediocre terzino...
LICHTSTEINER 8-Col 3-5-2 modificato e gli esterni molto aggressivi sembra rinato a nuova vita, e non solo per il secondo timbro consecutivo sul tabellino dei marcatori. Devastante nei tagli, utile in tutti i movimenti.
BROCCHI 6-Meno lucido e concreto del solito, forse perché in debito d'ossigeno. Al Milan l'avrebbero comunque voluto vedere con la loro maglia.
LEDESMA 7.5-Reja gli cuce addosso un centrocampo su misura, nel quale ha sempre compagni vicini e può limitarsi a passaggi brevi. Il resto lo mette lui, fase difensiva inclusa.
MAURI 8-Pendolo fra il 3-5-2 e il 3-4-1-2 “in corsa” che lo consacra specialista dell'ultimo passaggio, mette presenza fisica e confusione nella difesa avversaria anche sul gol del pareggio. Più resuscitato che rigenerato, avesse anche i 90 minuti nelle gambe...
KOLAROV 5-Impreciso, troppo solista e – quel che è peggio – supponente, come se la Lazio gli andasse stretta: se si ritiene un fenomeno, almeno lo dimostri. Corpo estraneo alla rinascita mentale della squadra.
ZARATE 5.5-Media fra la prestazione individuale, tornata su livelli interessanti, e quella collettiva in cui fa più danni che altro. D'accordo il cattivo assortimento con Rocchi, ma a calcio si gioca pur sempre in undici.
ROCCHI 5.5-Mai a un passo dall'acuto, nonostante la gara si adatti alle sue caratteristiche. Giustamente sostituito.
CRUZ 6.5-Silenzioso e concreto, ruba un pallone d'oro sulla trequarti che Zarate spreca malamente. Segni di vita.
FOGGIA e BIAVA s.v.-Pochi minuti nel finale. Per il primo è importante il ritorno nel gruppo.
REJA 9-Decisiva la settimana del ritiro e del
mental trainer messo alla porta: leggende metropolitane a parte, la sensazione che qualcuno abbia remato contro fino a un minuto prima è dura da digerire.
Difficile quantificare il suo ruolo in questa vicenda, mentre c'è poco da discutere sul contributo tattico: squadra cortissima e reattiva, modulo adattato ai singoli con benefici al limite del miracoloso per un paio di loro, lunghi minuti da padroni sull'erba di San Siro.
Manca il colpo del KO a suggellare la supremazia territoriale, e con un po' più di concretezza nella prima mezz'ora della ripresa si poteva fare.