Il 15/16 enne che va in curva, il ragazzetto un po' insicuro che si approccia per le prime volte in un ambiente così, beh spero non sia colpito da questo provvedimento.
Ho visto tanti amici miei quando ero più piccolo fare il saluto senza neanche sapere il minimo significato, rispondevano tutti alla stessa maniera "lo fanno quelli intorno a me e lo faccio pure io.
Imitazione e voglia di emergere.
Spero che sia colpito da questo provvedimento il 30/40/50 enne che ancora si mette a fare ste cazz.. Pur sapendo che NON si può fare e non si deve non ci sono argomentazioni punto.
Spero colpisca chi ha precedenti con situazioni analoghe a anche più serie.. Ma ho i miei dubbi.
Sinceramente non sono a favore di questo daspo a vita..
Secondo me per attuare una pena di tale misura devi essere di fronte ad un qualcosa di incredibilmente schifoso e vergognoso.
Colpire 10/20 persone con un daspo a vita lo trovo un po' esagerato, è una pena di morte per il tifoso. Non hai possibilità di sconti e di tornare allo stadio.. Da sentirsi male.
effettivamente é/sarebbe un provvedimento "fuori misura" poco consono ad una concezione democratica del diritto. Molto probabilmente si finirebbe con la cassazione che annulla il provvedimento. Tuttavia sarebbe da vedere anche in che modo viene concepito lo stadio (spazio pubblico, privato, affittato) Ha davvero la societá Lazio il potere di negare l´accesso? Faccio domande.
Se la Lazio, ha potere di decidere chi puó e chi non puó entrare, perché lascia un intero settore ad un gruppo neofascista? Nel caso lo stadio venga concepito come spazio pubblico...Si potrebbe anche dire perché lo permettono le istituzioni?
Chiaramente il ragazzo 15enne, é minorenne, e nel suo caso, in grossa parte, la responsabilitá é del contesto...e chi determina il contesto e dunque ne deve rispondere davanti alla legge? La Lazio? lo Stato? gli Irriducibili?
Vogliamo sempre fare gli struzzi e pensare che sono 20,50,100 cani sciolti che si esibiscono a titolo individuale?
Allo stesso modo non deve passare all´altro estremo, ossia che quella parte sia rappresentativa del tutto.