In questi ultimi tempi mi sono trovato spesso a domandarmi: come è arrivata a questo punto la Lazio?
Come è riuscita a trasformarsi, piccola meravigliosa Cenerentola, per il gran ballo che sta vivendo?
Senza aiuti, con un piccolo corpo di tifoseria, senza grandi ritorni economici?
Perché, in questo gran ballo, Cenerentola sembra librarsi nella sala e uscire dalla favola. Che se io fossi un grande artista, e come lo vorrei, la pitterei su tela, per carpirne l'attimo, in questo volo tutt'altro che fatuo verso il cielo. Con nessuna scarpa persa, con nessuna zucca.
Ho cercato di rispondermi, e nel farlo son dovuto scendere a terra, lasciando Cenerentola nel suo volo.
Una analisi cruda, basata esclusivamente sui fatti.
In questo topo si parla di calcio mercato e mi attengo.
Per leggere il futuro io credo sia necessario metabolizzare il passato.
Come si è mossa la società Lazio per portare la nostra Cenerentola fin lassù?
1) coprire i buchi tra i titolari, ecco Marusic, che prende il posto di FA nel ruolo.
2) sostituire i partenti.
Via Biglia ecco Leiva, via Keita ecco Nani, via Cataldi ecco Di Gennaro.
Via Hoedt ecco Caceres.
3) Poi i prospetti, quelli che ti escono fuori l'anno dopo.
Prima fu Felipe, poi Milinkovic, Lukaku e Luis Alberto.
4) Poi i giovanissimi, ecco Keita, Strakosha, Luis Felipe.
5) Poi le sostituzioni "funzionali", ecco Caicedo al posto di Djordjevic.
Io, analizzando i fatti, leggo estremo ordine, cautela, competenza ai massimi livelli.
Non vedo "strappi", acquisti forzati, doppioni nel ruolo.
Vedo una Lazio che, come più volte ha detto il nostro Presidente, va avanti per piccoli passi, giungendo a meta per inerzia.
Il perché è semplice: la Lazio può permettersi di sbagliare molto meno rispetto alle altre.
In questo contesto l'acquisto di un altro centrocampista centrale è fuori fuoco, ovvero non ci azzecca nulla.
Non perché non possa servire a breve termine, ma perché è fuori dalle linee progettuali.
La forza di non derogare è la nostra forza.
Persa quellla perderemmo il nostro shining.
Perché, amici miei, si può brillare, ed esser fieri e pazzi in questo, coltivando l'assurdo di resistere nella nostra normalità.
E viva Cenerentola.