dovevamo arrivare ad essere pochi pochi. ma davvero pochi. per assistere ad un vero, inusitato, miracolo.
il miracolo è questo. la lazio gioca, e la gente (ad eccezione di un isolato coro contro lotito) decide che pure basta. e - disorganizzata, quasi impaurita, decide di non insultare i giocatori della lazio. ogni tanto sì, ma ci sta. ma è il clima ad essere diverso.
ci dice sfiga, kone segna un gol bellissimo, sul primo tiro in porta dell'udinese. e allora si manifesta l'insolito: che - invece di partire il solito ignobile becerume - parte un forza lazio. prima isolato, poi meno isolato. e quando konko fa un liscio su un rinvio, invece della solita presa per il culo, parte l'incoraggiamento. la squadra ci prova, si riversa nell'area avversaria, un gol, due, e la gente si abbraccia. incita, per quel che può un pubblico che ad incitare non è più abituato. mi piace pensare che la squadra abbia sentito l'incitamento. e che le abbia fatto bene, l'abbia aiutata ad uscire dal tunnel di paura e depressione.
è uno squarcio di sole nelle plumbee nubi che ci siamo rimboccate addosso da soli. per una volta, dopo non so quanto, sono uscito contento. e non era (solo) per il risultato, quanto per quella piccola grande magia che ha riannodato la gente al suo amore.
durerà? non durerà? per una volta sono tornato a casa orgoglioso della lazio. e dei laziali. ma è così difficile?