Not in my name

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Re:Not in my name
« Risposta #20 il: 01 Dic 2019, 14:54 »
Fat, è di difficile applicazione perché è difficile dimostrare una competa separazione dei due ruoli, come spiegava qualcun altro. Se uno fa l'attore e è bravo, poi lo arrestano per un reato qualunque, a me rimane più facile continuare a celebrarne le qualità artistiche. Ma credo e temo che la posizione di Diabolik in curva abbia favorito alcune delle sue attività illecite, e credo che sia difficile immaginare che non ci sia stato un flusso anche in direzione opposta.
Faccio fatica a biasimare chi prova del risentimento per tutto questo è vorrebbe vedere questa figura separata dalla Lazio. Sulle trasferte, io ne ho fatte poche, ma ho sempre avuto più paura dei laziali che dei tifosi avversari.

Offline FatDanny

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Re:Not in my name
« Risposta #21 il: 01 Dic 2019, 17:12 »
non riesco a capire perchè si è arrivati a parlare di mafia. si prende l'orrore apicale e lo si paragona a schifi minori quasi per annacquare le colpe anche dei secondi. cazzo di metodo.
primo.
poi.
Anche se accettassimo questa iperbole dialettica proviamo a rispondere comunque. il nostro problema non è stato la "mafia" ma la connotazione fascista e razzista data ad una innocente formazione sportiva che per colpa di questo sopruso si è ritrovata famosa in tutto il mondo come Nazio invece che per altro, che si trascina sto drappo nero per colpa di persone come il protagonista del topic in questione. Non perché totò riina gravitava tra le nostre fila. Siamo famosi perché fascisti non perché scioglievamo la gente nell'acido.
quindi l'omaggio alla persona in questione è quanto mai contro senso se poi ci lamentiamo di quello che è la Lazio per l'opinione pubblica, e ci incazziamo, ci sentiamo frustrati ecc. ecc.
 piscitelli viene omaggiato per valori sbagliati che i mondiali antirazzisti, per esempio, combattono. non come "grande tifoso" della Lazio.
poi se pure con lui dovemo fà come con mussolini, evidenziando le bonifiche pontine o l'arte razionalista dell'EUR , invece che dittatura e leggi razziali uguale a i cori, la coreografia, l'educazione ai ragazzini in curva (sorbole... così non viene cancellato) basta saperlo. evidentemente anche i valori vanno a comando.

Sì è arrivati a parlare di mafia perché è il paragone che si propone in apertura del topic, più in topic di così...

Rispetto al resto del discorso io non celebro Diabolik perché non celebro proprio la mentalità ultras, pur non criminalizzandola di per sé. Sono valori in cui non mi ritrovo, anche al di là del nazismo e non credo che senza i quali non si potrebbe organizzare il tifo o una coreografia.
L'identificazione tifo organizzato/ultras per me è stato un danno nell'evoluzione del tifo, soprattutto del tifo più caldo e fidelizzato, figuriamoci se posso mitizzarlo.

Quindi certo che su questo piano non mi accodo alla celebrazione, ma non c'è alcuna relazione con l'attività criminale di Diabolik che, a mio avviso, con questa cosa non ha nulla a che vedere.

Nesta idolo

Nesta idolo

Re:Not in my name
« Risposta #22 il: 01 Dic 2019, 17:34 »
Il problema è aver permesso quasi una coesistenza della criminalità in molte curve italiane, ciò che vediamo è solamente la punta dell'iceberg. La "celebrazione" (relativa al ruolo di primaria importanza all'interno della curva) di una persona morta per quanto fosse un delinquente è relativamente pericolosa secondo me, mi piacerebbe si fosse fatto qualcosa di più significativo prima. Ancora oggi non vedo azioni di particolare rilievo.
Gli organi preposti in primis, non hanno dato il giusto peso a quello che avveniva o hanno chiuso gli occhi e ora ci si trova con tantissimi ultras in giro per l'Italia protagonisti di traffici illeciti.

Offline pan

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Re:Not in my name
« Risposta #23 il: 01 Dic 2019, 17:41 »
sì il paragone iniziale, l'ho capito, con l'idolatria ci sta.
ma dopo no. quello intendevo. la gente fa l'inchino al mafioso per: primo per paura, secondo per paura, terzo per paura, quarto per paura... pooooi al penultimo posto ANCHE perché abituata al mafioso che potrebbe risolvere i problemi.
ma sinceramente co piscitelli e i fasci in curva che dettano stili, politica, modi da trent'anni non ci vedo niente. non è che piscitelli viene omaggiato dalla gente perché quest'ultima ha paura che, se non lo facesse, potrebbe essere uccisa. loro ci credono fermamente nel valore del loro amico e omaggiano per questo.

Offline TomYorke

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Re:Not in my name
« Risposta #24 il: 01 Dic 2019, 18:05 »
Per molti tifosi della Lazio Diabolik ha rappresentato qualcosa.
Per me ha rappresentato tutt'altro.
Quello che decideranno i tribunali non sposterà di un millimetro né quello che ha rappresentato per me, né quello che ha rappresentato per altri tifosi della Lazio.
Come è giusto che sia.

Offline RG-Lazio

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Re:Not in my name
« Risposta #25 il: 01 Dic 2019, 18:11 »
sì il paragone iniziale, l'ho capito, con l'idolatria ci sta.
ma dopo no. quello intendevo. la gente fa l'inchino al mafioso per: primo per paura, secondo per paura, terzo per paura, quarto per paura... pooooi al penultimo posto ANCHE perché abituata al mafioso che potrebbe risolvere i problemi.
ma sinceramente co piscitelli e i fasci in curva che dettano stili, politica, modi da trent'anni non ci vedo niente. non è che piscitelli viene omaggiato dalla gente perché quest'ultima ha paura che, se non lo facesse, potrebbe essere uccisa. loro ci credono fermamente nel valore del loro amico e omaggiano per questo.

fatemi capire. Secondo voi uno che vende la droga (in Italia) non ha contatti con le mafie??? Uno che svolgerebbe un ruolo di primo piano in una piazza come quella di Roma non avrebbe contatti con le Mafie???
Da dove gli arriverebbe la roba? dal contadino colombiano? dal suo giardino?
Ma stiamo scherzando???
Chiaramente non parliamo di un affiliato nel senso classico, ma insomma se si utilizzano gli stessi metodi, e si stabiliscono relazioni economiche (e forse non solo quelle) con le mafie...Come volete che si venga definiti? Manager? Commercianti?

Tra l´altro questa cosa che in curva "non avrebbero paura" di contrastare la linea ma "ne sarebbero convinti" vale fino ad un certo punto. Anche qua dentro, quando si parla di formare gruppi alternativi di tifosi con striscioni e altro, alcuni consigliano di andarci con i piedi di piombo (e fanno bene a dare questo consiglio) visto che dall´altra parte non hai a che fare semplicemente con tifosi violenti ma con ben altro.   

Offline pan

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Re:Not in my name
« Risposta #26 il: 01 Dic 2019, 18:34 »
Sì RG Lazio,  visti gli ultimi sviluppi di indagine certo che quello che tu dici sia altamente probabile.
ma il mio era un discorso più terra terra. anche se l'idolatrato in questione paradossalmente fosse innocente a livello legale, a me non cambierebbe di una virgola il mio giudizio su ciò che lui e i suoi amici hanno fatto alla Lazio. loro hanno propagandato la loro idea politica appiccicandola alla Lazio, arrecandoci danno, e a me questo basta avanza.

Offline pan

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Re:Not in my name
« Risposta #27 il: 01 Dic 2019, 18:37 »
appunto, abbiamo paura noi che abbiamo idee diverse. ma quelli che stanno nei famosi gruppi scientemente, non credo abbiano paura. casomai saranno fieri dell'appartenenza.

Offline PARISsn

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Re:Not in my name
« Risposta #28 il: 01 Dic 2019, 18:42 »
raga' ma che ci prendiamo in giro? l'esecuzione in pieno giorno, in un posto pubblico e col colpo alla  nuca è chiaramente  un esecuzione di stile mafioso !! e non scopriamo l'acqua calda se diciamo che chi traffica droga in Italia e in quella dimensione  DEVE per forza aver rapporto con qualcuna delle mafie perche sono loro che  portano la  droga...non è che  uno parte e va a fare accordi coi colombiani dall'oggi al domani...del resto gli inquirenti nei loro rapporti pre e post  mortem parlano " di criminale incallito "...non de uno che  è stato beccato co 4 grammi de hascisc all'angolo sotto casa...come se non bastasse era pure fascista e razzista e partecipato attivamente alla costruzione del luogo comune, ormai mondiale, che la Lazio è una squadra di fascisti....a me sembra abbastanza per avere il vomito quando lo omaggiano...come tifoso o come qualsiasi altra cosa....

Offline JSV23

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Re:Not in my name
« Risposta #29 il: 01 Dic 2019, 19:34 »
Mah, mi pare che andiamo molto fuori strada.
Limitandosi al sud, che credo di conoscere approfonditamente, posso garantirti che il culto della personalità dei boss nasce solo dal sangue e dal terrore. Poi, che quel terrore abbia come causa anche una presenza insufficiente dello Stato, questa è un’altra storia.
Poi non credo si possa paragonare la passione per un film e per personaggi inventati all’emulazione di un delinquere vero.
Sul tema della damnatio memoriae dei combattenti anni ‘70  magari ne parliamo a parte.
Su Fabrizio, che sapeva essere simpatico e brillante a volte, ma era quasi sempre dispotico e arrogante, non voglio trinciare un giudizio morale, tanto meno dopo che è morto per omicidio.
A me interessa la questione dei giovani tifosi della Lazio, che ne coltivano l’immagine e ne celebrano pubblicamente il ricordo ogni domenica.
E, come altri, resto a disagio perché Piscitelli è stato davvero un cattivo esempio per i giovani.
Dico una cosa brutta: la sua tragica morte per certi versi lo riscatta, come un monito a chi pensa che la vita del Diablo fosse un modello.
Io sono calabrese ed in Calabria ci ho vissuto per 22 anni.
Ho partecipato attivamente ad un libro che tratta l'argomento delle infiltrazioni mafiose nelle varie amministrazioni comunali della mia regione, l'argomento è stato anche oggetto della mia tesi di laurea.
La ndrangheta in Calabria é soprattutto "Stato", laddove lo stato non c'è o è poco presente o addirittura colluso.
Poi c'è la parte "imprenditrice" ovviamente.

Molti hanno paura, altri come me ad un certo punto vanno via per non averci niente a che fare, ma molti hanno "rispetto". Rispetto autentico, non dettato ne da sangue ne da terrore, ma appunto dal fatto che la ndrangheta si sostituisce ad uno stato assente.
Uno stato non può esistere senza un popolo.

Re:Not in my name
« Risposta #30 il: 01 Dic 2019, 19:40 »
Non era uno stinco di santo.
La collisione con ambienti malavitosi (siano essi mafia, politica o altro) è comune a certi ambienti ultras.
Di tutte le squadre italiane di tutte le connotazioni e sfumature.
Brutta gente, in ogni caso.

Online Achab77

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Re:Not in my name
« Risposta #31 il: 01 Dic 2019, 20:26 »
secondo me invece non bisogna discernere proprio per niente quando si raggiungono certi livelli.

Lo penso anche io. Oltretutto, pur rimanendo chiaramente in attesa dei dispositivi giuridici finali sulla questione, in qualche modo dentro al "giro" collaboravano anche molti ultras che stanno in nord la domenica e che fanno parte degli irr. Una situazione veramente deprimente per chi ama la Lazio e basta.

Offline TomYorke

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Re:Not in my name
« Risposta #32 il: 01 Dic 2019, 20:53 »
Regà, ma che il mondo ultras sia 'na merda lo scoprite oggi?
Re:Not in my name
« Risposta #33 il: 01 Dic 2019, 22:58 »
Ho la consapevolezza che questo topic sarà chiuso ancor prima di partire ma non posso non esprimere il mio imbarazzo per quello che continua a perpetrarsi all’Olimpico.
Ci lamentiamo tanto quando nei paesini della Calabria o della Sicilia durante le processioni viene fatto l’inchino sotto le finestre dei capi mafia; noi invece beatamente continuiamo a permettere l’idolatria di un ex capo curva, assassinato in modo purtroppo violento, ma che le indagini in corso (e le relative intercettazioni) stanno acclarando essere stato un vero e proprio narcos.
Chi permette tutto ciò è complice. Adieu

Innanzitutto che vuol dire Adieu? Poi mica ho capito di quale idolatria parli ... Da parte di chi ? Ma poi perché qui dentro?

Online Achab77

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Re:Not in my name
« Risposta #34 il: 01 Dic 2019, 23:32 »
Regà, ma che il mondo ultras sia 'na merda lo scoprite oggi?

Quello che sta uscendo dall'ambito ultras della Lazio ultimamente però è particolarmente sconvolgente. Diciamo che condividere la stessa passione e gli stessi spazi di tifo con chi di quella merda è nel consiglio di amministrazione rende il tutto un po' grottesco.

Offline FatDanny

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Re:Not in my name
« Risposta #35 il: 02 Dic 2019, 09:39 »
Mi sembra ci sia un enorme malinteso.
Certo che Diabolik intratteneva rapporti con la criminalità organizzata, mi sembra evidente e le carte parlano chiaro.
Ma non c'è rapporto tra questo e il fatto che venga celebrato in curva. Non viene celebrato come criminale ma come ultras, mentre quando si celebrano i criminali mafiosi si celebrano in quanto tali.

La gente fa l'inchino al mafioso per: primo per paura, secondo per paura, terzo per paura, quarto per paura... pooooi al penultimo posto ANCHE perché abituata al mafioso che potrebbe risolvere i problemi.


Proprio no, questa è come si racconta la cosa a livello mainstream, così lo Stato si autoassolve dalle sue responsabilità.
Come dice JSV è ben più articolata e magari è una realtà che ci piace di meno.
Nei quartieri abbandonati la criminalità organizzata non è solo temuta, governa anche col consenso come ogni potere su questa terra. un potere fondato unicamente sulla paura ha vita breve, anche fosse la peggiore delle dittature, figuriamoci in una situazione in cui coesiste con un altro potere legittimo. La criminalità organizzata ha consenso perché permette di mangiare a se stess*, a figl*, zi*, nipot*, amic*, è rispettata perche svolge un compito collettivo a cui nessun altro fa fronte.
E perché spende sul territorio alcuni dei soldi che guadagna, portando ulteriore beneficio.
Dura da dire, pessima notizia, ma tant'è.
Per questo alle retate di polizia ho sempre ritenuto più utile ed efficace l'antimafia sociale. E per questo, tolta la breve parentesi della guerra aperta con lo stato, la mafia si è sempre concentrata nel reprimere l'antimafia sociale, perché mina il suo fondamentale consenso.
Certo, anche nei quartieri abbandonati c'è chi non si piega a questa logica e subisce per paura e con un'inimmaginabile rabbia repressa. O non si piega affatto e combatte battaglie spesso passate sotto silenzio a meno che non venga ammazzato. Poi c'è chi subisce lateralmente le attività criminali, chi vive negli stessi territori ma ha una sua indipendenza economica e si, in quei casi è solo la paura a farla da padrone, laddove il para-stato criminale viene visto solo in termini di svantaggio, di fastidiosa presenza limitante. ma non è su di loro che poggia il potere mafioso, che non a caso regna assieme a disoccupazione e miseria.
Io credo che fino a quando la lotta alla mafia prende in considerazione solo questa seconda condizione non avrà alcuna efficacia. Perché a 100 arresti seguiranno 100 nuove affiliazioni. Finché non si toglie da sotto i piedi il terreno di consenso
(e quindi si fanno i conti con la sua triste realtà) queste organizzazioni verranno appena scalfite dall'azione repressiva, volta più a dimostrare al paese che si fa qualcosa in una lotta che diviene contro i mulini a vento.

Offline bak

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Re:Not in my name
« Risposta #36 il: 02 Dic 2019, 09:48 »
Per tanto, troppo tempo gli stadi sono stati degli sfogatoi in alternativa alle piazze; panem et circenses.
Alla guida di questi gruppi ultras ci sono stati/ci sono dei pluripregiudicati: Il barone, Caravita, Jenni a carogna, Diabolik, gli assassini della Sud, il Bocia, Toia (parlo solo di quelli storici) e tanti altri.
Lo Stato li ha tenuti li buoni purchè non andassero a rompere il belino nelle manifestazioni politiche e questi hanno continuato a sviluppare i propri lerci interessi, praticando anche opere di sopraffazione all'interno delle stesse curve.
Questa è la storia del movimento ultras dagli anni 80 in poi, che investe tutta Italia e di cui Piscitelli è una pedina.
Al resto ci penseranno gli organi competenti, io non sono un inquirente ed ho abbastanza anni per aver visto presunti mostri poi scagionati dalle accuse. Non me la sento di emettere sentenze colpevoliste o assolutorie
Re:Not in my name
« Risposta #37 il: 02 Dic 2019, 09:54 »
non riesco a capire perchè si è arrivati a parlare di mafia. si prende l'orrore apicale e lo si paragona a schifi minori quasi per annacquare le colpe anche dei secondi. cazzo di metodo.
primo.
poi.
Anche se accettassimo questa iperbole dialettica proviamo a rispondere comunque. il nostro problema non è stato la "mafia" ma la connotazione fascista e razzista data ad una innocente formazione sportiva che per colpa di questo sopruso si è ritrovata famosa in tutto il mondo come Nazio invece che per altro, che si trascina sto drappo nero per colpa di persone come il protagonista del topic in questione. Non perché totò riina gravitava tra le nostre fila. Siamo famosi perché fascisti non perché scioglievamo la gente nell'acido.
quindi l'omaggio alla persona in questione è quanto mai contro senso se poi ci lamentiamo di quello che è la Lazio per l'opinione pubblica, e ci incazziamo, ci sentiamo frustrati ecc. ecc.
 piscitelli viene omaggiato per valori sbagliati che i mondiali antirazzisti, per esempio, combattono. non come "grande tifoso" della Lazio.
poi se pure con lui dovemo fà come con mussolini, evidenziando le bonifiche pontine o l'arte razionalista dell'EUR , invece che dittatura e leggi razziali uguale a i cori, la coreografia, l'educazione ai ragazzini in curva (sorbole... così non viene cancellato) basta saperlo. evidentemente anche i valori vanno a comando.

 :asrm
che dire, chapeau ! :clap:

Online arturo

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Re:Not in my name
« Risposta #38 il: 02 Dic 2019, 09:55 »
non riesco a capire perchè si è arrivati a parlare di mafia. si prende l'orrore apicale e lo si paragona a schifi minori quasi per annacquare le colpe anche dei secondi. cazzo di metodo.
primo.
poi.
Anche se accettassimo questa iperbole dialettica proviamo a rispondere comunque. il nostro problema non è stato la "mafia" ma la connotazione fascista e razzista data ad una innocente formazione sportiva che per colpa di questo sopruso si è ritrovata famosa in tutto il mondo come Nazio invece che per altro, che si trascina sto drappo nero per colpa di persone come il protagonista del topic in questione. Non perché totò riina gravitava tra le nostre fila. Siamo famosi perché fascisti non perché scioglievamo la gente nell'acido.
quindi l'omaggio alla persona in questione è quanto mai contro senso se poi ci lamentiamo di quello che è la Lazio per l'opinione pubblica, e ci incazziamo, ci sentiamo frustrati ecc. ecc.
 piscitelli viene omaggiato per valori sbagliati che i mondiali antirazzisti, per esempio, combattono. non come "grande tifoso" della Lazio.
poi se pure con lui dovemo fà come con mussolini, evidenziando le bonifiche pontine o l'arte razionalista dell'EUR , invece che dittatura e leggi razziali uguale a i cori, la coreografia, l'educazione ai ragazzini in curva (sorbole... così non viene cancellato) basta saperlo. evidentemente anche i valori vanno a comando.

Ecco.

Offline Duca

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Re:Not in my name
« Risposta #39 il: 02 Dic 2019, 10:13 »
Chi è lindo scagli la prima pietra...
A me questo linciaggio riguardo Diabolik non mi convince poiché tutti hanno i suoi begli scheletri nell'armadio. Piscitelli ha fatto delle scelte che poi ha pagato caro, come giusto che fosse, fino a rimetterci la pelle. Ma come tifoso ha dato tantissimo.
La droga arriva a Roma come in tutte la grandi piazze poiché un popolo di cocainomani frustrati la chiede senza sosta. Adesso che hanno smantellato la Piscitelli band, si faranno avanti altri bei tipi, statene certi. E certo anche le sue simpatie politiche non l'hanno certo aiutato dal momento che in certi ambienti prima viene il soldo, dopo, molto dopo, vengono le altre cose come i valori politici e umani.
In un sistema malavitoso che un Saviano tenta (invano..) di farci comprendere quanto sia immenso e potente, possiamo considerare Piscitelli come una rotella che ha smesso di funzionare come si deve e quindi finita male.
A quelli non gli fotte nulla, morto un papa..., ma noi tifosi invece mancherà di certo un trascinatore come lui.
A me, per esempio, fa più schifo un manager Alitalia che distrugge una compagnia e se ne va con una buona uscita milionaria ..., rispetto a un pusher che rischia nel suo e poi paga (perché prima o poi li beccano tutti...), magari con la morte.

 

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