Mi sembra ci sia un enorme malinteso.
Certo che Diabolik intratteneva rapporti con la criminalità organizzata, mi sembra evidente e le carte parlano chiaro.
Ma non c'è rapporto tra questo e il fatto che venga celebrato in curva. Non viene celebrato come criminale ma come ultras, mentre quando si celebrano i criminali mafiosi si celebrano in quanto tali.
La gente fa l'inchino al mafioso per: primo per paura, secondo per paura, terzo per paura, quarto per paura... pooooi al penultimo posto ANCHE perché abituata al mafioso che potrebbe risolvere i problemi.
Proprio no, questa è come si racconta la cosa a livello mainstream, così lo Stato si autoassolve dalle sue responsabilità.
Come dice JSV è ben più articolata e magari è una realtà che ci piace di meno.
Nei quartieri abbandonati la criminalità organizzata non è solo temuta, governa anche col consenso come ogni potere su questa terra. un potere fondato unicamente sulla paura ha vita breve, anche fosse la peggiore delle dittature, figuriamoci in una situazione in cui coesiste con un altro potere legittimo. La criminalità organizzata ha consenso perché permette di mangiare a se stess*, a figl*, zi*, nipot*, amic*, è rispettata perche svolge un compito collettivo a cui nessun altro fa fronte.
E perché spende sul territorio alcuni dei soldi che guadagna, portando ulteriore beneficio.
Dura da dire, pessima notizia, ma tant'è.
Per questo alle retate di polizia ho sempre ritenuto più utile ed efficace l'antimafia sociale. E per questo, tolta la breve parentesi della guerra aperta con lo stato, la mafia si è sempre concentrata nel reprimere l'antimafia sociale, perché mina il suo fondamentale consenso.
Certo, anche nei quartieri abbandonati c'è chi non si piega a questa logica e subisce per paura e con un'inimmaginabile rabbia repressa. O non si piega affatto e combatte battaglie spesso passate sotto silenzio a meno che non venga ammazzato. Poi c'è chi subisce lateralmente le attività criminali, chi vive negli stessi territori ma ha una sua indipendenza economica e si, in quei casi è solo la paura a farla da padrone, laddove il para-stato criminale viene visto solo in termini di svantaggio, di fastidiosa presenza limitante. ma non è su di loro che poggia il potere mafioso, che non a caso regna assieme a disoccupazione e miseria.
Io credo che fino a quando la lotta alla mafia prende in considerazione solo questa seconda condizione non avrà alcuna efficacia. Perché a 100 arresti seguiranno 100 nuove affiliazioni. Finché non si toglie da sotto i piedi il terreno di consenso
(e quindi si fanno i conti con la sua triste realtà) queste organizzazioni verranno appena scalfite dall'azione repressiva, volta più a dimostrare al paese che si fa qualcosa in una lotta che diviene contro i mulini a vento.