A proposito di prospettive future
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Credo che per ricavi commerciali si intenda quanto la Società mette a bilancio tra Sponsorizzazioni, Botteghino e attività commerciali propriamente dette (merchandising in primis). La mancanza di uno sponsor o di una proprietà ricca che finanzia tramite sponsorizzazione (Sassuolo, Fiorentina, ad esempio), l’effetto stadio e il numero di tifosi e simpatizzanti (in tutto il mondo il marchio delle strisciate tira e produce vendite) non ci vedono… primeggiare. Di tutto questo si può discutere.
Parlando di prospettive future va considerato anche lo scenario cui si potrebbe andare incontro. Sempre da Calcio e Finanza, riporto.
Debiti, costi e liquidità: cosa cambia per la Serie A con la riforma FIGC
Cosa cambia per il massimo campionato italiano con il piano strategico voluto dal presidente federale Gabriele Gravina e approvato ieri.
E’ stato votato nella giornata di ieri il piano strategico voluto dal presidente della FIGC Gabriele Gravina: si tratta della parte economico-finanziaria, di una riforma che prima o poi dovrà occuparsi anche dei format dei campionati (Serie A con 18 o 20 squadre) e della redistribuzione del peso politico della Lega Serie A, che questa volta ha votato “sì” rinunciando all’opposizione.
La Serie A – spiega Il Corriere dello Sport – ha ottenuto l’adesione al modello UEFA fatto di solvibilità riguardo le posizioni debitorie, pareggio di bilancio (tollerato un risultato negativo fino a 5 milioni e deficit aggregato fino a 60 milioni di euro), miglioramento della patrimonializzazione del 10% e un rapporto tra costo del personale e ricavi che scenda dal 90% del 2023/24 al 70% per il 2025/26.
Sparirà anche l’indice di liquidità per come è stato conosciuto finora e si adeguerà a un parametro internazionale. La FIGC abbinerà una sorta di “dieta economica” che punta dritta al 2030. Saliranno anche i controlli della Covisoc, che passeranno da 2 a 4 nel corso dell’anno, mentre sono ancora da stabilire le sanzioni.
Queste, dunque, tutte le novità per la Serie A:
Indicatore costo del lavoro allargato;
Blocco mercato in caso di accesso a strumenti di ristrutturazione del debito;
Controlli su pagamenti emolumenti e versamenti con cadenza bimestrale;
Modello UEFA.
A proposito dell’ultimo punto, questi saranno i paletti chiave:
Solvibilità su posizioni debitorie scadute con controlli bimestrali/trimestrali;
Stabilità: requisiti di pareggio di bilancio. Tollerato risultato netto negativo fino a 5 milioni. Deficit aggregato fino a un massimo di 60 milioni e indicatore di patrimonializzazione migliorato del 10%;
Controllo dei costi: rapporto tra costo del personale e ricavi. Per il 2023/24 limite al 90%, per il 2024/25 all’80% e per il 2025/26 al 70%.
Per la massima serie, il “sì” alla riforma è arrivato con riserva. Casini lo ha definito «un voto a favore per coerenza e dovere istituzionale», anche se «abbiamo ribadito che nulla cambia nel progetto per arrivare a un modello di autonomia». Al voto c’è una squadra di giuristi che sta studiando il modello impostato dalla Premier League. Quindi, fermo restando che c’è moltissimo da fare, tanto che forse il primo lavoro da fare sarebbe quello di stabilire le priorità, credo che noi restiamo coi nostri problemi legati alla proprietà, al suo “stile” di management e alla sua mentalità. Ma anche altri potrebbero dover rivedere alcuni punti chiave delle loro gestioni (leva del debito e dintorni, per alcuni pesci grossi).