La situazione attuale:
1. Settore giovanile
Fondamentale per incrementare la competitività della squadra e i ricavi da player trading. Purtroppo Bianchessi, che molto bene aveva fatto, è andato via. Vediamo che succede con la ormai mitologica Academy
2. Valorizzazione del marchio
Non pervenuta. L'ultimo caso emblematico è la rinuncia a essere presenti tra gli stand della Ryder Cup
3. Comunicazione
Non interessa investire. Da 8 mesi senza addetto stampa.
4. Struttura societaria
Non interessa investire. Si persegue un modello di gestione familistica, con ruoli chiave coperti direttamente da Lotito, familiari o amici/collaboratori di lunga data. Oppure non coperti affatto.
5. Stadio
Siamo arrivati a 18 anni di chiacchiere. In attesa dei fatti.
6. Marketing
Investimenti quasi nulli e visione completamente miope. Ultimo esempio il suicidio coi video a pagamento per raccapezzare due spicci. Nel frattempo facciamo le stesse video views del Cagliari e restiamo senza sponsor.
7. Sponsor
Appunto.
Io direi che dalla carenza (enorme) numero 4 derivano tutte le altre.
Se hai una società strutturalmente priva di direttore finanziario, direttore commerciale e direttore delle comunicazioni, per non parlare della totale assenza delle direzioni che dovrebbe essere da loro, appunto,
dirette, come puoi pensare di elaborare e realizzare piani di crescita strutturale dei ricavi, di valorizzazione del marchio, di acquisizione di sponsor e di adeguato posizionamento nel settore della comunicazione?
Se hai una società strutturalmente priva di direttore delle operazioni e (dall'anno scorso) del direttore sportivo, per non parlare della totale assenza delle direzioni che dovrebbe essere da loro, appunto,
dirette, come puoi pensare non solo di elaborare e dare attuazione a piani strutturali di crescita del core business della società, sia esso quello della prima squadra sia quello del settore giovanile, ma anche solo di governare i processi delicati da cui dipende il raggiungimento degli obiettivi che ti prefiggi. L'incapacità di accorgersi, prima, e di gestire, poi, le criticità geratesi quest'anno nel gruppo squadra ne sono un esempio.
Se hai una società priva di CEO (che non sia il socio di maggioranza relativa sempre più distratto e assorbito da impegni di diverso genere) e, ancora, di una adeguata struttura manageriale da questo diretta come puoi pensare di riordinare, coordinare, pianificare e attuare i piani di crescita sportiva, economico-finanziaria, commerciale, della comunicazione, ecc. eventualmente elaborati dagli inesistenti direttori delle singole aree di competenze.
Potrei continuare per ore, ma il punto non cambierebbe.
Pensando alla conduzione della Lazio mi torna in mente un esempio che negli anni passati si faceva all'università per illustrare la differenza tra un lavoratore autonomo (o una microimpresa) e una impresa organizzata in forma societaria. L'esempio rigardava il facchino e l'impresa di trasporti. Entrambi esercitano la stessa attività: spostano a pagamento beni altrui da un punto all'altro. Il primo, però, lo fa essenzialmente utilizzando il proprio lavoro e qualche utensile, la seconda lo fa organizzando i fattori della produzione e creando una struttura amministrativa, mangeriale, finanziaria e commerciale che poi deve provvedere alla materiale fornitura dei servizi di trasporto.
Ecco, da venti anni a questa parte, continuiamo ad assomigliare in maniera sinistra al facchino. Un facchino che fattura decine di milioni di euro e quotato in borsa, ma che sempre da facchino si comporta.