Certo si legge di tutto e di più, e per me il problema come sempre è la definizione. Dribblatore per me è uno che ha il dribbling come naturale tendenza di gioco, parte del DNA, che per talento ha alta percentuale di riuscita ma deve farlo anche con grande frequenza come se fosse non solo la prima cosa a cui pensa, ma che il creare superiorità numerica sua proprio il suo motivo di vita.
Il gol di Gazza contiene otto dribbling perché li prende in velocità, che per me non è la definizione di dribblatore. Anche il suo famoso gol al mondiale viene dopo un sombrero, che tecnicamente è un dribbling, ma le qualità di Gazza per me erano altre. D’amico e Laudrup invece avevano proprio nei loro geni il pensiero automatico dell’applicazione del dribbling, erano i giocatori che per definizione ti procurano la superiorità numerica. Secondo me ci sta pure Zarate in questa definizione, ma non può assolutamente esserci Boksic, che comunque era un fenomeno, mentre invece Dolso lo aveva proprio anche lui nel DNA. Di Canio meh, forse ci rientra ma anche lui aveva più progressione che abilità nello stretto, per quanto bravo. Stesso dicasi di Felipe, che dribbla certo, spesso anche da fermo, ma il suo DNA è la progressione.
Dell’Anno era un Antognoni, grandissimo passo e palla a testa alta, tocco sopraffino, ma questo era il suo DNA, non il dribbling, per quanto lo avesse.
Per esempio Pasqualino Foggia, per me pippa epocale, è un dribblatore vero, mentre Garlaschelli mai, per citarne uno dal topic.
Quindi per me si può parlare di D’Amico, Laudrup, Foggia, Dolso, ma non di Felipe, Gazza, Dell’Anno, Boksic e altri per quanto ovviamente fossero forti ANCHE a dribblare.
Questo secondo me.