Untouchables:
per il passato dico ledesma. Mi è sempre piaciuto come giocatore e come uomo, ricordo con dolore quando Delio Rossi lo sostituì all'inizio del secondo tempo di Lazio Palermo quando perdemmo 1-2 con 3 punti di penalizzazione da recuperare. Uscì sotto una bordata di fischi.
Quando segnò con il famoso scaldabagno al derby mi venne quasi da piangere: la redenzione di una persona a cui vuoi bene nella partita più importante. Davvero catartico, sono contento che sia rimasto uno dei pilastri della Lazio del nuovo corso di Lotito anche dopo essere andato via, nei ricordi.
Per il presente dico Caicedo: fin dal giorno dell'acquisto, per il suo sguardo malinconico montato quasi posticciamente su un fisico spaventoso, mi era veramente simpatico. Le battute sugli 0 gol segnati nella stagione prima dell'arrivo alla Lazio mi hanno ovviamente spinto ad essere ancora di più suo endorser.
Anche lì ho un ricordo recente, quando già però era entrato nel cuore degli scettici: il gol al derby di due anni fa, urlai così tanto che pensavo che mi stesse venendo un infarto, e nel delirio lo vidi correre proprio sotto di me in Tevere. Ho pensato che fosse quell'abbraccio virtuale che avrei voluto dargli quando lo vidi per la prima volta in quelle foto con lo sguardo malinconico. Il resto è storia.
Touchables:
anche qui, per quanto riguarda il passato, dico Behrami. Ottimo giocatore, intendiamoci, e quel gol al derby rimarrà nella storia. Però nei modi e negli atteggiamenti m'è sempre stato sulle palle, e la maniera vile e presuntuosa con cui se n'è andato, tra dichiarazioni in cui sminuiva la Lazio e aperture entusiastiche su un eventuale approdo alle m.erde ha certificato la mia sensazione.
Nel presente, sarò impopolare, ma dico Luis Alberto. Per come gioca e per quello che può darci sento di volergli bene quasi quanto al livello dei nostri miti. Per come si sta rivelando da uomo e per come sta definendo il suo rapporto con la Lazio intesa come ideale, squadra, società, mi ha spento qualsiasi fiamma empatica che vada oltre l'applauso per la bella giocata e la stretta di mano per i risultati conseguiti. Anche acerbi non ha fatto una bella figura ultimamente, ma in lui ci leggo un po' di ingenuità mista a presunzione, forse estemporanee, magari ricucibili con qualche dichiarazione.
Per LA il discorso è diverso: ci ha tenuto a dire che per lui la Lazio è essenzialmente un lavoro, che fa anche volentieri ma che non può interpretare oltre quel soglio professionale. E a me che sono un semplice tifoso e che voglio sentirmi dire dai giocatori della mia squadra che la Lazio è il non plus ultra mi sembra un po' un'informazione non richiesta (magari vera anche per molti altri, eh) che sarebbe stato meglio che si tenesse per sé.