Pur non sapendo chi siano costoro se non leggendo sul web laziale i loro nomi, esprimo solidarietà per chi perde il lavoro (non il posto di lavoro, espressione brutta e che denota una mentalità padronal assistenzialista).
Una domanda forse ingenua, ma da quel che leggo, era l'unica loro fonte di reddito? Ho sempre pensato che quella di parlatore di calcio radiofonico fosse un'attività secondaria da parte di persone che avevano un altro mestiere, che so, maestro di scuola, commerciante, gestore di palestre, avvocato, assicuratore, broker finanziario, agente immobiliare, ristoratore etc.e che
queste trasmissioni fossero un arrotondamento, un riempitivo.
A parte DeAngelis che era anche editore.
La seconda domanda, c'è mercato per una radio che parli bene di Lazio, oltre quella ufficiale?
O forse per camparci devi parlarne male?
La terza domanda, nell'era del web, ha senso e futuro una radio tradizionale ? La mia fame e la mie sete di Lazio le sazio e le placo sui forum, o su selezionatissimi social, trovando opinioni anche interessanti.
Se la risposta alle ultime due domande è sì, i conduttori od opinionisti della radio olimpya potrebbero valutare l'idea di associarsi in forma cooperativa e provare a mettersi in proprio, affittando una frequenza e provando magari a proporre qualcosa di innovativo rispetto a, per quanto ricordi io, rassegne stampa, commenti banalotti, telefonate di ascoltatori (da abolire per legge ovunque), e interminabili sezioni pubblicitarie con reclames di quartiere.