Roberto Mancini (ovvero della mentalità)

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Roberto Mancini (ovvero della mentalità)
« il: 18 Ago 2015, 10:13 »

giocatore atipico, molto simile a Mauri ma chiaramente più forte, e infatti li adoro entrambi.
assurdamente mai considerato dalla nazionale, ma per me uno dei giocatori italiani più forte di sempre, molto più del fesso ad esempio.
capace di vincere con samp e lazio, non strisciate, uno scudetto e una coppa delle coppe ciascuna, penso unico giocatore a riuscire in questo. oltre al record delle coppe italia.

eppure i numeri parlano di appena 15 goal. quando i numeri non dicono tutto, perché privarsi di Signori per il Mancio, nonostante questi abbia segnato in tre stagioni i goal che Signori avrebbe fatto in un anno, è stata la vera mossa che ci ha portato a vincere.

perché chi pensa sia stato solo un caso che, appena il mancio appese gli scarpini, quella Lazio abbia smesso di vincere, costui non ha ben capito cosa Roberto Mancini sapeva comunicare in campo.

PS del mancini allenatore e uomo preferisco non parlare, altrimenti me bannano  :stop


Re:Roberto Mancini (ovvero della mentalità)
« Risposta #1 il: 18 Ago 2015, 11:07 »
Sul Mancini giocatore hai detto tutto, mi sembra peró che sia più assimilabile al fesso che a Mauri, per giudizio del Mancio stesso.
Io mi ricordo il dolore sulle facce dei tifosi Sampdoriani quando a Samp-Lazio del '96-'97, quando era già ufficiale il passaggio del Mancio in biancoceleste gli cantavamo  "e Mancini è della Lazio".
E comunque il gol di Parma rimane la mia più grande emozione di sempre vissuta dal vivo.


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Re:Roberto Mancini (ovvero della mentalità)
« Risposta #2 il: 18 Ago 2015, 11:10 »
Non ci privammo di Signori per il Mancio, però, Signori ne rifiutò, di fatto, l'autorità, chiedendo di andare via in modo troppo impulsivo. Secondo me se Signori fosse rimasto, invece di prendere cappello, avremmo potuto vincere ancora di più. Da allenatore Mancini ha vinto ovunque, difficile arrischiare un giudizio negativo. Quantomeno è fortunato. Come persona non mi pare peggio di tanti altri, anzi.
E' un uomo di calcio, usando un luogo comune potremmo dire che è il calcio.
Per fortuna scelse di venire da noi, rimandando l'approdo all'Inter...

Offline robylele

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Re:Roberto Mancini (ovvero della mentalità)
« Risposta #3 il: 18 Ago 2015, 11:15 »
due mie umili opinioni.

Il fesso è stato forse più forte perché anche più potente e longevo.

Il Mancho, a un centimetro dal fesso, abbinava però la grandissima personalità e carisma che il fesso se la sogna di notte.

* il Mancho conta anche una finale di C.L. persa contro il Barcellona.
Anche qui il fesso potrebbe svegliarsi di soprassalto parecchio sudato.

skizzo87

skizzo87

Re:Roberto Mancini (ovvero della mentalità)
« Risposta #4 il: 18 Ago 2015, 11:17 »
Non ci privammo di Signori per il Mancio, però, Signori ne rifiutò, di fatto, l'autorità, chiedendo di andare via in modo troppo impulsivo. Secondo me se Signori fosse rimasto, invece di prendere cappello, avremmo potuto vincere ancora di più. Da allenatore Mancini ha vinto ovunque, difficile arrischiare un giudizio negativo. Quantomeno è fortunato. Come persona non mi pare peggio di tanti altri, anzi.
E' un uomo di calcio, usando un luogo comune potremmo dire che è il calcio.
Per fortuna scelse di venire da noi, rimandando l'approdo all'Inter...

Vincere di piu' con Signori era difficile, perche' comunque l'anno dopo arrivarono Vieri e Salas e di spazio per Signori non ce ne sarebbe + stato.

Ha vinto ovunque ma sempre con la squadra + forte e in modi ridicoli. A Manchester ha vinto all'ultimo secondo perche' gli avversari si sono salvati e si sono sdraiati. A Milano ha vinto contro il nulla ed ha perso pure un paio di coppe Italia. In Turchia ha vinto una coppetta e basta.
Re:Roberto Mancini (ovvero della mentalità)
« Risposta #5 il: 18 Ago 2015, 11:38 »
Ha vinto anche con la Lazio e a Firenze.
O è fortunato o è un grande. L'unica squadra in cui ha militato senza vincere è il Bologna, con cui fece un grande campionato partendo, se non ricordo male, con una penalizzazione da calcioscommesse...
Difficile, dopo 35 anni di carriera, che si tratti di un caso.
Nel 97/98, via Signori, la Lazio ebbe parecchi problemi d'organico in attacco. Resse tutto un Boksic stellare, ma con Beppe quella squadra, che resta la Lazio più spaventosamente forte mai vista, ancorché solo per qualche mese, avrebbe potuto fare di più. Non dimentichiamoci che la rincorsa incredibile in campionato si fermò per una palla che andava verso il braccio di Juliano e che la Coppa UEFA si perse in finale a Parigi.
Avere Signori o non averlo faceva una certa differenza, all'epoca. Poi, certo, lui non stava bene fisicamente, aveva un problema alla schiena che risolse in seguito, ma chissà come sarebbe andata... 

Online fiord

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Re:Roberto Mancini (ovvero della mentalità)
« Risposta #6 il: 18 Ago 2015, 12:21 »
Sul Mancini giocatore hai detto tutto, mi sembra peró che sia più assimilabile al fesso che a Mauri, per giudizio del Mancio stesso.
Io mi ricordo il dolore sulle facce dei tifosi Sampdoriani quando a Samp-Lazio del '96-'97, quando era già ufficiale il passaggio del Mancio in biancoceleste gli cantavamo  "e Mancini è della Lazio".
E comunque il gol di Parma rimane la mia più grande emozione di sempre vissuta dal vivo.


Io mi ricordo Lazio Samp, con il Mancio già della Lazio a cantare " e Mancini sta con noi, sta con noi, sta con noi..."  :beer:
Re:Roberto Mancini (ovvero della mentalità)
« Risposta #7 il: 18 Ago 2015, 12:53 »

due mie umili opinioni.

Il fesso è stato forse più forte perché anche più potente e longevo.

Il Mancho, a un centimetro dal fesso, abbinava però la grandissima personalità e carisma che il fesso se la sogna di notte.

* il Mancho conta anche una finale di C.L. persa contro il Barcellona.
Anche qui il fesso potrebbe svegliarsi di soprassalto parecchio sudati]

Il Mancio ha un palmares imparagonabile con il fesso, sopratutto europeo, viste le Due Coppe delle coppe vinte.
Inoltre ha avuto la grandissima capacità di cambiare squadra dopo una vita nella Samp ed imporsi e vincere in un'altra realtà di seconda fascia.

Peró tecnicamente i giocatori sono affini questo è indubbio.


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Re:Roberto Mancini (ovvero della mentalità)
« Risposta #8 il: 18 Ago 2015, 13:41 »
Sul Mancini giocatore hai detto tutto, mi sembra peró che sia più assimilabile al fesso che a Mauri, per giudizio del Mancio stesso.
Io mi ricordo il dolore sulle facce dei tifosi Sampdoriani quando a Samp-Lazio del '96-'97, quando era già ufficiale il passaggio del Mancio in biancoceleste gli cantavamo  "e Mancini è della Lazio".
E comunque il gol di Parma rimane la mia più grande emozione di sempre vissuta dal vivo.

Amen.

cuchillo

cuchillo

Re:Roberto Mancini (ovvero della mentalità)
« Risposta #9 il: 18 Ago 2015, 14:22 »
Restando al Mancini calciatore ho un giudizio un po' controverso.
Credo che il suo effettivo apporto fornito alla Lazio - in termini anche di carisma, ovvio - sia stato un po' sopravvalutato sia allora sia oggi.
In quel fantastico triennio è stato un giocatore determinante, nessuno lo nega. Ma in un'ipotetica classifica dei giocatori determinanti, sta abbondantemente dietro a un bel po' di compagni.
Nell'anno dello Scudetto, poi, l'incidenza di Roberto è stata molto residuale. Potremmo paragonarla a quella di Del Piero del primo scudetto di Conte.
Il discorso di "aver portato la mentalità" mi convince fino a un certo punto.
Mancini è arrivato nell'anno in cui Cragnotti - dopo il fallimento zemaniano - decise di fare sul serio e di sferrare l'attacco risolutivo ai trofei italiani e internazionali prendendo giocatori VERI, da Jugovic ad Almeyda, da (l'anno dopo) Vieri a Sinisa. Altro che Okon, Protti, De Sio e Della Morte.
Se vogliamo dirla così, il ruolo di Mancini fu più politico che tecnico. Era la longa manus di Sven, quello che doveva distinguere il grano dal loglio.
Più che l'allontanamento di Signori, io mi interrogherei di più sulle partenze di Jugovic e Fuser prima e soprattutto di Vieri dopo.
Re:Roberto Mancini (ovvero della mentalità)
« Risposta #10 il: 18 Ago 2015, 14:26 »
Sempre stato il mio giocatore preferito, ritenuto superiore anche a Baggio. Quando venne alla Lazio me lo sbucciai per anni, nel famoso derby del 3-1 in 10 ho raggiunto l'apice del godimento onanistico.

Re:Roberto Mancini (ovvero della mentalità)
« Risposta #11 il: 18 Ago 2015, 14:30 »
Restando al Mancini calciatore ho un giudizio un po' controverso.
Credo che il suo effettivo apporto fornito alla Lazio - in termini anche di carisma, ovvio - sia stato un po' sopravvalutato sia allora sia oggi.
In quel fantastico triennio è stato un giocatore determinante, nessuno lo nega. Ma in un'ipotetica classifica dei giocatori determinanti, sta abbondantemente dietro a un bel po' di compagni.
Nell'anno dello Scudetto, poi, l'incidenza di Roberto è stata molto residuale. Potremmo paragonarla a quella di Del Piero del primo scudetto di Conte.
Il discorso di "aver portato la mentalità" mi convince fino a un certo punto.
Mancini è arrivato nell'anno in cui Cragnotti - dopo il fallimento zemaniano - decise di fare sul serio e di sferrare l'attacco risolutivo ai trofei italiani e internazionali prendendo giocatori VERI, da Jugovic ad Almeyda, da (l'anno dopo) Vieri a Sinisa. Altro che Okon, Protti, De Sio e Della Morte.
Se vogliamo dirla così, il ruolo di Mancini fu più politico che tecnico. Era la longa manus di Sven, quello che doveva distinguere il grano dal loglio.
Più che l'allontanamento di Signori, io mi interrogherei di più sulle partenze di Jugovic e Fuser prima e soprattutto di Vieri dopo.


Mah, la sensazione rimasta di quel periodo però è proprio quella. Lo scudo dipese molto  dal Mancio, che portó nello spogliatoio - e in campo - consapevolezza e voglia di vincere del tutto nuove.

Per me, lo scudo del 2000 é del Mancio (quasi) quanto quello del 74 é di Giorgione.

Offline bak

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20168
Re:Roberto Mancini (ovvero della mentalità)
« Risposta #12 il: 18 Ago 2015, 16:03 »
Per me, lo scudo del 2000 é del Mancio (quasi) quanto quello del 74 é di Giorgione.

Diciamo che si creò un gruppo di senatori (oltre a Mancini ci metterei Simeone, Veron, Sinisa e Couto) in campo guerrieri indomiti che seppero compattare un gruppo che dopo la sconfitta di Verona rischiava d'implodere. Poi certo, a surrogare il tutto c'era il talento cristallino di Nedved, la potenza fisica di Stankovic, Inzaghi e Salas che i loro gol li facevano. In quel team se c'era qualcuno marginale, forse era proprio Eriksson.

PS: Mancini paragonato al d(i)e(ci)ficiente non si può sentire. Uno dei giocatori più sopravvalutati sulla faccia della terra, marginale sia nello scudetto di cartone del 2001 (molto più risolutivi Batistuta e Montella) sia nel 2006 in Germania.

Online DajeLazioMia

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Re:Roberto Mancini (ovvero della mentalità)
« Risposta #13 il: 18 Ago 2015, 16:06 »
Io me lo ricordo dal vivo allo stadio, un Professore del calcio.
Re:Roberto Mancini (ovvero della mentalità)
« Risposta #14 il: 18 Ago 2015, 16:26 »

Offline richard

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Re:Roberto Mancini (ovvero della mentalità)
« Risposta #15 il: 18 Ago 2015, 17:13 »
grande giocatore, inutile come allenatore
 

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