www.trigorriere.itCon il voto decisivo del presidente, il Consiglio della Lega di serie A ha dato attuazione alla delibera dell'assemblea per l'assegnazione a tre agenzie demoscopiche delle indagini per definire i bacini d'utenza, i cui criteri di valutazione sono oggetto di contestazione da parte delle big. Gli ad milanesi: «il prossimo round sarà in assemblea lunedì, e poi in tribunale»
› Beretta, addio LegaAscolta Galliani
MILANO, 11 maggio - Con il voto decisivo del presidente Maurizio Beretta, il Consiglio della Lega di serie A ha dato attuazione alla delibera dell'assemblea per l'assegnazione a tre agenzie demoscopiche delle indagini per definire i bacini d'utenza. «Con il voto decisivo di Beretta, la votazione è finita 6 a 5», ha spiegato l'amministratore delegato del Milan Adriano Galliani parlando al termine del Consiglio al fianco dell'omologo interista Ernesto Paolillo. Hanno votato contro l'attuazione della delibera i rappresentanti di Milan, Inter, Roma, Napoli e Juventus. A favore, invece, quelli di Parma, Sampdoria, Udinese, Palermo e Catania, oltre al presidente della Lega di serie A. Secondo Galliani e Paolillo, «il prossimo round sarà in assemblea lunedì, e poi in tribunale».
GALLIANI FURIOSO CON BERETTA - Guerra aperta tra le grandi squadre e le piccole, ma anche tra le big e il presidente Maurizio Beretta che, col suo voto decisivo, ha sbloccato l'equilibrio in Consiglio di Lega. «Beretta - ha detto l'ad rossonero Adriano Galliani - se ne assumerà le responsabilità anche patrimoniali. Smentendo se stesso, dopo essersi astenuto nell'ultimo consiglio, ora si è schierato con una delle parti. È un presidente - ha continuato - che da tempo lavora a Unicredit da mattina a sera e in Lega non c'è mai. Ognuno nella vita fa ciò che vuole ma si assume le responsabilità».
«ESPROPRIO PROLETARIO» - Escono insieme, scuri in volto Adriano Galliani e Ernesto Paolillo vice presidente vicario del Milan e ad dell'Inter, e sparano il primo colpo di cannone in quella che, da una battaglia, è diventata una guerra aperta che coinvolge lo stesso presidente Maurizio Beretta. «Come sempre la votazione in Consiglio è finita 5 a 5, ma stavolta, smentendo se stesso il presidente si è schierato», ha spiegato Galliani. «Si assumerà tutte le responsabilità anche patrimoniali, è un presidente che sta in Unicredit e che in Lega non ci sta più. Ora ha premiato un sistema surrettizio per fregare soldi alle grandi. Con quindici contro cinque si può fare un presidente, i consiglieri di Lega e pure un esproprio proletario».Un'altra "anomalia" evidenziata da Galliani e Paolillo è che il Consiglio «non ha dato mandato di attuare la delibera al presidente di Lega ma ai cinque consiglieri che hanno votato a favore: insomma, Garrone, Zamparini, Lo Monaco, Ghirardi e Pozzo, guarda caso i presidenti delle piccole, hanno dato mandato a loro stessi di attuare la delibera. È uno scenario di assoluta ingovernabilità e distruzione del calcio italiano - ha sottolineato Paolillo -. Mentre Liga e Premier crescono di valore lavorando insieme, qui per interessi piccoli e ansia di chiudere bilanci di piccole e medie squadre si toglie attenzione al vero valore del calcio italiano. Non c'è un disegno strategico e i risultati si vedranno». I due dirigenti di Milan e Inter hanno invece glissato sulle polemiche nate dopo i cori del rossonero Rino Gattuso contro l'allenatore nerazzurro Leonardo. «Paolillo e io andiamo d'accordo», ha tagliato corto Galliani.